45: Aaron

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Esco dalla palestra con le gambe che mi tremano, incapaci di reggermi ancora.
Una sfilza di pensieri macabri si scontrano nella mia testa e si mischiano tra loro, scaturendomi una confusione alla quale non riesco a porre fine.
Sono certo che gli studenti di questa scuola mi stiano guardando preoccupati ma io nemmeno li vedo, non sento le loro voci, o magari non mi importa; di tutte queste persone non mi è mai fregato nulla.
"Aaron, ehi" mi saluta Emily, l'unica che, oltre a rivolgermi occhiate ambigue, ha anche pensato di parlarmi.
La guardo brevemente; la sua voce mi risulta ovattata, come tutti gli altri rumori, d'altronde.
Il fantasma di Anastasia Barks ha posseduto Zoe, non di nascosto o contro la sua volontà, lei si è lasciata prendere e l'ha fatto solo per noi.
"Stai bene?" chiede Emily che si avvicina a me.
Ormai non mi reggo in piedi, i miei poteri stanno lottando per liberarsi e l'impulso di distruggere l'intera scuola diventa più forte ogni secondo che passa.
"Aaron, così mi preoccupi" continua lei toccandomi una spalla.
Mi appoggio al mio armadietto e gli occhi cominciano a bruciarmi; credo stiano diventando tutti neri ed è ciò che succede quando i miei poteri prendono il sopravvento.
"Che cosa succede?" domanda Emily allarmata. Qualcosa non va e non ci vuole molto a capirlo, neppure per un fantasma inutile come lei.
"Zoe, abbiamo un problema con Zoe" rispondo mentre sudo freddo dalla testa ai piedi.
È ciò che i comuni esseri umani definiscono 'attacco di panico' ma che io preferisco chiamare 'manifestazione estrema di debolezze che non posso permettermi'.
Purtroppo non sono in grado di controllarmi, non adesso che Zoe è in pericolo.
Emily mi porta in cortile e poi verso il bosco, trascinandomi con fatica mentre i miei occhi bruciano ancora, facendomi urlare per il dolore.
Mi lascia andare una volta raggiunto il bosco e io grido buttandomi sul terreno.
"Aaron, devi spiegarmi cosa succede, così non posso aiutarti."
"Succede che non controllo i miei poteri, sono troppo arrabbiato!" rispondo a denti stretti, graffiando il terreno ricoperto di fango.
Mi sporco e urlo ancora quando i miei poteri si liberano e le mie mani tremano.
La città viene ricoperta da una fitta nebbia e le foglie vengono scosse dal gelido vento che si è appena alzato.
"Devo chiamare Sam" asserisce Emily indietreggiando.
"No! Così metterai in pericolo anche lei, nessuno deve sapere cosa sta succedendo" ribatto.
Emily, che mi guarda ancora con terrore, si piega verso di me.
"Dimmi cosa devo fare per calmarti, allora."
"Non puoi, nessuno può!" sbraito.
Solo uccidere mi fa sentire meglio in momenti come questi.
Il dolore che provo a dover mantenere i miei poteri chiusi in un cassetto è acuto e mi fa esplodere la testa.
"Non sono abituato a combattere questo impulso, quando sono arrabbiato o triste, uccido; è l'unica cosa che mi fa stare meglio!" continuo.
Emily è spaventata, così tanto che non mi tocca nemmeno, ma non posso biasimarla, chiunque dovrebbe avere paura di fronte a un mostro assetato di potere e privo di alcuna umanità.
"Qualsiasi cosa sia successa a Zoe, devi darle fiducia; lei se la caverà, è forte" afferma dopo attimi di esitazione.
"No, lei si sacrifica per gli altri, è una stupida, una cazzo di..."
Il fruscio di un cespuglio mi interrompe; le foglie tremano improvvisamente.
"Chi è?" domando mentre mi convinco ad usare i miei poteri per uccidere chiunque si nasconda lì dietro.
Emily guarda il cespuglio confusa e, prima che possa rispondere, Joy salta fuori da quest'ultimo e ci punta contro la sua spada.
"Allontanati da lui, ci penso io adesso!" esclama rivolgendosi ad Emily che si allontana di qualche passo, impacciata.
"Joy...credevo te ne fossi andata..." dico e devo ammettere che sono felice di vederla. Lei potrà darmi una mano.
"E avrei dovuto lasciarti qui a combattere da solo contro i fantasmi? Ti prego!"
Ride e punta i suoi occhi malvagi su Emily.
"Joy, lui è..."
Joy la zittisce:
"Me ne prendo cura io, vattene! Come lui ha fatto con me una volta.." Sorride verso di me con fare dolce, inspiegabilmente. Non ha mai rivolto un sorriso sincero a nessuno, che io sappia.
Emily scappa senza dire altro e Joy mi aiuta ad alzarmi.
Il mio mal di testa diventa sempre più acuto.
"L'ultima volta che ti ho visto ridotto così avevi appena lasciato scappare per sbaglio una delle tue prede" mi ricorda divertita.
Ridacchio, ma in modo flebile, e lascio che Joy si prenda cura di me.
Mi conduce nel vecchio cantiere e, dopo esserci assicurati che non ci sia nessun altro, utilizza la sua spada bollente per indebolirmi, riducendo l'intensità dei miei poteri.
Con mia grande sorpresa, il suo metodo funziona e mi sento meglio; so per certo che non durerà a lungo, finché Zoe resterà posseduta da Anastasia Barks.
"Dove l'hai trovata?" chiedo riferendomi alla spada che adesso Joy sta lucidando.
"La tua sorellina non è poi così furba: l'ha teletrasportata in camera sua" risponde e mi rivolge un sorriso saccente.
"Non era Sam, era Anastasia Barks, e adesso si trova nel corpo di Zoe."
Ancora una volta vengo invaso dalla rabbia.
Per fortuna sono talmente debole che a stento riesco a parlare o avrei dato nuovamente di matto.
"Ora capisco il perché della tua reazione esagerata: la ragazza che ti piace è in pericolo e tu pensi che finirà per morire" afferma Joy dopo averci ragionato su.
"No, non è così, io sono arrabbiato perché lei ha scelto di farsi possedere per proteggerci; i fantasmi sono andati via perché Zoe ha fatto un accordo con Anastasia, ma così ha messo in pericolo la sua stessa vita e adesso ha perso il controllo del suo corpo."
"Oh, non credevo che Zoe sarebbe arrivata a tanto, anzi, pensavo che fosse Justin l'eroe fallito, o almeno è così che lo chiami tu" dice stupita.
"La differenza tra Justin e Zoe è che lei trova sempre un modo per cavarsela, solo che..."
Mi blocco.
Dire ciò che penso metterebbe in pericolo la persona più importante della mia vita.
"Hai paura di perderla..." dichiara Joy al mio posto.
La guardo con un'espressione priva di emozioni in volto; anche se dovessi dirle quello che sento quando sono con Zoe, la realtà non cambierebbe.
"Bloody come sta? Ha trovato il suo machete?" cambio discorso.
"No, e credimi se ti dico che questo lo fa impazzire; adesso si nasconde nei boschi, ha paura che qualcuno venga a vendicarsi."
"E con qualcuno intendi Sarah" rispondo.
La smorfia irritata che le appare in volto basta a darmi una conferma.
"Se dovesse toccarlo la ucciderei, lo sai, vero?" chiede.
"Lo so, ma ci penserò io a proteggervi, come ho sempre fatto."
Joy sorride ed è la seconda volta che lo fa in un modo tanto sincero.
"Non abbiamo bisogno della tua protezione ma di un amico, Aaron" dice poi tornando seria.
"Io sono vostro amico."
"No, non lo sei, e sai perché? Perché te ne sei andato da New York e non hai mai provato a contattarci, in nessun modo!" ribatte furiosa.
L'ho ferita, sapevo di essere importante per lei, che poneva tutta la sua fiducia e la sua speranza in me; vederla così distrutta a causa mia mi fa capire quanto sia stato cattivo anche con le persone alle quali avevo promesso protezione.
"E ho passato ogni giorno a chiedermi se la nostra amicizia significasse qualcosa per te, ad ascoltare Bloody che ti lodava, che non dubitava, mentre tutto quello che volevo era rivederti, anche solo per qualche secondo!" aggiunge e lucida più velocemente la spada, controllata dalla rabbia.
"So di essermi comportato male con tutti quanti, sono una persona di merda, ma guardami" dico e da parte sua non ottengo ciò che le ho ordinato.
"Joy, ti prego...guardami" insisto disperatamente.
Smette di sfregare sulla spada e volta piano lo sguardo verso di me, come se in realtà non volesse farlo.
"Ci sono ora" dico guardandola negli occhi.
Ricambia il mio sguardo provando a restare seria ma è chiaro che voglia sorridere, che voglia cedere ai suoi veri sentimenti.
"E non ti abbanderò, non più" continuo parlando con decisione.
Ho commesso già troppi errori con lei e Bloody e, da ora in poi, mi comporterò come un amico, non più come un ombra che ogni tanto va a fargli visita.
Tutto d'un tratto, Zoe, o dovrei dire Anastasia, irrompe nel cantiere:
"Ma che scena carina! Non immaginavo ci fosse del tenero tra voi" esordisce.
Mi alzo in piedi debolmente e la guardo.
"Sta lontana!" risponde Joy che si posiziona davanti a me stringendo la spada con decisione.
Zoe, con un veloce gesto della mano, la fa volare in aria insieme alla spada che si incastra nel pavimento.
Joy rotola a terra e si taglia una guancia mentre sul suo volto nasce un'espressione rabbiosa.
"Anastasia, non metterti contro di me, ti ho già tirato fuori dal corpo di Sam, cosa ti fa pensare che non lo farò di nuovo?" dico e mi innervosisce dovermi rivolgere a Zoe in questo modo.
"Sul serio? Credi di essere stato tu? Sono uscita dal suo corpo perché lo volevo, io ho sempre voluto possedere Zoe" risponde dopo aver riso di gusto.
"Perché? Che cosa c'è di diverso in lei?" chiedo e, spinto dalla rabbia, per poco non lo urlo.
Zoe mi guarda; la sua espressione ha qualcosa di particolare, di sinistro e malizioso.
"Tutto" risponde.
Corre verso di me e mi salta addosso mentre il suo volto sembra sgretolarsi e i suoi occhi diventano bianchi, privi di vita.
Urlo e cado a terra, ritrovandomi Zoe, o quello che resta di lei, sopra di me, intenta a graffiarmi.
Per colpa di quella spada adesso sono debole, nonostante provi ad attivare i miei poteri, restano bloccati.
Joy si alza in piedi ed estrae la spada dal pavimento; si avvicina a noi e appoggia l'arma sul volto di Zoe che grida per il dolore.
È costretta ad allontanarsi e si tocca la ferita, gridando ininterrottamente.
"Razza di troia! Ti uccido!" strilla Zoe. Il suo volto adesso è ricoperto di tagli e ha una sembianze disumana; non riesco nemmeno a guardarla ridotta così.
"Vieni qui allora, ti aspetto" replica Joy.
Zoe non se lo fa ripetere due volte e le salta addosso, provando a rubarle la spada.
Pur di farcela, si brucia l'intero braccio e il suo corpo pare sia sul punto di andare in fiamme.
Non dovrebbe toccare quella spada, così Anastasia finirà per uccidere Zoe.
Joy le tira un calcio e la fa cadere a terra, poi si avvicina a lei e punta la spada in direzione del suo petto.
Sta per colpirla ma io la fermo in tempo.
"Non puoi farlo, ricordi? Non è davvero Zoe" dico e Joy torna come alla realtà; era la rabbia a controllarla.
La risata di Zoe sta volta è macabra e si insinua in ogni angolo del cantiere, diventando sempre più acuta e fastidiosa.
"Aaron Fletcher, sei incredibile, credevo fosse Justin quello con una cotta, ma tu...tu mi sorprendi" afferma.
Joy impugna forte la spada e mantiene uno sguardo di sfida puntato su Zoe.
"Dovreste preoccuparvi di cose molto più importanti adesso, come ad esempio Aiden, che sta per aprire in due il petto della povera orfanella Sarah, nel bosco" continua lei e, colto da un'improvvisa sensazione di smarrimento, aggrotto la fronte.
"No" biascico mentre Joy abbassa la spada.
"Se fossi in voi correrei lì, non ha molto tempo, direi più o meno... venti secondi?"
Zoe scoppia a ridere ma, per fortuna, non resiste molto e la sua voce si spezza.
"Andiamo" dico a Joy, iniziando a correre diretto verso l'esterno.
Joy non muove un muscolo durante i primi istanti, ascolta imperterrita la risata di Zoe.
"Presto!" grido e lei, scuotendo il capo, mi corre dietro il più velocemente possibile.
L'ultima cosa che sento prima di uscire è la risata della ragazza che ormai si sta spegnendo lentamente per dare spazio ad Anastasia Barks.

Spazio autrice:
La risata di Anastasia fa concorrenza a quella di Joker...no, scherzo, ma fa paura comunque, fidatevi.

Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora