51: Aaron

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Questa notte sono andato a dormire con la consapevolezza che, il giorno dopo, avrei dovuto affrontare una pessima conversazione con Mike e che avrei dovuto convincerlo ad aiutarci.
Lo divertirà molto vedermi supplicare disperatamente in cerca di una risposta positiva da parte sua, così tanto che potrebbe venirgli un'erezione.
Apro gli occhi con stanchezza e, per un istante, mi sembra di star sognando; davanti a me c'è Zoe che mi guarda calma.
I capelli scuri e sciolti sulle spalle, i lineamenti delicati, quasi da bambina, e le sue labbra carnose; è il miglior risveglio del mondo.
Questa ragazza mi piace da impazzire ma non posso starle accanto come vorrei, né posso sperare che un giorno  mi ami.
Finirei per ucciderla.
"Zoe, te l'hanno mai detto che fissare qualcuno mentre dorme è inquietante?" chiedo con voce rauca; è sempre così quando mi sveglio.
"Ti sei mosso così tanto nel sonno che credevo fossi stato posseduto da un fantasma; mi sono preoccupata" scherza e io rido fiaccamente.
Mi domando perché sia qui; la scorsa notte l'ho vista parlare con Justin attraverso la finestra, ma non ho ascoltato ciò che si sono detti, forse per paura che gli rivelasse che lo ama e che vuole tornare con lui.
"Se sei qui per ricordarmi che devo parlare con Mike, non serve, ci ho già pensato tutta la notte" dichiaro scocciato.
"Veramente pensavo di venire con te, viaggiare insieme ci farebbe bene, non trovi? Un bel ritorno al passato" risponde e mi siedo di scatto, credendo di aver sentito male.
"Trovo che sia strano che tu la pensi così" dico.
"È che mi resta poco tempo, Anastasia si sta già svegliando e vorrei passare la giornata con te, almeno oggi."
Il modo in cui parla e con il quale gioca con le sue unghie, evitando di incontrare il mio sguardo per più di qualche secondo; qualcosa non va!
Zoe non ha mai mostrato nervosismo nei miei confronti e ho paura c'entri Justin.
"Mike ce l'ha con te, non pensi che ti attaccherà?" chiedo, nascondendo le mie perplessità.
"Penso che non mi importa, e ce l'ha anche con te; non sono stata io a uccidere i suoi amici."
Mi guarda con aria accusatoria, mantenendo però una certa tenerezza negli occhi.
"Sarà un vero disastro" affermo esasperato.
"Lo sarà se rifiuterà di aiutarci" replica.
"Non è un'opzione, lo sai?" chiedo e lei mi guarda con timore.
Annuisce poco dopo, ansiosa.
Affidarci a Mike è un azzardo ma non abbiamo altra scelta, non ora che Anastasia si trova nel corpo di Zoe.
Dovrò affrontare i demoni del mio passato una volta per tutte.
Arriviamo a Brooklyn e, stranamente, Ben non è qui e ci lasciano entrare nel Darkness senza alcun problema.
La gente ci guarda curiosa mentre io e Zoe ci incamminiamo verso il corridoio dalle pareti rosse, quello che conduce alla stanza del poker.
La porta è aperta, quindi entriamo senza esitare.
"Mike" lo chiamo ad alta voce.
Qui dentro è tutto buio, l'unico barlume di luce proviene dal tavolino nel centro della stanza, dov'è posizionata una candela.
L'atmosfera è cupa e, per quanto possa sembrare assurdo, è anche più inquietante della volta precedente.
"Dove si è cacciato?" mi domando.
"Forse è rimasto a casa oggi" risponde Zoe.
"No, non è da lui, passa tutti i giorni a giocare a poker, e anche Ben, vive praticamente qui dentro."
"Credi sia successo qualcosa?" chiede lei guardandomi.
La candela viene spenta e Zoe sobbalza al mio fianco.
Non ci penso due volte e afferro la sua mano, sicuro che farei di tutto per proteggerla.
Non posso vederla ma posso percepire la sua energia oscura accanto a me; pare fuori controllo.
"Aaron" sussurra mentre si avvicina di più a me.
Non è affatto da lei cercare la mia protezione o quella di chiunque altro, ecco perché mi irrigidisco quando il suo corpo mi sfiora.
"Non avere paura, sono qui" dico risoluto.
"Lo so, non ho paura, io..."
Non continua e muove ancora un passo verso di me.
Sta respirando pesantemente - cosa che accade solo quando si sente un po' umana - e io lotto con la parte più fragile di me per non baciarla.
Le farei del male e non posso permettere che soffra a causa mia, non lei.
Con un gesto della mano accendo la candela, ritrovandomi gli occhi scuri di Zoe puntati addosso.
Mi guarda profondamente, rendendomi ancora più vulnerabile.
Avvicino le mie labbra alle sue, piano, come lo farebbe un ragazzino durante il suo primo bacio; lei apre appena la bocca, fremendo quando le accarezzo il viso.
Prima che possa baciarla, qualcuno mi lega una corda bollente intorno al collo e mi tira verso di sé.
"Aaron!" grida Zoe automaticamente.
Urlerei per il dolore se solo la persona dietro di me non parlasse, rivelandomi la sua identità.
"Ciao pezzo di merda, finalmente ti ho preso!" dice Mike che mi guarda elettrizzato.
Perché non ci ho pensato prima? Qualcuno l'avrebbe sicuramente avvisato del mio arrivo.
"Lascialo andare, subito! O giuro che userò i miei poteri su di te, e sai che fine hanno fatto i tuoi amici" lo minaccia Zoe seria in volto, allungando le mani verso di noi, determinata ad attivare i suoi poteri.
"Zoe, difendi ancora questo folle?" chiede Mike ridendo.
"Difenderò sempre le persone a cui tengo" risponde lei.
Sorrido per un attimo, poi mi ricordo che Mike vuole uccidermi e il mio volto rabbuia.
"Chi ti ha detto che sarei venuto qui?" gli domando.
"Un cliente ha visto la tua auto parcheggiata fuori e non ci ha messo molto a scrivermi un messaggio."
"Un grande infame, allora."
"Almeno ti ucciderò, finalmente." Mike lo dice al settimo cielo, ridendo gioiosamente.
"Lascialo andare!" ripete Zoe e i suoi occhi diventano tutti neri.
"Non è ciò che vuoi davvero, Zoe" risponde Mike.
"E che cavolo ne sai?" chiede lei indispettita.
"Forse non hai ancora capito chi è davvero Aaron Fletcher, te lo dovrei mostrare."
Mike estrae dalla sua tasca una certa da poker e la lancia verso l'alto.
Dentro quest'ultima vengono mostrate delle immagini che raffigurano me e tutte le persone che ho ucciso.
Zoe le guarda come incantata; non prova terrore, almeno questo è ciò che traspare dalla sua espressione concentrata e, allo stesso tempo, priva di emozioni.
"Non mi interessa, non mi importa di queste cose" afferma mentre le immagini continuano a scorrere.
Le posso vedere anche io e ricordo ogni morte in modo vivido, ogni ultimo sospiro esalato dalle mie vittime, ogni loro preghiera.
Non mi fa male ma odio l'idea che Zoe possa allontanarsi di nuovo da me proprio ora che ha incominciato a fidarsi.
"Mike, non sono venuto qui per litigare, ho bisogno di te" dico mordendomi il labbro per sentire meno il dolore.
"Tu hai bisogno di me? Quale onore!" mi beffeggia.
"Peccato che io non ne abbia più di te" aggiunge.
Stringe forte la corda intorno al mio collo e, a questo punto, Zoe ci colpisce con i suoi poteri. Mike perde l'equilibrio e la carta magica viene tagliata in tanti piccoli pezzi che volano sulle nostre teste, per poi cadere sul pavimento.
"Non vincerai anche sta volta!" strepita Mike e, con un incantesimo, mi spinge violentemente verso il muro, aprendo al suo interno uno squarcio dal quale escono delle fiamme.
Cado sul pavimento e, più Mike mi guarda con odio, più vengo trascinato nella direzione del fuoco.
Zoe, che corre repentinamente a salvarmi, prova a chiudere lo squarcio, ma i poteri di Mike sta volta sono troppo forti; è accecato dalla rabbia.
"Mi vuoi uccidere perché ti ho ferito, lo capisco e te lo lascerò fare, ma solo quando ci avrai aiutato" asserisco.
"No, coglione! Io ti voglio uccidere perché hai rovinato la mia vita!" sbraita Mike.
È proprio ciò che ho fatto eliminando tutti i suoi amici più fidati, quelli che lo facevano ancora sentire umano.
Io non ne ho mai avuti, forse è per questo che non ne capivo l'importanza, ma ora la so grazie alla ragazza che sta combattendo per tirarmi fuori dai guai.
"E non solo la mia ma quella di tutte le persone che hai conosciuto da quando sei morto, quindi non fingere di capire adesso, tu non capirai mai!" continua Mike rosso in viso per la rabbia.
Zoe mi guarda tesa; sta per cedere e, se dovesse farlo, finirei dritto tra le fiamme e morirei.
È sul punto di cadere a terra sfinita; non ho più tempo e, sapendo già quali conseguenze mi porterà ciò che dirò, biascico:
"Mi dispiace."
Mike rimane come pietrificato.
"Che hai detto?" chiede con un flebile sussurro.
"Ho detto...che mi dispiace" ribadisco.
Non mi dispiace davvero per aver ucciso i suoi stupidi amici e nemmeno per averlo ferito, ma dirlo è l'unico modo per salvarmi.
Mike smette di attaccarmi e Zoe cade a terra, al mio fianco.
Mi alzo debolmente e l'aiuto a rimettersi in piedi mentre lei si porta una mano sulla nuca, dolorante.
"Stai bene?" le chiedo.
"Non pensare a me, parla con Mike" risponde estenuata.
Rivolgo il mio sguardo a Mike che si sta avvicinando con passo svelto.
"Ti dispiace, eh? Ti dispiace?" domanda ridendo istericamente.
"Non avrei dovuto uccidere i tuoi amici, ho commesso uno sbaglio, uno dei tanti, ma non posso tornare indietro" rispondo.
Lui stringe un pugno e mi fissa con disappunto.
"Però possiamo metterci una pietra sopra e andare avanti; siamo stati amici per anni e c'era un legame tra noi, te lo ricordi il nostro meraviglioso legame?" sorrido subdolamente e lui ricambia, pentendosene subito e tornando serio.
"Lo ricordo ogni maledetto giorno della mia vita" replica risentito.
I suoi occhi azzurri, così diversi dai miei, diventano lucidi.
"E fa male, Aaron, fa male" continua senza smettere di guardarmi.
Io e Mike eravamo davvero legati, così tanto da passare ogni giorno insieme a parlare di quanto sarebbe stato bello conquistare l'intera città di New York.
Ma non è andata così, perché io ho ucciso i suoi amici e l'ho perso per sempre.
"Mike, tu sei l'unico che può chiudere il libro degli spettri prima che Anastasia Barks prenda completamente possesso del mio corpo, e a quel punto non si limiterà a distruggere New Hope ma tutto il mondo, compresa la tua amata Brooklyn" dice Zoe che cammina verso di noi.
Mike si volta a guardarla turbato.
"Anastasia Barks, è un fantasma, giusto? Girano delle voci su di lei al Darkness" risponde.
"Lo è, e credimi, non è per nulla simpatica" dico.
"Se ti ha posseduta vuol dire che sei pericolosa e non hai molto tempo" afferma Mike.
"Ecco perché ci servi tu, e non te lo chiedo come amica o come qualcuno che ci tiene, ma conviene a tutti rimettere al suo posto quel libro, voglio dire, qualcuno l'ha lasciato davanti alla tua porta, voleva farci credere che l'avessi aperto tu" parla Zoe.
"E se non ne fossi in grado? La mia bisnonna era una strega potente, io non ho acquisito tutta quella esperienza."
"No, ma sei sempre stato lo stregone più forte che abbia mai conosciuto e mi hai quasi ucciso poco fa, se userai quella stessa rabbia ce la faremo" dichiaro.
Mike è costretto a lasciarsi andare e sorridere mentre mi scruta dalla testa ai piedi.
"Avrei dovuto ucciderti" ribatte insicuro.
"Ah, ci penserà Ben a quello; a proposito, dove si è nascosto?" chiedo dando un'occhiata rapida intorno.
"Ho dovuto cacciarlo dal locale qualche settimana fa, continuava ad attaccare briga, i clienti avevano paura di lui e ora non ho idea di dove sia."
"L'ho sempre detto che è una testa calda."
Rido e Zoe mi dà una gomitata.
"Sta zitto, non rovinare tutto propria ora" mi dice; farò meglio a seguire il suo consiglio e a tenere la bocca chiusa.
"Allora, ci darai una mano?" domanda poi Zoe rivolgendosi a Mike che ci guarda entrambi.
"Che cosa ci guadagno?" risponde indeciso.
"La tua vita, Mike, sei il nipote di Miranda Sue, Anastasia ti vuole praticamente morto" dice Zoe e lui, spaventato da queste parole, abbassa lo sguardo.
Sospira in preda alla disperazione.
"Ok, ci sto" afferma e sorride sbieco.
"Benvenuto nella squadra" risponde Zoe porgendogli la mano.
Esita a stringerla e, quando si decide a farlo, mi metto tra di loro e prendo la sua mano al posto di Zoe.
"Benvenuto" gli dico accennando un sorriso malizioso.
Mike mi squadra infastidito, poi ricambia la mia stretta.
Adesso dovremo fidarci l'uno dell'altro, sarà difficile ma cercherò di mettere da parte il mio lato sospettoso finché Mike non avrà chiuso quel libro.
Zoe mi segue nuovamente a casa mia; non c'è nessuno e un biglietto è posato sul tavolo nella sala da pranzo.
"Zia Claire dice che è andata a comprare dei semi per far crescere altre piante e non ho idea di dove sia Sam" riferisco a Zoe dopo aver letto.
"È con Aiden, hanno ripreso le lezioni di 'magia', me l'ha scritto due minuti fa" risponde Zoe che mette via il suo cellulare e mi rivolge un mezzo sorriso.
"Vuol dire che siamo soli, grandioso" affermo con poco entusiasmo.
So già cosa le passa per la testa:
ha visto tutte quelle immagini e mi odierà per il male che ho causato.
"Vuoi bere qualcosa di forte? Ci deve essere ancora della vodka nascosta in camera mia" continuo.
"Passo, ho già questo mal di testa terribile, non posso bere, mi esploderebbe il cervello."
"Sta tornando, vero?" chiedo riferendomi ad Anastasia.
Non risponde, forse sapendo che mi farebbe arrabbiare.
"Zoe, dimmi se..."
Mi zittisce esausta.
"Non ce la faccio a parlare di questo, e poi sto bene, adesso conosco Anastasia come le mie tasche, conosco perfino il suo dolore, ed è giusto così, lo posso sopportare" dice lasciandosi scappare una risata nervosa.
"No, Zoe, non è giusto se tu soffri! Ma non lo capisci? Io non ce la faccio a pensare che potrei perderti da un momento all'altro" le dico, non potendo, né volendo, più nascondere ciò che sento.
"Ma non puoi perdermi, non sono nemmeno tua" risponde e mi fa male al petto, colpendomi con la triste verità racchiusa nelle sue parole.
"Sei mia amica però" ribatto.
"Ne sei proprio sicuro?" chiede.
Si muove verso di me che la guardo confuso.
"Non lo sei?"
Forzo un sorriso.
Zoe si ferma a qualche centimetro di distanza da me e continua a guardarmi negli occhi insistentemente, aspettandosi che io non sposti mai lo sguardo.
"Non mi piace essere tua amica, non ci riesco proprio" dice e non mi sorprende affatto.
"È per quello che hai visto nella carta, ma tu lo sai che quello sono io, non ho mai nascosto la mia vera natura!"
"Non parlo di quello, come dici, io so già chi sei" risponde, incuriosendomi.
C'è uno scintillio nei suoi occhi, un barlume di luce che le illumina il volto e la rende ancora più bella.
"E questo ti fa incazzare, ti fa incazzare che sia così, dico bene?" domando e lei ride scuotendo la testa.
"Io non voglio cambiarti, né oggi né mai; certo, non condivido tutte le tue scelte, ma nemmeno io faccio sempre la cosa giusta, e va bene così" dice.
"Che cosa vuoi dire?" chiedo esitante.
Adesso i nostri corpi si toccano e l'eccitazione incontrollabile che mi pervade mi spinge ad avvicinarmi di più.
"Voglio dire che ho parlato con Justin, gli ho detto che è finita per sempre, che non provo nulla per lui" dichiara.
"Aspetta, come?" rispondo sbalordito.
"È la verità, non sento nulla quando sono con lui, non sento le cose che provo quando sono con te."
Non reagisco, l'ascolto interdetto, sicuro che, da un momento all'altro, mi attaccherà e rivelerà di essere Anastasia.
"Perché con te mi sembra di diventare matta, Aaron, mi sembra di...di avere il mondo tra le mani, di essere invincibile" prosegue e sorride raggiante.
Ogni sua parola riscalda le mie labbra e il suo corpo, così impaziente di essere toccato, mi fa sentire vivo dopo tanto tempo.
"Non hai più paura di me..." affermo sussurrando.
Ricordo ancora la ragazza con la quale ho parlato durante la festa organizzata da Aiden; era talmente terrorizzata e adesso, invece, vedo una donna forte, che potrebbe anche uccidermi se lo volesse.
Zoe scuote il capo e sorride impavida;  è un gesto dolce, che le risulta spontaneo.
La costringo a indietreggiare verso il tavolo; lo raggiunge e poso la mia fronte sulla sua, guardandole  intensamente il viso.
Le nostre labbra sono vicine, troppo per non scontrarsi, e i nostri respiri, veloci, ricchi di eccitazione, sono l'unico rumore che percepisco in questa stanza.
"Non innamoriamoci mai, ok?" dico mentre lei freme dalla voglia di baciarmi; vale lo stesso per me.
"Mai" risponde sorridendo appena.
Di fronte a questo suo sorriso e alle sue labbra che sembrano chiamarmi disperatamente, decido di non aspettare più.
La bacio, afferrando i suoi capelli con delicatezza.
Freme, poi avvolge le braccia intorno al mio collo e ricambia il bacio passionalmente.
Mentre passo le dita tra i suoi morbidi capelli neri, lei mi stringe forte e si muove in avanti, facendo scontrare i nostri bacini.
Interrompo il bacio per un attimo e la guardo negli occhi; è bellissima e la odio profondamente, odio l'idea di poterla osservare in questo modo sapendo cosa le accadrebbe se dovesse innamorarsi di me.
Sorridiamo e la bacio ancora, adesso con più foga.
La sollevo e la faccio sedere sul tavolo, baciandola focosamente.
Le stringo i fianchi mentre le mie mani percorrono il suo corpo e le forme che il leggero top che indossa va a coprire.
"Aaron" dice senza fiato.
I nostri baci si fanno sempre più intensi e colmi di desiderio.
La guardo cercando di capire cosa possa volere.
Ha pronunciato il mio nome con aria nervosa, eppure mi fissa come se sapesse perfettamente di cosa ha bisogno.
Lo so anche io adesso.
"Sicura?" chiedo.
Annuisce accarezzando i miei capelli, baciandomi nuovamente.
La prendo in braccio, portandola in camera mia, facendola stendere a letto.
Mi posiziono sopra di lei e la bacio ancora dolcemente, posando una mano sulla sua coscia.
Ha la pelle morbida e delicata, proprio come immaginavo.
Zoe mi toglie la maglietta e, mentre tocca il mio petto, mi guarda emozionata.
Si tratta della sua prima volta, come potrebbe non esserlo?
Le tolgo velocemente i vestiti e studio ogni centimetro del suo corpo, baciandole il collo, mordendolo con cautela.
Getta via anche il reggiseno e, una volta che siamo entrambi nudi e che sento come ciò la ecciti, una vocina  nella mia testa mi ricorda che sarò il primo ragazzo con il quale andrà a letto e che lei non lo dimenticherà mai.
"Stringimi forte se fa male, io lo capirò e mi fermerò" dico e lascio un altro bacio sul suo collo.
Indosso il preservativo e torno da lei; mi guarda ancora con quell'espressione di paura mista a eccitazione che incomincio ad adorare.
Le tocco il viso e, baciandola sulle labbra, la penetro, muovendomi lentamente.
Zoe geme prendendo il mio volto tra le mani.
Il mio istinto mi dice di andare più veloce ma, sapendo che fino a qualche  secondo fa era vergine, trattengo questo impulso e le do un lungo bacio.
Zoe mi guarda negli occhi e geme a bassa voce, in alcuni momenti per il piacere, in altri per il dolore.
Qualcosa non va in me, non dovrebbe piacermi così tanto ma non riesco a smettere; più mi muovo dentro di lei, più desidero che questa notte non abbia fine.
La bacio e mi appoggio con le mani alla testiera del letto per dare delle spinte più decise.
Lei mi stringe forte e geme mordendosi il labbro; sto andando troppo veloce, quindi rallento e riprendo a baciarla.
"Vuoi che mi fermi?" le chiedo ma lei mi bacia subito, avvinghiandosi a me come se non volesse più lasciarmi andare.
È tutto perfetto, tanto da farmi smettere di pensare alla gente che ho ucciso negli ultimi anni, o ai miei genitori; esiste solo Zoe e, se potessi restare fermo qui, non chiederei altro dalla vita, se non che questo momento possa durare per sempre.

Spazio autrice:
E finalmente abbiamo avuto un bacio tra Zoe e Aaron, e anche molto altro direi...sareste contenti di questa coppia?

Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora