37: Zoe

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Decido di chiamare papà, pur sapendo quanto si arrabbierà nel scoprire ciò che farò a breve.
Non voglio nascondergli questo aspetto della mia vita, so che a lungo andare causerebbe solo più problemi e non sono disposta ad affrontarli. "Non posso restare a casa mentre tu ti metti ancora una volta in pericolo!" ripete papà dall'altro capo del cellulare.
Gli sto dicendo di barricarsi in casa e,  se proprio dovesse volere un po' di compagnia, di andare da Claire; lei lo proteggerà.
"Non mi sto mettendo in pericolo, sto evitando che Sam lo faccia, e sai che non posso comportarmi in altro modo" rispondo fermandomi davanti alla residenza di Sarah; le luci  sembrano essere tutte spente.
Il giardino è poco curato, ci sono erbacce ovunque e alcuni topi morti davanti al marciapiede dal quale mi allontano immediatamente.
Mi chiedo perché a New Hope non ci sia una casa senza questi topi morti in giro; è davvero disgustoso.
"Almeno dimmi che non sei da sola, che c'è Justin con te" mi prega disperatamente.
Lancio un'occhiata a Justin che annuisce.
"Lui c'è" affermo.
"E ci sono anche io" fa eco Aaron che si posiziona accanto a me.
Mi prendo un colpo e lo fulmino con lo sguardo.
"Aaron, non è affatto bello sentirti" si lamenta papà.
È disappunto quello che sento nella sua voce? Forse rabbia?
"Immagina quando saprai che due demoni serial killer sono qui con noi" dichiara Aaron. Si aggiudica una seconda occhiataccia da parte mia.
"Aspetta, cosa?" papà per poco non urla in preda allo sconvolgimento.
"Scusa papà, devo proprio andare adesso" rispondo di fretta, senza distogliere lo sguardo da Aaron che sorride divertito.
"No, non ti azzardare a..."
Non lascio a mio padre il tempo di controbattere e termino la chiamata, portandomi poi il cellulare in tasca. "Tuo padre è un tipo iper protettivo;  divertente" dice Joy con un sorrisino sulle labbra; ha ascoltato l'intera conversazione ridendo sotto ai baffi.
La guardo e sospiro spazientita.
"Entriamo, non abbiamo molto tempo" rispondo dirigendomi verso la porta, stando molto attenta a non calpestare qualche topo.
"Dobbiamo suonare il campanello o...?"
Justin cerca di porre questa domanda ma, prima che possa finire la frase, apro la porta con un repentino  movimento della mano.
Mi guardano sorpresi, soprattutto Justin che pare esterrefatto.
"Vedo che hai ripreso il controllo dei tuoi poteri, novellina" commenta Aaron fiero.
"Ci sto provando" ribatto,  rivolgendogli in seguito un mezzo sorriso.
Entriamo in casa e Bloody scruta la stanza meticolosamente; Joy mantiene ben salda la spada che non credo avrà paura di usare nemmeno sui miei amici.
La stanza è buia e silenziosa, fin troppo per non incutermi ansia.
Non si sente volare una mosca e, nonostante ci provi, non riesco a percepire l'energia di Sam.
"Sarah, sei a casa?" le chiedo sperando che qui non ci sia suo zio e che non ci faccia domande alle quali non potremo rispondere.
"Perché fa così freddo?" chiede Joy accarezzandosi le braccia.
"Forse hanno dimenticato il condizionatore acceso" ironizza Bloody che finge di non essere spaventato.
"Io penso proprio di sapere di che si tratta" dice Aaron.
La sua voce è profonda e riesce a farmi sentire al sicuro.
Il legame malato che ci sta travolgendo da quando abbiamo viaggiato insieme a Brooklyn diventa sempre più forte; vorrei poterlo controllare e affrontare, ma Aaron mi rende debole e vulnerabile, terrorizzata dai miei stessi sentimenti.
Una porta cigola e io mi fermo nel bel mezzo del salone.
"Sam" la chiama Justin.
Nessuno risponde e non ne sono poi tanto sorpresa.
Anche se Sam dovesse trovarsi in questa casa, non si lascerebbe mai prendere così facilmente.
"Hai provato a chiamare Aiden? Lui forse sa qualcosa" domando a Justin.
"Gli ho scritto almeno cento messaggi ma non mi ha risposto, ho paura che sia in pericolo" risponde l'attimo prima che qualcuno attacchi Bloody alle spalle e gli punti alla gola un coltello.
"Bloody!" strilla Joy.
Tenta di colpire il suo aggressore ma la spada le viene tolta dalle mani, finendo dritta tra quelle di Sam che sorride scaltra.
"Finalmente siete arrivati, mi chiedevo quanto tempo ci avreste messo" dice lei facendo sparire la spada grazie ai suoi poteri.
Ha appena spedito un'arma potente come la spada di Joy in chissà quale posto e ciò mi rende ancora più preoccupata.
"Tu, razza di puttana voltafaccia! Vuoi che ti uccida?" grida Joy guardando Sam, incollerita.
Il potere di Bloody e Joy è racchiuso nelle loro armi, senza tornano a essere dei normali esseri umani capaci di morire. Sam deve averlo raccontato subito a Sarah ed è per questo che lei continua a minacciare Bloody con quel coltello.
"Come hai fatto a toccare la spada? È bollente" domando confusa mentre mi rivolgo a Sam.
"Guanti anticolore; è facile procurarsi qualcosa quando hai la telecinesi."
Mi mostra fieramente le sue mani che indossano dei guanti neri e sorride nuovamente.
"E ho anche detto a Sarah quello che Bloody ha fatto a sua madre, adesso si prenderà la sua vendetta, dico bene?" aggiunge guardando verso Sarah che graffia con il coltello la gola di Bloody.
Gocce di sangue colano sulla pelle del ragazzo; lui stringe i denti e chiude gli occhi.
"Se è vero che questo stronzo ha ucciso mia madre...beh, credo proprio che meriti una bella lezione" afferma Sarah mentre la sua voce trema a causa della rabbia.
"Sam, stai esagerando, hai rubato il libro degli spettri e ora metti la vita di Sarah in pericolo, questa non sei tu!" le dice Justin.
"Lo sto facendo per dimostrare che il male non può vincere sempre. Sono stanca di seguire le vostre regole, di far parte dei cattivi, dei morti senza anima!" ribatte Sam infuriata.
Non è affatto nel suo stile e incomincio a chiedermi se ci sia qualcosa di strano sotto tutta questa faccenda.
"No, così non dimostri proprio un bel niente! Bloody morirà e tu sarai un'assassina come noi" asserisco.
"Bloody lo ucciderò io, non Sam, e se lo merita dopo quello che mi ha fatto" sbraita Sarah. Sta soffrendo molto e come potrei biasimarla? Il ragazzo che vorrebbe vedere morto è l'assassino di sua madre, chiunque avrebbe cercato vendetta al suo posto. "Così, tu sei la figlia di quella puttana che stava cercando di uccidere Aaron;  dovevi vederla mentre moriva e urlava pietà, mentre piangeva perché ormai era troppo tardi. Ho adorato ogni singolo attimo di quel momento" risponde Bloody; ogni tanto viene assalito da sprazzi di gioia che lo portano a ridere con un sorriso macabro stampato sulle labbra.
"Ti ucciderò, stronzo!" strepita Sarah  che graffia ancora la sua gola con la lama del coltello, facendo uscire altro sangue.
"No, non lo farai, perché io sono un demone e sono più forte di te" la contesta Bloody. Non è sicuro di quello che dice, sta solamente cercando di spaventarla, in modo tale da indebolirla.
"Hai ucciso mia madre...come fai a guardarti allo specchio?"
Sarah sta per piangere ma tira indietro le lacrime mentre stringe il manico del coltello con rabbia.
"Perché non ho una coscienza e ne vado fiero."
Sul volto di Bloody appare un sorrisino malizioso che presto si trasforma in un ghigno.
Joy tira un pugno a Sarah, impedendole di colpire il suo amico, e lei cade a terra urlando per il dolore. "Corri Bloody!" gli ordina Joy.
Bloody la guarda alcuni attimi prima di aprire la porta d'ingresso e darsela a gambe.
"No!" protesta Sam che cerca di  fermarlo.
Justin glielo impedisce afferrando  entrambe le sue braccia e bloccandola con decisione.
"Lasciami andare, così quel folle scapperà via e Sarah non avrà giustizia!" grida Sam dimenandosi.
Sono felice che non abbia mai ucciso nessuno o adesso sarebbe molto più forte e avrebbe respinto Justin senza troppa fatica.
"Non è questo il modo giusto! Tu sei arrabbiata e lo capisco, ma non è il modo giusto."
Justin parla con preoccupazione, per un attimo la voce gli rimane bloccata in gola.
"Cosa ne vuoi sapere tu? Un tempo credevo fossi migliore, ma hai ucciso quel ladro, hai distrutto le nostre vite con il tuo lato oscuro; dovrei avere paura di te!" gli dice con rancore.
Justin ammutolisce; credo che  qualunque altra cosa non gli avrebbe fatto male come questa, perché lui si sente già in colpa ogni giorno.
"Hai ragione, ho rovinato le nostre vite, ma ti giuro che non ti lascerò fare lo stesso errore. Riporta il libro degli spettri al suo posto prima che sia troppo tardi" risponde una volta tornato in sé.
"No, te lo puoi scordare!"
Sam lo spinge adoperando tutte le sue energie e Justin cade a terra.
La rabbia la controlla adesso, per questo è così forte.
"Ora mi hai stancata" dice Joy che corre verso di lei per saltarle addosso ma, proprio in quel momento, Sarah l'afferra dai fianchi e la spinge a terra, posizionandosi sopra di lei,  prendendola a pugni.
"Non sei poi così forte senza la tua spada, eh?" le domanda e sorride soddisfatta.
Joy la colpisce con una testata in fronte e la spinge via; si alza e posa un piede sulla sua pancia, schiacciandola con il tacco della scarpa.
"Io sono sempre forte" afferma Joy,  per poi alzare il piede, pronta a schiacciare il volto di Sarah.
"Fermati! Non puoi ucciderla" interviene Aaron che l'allontana prontamente da lei.
"E perché? Non hai visto quello che voleva fare a Bloody?" risponde Joy  infastidita.
"Ha ucciso sua madre, mettiti nei suoi panni" replica Aaron.
"Io non mi ci metto, figlio di puttana,  voglio solo ucciderla, voglio tagliarle la testa, ma non posso perché la tua sorellina mi ha rubato la spada;  quindi...dimmi, chi delle due dovrò far fuori per prima quando avrò recuperato la mia arma?" chiede Joy  accennando un sorriso sghembo.
Aaron la guarda, poi fa lo stesso con sua sorella che non ha idea di cosa dire. Infine guarda me; sono in difficoltà e mi piacerebbe tanto sapere come tirare tutti quanti fuori da questo enorme disastro.
Non voglio combattere con la mia migliore amica ma, allo stesso tempo,  ho bisogno di quel libro; è posizionato sul tavolino in salone, dove ci sono anche dei vecchi piatti da lavare e una scatola di cibo cinese ormai terminato.
Potrei prenderlo e teletrasportarmi via da qui, ma dovrò essere veloce e non farmi notare.
Muovo un passo verso il tavolino mentre Sarah si alza in piedi e afferra un ombrello che si trova accanto alla porta d'ingresso.
Mi avvicino sempre più al tavolino  con passo lento, senza fare rumore.
Sam sposta improvvisamente lo sguardo su di me e io mi precipito verso il libro.
Prima che possa prenderlo, lei afferra la mia mano e mi blocca; proprio in quel momento, Sarah corre da Joy per colpirla con l'ombrello.
Justin la ferma in tempo e la spinge contro il muro mentre Aaron attira Joy a sé.
"Che cosa credi di fare?" mi chiede Sam.
"Ti salvo" rispondo; utilizzo i miei poteri per farla volare in aria, lontana da me e dal libro.
Sam urla e torna in piedi; così, prima che possa prendere il libro, mi spinge  ed è talmente controllata dalla rabbia 
che non posso combattere la sua forza.
Cado in cucina e sbatto la testa contro una sedia che si ribalta e viene distrutta.
Sam si avvicina a me; mi alzo in piedi con fatica e la guardo nervosamente.
"Il libro, Sam, non farmelo ripetere ancora" dico ma lei non mi ascolta.
Allunga una mano verso di me e mi fa volare verso il soffitto, senza che io possa oppormi; poi, utilizzando anche l'altra mano mi fa tornare a terra e  infine mi lancia contro il frigorifero.
Mugugno qualcosa e sospiro dolorante.
Non riesco più a focalizzare la stanza,  posso solo vedere Sam che cammina verso di me e tiene stretto il libro tra le sue mani.
"Dovevi pensarci prima, Zoe, prima di lasciar morire tutte quelle persone" dice.
"Non è stata colpa mia" sussurro.
Sam è contrariata e mi guarda con disprezzo.
"Invece sì, tutto questo è stato colpa tua, da quando sei arrivata a New Hope hai rovinato ogni cosa e ora è il momento giusto per prendermi la mia rivincita."
Sorride, confondendomi.
"Ma di che...di che parli?" chiedo.
Sam ridacchia, poi posa una mano sulla mia spalla.
"Ora te lo mostro" dice.
Mi gira la testa e vengo trasportata in un vortice nero e freddo, sporcandomi di fango.

Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora