43: Sam

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Mia madre diceva che sorridere è l'arma più potente al mondo.
Mi ricordava di farlo sempre, quando mi sentivo ferita, quando avevo paura, quando volevo chiudermi in camera a piangere disperatamente, senza capirne neppure il motivo.
Ho provato a seguire il suo consiglio ogni giorno, lo giuro, e per un po' di tempo ho pensato di poterlo fare, almeno finché non sono stata rapita dal re della morte.
Ricordo ogni singola tortura che mi ha inflitto, i colpi sulla pancia con la corda bollente, gli schiaffi, le bruciature sulla guancia.
Sono quasi morta e ho avuto paura, una tale da non riuscire a respirare.
I miei amici mi hanno salvato la vita ma, più di tutti, lui:
il ragazzo che ho sempre ammirato di nascosto, che mi ha dato sicurezza fin da quando ero bambina.
Lui mi ha salvato molte volte e non se ne rende neppure conto.
Fisso Justin da lontano mentre sistema i suoi libri nell'armadietto e sul suo volto è presente un'espressione infastidita.
So che ha litigato con Zoe, che lei è cambiata nell'ultima settimana; adesso passa tutto il tempo con Aiden.
Lui le guarda le spalle, lei lo protegge e, se non li conoscessi, penserei che siano addirittura una coppia.
Sarah ha notato il loro avvicinamento e non l'ha presa affatto bene, non perché sia innamorata di Aiden, ma perché si è dimenticato di lei, completamente.
"Ancora una volta, insieme, ma che cavolo gli prende a tutti e due?" protesta Sarah guardando verso di loro che si sorridono a vicenda.
Zoe gli sistema la camicia e passa una mano tra i suoi capelli.
Lei ci rivolge un'occhiata ambigua, mordendosi il labbro in maniera provocante, come se ci stesse sfidando.
"L'avrà anche riportato in vita ma la odio. Prima ero io la sua migliore amica, che cosa è successo? Cosa ho sbagliato? Sono stata troppo assillante, di nuovo?" chiede Sarah in preda alla frustrazione.
La guardo tristemente.
"Non hai sbagliato niente, è Zoe che è diversa. Justin mi ha detto che ha provato a fare sesso con lui e poi anche con Aaron" dichiaro.
Non dovrei dare tutte queste informazioni a Sarah ma sapere che soffre molto a causa di Aiden mi costringe a rassicurarla; l'unico modo per toglierle dalla testa l'idea di aver commesso un errore è riferirle la verità su Zoe.
"Cosa? Ma non ha senso! Lo sanno tutti che Zoe non è attratta da nessuno dei due ma solo da sé stessa" replica esterrefatta.
Dopo aver ridacchiato, rispondo:
"Forse riportare in vita Aiden l'ha resa una persona diversa, non spettava a lei ma al re della morte."
"Può darsi, oppure è solo una gran stronza e lo sta dimostrando ora per la prima volta" controbatte e sorride nervosamente.
Non posso credere sia davvero così.
Zoe è la mia migliore amica, mi ha salvata così tante volte e so che non è una cattiva persona; prende delle scelte dettate dalla rabbia ma non giocherebbe mai con i nostri sentimenti.
Sarah sbotta improvvisamente:
"Basta, non ce la faccio a guardarli, se Aiden preferisce stare con lei può anche andare a farsi fottere."
Si volta verso di me.
"Invece, noi due dovremmo passare più tempo insieme, che dici? Oggi pomeriggio studiamo da te?" domanda con entusiasmo.
"Ah, ok, si può fare."
"Ottimo, cerca di essere sola però, tua zia e tuo fratello mi fanno paura."
Come biasimarla? Zia Claire è la donna più fredda dell'universo e Aaron è uno psicopatico assassino.
Sarah va via e io riporto i miei occhi su Justin che ora mi sta guardando.
Un sorriso nervoso si forma sulle sue labbra. Soffre a causa di Zoe e per quello che è successo ad Aiden; nemmeno lui riesce a capire perché si stia comportando in questo modo.
Mi avvicino a Justin e lo saluto:
"Juss, ti vedo in forma."
Sorrido anche, seppur forzatamente.
Mi rivolge una breve occhiata, poi ride.
"Sei una pessima bugiarda" dice.
"Mi dispiace, volevo tirarti su di morale..."
"E a che serve? Tanto sta andando tutto a puttane. Zoe è diventata una gran stronza, Aiden è il suo burattino e per di più è morto, e Aaron...lui è l'unico che non dà problemi e questo mi spaventa."
Non alza la voce ma è chiaro stia perdendo la calma.
"Tu resti l'unica cosa positiva" aggiunge abbassando lo sguardo.
Poso, senza nemmeno accorgermene, una mano sulla sua spalla.
Io e Justin siamo sempre stati uniti da un forte legame nonostante i nostri battibecchi su quale film guardare e su cosa ordinare per cena; erano quei piccoli dettagli a farci sentire umani.
"Si risolverà tutto, promesso" asserisco cercando di risultare convincente.
"Non lo puoi sapere. Se dovessero tornare i fantasmi o il re della morte saremmo fottuti" risponde stizzito.
"Non nominarlo" lo prego repentinamente.
Justin mi guarda negli occhi e, capendo perché abbia avuto una reazione simile, si incupisce.
"Sam, io non..."
Viene interrotto dall'arrivo di Zoe che avvolge un braccio intorno alla mia spalla.
"Ma ciao! Di che parlate? Della vostra ultima scopata segreta?" domanda acida mentre Justin distoglie lo sguardo da noi con disprezzo.
"Che cosa vuoi?" le chiede.
"Stare un po' con i miei amici, perché noi lo siamo ancora, giusto?" risponde Zoe scrutandoci.
Ogni suo gesto ormai contiene un doppio senso o un velo di malvagità; a tratti non sembra più lei.
"Noi due saremo sempre amiche" dichiaro sincera.
"Quindi niente drammi? Che peccato!"
Ride fastidiosamente.
"Ma che cazzo di problema hai?" ribatte Justin che tenta di avvicinarsi a Zoe. Lo fermo prima che commetta qualcosa di orribile.
Un tempo ero convinta Justin fosse una persona razionale, ora non lo so più.
"Justin, sta calmo" lo intimo.
"No, sono stanco del suo comportamento da stronza. Qualsiasi cosa ti stia succedendo vedi di superarla perché la mia pazienza ha un limite" minaccia Zoe puntandole un dito contro.
Lei sorride con fare tranquillo, ridendo successivamente.
Cammina verso Justin, allontanandomi; per poco non cado a terra.
"Sai, Justin, se solo fossi stato così aggressivo fin dall'inizio forse avremmo fatto sesso molto tempo fa" gli dice con un tono talmente serio da risultare spaventoso.
Justin non dice nulla, è sconvolto e, di sicuro, gli fa male vedere la ragazza che gli piace ridotta in uno stato tanto pietoso.
Zoe non è più in sé.
Va via rivolgendomi un breve sorriso malizioso che mi dà ai nervi.
"Io la uccido!" sbraita Justin tirando un pugno contro il suo armadietto.
Tutti i ragazzi nel corridoio lo guardano curiosi mentre io mi avvicino a lui e lo obbligo a restare fermo.
"Non ne vale la pena, ti prego" dico ma mi spinge via furiosamente.
"Smettila di essere sempre così buona! Aaron ha ragione, non riesci proprio a farti valere" afferma e il suo tono duro mi colpisce dritta al petto.
Mi allontano da lui mentre vengo sopraffatta dalla rabbia e dalla delusione; perfino Justin non è più lo stesso.
Me ne vado senza dirgli niente e lui sembra tornare in sé proprio in quel momento.
"Sam" pronuncia il mio nome debolmente ma non gli rispondo.
"Sam, non andare!" urla poi e, ancora una volta, si aggiudica occhiate ricolme di interesse da parte degli altri studenti.
Questo pomeriggio, Sarah si presenta a casa mia alle 16:00 in punto.
"Te l'ho già detto che casa tua è davvero figa?" domanda mentre guarda in giro con interesse.
"È una casa come tutte le altre qui a New Hope" rispondo e bevo un sorso di vodka svogliatamente.
Sarah osserva ogni centimetro della stanza, soffermandosi su alcuni scaffali dove sono riposti i libri di Claire che io avrò letto solo una volta in tutta la mia vita.
"Bevi così presto?" mi chiede stupita.
"Ne ho bisogno" replico sfuggendo alle sue occhiate accusatorie.
Sarah si avvicina a me con aria apprensiva.
"È per quello che ti ha detto Justin?" domanda e io alzo subito lo sguardo verso di lei.
"Tu cosa ne sai?" ribatto bruscamente.
"A scuola ne parlano tutti, e parlano anche di Zoe: è diventata una delle ragazze più gettonate" risponde con disgusto.
"Zoe è cambiata, tutti sono cambiati, a parte me" dico ardente di rabbia.
Sarah mi guarda in modo dolce, quasi amorevole.
"Anche Aiden è cambiato e io sono rimasta sola, forse dovremmo darci forza a vicenda" dichiara.
"E come pensi di fare?" domando dopo aver bevuto un altro sorso di vodka, rendendomi conto che ho terminato il bicchiere.
Una smorfia compare sul mio volto.
"Hai mai passato una serata tra sole ragazze?"
"Una volta, con Zoe" rispondo seccata.
Lei sorride emozionata.
"Oh, sarà fantastico" afferma e batte le mani con eccitazione.
Sarah mi costringe a 'giocare' insieme tutta la sera; ci vestiamo con tanti abiti diversi e fingiamo di sfilare su una passerella.
Ci scattiamo delle foto, ridiamo quando notiamo le nostre espressioni buffe, poi ci colpiamo con i vestiti che non ci piacciono, ridendo ancora.
"Forza, bevi tutto!" mi incita mentre io finisco in un solo sorso un altro bicchiere di vodka.
Mi sporco la maglietta e scoppio a ridere nuovamente; Sarah fa lo stesso, registrando l'intera scena.
"Mi gira la testa" dico senza smettere di ridere.
"È questo il bello, ti fa male ma a te non importa" risponde.
"Un po' come l'amore, quindi" asserisco barcollando sui tacchi che ho rubato a zia Claire.
"Un po' ma meno disgustoso" replica e ci guardiamo allegramente negli occhi.
Poco dopo scoppiamo di nuovo a ridere e ci buttiamo sul letto.
Il mio petto si muove su e giù rapidamente e l'alcol ha preso il sopravvento su di me.
Sono talmente ubriaca che mi sembra di vedere Justin.
Lui non immagina, non ha la minima idea di quello che provo nei suoi confronti, non si è mai accorto di nulla, oppure l'ha fatto ma non vuole ammetterlo a sé stesso.
Quando ero piccola pensavo fossimo destinati a stare insieme, che fosse scritto nelle stelle; poi Aaron mi ha ricordato che noi rinati non abbiamo un cuore puro e ho smesso di crederci.
"A che pensi?" chiede Sarah che guarda verso il soffitto.
"A niente."
"Non è mai niente, lo so per esperienza" risponde.
Non dico nulla, i pensieri che inondano la mia testa viaggiano rapidi e sconnessi, non posso nemmeno controllarli.
"Io penso a mia madre e all'ultima cosa che mi ha detto prima di morire" continua Sarah.
A questo punto non posso far altro che ascoltarla.
"Era ubriaca, come sempre, e mi ha chiesto di passarle una bottiglia; quando mi sono rifiutata, lei...lei ha detto che avrebbe potuto vivere anche senza di me, ma non senza la sua cazzo di bottiglia" racconta angosciata.
"Sarah..." sussurro ma riprende a parlare.
"Lei non ci ha mai tenuto a me, mai; eppure, ogni notte, da quando è morta, io non ho fatto altro che piangere. In fondo era mia madre, lei era...era mia madre."
Chiude gli occhi e tira indietro le lacrime con tutte le sue forze.
Vorrei piangere con lei; sento il suo dolore, mi lacera il petto.
"Anche io non faccio altro che pensare ai miei genitori, a come siano morti; dovevo morire con loro, né io né Aaron riusciamo a convivere con questo pensiero" dico.
A volte sento ancora il fuoco che brucia sulla mia pelle e ricordo le urla di mia madre che mi diceva di scappare, di mettermi in salvo.
"Mia zia, grazie ai suoi poteri, ha contattato il re della morte e l'ha pregato di salvarci, ma non le è mai importato di noi, l'ha fatto solo per suo fratello" proseguo rancorosa.
"È una cazzata! Nessuno fa qualcosa se non ci tiene davvero; lei ti vuole bene" controbatte Sarah.
"Non conosci mia zia."
"Non mi serve conoscerla, se ha tirato su una ragazza fantastica come te so già che in fondo è una brava persona."
Volto lo sguardo verso di lei quando ha finito di parlare e spontaneamente rispondo: "Non sono fantastica."
Sarah mi rivolge un sorriso sincero; i suoi occhi verdi sono puntati sui miei.
"Per me lo sei. È da quando ti conosco che sono praticamente ossessionata da te; sei bella, dolce e tutti si fidano di te."
"Pensi davvero questo di me?" chiedo sorpresa.
Non credevo che qualcuno potesse apprezzare realmente la mia bontà a parte Justin, anche se forse non è più così.
"Non hai idea di tutto quello che penso di te, Sam" dice avvicinandosi di più a me e sorridendo teneramente.
Ricambio il suo sguardo e nasce un sorriso anche sulle mie labbra. È bello sapere di avere un'altra amica sincera a New Hope, qualcuno che mi vuole davvero bene.
"Beh, se proprio vuoi saperlo, anche io ti trovo fantastica" le dico.
Sorride imbarazzata e le sue guance assumono un colorito più roseo; suppongo sia l'effetto dell'alcol.
Sarah si muove verso di me e adesso i nostri volti sono vicini; posso guardare meglio il verde smeraldo dei suoi occhi.
Cala il silenzio e incomincio a percepire uno strano imbarazzo di fronte al suo sguardo tanto insistente.
Resta immobile per un po', poi, senza preavviso, mi bacia.
Accade troppo velocemente e non sono in grado di spostarmi subito ma, quando lo faccio, guardo Sarah incredula.
"Sarah, ma che...che fai?" chiedo accigliandomi.
Si siede impacciata e dice: "Io...credevo lo volessi anche tu"
"No, io non voglio baciarti, e non fraintendermi, ti voglio bene ma non sono...attratta da te" rispondo con sempre più sconcerto.
Sarah guarda altrove intimidita.
"Non credevo di piacerti" continuo mentre tento di avvicinarmi a lei che però mi spinge via.
"Piacermi? Tu? Per favore, sono solo ubriaca" afferma ridendo amaramente.
"Ma hai detto quelle cose."
"Quali cose? Che sei fantastica? Stavo giocando un po', non preoccuparti."
Ride ancora e si alza in piedi stordita.
Non mi convince affatto ma decido di non controbattere.
"Devo andare, si è fatto tardi e...mio zio vuole che ceni con lui" dice.
Non mi lascia il tempo di rispondere e si dirige fuori dalla stanza.
"Sarah" la chiamo, senza ricevere alcuna risposta, nemmeno una scontrosa o antipatica.
Mentre Sarah sta andando via, arriva Aaron che, vedendola scappare, la guarda incuriosito.
"Le hai per caso mostrato la mia stanza? Sembrava traumatizzata" dichiara sarcastico.
"Noi..."
Mi zittisco.
Non posso dire ad Aaron una cosa talmente delicata e non credo che Sarah sarebbe d'accordo.
"Niente, abbiamo solo bevuto" mento.
"Ti prego, dimmi che non avete toccato la mia roba" risponde allarmato.
"Abbiamo toccato la roba di zia Claire" dico e lui sorride fiero.
Si siede accanto a me poco dopo ed entrambi restiamo in silenzio, persi nei nostri pensieri.
È assurdo che Sarah abbia una cotta per me, non riesco a togliermi quel bacio dalla testa.
"Mi dispiace" dice Aaron tutto d'un tratto.
"Per cosa?" domando.
"Per il re della morte, è stata tutta colpa mia" afferma e non può far altro che sorprendermi.
Aaron non si è mai scusato, nemmeno una volta in tutti questi anni di malefatte e omicidi.
"Mi hai liberato da Anastasia Barks, siamo a posto" rispondo sorridendo.
"E per tutto il resto? Per essere stato un fratello di merda, per quello siamo a posto?" chiede irritandosi.
Non rispondo subito; non saprei cosa dirgli.
"Non sei poi così terribile" ammetto.
"E poi, sei l'unico che non ha ancora dato di matto, quindi..." continuo e Aaron mi guarda.
Stiamo vivendo insieme questo incubo a causa di Zoe e del suo improvviso cambiamento; per la prima volta dopo la morte dei nostri genitori, io e Aaron condividiamo lo stesso dolore.
Prende la mia mano e la stringe delicatamente.
Ricambio il suo sguardo e i miei occhi diventano lucidi senza che io possa controllarlo.
Scoppio a piangere e Aaron mi invita a posare la testa sul suo petto, stringendomi forte.
"Andrà tutto bene" dice accarezzando i miei capelli mentre io piango silenziosamente.
Mi sento una debole, una stupida seconda chance sprecata, e ho paura che la mia migliore amica non tornerà più in sé.

Spazio autrice:
Il finale di questo capitolo è davvero dolce, e cosa ne pensate della scena tra Sarah e Sam?

Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora