18: Zoe

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L'odore nauseante del fango mi costringe ad aprire gli occhi.
Posso sentire il suo contatto con la mia pelle ed è davvero disgustoso.
Mi guardo intorno, cercando di capire dove mi trovi.
Non ho mai visto un posto del genere; c'è nebbia ovunque e sento dei sussurri lontani, voci indistinguibili che si fondono tra loro.
Sono davvero entrata nello specchio? Ho attraversato la nostra dimensione per entrare in quella delle anime tormentate? Non credo tornerò indietro facilmente ma lo sto facendo per i miei amici; è l'unico modo per conoscere la storia delle bambine fantasma.
Mi alzo in piedi e tossisco.
Devo aver ingoiato un po' di terra o, forse, è l'umidità a farmi questo effetto.
Una risata leggera mi distrae; volto lo sguardo verso l'altro lato della strada e la vedo:
la bambina.
Ride ancora una volta mentre sua sorella la raggiunge e si prendono per mano.
Per qualche strana ragione, provo empatia nei loro confronti.
Hanno perso entrambi i genitori e la loro povera madre è stata sacrificata durante un rito satanico.
Seguo le bambine lungo la strada buia.
Mi stanno portando verso i loro ricordi, o verso morte certa; in entrambi i casi, io non posso restare ferma.
Più cammino e più mi accorgo di come le case ai lati della strada stiano svanendo insieme a tutto quello che c'era alle mie spalle.
È come se questa dimensione si stesse piano sgretolando ed è tutta colpa di quel libro, del fatto che sia stato aperto.
Una delle bambine si ferma e mi costringe a interrompere i miei passi.
"Mamma" dice indicando una tomba davanti a noi.
Siamo nel bosco, il posto dove nella mia visione ho visto morire quella donna.
Rivolgo uno sguardo alla tomba e leggo il nome inciso sopra quest'ultima.
"Anastasia Barks, madre e moglie rispettabile."
Mi si forma un nodo in gola.
"Mi dispiace molto" dico con voce tremante.
"Mamma...ha...paura" risponde l'altra bambina, quella che ha in mano la candela.
"Ditemi dove si trova, io posso aiutarla."
"Tu sei cattiva" afferma la bambina con la collana.
"Perché lo pensi?" chiedo.
"Mamma dice che la tua anima è impura" mi mette al corrente l'altra.
Ho bisogno di sapere i loro nomi; sul libro non c'erano e, di questo passo, non avrò mai le idee chiare.
Continuo a leggere sulla tomba e finalmente li trovo.
"Lascia le sue amate figlie Katy e May Barks."
Ora non mi resta che capire chi sia Katy e chi sia May.
"Ok, non so cosa vi abbia detto vostra madre di me, ma io sto cercando di aiutarvi. So che vi chiamate Katy e May, che siete spaventate e non vi aspettavate di tornare nella nostra dimensione" dico mostrando una calma apparente.
Loro mi guardano con l'innocenza di due bambine impaurite, ma basta osservare attentamente i loro occhi neri per capire che non lo sono.
"Katy è il mio nome" dice la bambina con la candela.
"May è il mio" fa eco l'altra.
Non potrei esserne più grata; vuol dire che incominciano a fidarsi di me.
"Bene, facciamo dei progressi. Ora ho bisogno che mi mostriate quello che resta della vostra storia; come siete morte?" domando ma nessuna delle due dice nulla.
Un fruscio fa ballare le foglie di un albero e percepisco una presenza macabra intorno a noi, che mi fa raggelare il sangue.
"Vi prego, è importante" insisto allarmata.
"Tu vuoi sapere come siamo morte?" chiede Katy mentre gioca con la cucitura del suo vestito.
È nervosa e non la biasimo per questo.
"Devo salvare i miei amici, quindi sì, ho bisogno di saperlo" dichiaro disperatamente.
May mi guarda; la collana le cade dalle mani e, non appena succede, sento la presenza angosciante di poco fa diventare più potente.
È come se mi stesse entrando nelle ossa e stesse prosciugando via la mia anima.
"Se lo vuoi sapere allora dovrai venire con me."
Katy mi afferra il braccio.
Non faccio in tempo a dire nulla; mi ritrovo catapultata da tutt'altra parte.
"Aspetta" strepito in preda al panico.
Tutto intorno a me sta girando come in un uragano, uno davvero grande e spaventoso.
Mi ritrovo a cadere verso una meta a me sconosciuta mentre il vento picchia sulla mia pelle e tutto ciò che riesco a fare è gridare.
Sto andando dritta all'inferno, non ho alcun dubbio.
"Zoe, attenta!"
La voce di mia madre rimbomba nella mia testa, dolce e leggera; sto forse sognando?
Mi trovo in macchina con lei, adesso. Guida frettolosamente lungo le strade di New Hope.
È la notte in cui sono morta!
"Sta attenta, piccola mia, stiamo per fare un gran casino" dice lei.
I suoi capelli sono bagnati per via della pioggia.
Non capisco, perché sono qui? Perché sembra avvenire nel presente?
"Mamma, devi fermarti, così ci ucciderai" rispondo osservando l'acqua che cade violentemente, attraverso il finestrino.
"Non ti preoccupare, presto finirà tutto" ribatte con malinconia; sta trattenendo le lacrime.
"Finirà tutto..." continua.
Il mio cuore batte all'impazzata e muoio dalla paura che tutto finisca.
Poco dopo, la macchina si scontra con qualcuno.
È il piccolo Justin, che rotola sul parabrezza e poi cade sull'asfalto.
Urlo terrorizzata e stringo forte il sedile; mamma perde il controllo della macchina, finendo fuori strada.
Grido prima di ritrovarmi di nuovo a cadere in quel buco nero senza fine.
Che cosa diamine sta succedendo? Dovrei vedere la morte di quelle bambine, non la mia!
Mi rendo conto di star cadendo verso un mare di lava, che non aspetta altro che inglobarmi e porre fine alla mia esistenza.
"No...no, no!"
Le parole mi escono a stento di bocca e, nonostante provi a utilizzare i miei poteri per fermarmi, è come se non li avessi nemmeno adesso.
"Fermati" grido impaurita.
Nessuno mi salverà, perché nessuno sarebbe in grado di farlo in una situazione del genere.
Cado nella lava, così chiudo gli occhi e mi preparo alla tragica fine che mi aspetta.
Il mio corpo andrà in fiamme.
Con mia grande sorpresa, non accade nulla; sono semplicemente qui, sotto la lava, e provo ad aprire gli occhi sperando che sia un incubo dal quale mi sveglierò presto.
"Vieni con me" sussurra Katy, che sta nuotando per avvicinarsi.
La osservo preoccupata da ciò che potrebbe farmi, poi lascio che afferri la mia mano e che mi porti in superficie.
Una volta fuori, riprendo fiato e tossisco talmente forte che mi brucia la gola.
Una nave non molto lontana sta affondando; la gente strilla e molte persone si buttano in acqua; il mare di lava si è trasformato in un vero e proprio oceano.
"È così che siamo morte" dice May, che è appena arrivata.
Ora le due bambine si trovano al mio fianco.
Guardo la scena straziante:
la nave sta andando a fuoco e gruppi di persone si gettano in mare aperto pur di salvarsi la vita, mentre altri bruciano davanti a me, urlando in modo agonizzante.
Ma che ci facevano le bambine lì sopra?
"Mio Dio..." bisbiglio sconcertata.
Non ho mai visto così tante persone disperate e in cerca di sopravvivere prima d'ora.
Le bambine sono state bruciate dal fuoco ed è così che si sono procurate le cicatrici sulle loro bocche.
"Faceva...male" dice Katy sofferente.
Due bambine innocenti si sono ritrovate ad affrontare qualcosa di troppo grande e hanno perso tutto, alla velocità di uno schiocco di dita.
L'ultima cosa che vedo è la nave esplodere.
Sono costretta a coprirmi il volto, preoccupata che le fiamme possano raggiungermi.
Quando sposto via le mani, sono di nuovo nel bosco e le bambine mi guardano con in volto un'espressione priva di emozioni.
"Quello che vi è successo è orribile ma devo chiudere il passaggio con il nostro mondo; non potete restare in città" dico riprendendo piano la calma.
"Noi non possiamo andare via, ora New Hope è la nostra casa" risponde May; non sembra affatto disposta a cambiare idea.
"State facendo del male a delle persone, proprio come hanno fatto con vostra madre!"
"Noi...aiutiamo mamma" dicono insieme.
"Che vorrebbe dire?" domando.
"Mamma deve tornare indietro, lei ha bisogno di tornare indietro."
È difficile capire a cosa si stiano riferendo ma di sicuro Claire ne saprà qualcosa in più.
Smetto di interrogarmi nel momento in cui una forte luce si espande davanti a me, accecandomi.
"Che succede?" domando tenendo gli occhi aperti con fatica.
"Ti stanno venendo a prendere" risponde Katy, quasi tristemente.
Guardo verso la fonte di luce che mi sta chiamando a sé; mi sta chiedendo di tornare a casa.
Le cammino in contro e, in pochi attimi, mi trascina via, facendomi urlare.
L'energia che mi sta tirando è troppo forte per fermarla e, dopo tutto ciò a cui ho assistito oggi, ammetto che tremo dalla paura.
Il viaggio termina e io finisco dritta tra le braccia di qualcuno che mi stringe subito con preoccupazione.
"Zoe, ce l'ho fatta!" dice Aaron guardandomi negli occhi, sorridendo entusiasta.
Mi mostro confusa; non avrei mai immaginato che, tra tutti, avrebbe cercato lui di portarmi indietro.
"Aaron, come...cosa..."
Non riesco neppure a parlare.
"Sta tranquilla, è finita adesso" risponde.
"Ma come hai fatto? Credevo di dover tornare da sola."
"Ho usato questa."
Prende la mia spazzola, la stessa che la mamma utilizzava ogni sera per pettinarmi i capelli.
Erano proprio quelli i momenti in cui mi diceva che, un giorno, avrei trovato la persona che mi avrebbe guardata nel modo giusto e ancora oggi mi chiedo se sarà mai possibile.
"Ho stabilito un contatto con te e ti ho trascinata indietro; è stato facile, in realtà, o almeno per me."
Sorride e io non posso far altro che imitarlo.
"Credevo mi odiassi. Ma tu...perché?" chiedo ripensando a tutte le cattiverie che mi ha detto.
Aaron mi guarda intensamente; nei suoi occhi leggo una certa tenerezza che mi fa sentire al sicuro.
"A volte sono un vero idiota."
Ride poco dopo.
"Lo stai ammettendo davvero?" rispondo ridendo con lui.
Sorride e accarezza i miei capelli.
"Andiamo dagli altri" dice.
Gli rivolgo un'occhiata complice.
Avremo molto di cui parlare.

Spazio autrice:
Questo capitolo mi è davvero piaciuto da scrivere, spero che piaccia anche a voi.

Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora