15: Zoe

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La casa abbandonata di New Hope, quella situata vicino al cimitero, dove nessuno ha mai osato mettere piede dopo l'ultimo incidente:
Una giovane coppia si era trasferita lì da qualche mese, si chiamavano Joshua e Selena Drew, ed erano abbastanza ricchi da permettersi la vecchia mansione dei Perry, una delle prime tenute storiche costruite in città.
Tutti dicevano che erano una coppia perfetta: sempre insieme, ad abbracciarsi e baciarsi in pubblico; nessuno li aveva mai visti litigare.
Era la notte del 18 settembre 1959 quando la donna fu trovata morta nella vasca da bagno; i due vivevano in quella casa da soli cinque giorni, non avevano trovato il tempo nemmeno di cambiare i mobili e di buttare le foto che erano ancora presenti lì dentro.
Una scritta, fatta con il sangue, era stata lasciata sullo specchio.
Diceva proprio così: "nessuno può disturbare nostra madre."
La gente del posto incominciò a spaventarsi, definendo quella casa come un luogo infestato, dove accadevano cose orribili.
Joshua non fu mai ritrovato, ma girano delle voci sul fatto che abbia ucciso proprio lui sua moglie e che poi sia scappato, nascondendosi nei boschi, fino a morire di fame.
Ho letto accuratamente il libro che mi ha dato Claire e racconto a Sam tutto quello che ho scoperto.
Lei mi ascolta ansiosa, perfino impaurita.
"Non so se ce la faccio a entrare lì dentro, non dopo quello che hai detto" mi informa osservando il grande cancello arrugginito che abbiamo di fronte.
La casa sembra cadere a pezzi, ci sono delle travi di legno sparse in giardino e la piscina è piena dei famosi topi morti; mi chiedo ancora da dove arrivino.
Il campanello non funziona e la cassetta della posta è stata distrutta; ci sono delle strane incisioni sopra a quest'ultima, ma non riesco a comprenderle.
"Non ti devi preoccupare, noi ci possiamo difendere" rispondo.
"Non è ciò che ho visto ieri sera mentre perdevi sangue perché eri stata pugnalata" ribatte.
"Quella bambina mi ha colta alla sprovvista, ora invece so a cosa vado in contro e non ho paura di lei."
"Loro, vorrai dire, ti ricordo che sono in due" puntualizza.
"Che differenza fa?" chiedo.
"Abbiamo una doppia probabilità di morire, fa differenza eccome."
La guardo sbilenca.
"Entriamo, prima che cambi idea" replico, decidendo di ignorare le sue parole.
Sam mi segue verso il giardino; il cancello è aperto, quindi non c'è stato bisogno di utilizzare il teletrasporto.
Non appena metto piede sul prato, le mie scarpe schiacciano una foglia secca; Sam urla terrorizzata.
"Mio Dio!" esclama afferrandomi il braccio.
"Era solo una foglia, calmati" dico, mentre mi scappa una risata di scherno.
"Scusa, è che questo posto mi mette i brividi."
Un corvo vola sulle nostre teste, facendomi rammentare del mio primo giorno a New Hope: sembrava tutto così diverso e avevo paura che non mi sarei adattata; adesso, invece, è questo il mio mondo.
Tocco la maniglia della porta, che per poco non si stacca, per quanto sia rovinata.
Dall'interno della casa proviene uno strano odore: sembra trattarsi del fango.
Entriamo e ci ritroviamo davanti un lungo corridoio.
Le pareti sono tappezzate da quadri e, sotto ai nostri piedi, un tappeto rosso copre l'intero pavimento.
Sul mobiletto in legno accanto alla porta c'è una foto, ricoperta di polvere e ragnatele; non ho la minima intenzione di toccarla.
"Credi che sia quella coppia di cui parla il libro?" domanda Sam.
L'immagine raffigura un uomo e una donna abbracciati davanti al lago.
"Forse, ma non importa" rispondo; lei annuisce e mi segue nervosamente.
"Dobbiamo trovare la camera delle bambine, è lì che sono nascoste tutte le risposte che ci servono, quindi iniziamo a cercare" dico camminando rapidamente lungo il corridoio.
Sam guarda con timore i quadri appesi sulle pareti.
Sono tutti inquietanti ma il peggiore è quello che raffigura una donna che viene pugnalata al cuore, nel bel mezzo di un sacrificio.
"Ma è terribile" commenta Sam sbigottita.
"Non guardare. Camminiamo" replico, fingendo che la sensazione di angoscia nel mio stomaco non esista.
Il salone è sporco e le finestre sono chiaramente rimaste chiuse per molto tempo.
Mi chiedo da quanto queste stanze non vedano la luce del sole.
Ci sono vecchi manoscritti nelle librerie e la testa di un alce intagliata, simile a quella presente nel mio salone, è appesa al muro.
"Zoe, guarda!" mi chiama Sam, indicando una delle foto incorniciate nella credenza, dove ci sono anche vecchi piatti d'argento e delle posate.
"Sono loro, le bambine" dice ancora lei, mentre io mi avvicino.
Guardo la foto e riconosco subito le due bambine; ricordo perfettamente ogni singola emozione che ho provato quando sono stata pugnalata.
"E lei deve essere la madre" dichiaro: nella foto c'è anche una donna dai capelli scuri e lunghi fino alle spalle; indossa un abito azzurro e sorride dolcemente, intenta ad abbracciare le sue bambine.
"Cavolo se era bella" asserisce Sam, con un pizzico di stupore.
"Nel libro c'è scritto che è stata uccisa durante un sacrificio, forse posso scoprire di più se mi concentro sulla foto" dico.
"Sicura di volerlo fare?" chiede Sam concitata.
"Siamo venute qui per una ragione, non me ne andrò a mani vuote."
Tiro fuori la foto dalla credenza e la tengo stretta in mano, concentrandomi a osservarla.
Più la stringo e più nella mia testa incominciano a formarsi delle immagini confuse.
Sono scure e ricolme di dolore, uno che non ho mai provato in vita mia.
La donna urla mentre la portano verso il bosco.
A farlo sono due uomini abbastanza robusti, armati di pugnale.
Quando la buttano a terra, lei graffia il terreno e le sue unghie si sporcano di fango; percepisco come il suo battito acceleri a ogni secondo che passa.
Si dimena, piange, prega che nessuno tocchi le sue bambine; le sue povere bambine, è così che dice, mentre lacrime amare bagnano il suo volto.
Poi viene colpita al cuore, così violentemente da farmi perdere l'equilibrio.
Sam mi afferra il braccio.
"Zoe, che hai visto?" chiede senza lasciarmi andare.
"L'hanno uccisa, e forse hanno fatto del male anche alle bambine" rispondo.
"Che vuol dire 'forse'?"
"Non lo so, era tutto troppo confuso, ho bisogno di entrare nella loro camera."
Un rumore ci fa sobbalzare quando affermo ciò; Sam si volta in preda alla paura.
Ci prendiamo per mano e ci guardiamo intorno, cercando di capire cosa possa essere stato; non sembra esserci nessuno qui, a parte noi.
Il vecchio giradischi si accende da solo, facendo partire una musichetta distorta.
Sia io che Sam urliamo, colte da una paura sconcertante.
Le parole della canzone non sono comprensibili e la melodia assume dei toni sempre più macabri.
"Fanculo!" sbraita Sam allungando una mano verso il giradischi: vuole utilizzare i suoi poteri per fermarlo.
Non riesce, tuttavia, a combattere l'energia oscura che la sta attaccando e che si sta insinuando in tutta la stanza.
Di colpo, Sam viene lanciata in aria, per poi cadere sul pavimento e venire trascinata verso il corridoio.
"Sam, no!" urlo correndo da lei, afferrandola da entrambe le mani con tutte le mie forze.
"Zoe" dice strillando.
"Ti tengo, tranquilla."
"Mi sta facendo male."
Sam stringe i denti e lotta per non farsi trascinare via da qualcosa che neppure riusciamo a vedere.
Prima che possa aiutarla, vengo spinta lontano da lei.
Sam grida, venendo sopraffatta dalla paura.
Mi aggrappo al divano, prima di venire trasportata verso una delle stanze collegate al salone, suppongo la sala da pranzo.
Sam, che stringe il tappeto con fatica, grida a squarciagola e mi guarda.
"Tieni duro, non possono farti nulla se non glielo permetti" affermo.
"Ma non resisto più!" risponde mentre le sue guance assumono un colorito sempre più pallido.
"Sì che ce la fai!" controbatto.
"Sto per cedere!"
"Sam, hai dei poteri, cazzo! Usali!" le urlo contro.
"Ci sto già provando!"
Subito dopo averlo detto, viene trascinata via e grida ancora una volta, seguita da me.
"Merda! No! No...no!"
Perdo le staffe, rendendomi conto che farò la stessa fine di Sam se non troverò un modo per fermare le bambine fantasma.
Chiudo gli occhi e concentro le mie energie per teletrasportarmi al piano di sopra.
Sam non ha mai ucciso nessuno e i suoi poteri sono deboli, ma io potrei farcela.
Mi fa male la testa e le pareti che mi circondano sembrano muoversi ma, nonostante ciò, resisto e continuo a sfruttare i miei poteri.
Quando riapro gli occhi, mi trovo proprio nella stanza delle bambine.
Non ho idea di come sia possibile ma era ciò che volevo e non ho alcuna intenzione di protestare.
"Ok, adesso si gioca a modo mio" dico sorridendo scaltra.
La stanza è arredata proprio come quella di qualsiasi bambina di sette anni: con giocattoli, vecchi peluche polverosi, un armadio a due ante di color rosa e un tappeto del medesimo colore; ogni singola mensola ha al suo interno un giocattolo diverso.
Questa è l'ennesima prova che la famiglia Barks fosse molto ricca.
Il piccolo carillon giallo, posizionato sulla scrivania, mi colpisce particolarmente; è aperto e al suo interno c'è una ballerina.
Ci vuole una chiave per farlo funzionare ma io lo attivo con la forza del pensiero.
Parte una musica dolce, sta volta, e la ballerina incomincia a girare.
Nonostante la melodia sia allegra, sento che c'è qualcosa di strano in questo oggetto.
Un brivido gelido percorre la mia colonna vertebrale; il rumore di alcune gocce d'acqua che cadono sul pavimento mi distrae.
Proviene dallo specchio.
Attraverso quest'ultimo vedo un vicolo, dove sta piovendo, mentre una bambina cammina con passo lento.
Osservo la scena senza dire una parola, alquanto ipnotizzata da qualcosa di così macabro.
La bambina si volta verso di me e mi guarda; ha delle cicatrici sulla bocca.
"Seguimi" sussurra e la sua voce risuona nella stanza come un eco.
Mi avvicino allo specchio e lo fisso, aggrottando la fronte.
Come dovrei fare a seguirla? Non esiste modo che mi permetta di farlo; nessuno, a parte attraversare lo specchio.
Muovo un ultimo passo, poi, mentre sento il sangue raggelarsi nelle mie vene e mentre la paura avanza in me, mi decido a entrare.
Tutto il mio mondo cambia in pochi istanti, diventando completamente e spaventosamente freddo.

Spazio autrice:
Ok, direi che le cose si fanno parecchio interessanti...

Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora