57: Zoe

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Corro a cercare la trombetta di Aaron; sono certa l'abbia nascosta bene nella sua stanza.
Lancio in aria tutti i vestiti nell'armadio, poi sollevo il cuscino dal letto e cerco sotto ai mobili.
Aaron custodisce quell'oggetto con cura perché è la cosa più importante che possieda, l'ultimo regalo di suo padre.
Impreco, dato che non riesco a trovare nulla, finché non mi accorgo di una crepa sul muro.
La tocco; in realtà si tratta di un buco che, fino a qualche attimo fa, era coperto dalla scrivania che ho spostato per guardare cosa ci fosse dietro.
Al suo interno è nascosta la trombetta.
Sorrido e la guardo fieramente; grazie a questo oggetto potrò scoprire dove si trova Aaron e raggiungerlo.
Torno al piano di sotto.
Claire sta rimettendo in ordine i suoi libri; è tranquilla e ogni tanto fischietta.
"Che fai? Ti metti a pulire?" chiedo.
Sospira irritata e si alza in piedi dopo aver raccolto un libro.
"Ci sono manoscritti che valgono almeno cinquecento dollari qui, certo che mi metto a pulire" risponde con tono apatico.
"Ok, quindi Aaron non ha esitato un secondo a salvarti prima e tu ancora te ne freghi di lui."
Credo che, in questo momento, sia il mio lato più oscuro a parlare e io glielo permetterò.
Claire dovrebbe mostrare più interesse nei confronti della sua famiglia; sono le uniche persone che ancora non l'hanno abbandonata.
"Mi stai giudicando forse? Perché non ne hai alcun diritto" dice voltandosi verso di me.
"Magari imparerai a comportarti come una brava zia" ribatto.
"Ma che diamine dici?" si indigna, fulminandomi con lo sguardo.
"Ha attivato il suo lato oscuro, ecco perché parla così" interviene Justin entrando in casa; Emily e Sam camminano al suo fianco.
Ci hanno messo troppo tempo ad arrivare e non ho intenzione di pormi domande al riguardo; la cosa più importante è salvare tutte le persone a cui tengo e chiudere quel libro.
"No, non è possibile..." risponde Claire diffidente.
"Non ho motivo di mentire, Zoe ha fatto la cosa peggiore per un rinato, ora è davvero cattiva e lo resterà per sempre" afferma Justin.
Alzo gli occhi al cielo; nessuno dovrebbe essere così melodrammatico.
"Zoe, dimmi che non è vero, hai idea di come reagirà tuo padre?" mi sgrida Claire come lo farebbe una mamma preoccupata.
"Era l'unico modo per spedire fuori dal mio corpo Anastasia" rispondo.
"E ora ha rapito Aaron, non mi sembra sia servito a molto" dichiara lei duramente.
Sam mi lancia subito uno sguardo allarmato.
"Aaron è stato rapito?" chiede.
"Temporaneamente" dico.
"Che cosa diamine vuol dire?" domanda Justin che si rivolge a me su tutte le furie.
"Che lo troverò presto, perché non sono un essere malvagio; aiuterò anche Emily a restare nella nostra dimensione" replico stremata.
"A proposito di questo: io non ho mai detto di volerlo, non sappiamo quali rischi corriamo e non posso mettere tutti in pericolo, né tanto meno Alec" dice Emily.
"Non ti faremo tornare in quel posto di merda, tu non sei cattiva e non lo meriti" risponde Sam che le accarezza un braccio.
"Ma sono stata io a volerlo, se non mi fossi tolta la vita forse...forse adesso sarei un essere umano e vivrei in una città diversa; sarei felice."
Emily, con disappunto, scaccia via le lacrime.
Ora capisco perché ad Alec piace così tanto:
è dotata di una grande bontà d'animo e la sofferenza nei suoi occhi la rende umana, nonostante non lo sia più; nessun essere fragile potrebbe resistere alla purezza di questa ragazza.
"Pensare al passato non serve a niente, bisogna andare avanti e questo sarà il tuo nuovo inizio; sarai una rinata."
Sam le sorride.
"Una rinata?" domanda lei di stucco.
Il mio piano è questo:
la riporterò in vita proprio come ho fatto con Aiden.
Ci vorrà molta energia e chiederò aiuto al lato oscuro che ormai è diventato parte integrante di me.
"Solo se lo vorrai, Emily" risponde Justin che le rivolge un'occhiata comprensiva.
"Io...non lo so, non so se saprei gestire tutti quei poteri" ammette Emily.
"Ti darò una mano, sono una buona insegnante" ribatte Sam entusiasta.
"Ma diventerei un peso per te."
"Non è vero, a me piace aiutare la gente."
"Ragazzi, apprezzo la vostra gentilezza, ma non posso, io non..."
Emily si ferma perché Alec irrompe in casa, entrando dalla porta già aperta.
"Ragazzi!" ci chiama sudato dalla testa ai piedi.
"Alec, che cosa...cosa ci fai qui?" gli chiede Emily parlando a singhiozzi.
"Già, me lo chiedo anche io, ma li hai letti i miei messaggi?" domando scorbutica.
"Sono venuto per aiutarvi, ho visto una cosa lì fuori e..."
A differenza di poco fa, adesso è Emily a interrompere lui:
"Non devi inventare scuse, sei qui per farmi cambiare idea; è davvero carino da parte tua ma ho già deciso che tornerò nella seconda dimensione."
"Beh, non sono qui per questo ma..."
Si volta verso Emily e continua a parlare:
"Lo so, so che state per chiudere quel libro e che presto accadrà un bel casino..." dice Alec ancora con il fiatone.
"Alec."
Emily sussurra il suo nome sconfortata.
"No, prima che tu dica qualsiasi cosa voglio che tu sappia che, dal primo momento in cui ti ho vista, mentre camminavi a testa alta nel corridoio scolastico e attiravi l'attenzione di tutti quei ragazzi molto più fighi di me, ho sentito qualcosa, qualcosa che non avevo mai provato prima; avrebbe dovuto spaventarmi o mettermi ansia, almeno un po', invece mi ci sono lanciato dentro con tutte le mie forze e guarda dove siamo arrivati?"
Emily, guardandolo amorevolmente, sorride.
"Io ti amo, Emily Fries, ti amo come non ho mai amato nessuna, e so che siamo solo degli adolescenti ingenui, che non durerà per sempre, non sono un coglione, lo so anche io che il per sempre non esiste, ma non deve finire adesso, non così presto" prosegue Alec.
Le sue parole mi fanno male e, anche se lo desidero con tutto il cuore, non riesco a essere felice per lui.
Nessuno mi dirà mai qualcosa di simile e, onestamente, nemmeno io sarei in grado di dirlo a qualcuno ora che ho attivato il mio lato oscuro.
"E non lo so, magari nella seconda dimensione ci sono dei fantasmi molto più carini di me che ti fanno la corte" dice sempre Alec ed Emily, che piange silenziosamente, accenna una risata.
"Ma nessuno di loro ti amerà mai come ti amo io in questo momento; davvero...non saprei nemmeno spiegarlo a parole, però so che voglio godermi questa cosa, ok? Voglio vivere con te, stare bene con te ancora per un po', o per un bel po.'" Emily sorride raggiante.
Le tocca una guancia e lei lo guarda commossa, con gli occhi di una persona innamorata.
Quello sguardo, perché mi lacera il petto?
"Tu sei un vero idiota, Alec Crave" dichiara Emily.
Ora anche lui sorride.
"E ti amo" aggiunge.
Il volto di Alec viene illuminato dalla gioia; non aspettava altro che sentire queste parole uscire dalla bocca della ragazza che ama.
Sam si asciuga una lacrima e Claire, annoiata, li guarda con una smorfia insofferente.
"Questo vuol dire che resterai?" chiede Alec sul punto di urlare per la felicità.
Emily però resta in silenzio, titubante.
Non può comunque rispondergli; un tonfo ci coglie alla sprovvista.
Qualcuno ha appena sbattuto con forza sul tavolo il libro degli spettri e si tratta proprio di Mike.
"Mi spiegate perché cazzo Aaron non è ancora qui? Preferite pensare a questa sceneggiata da pessimo film romantico per ragazzine? Sono stanco di aspettare!" si ribella.
Odio Mike ma non abbiamo altro tempo da perdere.
"Alec, devi andare via, ci penseremo dopo alla storia di Emily" dico.
"No, vi devo ancora dire quello che ho visto."
"Non abbiamo tempo!" risponde Justin, zittendolo.
"Ragazzi, davvero..."
Lo metto a tacere.
"Ce lo dirai dopo, adesso Aaron è bloccato chissà dove, ha bisogno di me" affermo decisa.
"E di me" fa eco Mike che si aggiudica un'occhiataccia da parte mia.
"Andiamo a prenderlo" dico poi, posizionando la trombetta sul tavolo, accanto al libro, posando entrambe le mie mani sopra a quest'ultima.
Grazie al mio lato oscuro non mi ci vuole molto ad attivare i poteri e i miei occhi diventano subito tutti neri e intensi.
"Oh, conosco quello sguardo, l'ha attivato per davvero" asserisce Claire guardandomi stupefatta.
"Te l'avevo detto" replica Justin che sospira disturbato.
Mi allontano con la mente da questa stanza, concentrandomi solo sulle mie emozioni e su quelle che Aaron mi ha fatto provare la scorsa notte.
Mi sembra di sentire ancora l'odore della sua pelle, le sue mani che viaggiano lungo il mio corpo e tra i miei capelli.
I nostri sorrisi, il modo in cui mi bacia, lento e passionale.
Viaggio verso di lui e verso il luogo buio nel quale si trova.
Come immaginavo, si tratta proprio del limbo; ci sono stata una volta e a colpirmi è la stessa sensazione di smarrimento e di allarmante terrore.
"Allora? Vedi qualcosa?" chiede Mike impaziente.
"Vedo...la nebbia" rispondo.
Seguo un sentiero privo di anima viva ma percepisco comunque la presenza di qualcuno, quella di Anastasia Barks.
Mi sta guardando nascosta da qualche parte e sorride furba, contenta di aver catturato proprio la persona alla quale tengo di più.
"Aaron" lo chiamo e la mia voce si espande come un eco lungo il sentiero.
Anastasia si avvicina a me e non perde ancora il sorriso dalle sue labbra screpolate.
"Dimmi dov'è" la intimo.
Mi guarda ancora per qualche istante, poi scoppia in una fragorosa e tremenda risata.
Non mi rassicura.
"Anastasia, dimmi dove cazzo è Aaron!"
Lei smette piano di ridere e riporta il suo sguardo minaccioso su di me.
"Non te lo restituirò così facilmente, a meno che tu non rinunci a quel maledetto piano!"
Sta volta sono io a ridere mentre la guardo.
"Te lo puoi scordare" dico.
"E tu puoi scordarti Aaron."
La tiro per un braccio, avvicinandola a me.
Rimane sorpresa dalla mia forza e spalanca la bocca.
"E tutta questa determinazione da dove esce fuori? Non sarà che hai attivato il tuo lato oscuro?" chiede sorridendo eccitata.
Sorrido in rimando, stringendole il braccio.
I miei occhi neri la scrutano, la sto intimidendo senza dire una parola e lei, per la prima volta, è davvero spaventata.
Perde tutta la sua eccitazione mentre io la guardo con sempre più cattiveria, fino a farle assumere in volto un'espressione di terrore.
"Sei finita, Anastasia, finita per sempre!" dico, per poi lanciarla dall'altra parte della strada.
Lei grida e non riesce a fermarmi, così scompare nella nebbia.
La strada davanti a me diventa stretta e le case si sgretolano insieme al resto dello scenario.
Sto tornando nella mia dimensione.
Apro gli occhi e per poco non vengo colpita da un uomo incappucciato che mi attacca con un coltello.
"Zoe, scappa!" grida Sam lanciando i suoi poteri verso un altro uomo intento ad attaccarla.
Justin prova ad immobilizzare tutti gli altri folli che ci stanno colpendo.
"Era questo che cercavo di dirvi, la gente è stata di nuovo posseduta!" strepita Alec; afferra l'ombrello appoggiato accanto alla porta d'ingresso, per poi difendersi da una ragazza che gli corre in contro mentre i capelli neri le coprono metà volto.
È la bibliotecaria! In realtà credo di conoscere ogni persona posseduta in questa stanza.
Fermo l'uomo che vuole ancora colpirmi e, con la mia forza sovrumana, gli spezzo il braccio, facendolo strillare.
Gli tiro un calcio, poi lo spingo contro il muro e lo blocco.
Mi avvento su di lui che tiene stretto il coltello nell'altra mano.
Gli afferro la gola, e, mentre si dimena per colpirmi, ormai impazzito a causa del fantasma che l'ha posseduto, lo uccido sotto agli occhi di Justin.
Mi guarda nervosamente ma consapevole di non avere molta scelta.
Arreso, scuote il capo e ruba l'anima dell'uomo che lo sta attaccando.
Sam è l'unica incapace di difendersi ed è stata già pugnalata più volte.
Si tratta di semplici coltelli, eppure le stanno lacerando il braccio.
"Non riesco a fermarli!" grida Emily che viene poi colpita in pieno volto da una signora anziana; la sua pelle è rugosa e le mancano quasi tutti i denti.
Alec attira l'attenzione di quella signora e lei si gira verso di lui, sorridendo maliziosa.
Prima che possa attaccarlo, la colpisce con l'ombrello, facendola cadere a terra, sorprendendo tutti noi.
"Che c'è? L'ho già fatto molte volte" dice Alec abbozzando un sorriso.
Distolgo lo sguardo da lui e lo sposto su Claire, stesa a terra; cerca di alzarsi in piedi, nonostante sia stata ferita alla gamba.
Le porgo la mano ma lei rifiuta il mio aiuto, indicando poi il libro degli spettri.
Un uomo di mezza età si sta avvicinando a quest'ultimo mentre Mike è impegnato a cercare un incantesimo nel suo taccuino.
"Mike!" esclamo.
Lui si gira e blocca prontamente quell'uomo, lanciandogli un incantesimo che però non sembra funzionare; si libera dalla sua presa e con un solo sguardo fa volare Mike a terra.
Utilizzo i miei poteri per attirare il libro verso do me, teletrasportandolo a casa mia, lontano da tutta questa gente posseduta.
"Mi dispiace, hai sprecato la tua chance" mi rivolgo all'uomo di mezza età sorridendo furba.
Mi avvento su di lui e rubo anche la sua anima, toccandogli il volto con entrambe le mani.
L'uomo grida straziato e cade a terra proprio come il fantasma che stava attaccando Sam, dato che Justin lo uccide.
Sono tutti morti, tutti tranne l'anziana signora colpita da Alec; considerando la sua età, non credo si sveglierà molto presto.
"Cazzo! Sono tutti impazziti! E chissà quante altre persone sono state possedute!" sbotta Sam in preda alla rabbia; le sue mani tremano ancora.
"E non hai riportato indietro Aaron, che cosa facciamo ora?" mi chiede Mike che si alza in piedi sistemandosi la camicia.
Mi guardo intorno; la stanza è stata nuovamente distrutta e presto lo sarà anche tutta la città.
"C'è solo una persona che ci può aiutare" dico e parlo di lui, dell'uomo che già una volta ci ha dato una mano:
Padre Peres.

Spazio autrice:
Spero che la storia vi stia piacendo e che tutta questa azione vi stia interessando 😂.

Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora