Sarah dorme da almeno un giorno e io incomincio a chiedermi se si sveglierà mai.
È tutto così sbagliato e macabro in questo momento:
Aaron che nasconde Joanne a casa di Alec e io e Justin che facciamo da guardia a una persona che dovrebbe essere nostra amica.
Per non parlare di Sam che questa notte ha deciso di scappare senza salutarci e senza dirci dove stesse andando.
Ciò vuol dire che è arrivata al limite, che non ne può più di tutto questo dolore.
"Aaron ha detto che tra poco sarà qui; con Alec ha finito prima del previsto" dice Justin tornando in cantina.
Gli rivolgo un'occhiata fuggente e accenno un sorriso forzato.
"Fantastico!" esclamo poco interessata.
"So che lui ti è stato vicino mentre non c'ero; siete amici adesso?" chiede con un pizzico di gelosia.
"Una cosa del genere" rispondo evitando il suo sguardo il più possibile.
Justin si avvicina a me esasperato.
"So a cosa stai pensando ora: che Sam ha fatto proprio come me, è andata via e ci ha abbandonato in questa situazione di merda" afferma.
È convinto di sapere cosa mi passa per la testa ma, se fosse davvero così, avrebbe detto qualcosa di completamente diverso.
"Lei ha fatto bene" replico seccata.
"Quindi, se lo fa lei va bene e se lo faccio io sono un pezzo di merda?" Mostra una certa rabbia.
"No, ma sappiamo entrambi che Sam non ha mai voluto questa vita e che il motivo per cui sono arrabbiata con te è ben diverso."
"Ieri hai detto che non eri arrabbiata, hai mentito" mi fa notare con irritazione; odio quando si comporta come un bambino capriccioso.
Sospiro.
"Non ho mentito, io...il fatto è che non ci voglio pensare adesso; Sarah è il mio unico problema."
"Sarah farà meglio a svegliarsi allora, perché mi sono stancato di aspettare." Justin le cammina in contro alterato.
Mi teletrasporto immediatamente davanti a lui e lo blocco.
Non permetterò che rovini tutto solo perché è stanco di aspettare.
"Sta al tuo posto" ordino con tono duro.
"No, tu sta al tuo posto" ribatte nervoso.
"Guardati, non sai nemmeno rispondere decentemente, sei diventato un vero idiota da quando sei tornato" lo beffeggio ridendo.
"Io sarei un idiota? E il ragazzo che ha picchiato Sarah e sua madre cosa sarebbe?" domanda riferendosi ad Aaron.
Vorrei prenderlo a pugni ma sono certa che gli darei qualcosa per cui odiarmi e l'unica che ha il diritto di essere arrabbiata sono io.
"Sono stata io a picchiare Sarah, l'ho fatto perché voleva chiamare la polizia e sai che cosa accadrebbe" rispondo trattenendo a stento la rabbia.
"Tu...tu hai aiutato Aaron a fare del male a delle persone?" chiede sconcertato, guardandomi come se fossi Jack lo squartatore in persona.
"No, io ho aiutato Aaron a salvarci la pelle!" metto in chiaro.
"Non posso crederci...stai diventando proprio come lui."
Ride amaramente.
"E tu stai diventando uno stronzo. Ma che problema hai? Prima sparisci per mesi e poi torni pensando di potermi dare lezioni di vita?" domando mentre il tono della mia voce si alza involontariamente.
"Beh, una te ne servirebbe di sicuro." Di fronte alla sua risposta la mia espressione si incupisce; non credo potrò trattenere la voglia irrefrenabile di ucciderlo ancora per molto tempo.
"Zoe, Justin...che cosa succede?" mugugna Sarah tutto d'un tratto.
Mi volto subito verso di lei, felice di vederla sveglia, ma spaventata da ciò che potrebbe fare.
Sarah si guarda intorno con fatica, poi si rende conto di essere legata e sobbalza sulla sedia.
"Oh mio Dio! Che cosa mi avete fatto?" domanda in preda al panico, nel tentativo di liberarsi dalle catene che la tengono ferma.
"Non ti agitare, ti abbiamo legata per proteggerti, e per proteggere tutti noi...anche" rispondo restando calma, seppur sia molto complicato.
"Lasciatemi andare! Voi siete matti!" grida e delle lacrime scendono lungo il suo viso.
È davvero terrorizzata.
E come biasimarla? Al suo posto mi sentirei anche io così, spaventata all'idea che qualcuno possa tenermi nascosta in un dannato scantinato.
"Sarah, ti prego, rilassati, va tutto bene."
Justin si piega verso di lei che lo guarda con disprezzo
"Non va bene, mi avete rapita!" urla furiosa.
"Ed è orribile, ma al momento sei un pericolo pubblico; lo spirito di Anastasia Barks è dentro di te" risponde lui.
"Cosa? Ancora con questa storia? Io non sono posseduta!"
Sarah lo contesta incollerita.
"Hai cercato di soffocare Sam con un sacchetto di plastica" dico e lei mi guarda incredula.
"No...io...io non l'avrei mai fatto" risponde.
"Tu no ma Anastasia sì; il suo intento è quello di usarti per appropriarsi del tuo corpo, così da tornare definitivamente nella nostra dimensione come un essere umano" le spiega Justin con tono pacato; non capisco come faccia a essere così tranquillo adesso.
È il ragazzo meno impulsivo che conosca, segue sempre la testa e ragiona mille volte prima di fare qualcosa di potenzialmente pericoloso; magari dovrei provarci anche io, prima di finire dritta all'inferno.
"No, non è possibile, lo saprei se ci fosse qualcosa in me. Voi volete uccidermi!"
Sarah continua ad agitarsi mentre tira le catene.
"In tal caso l'avremmo già fatto, invece ti stiamo aiutando. Troveremo un modo per liberarti da Anastasia" dico.
"E come? Cosa volete fare?" strepita.
"Ancora non lo sappiamo ma ci verrà un'idea" risponde Justin.
Sarah lo fissa per alcuni istanti, sempre più spaventata, aggrottando la fronte poco dopo.
"Mia madre, lei sta bene?" chiede con la paura negli occhi.
"È al sicuro" replico.
"No che non lo è, Aaron l'ha colpita, lui...non mi fido di lui."
La sua voce trema adesso.
"Nessuno si fida di lui ma, a quanto pare, sta volta sta facendo il bravo" dice Justin; non sembra molto convinto, a differenza mia.
So che Aaron non ha alcun motivo di uccidere Joanne e ha paura che Sam possa odiarlo se dovesse compiere un gesto così estremo.
Avrà di sicuro letto il suo biglietto e avrà scoperto le cose orribili che pensa di lui.
Questo dovrebbe preoccuparmi, da una parte, ma sono convinta che lo spingerà a non deluderla ancora e che sta volta ci possiamo fidare di lui.
"Dovete farmi uscire, ho bisogno di un medico" dice Sarah dolorante.
"Claire ti ha già dato le sue erbe magiche, sarai a posto per un po'" la informo.
"Fatemi uscire e basta, non voglio restare in questo posto che odora di vecchio" si lamenta tirando ancora le catene.
"Mi dispiace ma, finché non sapremo come salvarti, dovrai farlo" affermo.
La sua espressione poco amichevole non mi rassicura affatto.
"Fatemi uscire da qui!" sbotta dopo alcuni istanti, tirando più forte le catene.
Justin si allontana da lei, preoccupato.
"Fatemi uscire!" ripete con una rabbia lampante.
Si dimena come una pazza mentre ci prega di farla uscire; dalla vecchia lampadina sul soffitto vengono emesse delle scintille.
Sta arrivando, Anastasia sta prendendo di nuovo il sopravvento.
"Fatemi uscire, brutti stronzi!" grida Sarah; il suo volto sta piano perdendo colore e i suoi occhi sembrano farsi più scuri.
È come se stesse perdendo le sue naturali sembianze e stesse assumendo una forma del tutto disumana.
"Dimmi che non è quello che penso" sussurra Justin sconvolto.
"Dobbiamo chiamare Claire" rispondo correndo verso la porta, che però si chiude prima che possa uscire.
Impreco tirando dei pugni sul legno, cercando di aprirla, ma è tutto inutile.
"Zoe, il teletrasporto" dice Justin che corre verso di me per aiutarmi.
"Non riesco; ci sto già provando" rispondo; i miei poteri sono bloccati da tempo ormai e ho paura che non torneranno più a rendermi forte come prima.
"È la paura a bloccarti."
"Blocca anche te se non sei ancora scappato."
Mi guarda come se avessi capito perfettamente e tira altri colpi alla porta, seguito da me.
Non otteniamo alcun risultato; quindi ci voltiamo verso Sarah, ritrovandoci davanti il sorriso inquietante che si è insinuato sulle sue labbra screpolate.
"Sarah" grido io e, in tutta risposta, ottengo un urlo da parte sua, uno di quelli che potrebbero rompere i vetri delle finestre.
Justin si porta entrambe le mani sulle orecchie e io resto immobile; ci deve essere un modo per farla tornare in sé!
Si dimena, si contorce, ogni singolo movimento che compie è del tutto disumano; non ho mai visto nulla di così orribile in tutta la mia vita.
La porta della cantina viene aperta e Aaron entra nella stanza.
"Ragazzi, che cavolo su...oh mio Dio!" dice lui guardando la scena orribile che gli si presenta davanti:
una ragazza che ormai sembra aver perso il controllo.
"Aaron, dobbiamo andare via da qui" dico cercando il suo supporto, spaventata.
"Credo proprio di sì. Andiamo" risponde, prima di afferarmi per mano e tirarmi fuori dalla stanza.
Justin esce con noi e chiudiamo la porta a chiave; i rumori provenienti dalla cantina diventano sempre più forti.
"Avevi ragione, Sam ha fatto bene ad andarsene" asserisce Justin che indietreggia sconcertato, rivolgendosi a me.
"Lo so."
Annuisco facendo lo stesso.
Aaron guarda la porta che viene colpita più volte, senza aprirsi.
"È il momento di passare al piano B" dice Aaron e io sposto confusa le mie attenzioni su di lui.
"Quale sarebbe?" chiedo.
Aspetta alcuni istanti a rispondere; ha un'espressione seria in viso, che mette quasi inquietudine.
"La chiesa" afferma e, a questo punto, sia io che Justin siamo increduli di fronte alle sue parole.
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Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)
ParanormalA New Hope arrivano nuovi misteri, sta volta si tratta di due bambine che seminano il terrore per tutta la città, risucchiando la vita delle persone. Zoe si ritroverà a combattere contro i suoi sentimenti, contro i demoni del suo passato e contro ci...