35: Zoe

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Alec ed Emily hanno legato le dieci persone possedute nel bosco e hanno condotto me, Sam e Bloody da loro.
Una volta fatto, sono scappati a gambe levate, lasciando nelle nostre mani tutta la responsabilità.
"Bene, vedo che abbiamo un bel problema qui" commento guardando le dieci persone legate all'albero, che si dimenano disperatamente.
Sam fa lo stesso ma con terrore e, a ogni loro movimento brusco, sobbalza.
"È meraviglioso! Tutta questa gente da uccidere!" esclam Bloody con un ghigno eccitato sulle labbra.
"Uccidere? Chi ha mai parlato di farlo?" chiede Sam inquieta.
La guardo subito, ripensando al mio piano e a quanto sia terribile.
"Zoe, è uno scherzo, vero?" domanda successivamente, alterata.
"Ne parliamo dopo" rispondo volendo evitare a tutti i costi di affrontare questa discussione.
Odio dovermi prendere la responsabilità di tutte queste persone possedute ma non ho chiesto di arrivare a questo punto; non ho mai voluto che il libro degli spettri venisse aperto.
"Beh, io ne voglio parlare adesso  invece: quel ragazzo ha ucciso la madre di Sarah e lei ancora non lo sa, perché mai ci dovremmo affidare al suo aiuto?" sbraita Sam.
"Sarah sta già soffrendo molto e potrebbe mettersi in pericolo se lo venisse a scoprire" affermo.
La sua prima reazione, comprensibilmente, sarebbe quella di voler affrontare l'assassino di Joanne, ovvero un demone spietato che finirebbe per uccidere anche lei.
Non posso permettere che accada.
"È già in pericolo, lo siamo tutti, ma uccidere della gente che non ha colpe non è la scelta giusta" protesta.
"Non sarà la scelta giusta ma non sempre bisogna seguire la propria morale; a volte devi fare delle scelte difficili perché è l'unico modo per vincere."
Sam pare avere un fremito interiore ed è incredula, quasi sbigottita, di fronte al fatto che io possa aver detto una cosa simile.
"Wow! Parli proprio come Aaron adesso."
Ride amaramente.
"Non è vero, parlo come una persona che è stanca di perdere; quindi, attiva i tuoi poteri e aiutami!" le ordino spazientita.
Non resterò qui a discutere con Sam riguardo la mia scarsa morale e la mia insensibilità; lei non prenderà mai in mano la situazione, ecco perché sarò costretta a farlo da sola.
"Scordatelo! C'è gente che conosco lì in mezzo; con uno di loro andavo in campeggio!"
Abbassa il tono solo alla fine, parlando a denti stretti.
"Mi dispiace, ma se non vuoi che muoia altra gente devi farlo."
"Comportarsi come degli assassini non risolverà le cose." 
"Oh, ok, allora sentiamo, buona Samaritana, cosa pensi di fare?" la provoco con uno sguardo di sfida.
Tentenna a darmi una risposta e alza velocemente gli occhi al cielo, come se non volesse affrontare le mie occhiate sprezzanti.
"Come pensavo, non hai un piano" asserisco.
"Troveremo un altro modo, lo so" risponde decisa.
"Quando lo troverai fammi un fischio, io intanto penso a..."
La mia frase viene troncata da delle urla che ci fanno sobbalzare.
Ci voltiamo immediatamente a guardare cosa sia successo.
Bloody ha appena ucciso tutte le persone legate e il loro sangue arriva a toccare le mie scarpe; la pozza si espande lungo tutto il terreno.
Come prima reazione mi viene da vomitare, poi sbatto le palpebre sperando che, quando le riaprirò, il sangue non ci sarà più.
"Ecco fatto, era così difficile?" chiede Bloody che lecca alcune gocce di sangue dal machete.
Sam apre e chiude la bocca più volte,  in preda allo shock.
"Ma che cosa hai fatto? Tu sei...sei fuori di testa!" strilla lei.
"Avevi ancora dubbi a riguardo?" risponde Bloody divertito.
Stringo un pugno e mi accorgo che Aaron, Justin e Joy stanno arrivando.
"Vedo che non ci avete pensato due volte" afferma Aaron guardandosi intorno stupito, sicuramente allietato. "Non siamo state noi ma il tuo amico psicopatico" rispondo indispettita, lanciando un'occhiata glaciale a Bloody.
"Mi prendo ogni merito" dice proprio lui sorridendo.
"Non ci posso credere! Tutto questo è...è sbagliato; quelle persone meritavano una seconda chance!" continua a gridare Sam.
Credo che non le passerà in fretta sta volta; odia sentirsi responsabile della morte di qualcuno ed è per questo che non ha ancora mai rubato un'anima umana.
"È vero, potevamo trovare un'altra soluzione, ma tu non potevi aspettare, vero?"
Justin si rivolge a Bloody che non gli presta alcuna attenzione.
"Justin, mantieni la calma, ricorda cosa ti ho raccontato ieri" sussurra Aaron toccandogli una spalla.
"Lo ricordo, ma non vuol dire che lascerò stare" ribatte lui serio in volto. La situazione incomincia a mettersi male e l'odore del sangue mi stordisce e disgusta allo stesso tempo.
"Ora che sono morti, che si fa? Bisogna chiudere il libro degli spettri?" chiede Joy sorpassando alcuni cadaveri, saltando dalla parte opposta.
"Non sappiamo ancora come fare e c'è un fantasma, Anastasia Barks, lei sta cercando un corpo da possedere per sempre e non riusciamo a trovarla" dico.
Joy viene incuriosita dalle mie parole e mi ascolta attentamente, sorridendo poi e affermando: "Allora suppongo che andremo a caccia di fantasmi."
L'idea la eccita e diverte Bloody a tal punto da farlo sogghignare.
Il forte trambusto di un tuono interrompe la discussione; il cielo ha assunto un colore grigiastro.
"Oppure, loro daranno la caccia a noi" dichiara Aaron che si fa stranamente preoccupato.
Le foglie sugli alberi, che fino a un attimo fa erano calme, tremano e i corpi stesi a terra vengono sollevati in aria sotto al nostro sguardo sconcertato.
"State indietro!" intimo tutti quanti,  spostando Sam alle mie spalle.
I miei poteri si attivano e mi confermano, per la seconda volta, che sto riacquistando tutta la forza che avevo perso.
I corpi stanno letteralmente volando verso il cielo e i fantasmi che li avevano posseduti escono dal loro interno, disperdendosi lungo il bosco.
"Questo è...meraviglioso!" asserisce Bloody; assume un'aria sempre più eccitata.
"Sta zitto o ti taglio la testa, idiota!"
Joy lo zittisce dandogli una gomitata.
Mentre tutti noi siamo intenti a osservare la scena come ipnotizzati,  un fantasma si precipita nella nostra direzione e io, muovendo la mano in avanti repentinamente, lo allontano  prima che possa colpirci.
"Correte!" grido.
Corriamo e quei fantasmi ci inseguono.
Sono veloci, agili e hanno delle sembianze raccapriccianti, del tutto diverse da quella di Emily.
I loro occhi sono bianchi e hanno la pelle violacea, ricoperta di tagli.
"Come facciamo? Non possiamo ucciderli se sono già morti" dice Sam  che parla con il fiato corto.
"Questo è da vedere."
Bloody si ferma e gioca con il suo machete, proprio mentre un fantasma gli va in contro.
"Prendi questa, figlio di puttana!" urla poi colpendolo in testa con l'arma.  Come immaginavo, il fantasma non si fa nulla e si limita a indietreggiare  con passo trascinato.
"Di solito funziona sempre" dice Bloody confuso.
Il fantasma stacca il machete dalla sua testa e guarda Bloody.
Mi metto tra di loro, spingendo via, grazie ai miei potrei, quell'essere disgustoso.
Il fantasma vola verso un albero e, come per magia, scompare.
Interdetta di fronte a una scena simile, non faccio in tempo a pormi delle domande; devo riprendere a correre.
"Dobbiamo teletrasportarci" dico  correndo sempre più veloce.
"Hai ragione. Tu prendi Bloody, io vado con Joy" risponde Aaron, poi afferra Joy per un braccio.
"Voi due sapete cosa fare" continua rivolgendosi a Justin e Sam;  annuiscono senza esitare ma mostrano anche il loro nervosismo. 
Afferro Bloody per mano e lui mi guarda malizioso.
"Questo sarà molto divertente" mi dice elettrizzato.
"Puoi scommetterci" rispondo esasperata.
Mi teletrasporto via nello stesso momento in cui i fantasmi ci avevano ormai raggiunto.
Non riesco a pensare correttamente a dove vorrei arrivare, quindi finisco nel primo posto che mi viene in mente:
il Moo.
Cado in una cabina nel bagno e sbatto la testa contro il water.
Bloody si trova qui con me e mi cade addosso.
Se fossimo finiti nel ristorante avremmo dovuto dare una miriade di spiegazioni a tutti i clienti e a Ty.
Bloody respira profondamente e mi guarda.
"Credo che qualcuno abbia fatto pipì sul pavimento" afferma accennando un sorriso allegro.
Ricambio il suo sguardo e, disgustata, mi alzo ed esco da questa scatola maleodorante.
Bloody mi segue nel parcheggio e prende subito a blaterare:
"È stato fortissimo! Lo rifacciamo? Sta volta portami al cinema, voglio  spaventare i bambini in sala."
Corro spedita lontana da lui e ribatto:
"Non è stato forte, è una vera merda, tutta questa situazione lo è."
"E perché? Siamo scappati in tempo e i fantasmi non sanno fare quella cosa che fai tu. Aaron aveva ragione quando ha detto che sei una tipa tosta."
Sorride entusiasta.
Quasi mi lusinga ma non smetto di camminare.
"Tesoro, non correre così veloce, sarò anche un demone ma non sono un tipo atletico" dice e ridacchia.
Mi blocco e volto verso di lui, innervosita.
"Non ci voglio parlare con te, razza di deficiente. Tu hai ucciso Joanne, non meriti nemmeno che ti guardi in faccia" replico e nelle mie parole si può scorgere tutto il disprezzo che nutro verso di lui.
Bloody non risponde subito; sembra confuso.
"L'ho fatto per salvare il mio amico;  Aaron è importante per me, lo capisci?" afferma disperatamente.
"Lo è davvero? E perché? Perché ti ha insegnato a essere un assassino come lui? Avete un rapporto malato!" dico  contrariata.
"Tu non ne sai niente! Ma, se vuoi, ti posso dare un assaggio di quanto io sia malato."
Si avvicina di qualche passo a me.  Sono certa che, se avesse il suo machete, lo avrebbe già usato per piantarmelo in gola, pur non potendomi uccidere, solo per vedermi soffrire.
"Dico solo che comportarti male per compiacere qualcuno è da stupidi, e tu non vuoi esserlo, suppongo" rispondo.
"Si chiama amicizia, forse è un concetto che non conosci."
Come può una semplice affermazione colpirmi così tanto?
Prima di arrivare a New Hope non sapevo nemmeno cosa significasse avere degli amici, adesso, invece,  faccio di tutto per proteggere quei pochi che ho al mio fianco.
È strano pensarci, oserei dire surreale.
Una cicatrice presente sulla sua spalla mi incuriosisce.
La fisso meglio e Bloody se ne accorge, guardandola a sua volta.
"È stato mio padre: quando non gli piaceva il mio comportamento, ovvero sempre, si divertiva a spegnermi addosso le sue sigarette;  quella volta è finita male" dichiara mentre sorride come se tutto ciò non lo toccasse nemmeno.
"Aaron ti avrà detto tutto di me, ma non sa che io non sono cattivo per compiacerlo ma perché voglio mostrare a mio padre, anche se si trova nell'oltre tomba, che sono più forte di lui, e gli voglio far vedere ogni giorno il mostro che ha creato."
Ascolto con angoscia.
Mi sento vulnerabile, arrabbiata e nauseata dalla consapevolezza che non tutti nascono cattivi; molte volte, sono proprio le persone a cui teniamo di più che ci rendono dei veri e propri mostri.
La delusione, la frustrazione e la collera sono emozioni impossibili da controllare quando sei certo di aver perso tutto.
Bloody mi dà una spallata e se ne va.  Ho voglia di seguirlo, di dirgli che può ancora cambiare le cose, ma non vorrei mai dargli una tale illusione; se non dovesse succedere, sicuramente Bloody mi odierebbe per sempre.
Torno alla residenza Fletcher, stanca e bisognosa di un bagno caldo.
Qui c'è solo Sam che cerca qualcosa tra i libri di Claire.
"Che stai facendo?" chiedo guardandola in preda alla confusione. "Cerco un modo per chiudere quel cazzo di libro prima che i fantasmi entrino in altri corpi e che Bloody o Killer Joy facciano fuori altra gente" dice; intanto le sue mani tremano per la paura.
"Justin dov'è?"
"Ha ricevuto una chiamata da suo padre ed è andato via."
Solo sentir nominare Bill mi fa tornare alla mente tutti i ricordi del giorno in cui Justin è scappato da New Hope; odio sentirmi così.
"Ok, lascia che ti aiuti."
Mi avvicino a Sam ma lei mi ferma  con i suoi poteri.
"No, non ho bisogno di te, oggi eri disposta a uccidere quella gente!" afferma delusa.
"Sam, forse non comprendi la gravità della situazione; quella gente sarebbe morta comunque" rispondo.
"Sappiamo entrambe che avremmo potuto fare qualcosa, proprio come con Sarah."
"Tu non c'eri nemmeno, non hai idea di quanto sia stato rischioso!" mi inalbero e non controllo più il tono della mia voce.
"Non c'ero perché il re della morte mi aveva rapita e torturata, e sai di chi è la colpa? Del ragazzo che consideri amico e che continui a proteggere:  Aaron mi ha messo nella posizione di rischiare la vita, perché è stato un egoista, perché ha solo pensato al suo potere, e ora, ora a me non importa più nulla. Troverò una soluzione da sola, non ho bisogno dell'aiuto di persone che ucciderebbero pur di vincere!" dice tutto questo urlando.
Le ante delle finestre e i libri negli scaffali tremano; vuol dire che prova molta rabbia e non è in grado di gestire i suoi poteri.
"Cosa ti fa arrabbiare davvero? L'idea che io possa voler uccidere qualcuno o che tu possa diventare come me?" domando e lei si irrigidisce.
"Non potrei mai, tu sai che non sono cattiva, lo sai che non volevo tutto questo!"
Sam fa volare in aria alcuni libri che per poco non mi colpiscono.
"Nessuno di noi lo voleva" rispondo  guardandola dritta negli occhi, avvilita.
Claire scende le scale sbadigliando.
"Ragazze, che combinate? Sto cercando di dormire e non avete ancora pulito quel disastro in cantina" dichiara mentre indossa la sua vestaglia da notte.
"Stavo dicendo a Zoe che deve andare via e che deve dire a Sarah tutta la verità su sua madre" risponde Sam con tono austero.
Sospiro stanca.
"Vedo che hai un modo piuttosto aggressivo di dire le cose" commenta Claire guardando i libri sparsi sul pavimento.
"Hai fatto anche cadere il libro degli spettri, hai idea di quanto sia rischioso? Chissà che altro potresti liberare. Avrei dovuto metterlo in soffitta" continua Claire ma, prima che possa raccoglierlo, Sam lo riprende, portandolo verso di sé con un semplice gesto della mano.
"Ma che fai? Non puoi tenerlo!"
"Invece posso e lo farò. Da oggi la missione è nelle mie mani; faremo le cose seguendo la via del bene" dice Sam con fermezza.
"Ti prego, dimmi che è uno scherzo." Rido nervosamente.
"Ti piacerebbe, ma sono seria; nessuno di voi toccherà questo libro finché non mi darete retta."
Sam parla con aria di superiorità e ammetto che in questo momento vorrei colpirla con i miei poteri per metterla a tacere.
"Sam, amore mio, dammi il libro, per favore."
Claire le cammina in contro allungando una mano verso di lei.
"Mai!"
Sam fa sbattere una finestra e Claire sobbalza. Anche il lampadario si sta muovendo e rischia di staccarsi dal soffitto.
"Ma che ti salta in mente? Ragazzina! Io sono la tua tutrice legale e devi fare come ti dico!" strepita Claire.
"Lo farei se ti importasse qualcosa di me, ma non è così, quindi farò quello che mi dice il cuore. Faccio parte dei buoni e, al momento, voi siete i cattivi. Me ne tiro fuori."
Sam sorride scaltra.
"È uno sbaglio, non sai nemmeno come chiudere il libro e, se lo prenderai tu, Anastasia Barks verrà a darti la caccia" dico preoccupata per la sua incolumità.
Avrà anche perso la ragione ma non vorrei mai le capitasse qualcosa di orribile; Sam resta comunque la mia più cara amica.
"E io la affronterò a testa alta. Non ho più paura di niente" risponde sicura di sé; non perde il sorriso dalle labbra.
Si teletrasporta via, davanti ai nostri occhi increduli.
"Sam, porca puttana! Non farlo!" grida Claire arrabbiata, tirando un calcio a una sedia che cade a terra.
"Ma che le succede? È impazzita forse? Lei non è in grado di usare i poteri come voi; non ha mai ucciso nessuno, come farà a difendersi?" continua a urlare come una matta; per la seconda volta, sembra una zia che ha davvero paura di perdere sua nipote.
"Devo parlare con Aaron..." affermo riflettendo attentamente.
Aaron è l'unico che può fermarla e, in caso contrario, prevedo che Sam farà una brutta fine.

Spazio autrice:
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Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora