21: Zoe

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Non posso credere che tutto ciò stia accadendo davvero, che abbiamo appena rapito due persone e che una delle due sia legata a una sedia proprio davanti ai miei occhi.
Sarah è ancora incosciente ma, quando si sveglierà, potrebbe farci del male.
Ormai sono più che sicura che lo spirito di Anastasia sia dentro di lei.
"Ok, tutto questo è assurdo; lei ha cercato di uccidermi pur sapendo che non posso morire. Eppure mi sembrava così vero, non riuscivo a respirare" dice Sam nervosamente.
Fa avanti e indietro, lancia occhiate piene di tristezza a Sarah e prende respiri profondi per calmarsi, fallendo miseramente.
"Solo perché non puoi morire non vuol dire che tu non possa soffrire, e i tuoi poteri non sono abbastanza forti per proteggerti" risponde Claire.
È stata lei a darci le chiavi della cantina dove stiamo nascondendo Sarah; sua madre, invece, è ancora nel bagagliaio dell'auto di Aaron.
"E lo saranno per sempre; io non prenderò mai una vita umana" dichiara Sam con fermezza.
"Non hai idea di cosa ti perdi, sorellina" dice Aaron.
"Non dobbiamo parlare di questo ma di come gestire Sarah; qualcuno ha un'idea per farla tornare normale?" chiedo.
"Lo è mai stata davvero?" replica Aaron ironicamente.
"Sul serio? Riesci a fare ironia in un momento simile? Io sono quasi svenuta!" Sam lo sgrida con tono colmo di rabbia.
"E io ho provato a salvarti la vita, ricordalo" ribatte lui.
"Oh, ma che nobile gesto da parte tua" lo prende in giro e Claire è costretta a intervenire.
"Per favore, dovete sempre farmi esplodere la testa" dice arrogantemente.
Siamo d'accordo sta volta.
"Ehi, allora? Non si è ancora svegliata?" domanda Justin che irrompe nella stanza poco dopo.
Lo guardo subito con agitazione.
È incredibile che abbia ancora un effetto così forte su di me.
"No, direi quasi che è morta; sfortunatamente non è così."
Sbuffa Aaron.
"Dovrei dire grazie a Dio."
Justin si toglie la giacca e la lascia cadere sul divano, poi si avvicina a Sarah e le dà un'occhiata.
Osserva le sue braccia e la sua nuca, in cerca di qualcosa.
"Che c'è che non va?" domando interessata.
"Mentre lavoravo con la professoressa Blanchard ho avuto molto tempo per leggere, dato che lei si sarà addormentata almeno cinque volte, e ho scoperto che ci sono vari modi per capire se qualcuno è stato posseduto" spiega cercando di essere il più chiaro possibile, come al solito.
"Aspetta, non avrai rubato uno dei miei libri proibiti?" chiede Claire con poco entusiasmo.
Justin la guarda fingendo innocenza.
Un ricordo fulmineo mi cattura:
Aaron che mi regala il libro proibito e mi costringe a lavorare sui miei poteri per diventare realmente forte, rendendomi la persona che sono ora.
Ci lanciamo una breve occhiata e lui sorride, per abbastanza tempo da rendermi vulnerabile.
"Justin White, solo perché sei il mio preferito non puoi fare tutto quello che vuoi!" sbotta Claire.
"È stato Aaron a dirmi dove si trova la seconda entrata segreta della soffitta."
"Come?"
Claire rivolge uno sguardo omicida a suo nipote.
Aaron sorride sbilenco e con imbarazzo.
"Dovrò mettere un incantesimo anche a quella porta, è chiaro ormai."
Claire incrocia le braccia al petto, infastidita.
"In ogni caso, ho letto che alcuni segni sul corpo possono indicare sintomi di possessione, come i tagli a forma di pentacolo" continua a raccontarci Justin.
"Già, è una cosa che facevo anche io quando uccidevo le mie vittime; mi divertiva lasciare dei piccoli messaggi" risponde Aaron con tono fin troppo calmo, nonostante stia raccontando qualcosa di macabro.
"Sei disgustoso" protesta Sam inorridita.
"Sai che novità?"
Lui ridacchia e si avvicina a Justin per aiutarlo a controllare che non ci sia nulla di strano sul corpo di Sarah.
"Non c'è nulla, nemmeno il segno di un graffio; se fosse posseduta ci sarebbero indizi più evidenti" dice Justin.
"Oppure, Anastasia è brava a nascondersi. So quello che ho visto oggi; Sarah non era in sé" ribatto più che convinta.
"E ha cercato di uccidermi, conosco Sarah e non l'avrebbe mai fatto solo perché si sentiva presa in giro" mi dà ragione Sam.
Come sempre, si dimostra essere l'unica intelligente nel gruppo.
"O magari sì; chi lo può sapere? La gente fa cose inaspettate ogni giorno" risponde Claire.
"Non lei. È da anni che andiamo a scuola insieme; forse non eravamo proprio le migliori amiche all'inizio, ma non mi farebbe del male, non di sua spontanea volontà. Ci deve essere qualcosa in lei, qualcosa di orribile e cattivo."
Sam la guarda sconsolata.
Non immaginavo che ci tenesse così tanto a Sarah, che volesse davvero esserle amica, ma oggi mi sono resa conto che mi sbagliavo.
"Sono d'accordo con mia sorella; è riuscita perfino a respingere i miei poteri e nessuno può, nessuno a parte te, la maggior parte delle volte."
Aaron rivolge a me il suo sguardo mentre lo dice, provocandomi con un'occhiata irritante.
"Che si fa ora? Non possiamo tenerla legata qui per sempre, e sua madre è chiusa in auto; vi rendete conto di quanto sia rischioso?" domanda Claire con tono di rimprovero; ci sta chiaramente dicendo che abbiamo commesso un grave errore e che ne pagheremo le conseguenze.
"Ci penso io a sua madre; faremo una bella chiacchierata, da morto ad alcolizzata" risponde Aaron elettrizzato, sorridendo e leccandosi le labbra maliziosamente.
"Così potrai ucciderla appena aprirà bocca? Scordatelo!" lo contesta Justin.
"Andiamo, non lo farei mai."
Non è in grado di crederci nemmeno lui e i nostri sguardi accusatori gli vengono puntati contro.
"Sono serio. Sarebbe stupido da parte mia, so che finirei nel vostro mirino dopo" continua.
"Non possiamo fidarci di te" dice Sam esasperata.
"Non vi chiedo di fidarvi ma di lasciare che il più forte si occupi dei problemi più grossi" replica, ottenendo un'occhiata fuggente e annoiata da parte mia.
Ci rifletto un po'; credo che Aaron debba farlo, è l'unico che non cede quando si ritrova sotto pressione.
"Solo per una volta, lasciate fare a me" insiste e un sospiro irritato abbandona le labbra di Justin.
"È ok per me" dico, sorprendendo ognuno di loro.
Aaron mi rivolge uno sguardo divertito, sorridendo.
"Ma davvero?" chiede mordendosi il labbro.
"Davvero, e non farmene pentire o entrerai nel mio di mirino" rispondo seriosa.
"Farò il bravo."
Aaron sorride un'ultima volta ed esce dalla stanza.
Cala subito un silenzio imbarazzante, che viene spezzato da Justin un attimo dopo: "È una pessima idea" sussurra.
"Tutte le nostre idee sono pessime, non fa differenza ormai" rispondo stanca.
"Possiamo ancora cambiare le cose; comportarci nel modo giusto ci porterà a vincere anche questa battaglia" ribatte.
"Ma se non abbiamo vinto nemmeno la precedente! È stata Claire a salvarci, se non fosse stato per lei ora il tuo lato oscuro avrebbe distrutto tutta la città."
La mia risposta lo colpisce dritto al petto e mi guarda come se gli avessi appena spezzato il cuore.
È stato arrabbiato con sé stesso per due mesi e, ancora adesso, leggo nei suoi occhi quanto sia deluso dai suoi errori del passato; potrei aver peggiorato la situazione senza neppure volerlo.
"Zoe."
Sam chiama la mia attenzione, forse per dirmi di chiudere la bocca prima che Justin si metta a piangere.
"Aspettiamo che Sarah si svegli, poi cercheremo di parlare con Anastasia e la faremo uscire dal suo corpo, in qualsiasi modo possibile" dico e mi dirigo alle scale che portano al piano di sopra.
Salgo in salone e vado dritta verso la credenza degli alcolici.
Cerco qualcosa da bere che sia abbastanza forte da togliermi ogni pensiero.
Non credo che una ragazza tornata indietro dalla morte possa ubriacarsi ma farò finta che sia così, almeno per stanotte.
"La vodka è nel secondo cassetto" dice Justin, spaventandomi.
Fermo ogni mio movimento e contengo la rabbia che prende il sopravvento su di me.
"Grazie" mi limito a rispondere.
Prendo la vodka e la verso in un bicchiere.
Gli occhi di Justin, intanto, sono puntati su di me e mi mettono in soggezione.
"Non puoi avercela con me per sempre" dice con voce più bassa.
"Non ce l'ho con te" mento, bevendo subito un sorso di vodka.
"È una cazzata."
Ride amaramente.
"Tu me ne hai dette mille di cazzate, quindi siamo pari" rispondo acida.
Mi guarda di traverso e si avvicina a me di qualche passo.
"Che cazzate ti avrei detto?" domanda.
"Non lo so, magari la storia di come ti piacevo e che con me stavi bene."
"Era vero, è vero..." replica, seppur tentennando.
"Così vero che hai preferito andare via piuttosto che combattere con me" sbotto.
"Ero arrabbiato con me stesso, non riuscivo ad accettare di aver causato così tanto male. Devi capirmi, Zoe, non l'ho fatto per ferirti ma per non deluderti, perché io sono una cazzo di delusione, così tanto che nemmeno mio padre mi vuole" parla con tristezza e con la voce che gli trema verso la fine.
"Eppure sei andato via con lui, perché?" chiedo avvilita.
Il dolore che ho provato quando è salito su quella macchina mi ha distrutta ogni notte per settimane; ho creduto di non potermi riprendere e che non avrei più voluto bene a nessuno, che fosse tutto perduto.
"Perché, se fossi rimasto qui un giorno in più, avrei deciso di attivare il mio lato oscuro e avrei rovinato tutto."
Riesce a farmi male e, per un attimo, vorrei abbracciarlo, per poi prenderlo a schiaffi e dirgli che lo odio.
Lo odio con tutto il mio cuore.
"No, non è vero, tu non sei così, non vuoi essere cattivo" dico, ma è talmente difficile affermarlo se mi guarda con questi occhi assetati di potere.
"Non voglio, ma credo che una parte di me sia rimasta ancora a quel bambino ingenuo di sei anni che voleva giocare sotto la pioggia, e che quella parte provi troppe emozioni e le emozioni ti controllano" risponde.
E io? Io sono rimasta ancora la bambina impaurita di dieci anni fa?
"Mi dispiace se sono scappato via, me ne pentirò ogni giorno della mia vita, ma ti prego, dammi un'altra possibilità" continua, sta volta pregandomi con gli occhi lucidi.
Prende la mia mano e la stringe, accarezzandola.
Le parole mi si bloccano in gola e non riesco nemmeno a pensare a cosa vorrei dirgli.
Ci sarebbero così tante cose che vorrei sapesse in questo momento ma nessuna mi sembra opportuna.
Lascio andare la sua mano e mi avvicino a lui, mantenendo un contatto visivo intenso.
"Dammi tempo" dico in un sussurro.
È leggermente confuso, all'inizio, poi abbassa lo sguardo con amarezza.
Vado via e lo lascio solo mentre nuovi dubbi si fanno spazio nella mia testa. Penso che, tra tutti i problemi, quello con Justin sia l'ultimo della mia lista.
Potrò ragionarci su solo quando avrò salvato Sarah dallo spirito di Anastasia Barks.

Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora