Ciò a cui ho pensato per aiutare Claire non le piacerà molto e, sicuramente, avrà qualcosa da ridire non appena vedrà chi ho invitato alla residenza Fletcher.
"Qualcuno mi spiega perché l'infermiera della scuola è in casa mia?" chiede Claire - come avevo previsto - scendendo al piano di sotto, trovando Amanda in salone.
So per certo che, se c'è qualcuno che può aiutare Claire, è proprio lei, dato che è in grado di controllare i suoi poteri alla perfezione ed è la donna più forte che abbia mai conosciuto.
"L'ho chiamata io; ti darà una mano con il tuo problema" rispondo.
Claire scende gli ultimi due gradini delle scale.
I loro sguardi si incontrano; non sembrano piacersi molto e, ora che ci penso, hanno due caratteri completamente differenti.
"Sei una strega, eh? Non l'avrei mai immaginato" dichiara Claire guardandola dalla testa ai piedi con il suo tipico velo di arroganza.
"Mantengo un profilo basso e, soprattutto, so praticare la magia senza perdere il controllo" replica Amanda, che le lancia una frecciatina alla quale dovrò rimediare il prima possibile.
"E ti aiuterà a fare lo stesso" dico sorridendo, sperando che Claire non reagisca male.
Le rivolge un'ulteriore occhiata poco amichevole.
"Te lo puoi scordare" risponde poi, salendo nuovamente le scale.
"Aspetta, dove vai?" le domando subito.
"Me ne torno a dormire, è l'unico momento in cui la magia non si presenta nella mia vita."
Scorgo della frustrazione in quello che dice; ciò mi spinge a non arrendermi.
"Non puoi farlo! Sei una mina vagante adesso e abbiamo già troppi guai" le ricordo.
"Senti, ragazzina, io non voglio il tuo aiuto, non te l'ho chiesto e non mi interessa, e né voglio lei a casa mia."
Claire guarda Amanda che incrocia le braccia al petto, fingendosi offesa.
"Allora che hai intenzione di fare? Chiuderti in camera per sempre a sperare che la magia ti lasci in pace?" chiedo.
"Il piano è questo, sì" risponde ironica.
"Non vorrei contraddirti ma ci sono passata anche io, succede se non pratichi per anni: è come smettere di fumare per poi ricominciare di colpo e tornare a esserne dipendente; è anche peggio della prima volta" spiega Amanda.
"Non sono dipendente."
Claire si indigna.
"Ah no? Cosa stavi facendo prima che arrivissimo?" le chiede Amanda, con un sorriso scaltro stampato in faccia.
"Dormivo, l'ho già detto" risponde Claire nervosa, sistemandosi la vestaglia.
"Se fosse così non sentirei l'energia della magia nera nell'aria; credimi, è la più potente che esista al mondo."
"Non vuol dire nulla; questa casa è piena di magia, anche il tappeto dove stai camminando è magico: l'ho comprato in un negozio per stregoni" si difende Claire.
Io inarco un sopracciglio, trovando questa rivelazione alquanto bizzarra.
"Esistono i negozi per stregoni?" domando sbalordita.
"Certo! Abbiamo uno stile tutto nostro: elegante"
Claire sorride in maniera ambigua, rendendomi ancora più confusa.
"Claire, non puoi prendere in giro una strega; lo so che hai passato tutta la tua vita chiusa qui dentro, allontanando le persone, ma è il momento di smettere. Lascia che ti aiuti" proferisce Amanda.
Sembra quasi che stia prendendo a cuore la faccenda; è tutto merito della sua immensa bontà.
"Non ha abbastanza esperienza" controbatte Claire, per poi rivolgersi a me e dire: "Puoi chiamare una mia amica strega; verrà in questi giorni e mi darà una mano."
La guardo dubbiosa.
"Ho esperienza eccome, invece: si dà il caso che mia madre abbia combattuto contro il re della morte molti anni fa e abbia quasi vinto; ho ereditato da lei i miei poteri" ci informa Amanda.
Ammetterlo la rende triste, per qualche attimo.
"Cosa? Sul serio? E ora dov'è?" chiedo.
"Purtroppo non è andata bene e lui l'ha bandita da New Hope; è condannata a scappare ogni giorno, se dovesse trovarla morirebbe" racconta mentre un luccichio di malinconia le illumina gli occhi.
Amanda non è solo la donna divertente che piace a tutti gli studenti, ma nasconde un lato fragile, come ogni essere umano.
"Nessuno dovrebbe mettersi contro di lui, è stato un errore" asserisce Claire, senza mostrare anche un briciolo di empatia.
"Non te l'ho detto per avere un tuo parere sulla faccenda, ma per dirti che sono forte anche io, proprio come mia madre, e ti devi fidare di me." Amanda la scruta ma non ottiene risposta, solo uno sguardo fuggente.
Passa qualche attimo e un sospiro rassegnato abbandona le labbra di Claire, di fronte alle occhiate severe di Amanda.
Poco dopo, Claire si trova seduta sulla poltrona in salone; Amanda le copre gli occhi con una benda e accende delle candele.
"A cosa servono quelle?" domando.
"La cera è stata immersa nelle mie erbe curative, trasmettono serenità" risponde Amanda.
"Strano, perché io ho solo voglia di vomitare" dice Claire con tono seccato.
Amanda scuote la testa e si avvicina a lei, prendendo a massaggiare le sue tempie.
"Non mi piace essere toccata" sussurra Claire innervosita.
Quando si lamenta in questo modo mi ricorda Aaron; trattengo un sorriso mentre penso a quanto sia irritante quel ragazzo, e distolgo lo sguardo da Claire.
Sono proprio una stupida! Dovrei smetterla di pensare a lui; mi ha solamente usata per strapparlo dalle grinfie del re della morte.
"Durerà pochi secondi; non ti agitare."
Amanda rassicura Claire, seppur con scarsi risultati.
"Mi agito eccome: ho una benda sugli occhi e sento le tue mani sulla mia faccia; è terribile" protesta Claire rabbiosa.
"Mai terribile quanto avere a che fare con te, credimi" ribatte Amanda; io rido sotto ai baffi.
Mio padre irrompe nel salone un attimo dopo, seguito da Sam.
"Sono arrivati i soccorsi, ho portato da mangiare" esordisce lui; intanto sventola la busta di un fast food.
"Henry, dimmi che non sei tu" commenta Claire.
"E chi altri potrebbe preoccuparsi per te? Sono l'unico amico che hai" scherza papà.
"Non siamo amici da molto tempo" gli ricorda.
"Ma ho portato le tue ciambelle preferite."
Papà sventola quella busta con aria offesa.
"Signor Evans, per favore, Claire deve restare concentrata adesso" dice Amanda.
"Chiamami Henry. Tu sei una strega, giusto?"
Si avvicina a lei con passo elegante, come fa di solito quando vuole mettersi in mostra.
Amanda annuisce, ancora concentrata su Claire.
"Ne sono affascinato."
Papà le sorride e la fissa intensamente negli occhi, ammiccando.
"Papà!" esclamo lanciandogli uno sguardo inorridito.
"Ora vomito davvero" afferma Claire nauseata.
"Anche io" fa eco Sam; poi si siede accanto a me e sorride divertita.
"Ok, è il momento di iniziare" annuncia Amanda; fa scivolare lungo le sue dita i capelli di Claire, che diventa sempre più tesa.
"Resta rilassata e ripeti le mie parole" continua Amanda.
"Che cosa le farai?" domanda Sam allarmata.
"È una tecnica per gestire le emozioni; Claire non è davvero controllata dai suoi poteri ma è convinta sia così, ecco perché devo entrare nella sua mente" spiega Amanda.
"Credimi, non sarà uno spettacolo divertente" dice mio padre.
"Henry, giuro che ti uccido" sbotta Claire stringendo un pugno.
"Mangio la mia ciambella."
Lui tira un morso al dolce e va a sedersi sulla poltrona davanti al camino, come se non stesse accadendo nulla.
"Ripeti con me" ordina Amanda; pronuncia la seguente frase: "Statera iusta et ex animo", chiudendo gli occhi.
Sam le guarda intimorita; è terrorizzata e non posso biasimarla: si tratta di sua zia, la donna che le ha salvato la vita.
Claire ripete ogni parola che esce dalla bocca di Amanda, finché le candele non si spengono, una per una.
"Che succede?" chiedo confusa, guardandomi intorno.
"C'è qualcosa qui con noi" risponde Amanda; apre gli occhi di colpo.
"Cosa?" domanda Sam spaventata.
Lo siamo entrambe, ma una delle due dovrà gestire con audacia la situazione; ovviamente, quella persona sarò io.
"Non lo so ma sento il gelo e...e l'odore del sangue" dice Amanda; le sue guance sono pallide e parla con voce trascinata.
Ascoltando ciò che afferma, sposto gli occhi verso la cucina; è da lì che adesso provengono alcuni rumori, come se qualcuno stesse giocando a mettere le mani nei cassetti.
"Sono loro" sostengo parlando a Sam.
"Le bambine" risponde senza che io debba specificare nulla.
"Voi continuate, io vado a controllare."
Mi alzo dalla poltrona, venendo interrotta dal tono severo di mio padre: "Zoe, no!"
"Sta tranquillo; ricordi? Non possono farmi davvero male" asserisco guardandolo decisa.
Papà non è affatto d'accordo, ma non ribatte ancora e mi lascia andare.
Entro in cucina, camminando con passo leggero, e mi preparo psicologicamente a ciò che potrebbe spuntarmi davanti.
Osservo la stanza e resto scioccata; le emozioni degli esseri umani tornano a travolgermi e sento il battito del mio cuore che accelera a ogni mio respiro.
Il rubinetto perde delle gocce d'acqua, la finestra è aperta e tutti i coltelli sono stati posizionati sul tavolo, in fila dal meno grosso al più pericoloso.
Mi ci vuole un po' per capire cosa c'è di fronte a me e sono costretta a respirare profondamente; nessuno deve sentire la mia paura.
Cammino verso il tavolo e guardo gli utensili; mi accorgo così che uno dei coltelli è ricoperto di sangue.
Lo afferro titubante e lo fisso, esaminandolo con attenzione; la sostanza sul coltello è densa e pare anche appiccicosa.
Il mio volto assume un'espressione disgustata; se non possedessi un buon autocontrollo, avrei già vomitato.
Di colpo, vengo pugnalata alla schiena; sputo del sangue e provo un dolore acuto e insopportabile.
Mi volto, senza fiato e con il viso pallido. Ciò che mi ritrovo davanti riesce addirittura a sconvolgermi ulteriormente.
"Mamma" dico con voce flebile.
Lei ha in mano il coltello con il quale mi ha appena pugnalata.
"Tu avresti dovuto morire con me, tesoro" risponde sorridendo dolcemente.
Indietreggio e mi scontro con il tavolo.
Non può essere vero; mia madre non può trovarsi qui, davanti a me.
La sua figura si trasforma presto in quella di una bambina.
Sta volta è diversa: porta i capelli legati e ha tra le mani una candela; ci soffia sopra per spegnerla.
Tutto ciò che sta accadendo è surreale, eppure sembra così vero; ogni emozione è vivida e fa paura, troppo per poterla controllare.
La bambina strilla e mi salta addosso; tutto intorno a me diventa sfocato e vedo alcune immagini che mi si ripetono in testa:
una donna dai lunghi capelli neri, che mette a letto le sue figlie e le culla, poi un uomo che le tira uno schiaffo, facendola cadere a terra.
Lei piange, sta soffrendo, soffre molto perché nessuno vuole aiutarla e perché non sa come proteggere le sue bambine.
Dura tutto pochi istanti, poi resta solo il buio.
Mi sveglio di colpo sul pavimento del salone.
Sam mi guarda dall'alto verso il basso con sollievo.
"Ah, finalmente sei sveglia, incominciavo a pensare fossi morta davvero" dice ridacchiando.
Mi impegno per focalizzare meglio la sua figura; ci sono anche mio padre e Claire.
"Che è successo? Ero in cucina poco fa" biascico mentre la mia vista torna piano alla normalità.
"Prima che una delle bambine ti attaccasse, vorrai dire; hai perso coscienza" risponde Claire.
"E nessuno ha pensato di sollevarmi dal pavimento?"
"Ti sei buttata a terra poco fa" dichiara Sam.
"Mio Dio...sembrava così reale."
Mi tocco la fronte sudata, ripensando a tutto ciò che ho visto.
Quella donna, mi chiedo chi potesse essere e cosa volesse da me.
"Cosa sembrava reale?" domanda mio padre con preoccupazione.
"Quello che ho visto, quella donna e le bambine; credo mi abbiano fatto vedere i loro ricordi" dichiaro, ancora scossa da ciò che è capitato.
Sam mi aiuta ad alzarmi e papà mi accarezza una spalla.
"Non dovevi andare a controllare, te l'avevo detto che sarebbe stato pericoloso" dice lui.
"Papà, ti prego."
Sospiro.
"Tuo padre ha ragione: stai diventando sempre più debole, di questo passo entreranno nella tua testa, sempre che non lo stiano già facendo" afferma Claire; la guardo in preda alla confusione.
"Amanda; dov'è Amanda? Non doveva curarti?" chiedo.
"L'ha fatto; sei rimasta incosciente per almeno due ore."
"Cosa? Due ore?" rispondo sconvolta.
"Almeno ha funzionato?" domando poi.
Claire rivolge un'occhiata ambigua a mio padre e, in seguito, guarda di nuovo me, nervosa.
Non ottenendo risposta da parte sua, la seguo nella serra, qualche minuto dopo.
Claire ha una vera e propria ossessione per questo posto; credo passi tutto il suo tempo qui dentro.
"Claire, possiamo parlare?" chiedo avvicinandomi a lei.
Sbuffa indispettita.
"Sono impegnata" replica.
"Voglio solo sapere com'è andata e se hai fatto dei progressi."
"Così potrai vantarti di essere riuscita a salvarmi? Per favore."
Ride aspramente.
"Sai che mi importa? Sono quasi stata posseduta da una bambina fantasma poco fa, dovrei pensare a questo, invece sono qui, a chiederti come stai."
Alzo la voce.
"Allora non farlo."
"Ormai stiamo parlando, tanto vale mettermi al corrente di cosa sia accaduto."
"Non servirebbe a niente."
"Claire..."
La guardo severamente e lei, in tutta risposta, sbuffa ancora, risentita.
"Ci vorrà del tempo prima che accetti di nuovo i miei poteri, ma sì...sto già meglio, e no, non ho intenzione di ringraziarti" dice con arroganza.
"Fa nulla, mi basterà non vedere più una scena come quella dell'altra volta" rispondo.
Claire ridacchia, poi torna quasi a ripudiare la mia presenza.
"Però credo che tu abbia fatto una cosa giusta, e meriti qualcosa in cambio" aggiunge.
"Qualcosa di che tipo?"
Non risponde, inizialmente; poco dopo prende un libro che teneva nascosto in uno dei vasi contenenti solo la terra.
Ci soffia sopra e lo pulisce.
"Stasera ho capito che volete combattere contro qualcosa che nemmeno conoscete e, se le bambine fantasma vogliono mostrarti i loro ricordi, allora dovrai andare a fondo della faccenda" dice.
"Cos'è quel libro?" chiedo incuriosita.
"È la storia della vecchia casa abbandonata di New Hope: la residenza dei Perry, una delle nostre leggende metropolitane; qui sopra c'è tutto quello che devi sapere e che devi cercare lì dentro."
Mi porge il libro e io lo prendo subito, interessata.
"Non sapevo ci fosse una casa abbandonata in città" manifesto.
"Nessuno ne parla più, fa paura perfino agli adulti, e il sindaco Archer non ha nessuna intenzione di rivenderla, per ovvi motivi."
Accarezzo la copertina del libro.
È ricamato in pelle ed è sicuramente molto antico.
"Va in quella casa, ricostrusci la loro storia e scopri come riportarle nella seconda dimensione; presto torneranno Aaron e Justin e noi dovremo essere pronte" dice.
Se per scoprire tutta la verità dovrò andare in questo posto terrificante, allora lo farò; spero solo che non accada qualcosa di simile a ciò che è successo in cucina.
Vedere mia madre, di nuovo, mi ha messo i brividi; adesso so che è stata lei a uccidermi e non credo potrò mai perdonarla.
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Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)
ParanormalA New Hope arrivano nuovi misteri, sta volta si tratta di due bambine che seminano il terrore per tutta la città, risucchiando la vita delle persone. Zoe si ritroverà a combattere contro i suoi sentimenti, contro i demoni del suo passato e contro ci...