16: Sam

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Ricordo poco della mia infanzia e, quelle poche memorie alle quali penso spesso, bastano a farmi sentire sola.
Sono sempre stata una persona educata, gentile e pronta ad aiutare il prossimo. Fin da piccola pensavo che,  facendo del bene, avrei ricevuto in cambio altrettanto; a volte, quando sono sola nella mia camera e al buio, penso che in realtà abbia sbagliato tutto.
Mio fratello mi fa sentire sbagliata ogni giorno e anche zia Claire, quando mi dice che sono ingenua e che non saprò mai badare a me stessa; mi chiedo se sia vero, se davvero io sia talmente stupida da non vedere mai la realtà, ovvero che nessuno potrebbe mai volere bene a una ragazza morta dentro.
Apro gli occhi di colpo.
Sono stesa sul pavimento di una cucina che odora di pane andato a male e ho dei ricordi frammentati.
Mi sembra di essere stata incosciente per ore e ho come l'impressione di non sbagliarmi.
"Zoe" la chiamo flebilmente. 
Mi alzo in piedi stremata e mi appoggio al tavolo riprendendo fiato.
"Zoe, dove sei?"
Era con me prima che venissi trascinata qui dentro ma adesso non percepisco più la sua energia.
Lei è sempre stata diversa con me, fin dal nostro primo incontro di fronte al mio giardino.
Ricordo che sembrava spaesata e  impaurita all'idea di poter fare conoscenza; un po' la capivo, per via dei miei occhi nessuno mi è rimasto accanto per troppo tempo. Nessuno tranne lui. 
Torno in salone e scruto la stanza, in cerca della mia amica, ma di lei non c'è alcuna traccia.
Non può essere vero!
Dovevamo proteggerci a vicenda e adesso Zoe è sparita.
Se solo fossi più forte, certe cose non accadrebbero. 
Come direbbe mio fratello: anche oggi sono stata una seconda chance sprecata.
Cerco Zoe ovunque nella mansione ma non riesco a trovarla; non è nemmeno nella camera delle bambine, dove trovo un carillon acceso, che riproduce una musichetta piacevole.
Mi avvicino e l'osservo.
Qualcuno deve averlo acceso e quel qualcuno potrebbe essere Zoe; ciò vuol dire che è stata qui.
Ma se fosse vero, ora che fine ha fatto?
Corro a casa di Henry e gli racconto tutto.
"Che vuol dire che mia figlia è sparita?" sbotta lui.
Nonostante fossi consapevole della reazione che suo padre avrebbe avuto, non sarei mai tornata a casa senza metterlo al corrente della sparizione di Zoe.
"Quello che ho detto; l'ho cercata davvero ovunque ma è stato inutile" rispondo.
"Non è possibile, lei è...era con te; ma come hai fatto a perderla?" mi urla contro adirato.
"Infatti non ci siamo separate perché lo volevamo, siamo state attaccate da qualcosa, credo le bambine, e poi ho perso conoscienza" spiego dispiaciuta.
So bene di non essere forte come gli altri ma sta volta ci ho davvero provato a resistere; non c'è stato verso, quelle bambine possiedono un'energia fuori dal comune.
"Hai idea di cosa vuol dire questo? Zoe potrebbe essere stata posseduta, o peggio...uccisa da quei fantasmi" dichiara; il solo pensiero lo distrugge.
Henry è un padre premuroso, che si preoccupa per Zoe; lei non ha la minima idea di quanto sia fortunata ad averlo.
"Non la possono uccidere, ma possono farle del male, e credimi Henry, non me lo perdonerei mai; lei è la mia unica vera amica."
"Allora sarà meglio parlare con Claire, troverà un modo per rintracciarla." Annuisco debolmente.
"Troverà un modo" ripete lui che maschera, fallendo, la sua agitazione.
Corriamo da mia zia e lei ascolta ciò che abbiamo da dirle con fare disinteressato.
È sempre stata una donna piuttosto rigida. Ricordo che, quando ero solo una bambina, mi obbligava a leggere mille volte lo stesso libro, finché non lo imparavo a memoria; diceva che era il modo migliore per imparare qualcosa e diventare intelligente.
Non mi sento affatto così ma solo una debole per aver permesso a delle stupide bambine di attaccarmi.
"È una situazione complicata; Zoe potrebbe essere ovunque in questo momento, anche nella loro dimensione, per quanto ne sappiamo" dice zia Claire.
"Cosa? È possibile che abbia cambiato dimensione?" domanda Henry stupito.
"Se i fantasmi vogliono mostrarti i loro ricordi faranno di tutto per portarti laggiù con loro; Zoe voleva scoprire la verità, deve averle seguite."
"Ma può tornare qui da noi? Giusto?" domando speranzosa.
"Solo se seguirà il suo intuito e se non lascerà che le bambine entrino nella sua testa."
"E se non dovesse tornare? Se mia figlia restasse lì per sempre?"
Henry ha persino paura a chiederlo e tentenna mentre espone questo dubbio.
"È una remota possibilità e..." Interrompe subito Claire.
"Se non dovesse tornare?" le chiede ancora, sta volta alzando il tono, per poi riabbassarlo alla fine della frase.
Claire ci guarda entrambi come se avesse paura di darci una risposta.
La conosco bene e, quando si comporta così, è perché ha paura anche lei.
"Rimarrebbe bloccata per sempre nel limbo tra la nostra dimensione e quella dei fantasmi" afferma.
Henry si tocca il volto bagnato di sudore, sbigottito.
"Porca puttana!" grida poi tirando un pugno al muro.
"Henry, devi calmarti, tua figlia non mi piace ma so che è forte e tornerà indietro" lo ammonisce Claire che si avvicina a lui.
"Ha combattuto già una volta, non hai idea di come si senta; non riesce nemmeno a usare i suoi poteri come prima" ribatte Henry infuriato.
"Invece è forte, ha resistito molto oggi" asserisco; lui mi guarda di traverso.
"È vero, avresti dovuto vederla, Zoe è una grande" continuo forzando un sorriso.
"Ed è anche mia figlia; se non dovesse tornare io...io non vivrei più."
Henry si appoggia con la testa al muro dopo averlo detto, mentre Claire evita di guardarlo.
Non ho idea del tipo di rapporto che abbiano loro due ma so che hanno frequentato la stessa università e che mia zia lo reputa uno scrittore fallito e senza originalità.
"Tornerà, lei tornerà" ribadisco
fingendo convinzione.
Ammetto di aver paura, di pensare al peggio e di non essere in grado di affrontare questa situazione.
Non posso perdere Zoe, ho già rischiato che accadesse troppe volte.
La porta d'ingresso viene aperta poco dopo; Aaron e Justin entrano in casa,  sfiniti.
"C'è voluto un giorno intero ma abbiamo finalmente il libro, pronto per l'uso" dice Aaron soddisfatto, posando poi il libro sul tavolino in salotto, quello posizionato accanto al divano in pelle rossa.
Noi tre li guardiamo senza esprimere molte emozioni, se non la paura.
"Ehi, nessun applauso? Mike ce l'ha fatta sudare" prosegue Aaron esasperato.
"E io ho dovuto affrontare due viaggi in macchina con questo idiota" fa eco Justin indicandolo.
"Neanche per me è stato così bello" risponde lui ma è chiaramente ironico.
Nel notare che le nostre espressioni restano le stesse, si fanno più seri anche loro.
"Ma che succede?" chiede Aaron allarmandosi. 
Zia Claire prende un respiro profondo.
"E dov'è Zoe?" aggiunge cercandola con lo sguardo.
Non avrei mai immaginato che potesse davvero importargli di lei o di chiunque altro, ma Aaron non la smette di sorprendermi.
"Ragazzi..." dico.
È arrivato il momento di dar loro una brutta notizia, una che non piacerà a Justin per nulla al mondo.

Spazio:
Credo che la notizia piacerà ancora meno ad Aaron.

Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora