9: Zoe

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Questa mattina mi sveglio presto, sia perché non ho davvero chiuso occhio in seguito al mio spiacevole 'incontro' con la bambina fantasma, sia perché  devo parlare con Claire il prima possibile.
Scendo al piano di sotto, indossando un top grigio che non mettevo da un po' e la mia giacca di pelle nera.
Inevitabilmente, guardo verso Aaron che sta sistemando alcuni piatti e bicchieri nelle varie credenze.
"Aaron, ma che fai?" chiedo.
Da quando gli ho dato il permesso di mettersi a frugare per casa?
Lui non mi degna della minima attenzione, continua a lavare e sistemare i piatti, con mia grande sorpresa.
"Se questo è un modo per farti perdonare, sta tranquillo, non ne hai bisogno, perché ora ho altri problemi" dico.
Mette l'ultimo bicchiere al suo posto e mi guarda sorridendo leggermente.
"Non lo faccio per ottenere perdono, è che non riesco a stare fermo per più di due minuti" risponde.
"Ma non sei ancora guarito del tutto."
"No ma di sicuro non morirò per aver messo a posto dei piatti."
Si esprime con un velo di arroganza che non passa affatto inosservato.
"Morirai se uscirai da qui e andrai a cercare il re della morte, quindi ti prego...non andare da nessuna parte."
"Noto una certa preoccupazione, come mai tutto questo interesse per me adesso?"
Mi cammina in contro cercando il mio sguardo, mentre io evito di concedergli questa soddisfazione; non deve più credere di avere potere su di me.
"Sai, Zoe, incomincio a credere che forse mi stai usando: quando Justin tornerà e saprà che ho dormito da te, che siamo stati tanto vicini da baciarci, di sicuro non ne sarà contento, e scommetto che tu non aspetti altro" continua, passando una mano tra i miei capelli adesso, giocando con alcune ciocche.
È un gesto che compie lentamente, fatto apposta per mettermi in soggezione.
Mantengo la calma, nonostante senta il bisogno impellente di ucciderlo.
Il suo corpo è fin troppo vicino e io cerco in tutti i modi di non cadere di nuovo nella sua trappola, fissandogli le labbra.
"Credimi, Aaron, se ti stessi usando lo sapresti; Justin mi ha mollata, quindi non avrebbe alcun motivo di arrabbiarsi" rispondo calma.
"Secondo me ne avrebbe molti, moltissimi...di motivi."
Sta volta mi rivolge un sorriso inquietante, che ricambio con un'occhiataccia.
"Ma che cavolo hai che non va?" chiedo crucciata.
Lui non risponde, ride e sposta lo sguardo verso il pavimento.
"Lasciamo perdere, devo passare da Claire; vuoi che le dica qualcosa o che ti porti qualcosa?" domando allontanandomi da lui, che adesso è tornato serio.
"Dille che può andare a farsi fottere" risponde sorridendo.
"Aaron."
Lo fulmino con lo sguardo.
"Scusa se non sono un tipo dolce e carino" dice alzando le braccia.
Rido ma provo a mascherarlo.
Sarebbe piacevole per lui sapere che mi diverte.
"Però c'è una cosa che vorrei" dice poi, richiamando la mia attenzione.
"Cosa?" domando.
Un sorriso scaltro si forma sulle sue labbra e ciò non promette nulla di buono.
"La mia trombetta" risponde.
"Scherzi?"
"No, Zoe, non scherzo; la voglio" dice.
È davvero serio.
Aggrotto la fronte, incapace di comprendere una richiesta tanto assurda.
Credevo la usasse solo per cogliere di sorpresa le persone ma, a quanto pare, è ossessionato da quell'oggetto.
"E la voglio adesso" continua con tono malizioso, facendomi intendere che, se non avrà ciò che desidera, finirò in un mare di guai.
Raggiungo, quindi, la residenza Fletcher e, senza bussare, mi teletrasporto al suo interno, come sono solita fare quando vengo a trovare Sam, solo che di lei non sembra esserci traccia.
Leggo gli ultimi messaggi e scopro che questa mattina Sam è passata a controllare Sarah, nel caso dovesse venire attaccata nuovamente da una delle bambine fantasma.
"Claire, sei a casa?" chiedo ma non ottengo alcuna risposta.
Mi avvicino alla sua stanza, da dove sento provenire dei rumori piuttosto preoccupanti.
Spero di non trovarmi davanti una scena che potrebbe traumatizzate quel poco di innocenza che mi resta; sta volta potrei morire all'istante.
Mi fermo nel vedere, attraverso la fessura della porta, Claire che prova a lanciare degli incantesimi e che per poco non cade a terra, dato che non sembra essere in ottima forma.
"Claire, ma che fai?"
Corro da lei e la blocco.
"Non toccarmi, ragazzina."
Mi spinge via, pronunciando delle strane parole, per me incomprensibili.
Cado a terra, sbattendo contro il muro.
Claire continua a pronunciare le sue formule, riconosco la parola 'oscurità' tra le tante che escono dalla sua bocca, ed è l'unica che comprendo.
Qualcosa mi dice che sta utilizzando la magia nera.
Mi alzo e concentro le mie energie per colpirla, così da immobilizzarla.
"Ora basta" le dico, spaventata dal suo aspetto pallido e poco curato.
Claire non è proprio il tipo di donna che lascia intravedere agli altri i segni dell'età che avanza, di solito porta in viso un trucco abbondante e copre così le sue imperfezioni, ma oggi sembra una persona completamente diversa e trasandata.
"No, devo fermarla, io devo fermarla!" urla lei dimenandosi; per fortuna, i miei poteri sono abbastanza forti da tenerla bloccata ed è incapace di liberarsi.
"Ma che dici? Sei fuori di testa!" rispondo.
"Lo diventerò se non la fermerò" dice alzando le mani, fino a liberarsi dai miei poteri.
Cado nuovamente a terra e la guardo mentre ripete quelle parole a me sconosciute.
Sono talmente sconvolta che non ho idea di come comportarmi, quindi decido di fare l'unica cosa che mi riesce bene: attaccare.
Le salto addosso e la faccio cadere a terra, immobilizzando entrambe le sue braccia.
"No, non farlo!" grida.
"Claire, dimmi che sta succedendo" rispondo tenendola ferma con tutte le mie forze.
"Devo fermarla" ripete.
"Non capisco..."
"Devo fermarla, devo fermarla, mi sta distruggendo, è più forte di me!"
Le sue urla sono strazianti, sembra stia soffrendo molto, così tanto da avere le lacrime agli occhi.
"Spiegami, che cosa devi fermare? Io posso aiutarti."
"Levati di mezzo!"
Mi spinge, tornando in piedi subito dopo.
Pone fine al suo incantesimo e i suoi occhi, fino ad ora bianchi, tornano a essere di un azzurro limpido.
"Ma perché non ti levi di torno? Hai rovinato tutto!" continua arrabbiata.
"Pensavo stessi per morire, che ti avessero posseduta le bambine fantasma."
Oltre a essere nervosa, adesso è anche perplessa.
"Le bambine fantasma? E poi sarei io quella fuori di testa" risponde scortese.
Torno in piedi e la guardo con irritazione.
"Se non sono state loro, allora perché ti stavi comportando così?" chiedo.
"Per liberarmi della magia nera, razza di idiota!" sbotta.
Il mio sguardo confuso deve farle capire che non ho compreso affatto.
"È da quando ho salvato New Hope un mese fa che mi sento diversa, e lo sapevo che sarebbe successo, è per questo che avevo smesso di praticare, ora sono come...controllata, non riesco a gestire i miei poteri" continua passandosi una mano sulla fronte.
Pensavo che Claire fosse una strega forte, dato che mi ha minacciata così tante volte che ne ho perso il conto, ma adesso, davanti a me, vedo una persona sul punto di impazzire.
"E per liberarti della magia volevi usare la stessa magia?" domando con tono di scherno.
"Sono disperata, e anche al limite della pazienza, non posso pensare anche lucidamente."
Si toglie il nastro nero dai capelli, liberando così la sua chioma riccia e scolorita, di un biondo tinto.
"Magari pensi di non poterli controllare ma è solo paura."
"Paura? Hai idea della persona con cui stai parlando?"
"Tutti hanno paura di qualcosa, ma di certo non otterrai nulla con un incantesimo per liberarti dai poteri; fanno parte di te, Claire."
"Non lo facevano più da molto tempo, io li ho tirati fuori per salvare il culo a tutti voi, e forse inizio a pentirmene" dice con tono sprezzante.
I suoi occhi sono contornati da occhiaie violacee che diventano sempre più evidenti, e sembra così stanca da non riuscire a focalizzare bene la mia figura.
"Hai ragione, dovevi proprio lasciar morire i tuoi nipoti che, tra l'altro, hai fatto riportare in vita tu stessa dieci anni fa" rispondo.
Claire mi guarda dalla testa ai piedi, poi sorride, come rilassata.
"Suppongo che tu non sia venuta qui per farmi una visita; che cosa vuoi?" chiede.
"Si tratta di Aaron, Sam deve averti detto che..."
"So che è tornato e ho già dato la mia risposta: non lo terrò qui con me" dice sostenuta.
"Ma il re della morte vuole..." mi ferma ancora: "Andasse a farsi fottere quello stronzo, è da anni che non si fa più vedere e ora dovrei credere che sia davvero tornato nella nostra dimensione per mio nipote?" domanda, lasciandosi anche scappare una risata.
"Chi altro avrebbe potuto causargli delle cicatrici così terribili?"
"Magari Mike Sue, lo vuole morto, per ovvi motivi"
Dicendo l'ultima cosa, sorride.
"No, tu non l'hai visto, ci deve essere per forza lui dietro."
"Anche in quel caso, avrebbe avuto delle buone ragioni, dato che Aaron lo stava cercando per ucciderlo e prendere il suo posto."
"Devi visitarlo, Claire, potrebbe morire" mi impunto.
"No" risponde lei freddamente.
"Ma lui è..."
"No" mi precede.
"È ridotto veramente..." vengo ancora interrotta.
"No, no...e no" dice, sempre più infuriata.
Nulla le farà cambiare idea, ha lo sguardo gelido e l'aria da sergente.
"Aaron è instabile, nessuno lo vuole vicino, quando te lo metterai in testa?" continua.
Non rispondo, guardo verso la trombetta che si trova in una delle librerie, con i vari manoscritti sugli  incantesimi di Claire.
"Perché quella si trova in camera tua?" chiedo, ignorando le sue parole.
Claire sposta gli occhi verso l'oggetto, titubante.
"Ah...quella, pensavo di conservarla qui, al sicuro" dice nervosa.
"Ma è di Aaron!"
"Lo so."
"Ed è solo una stupida trombetta, perché tenerla al sicuro?" domando.
"Una stupida trombetta? Tesoro, quello è l'unico oggetto per cui Aaron ucciderebbe anche me a sangue freddo" risponde e, come se non potessi crederci, mi prendo qualche attimo in più prima di parlare.
"Che ha di così speciale?"
"L'oggetto in sé? Nulla, il valore che Aaron gli dà, beh...tutto" dice e, prima che possa porre altre domande, racconta: "Quando era piccolo, suo padre lo portava sempre allo stadio a vedere le partite di calcio, lui era un grande fan e voleva trasmettere la sua passione ad Aaron, anche se aveva dei modi piuttosto bruschi per farlo; mio fratello era una persona complicata, forse anche più complicata di quello stronzo di Aaron" racconta mentre io visualizzo la scena di un piccolo Aaron in braccio al padre, che tifano per la loro squadra del cuore.
Doveva essere così felice e spensierato.
"Quella trombetta è lunico regalo che gli abbia mai fatto in sei anni, ed è anche l'unica cosa che gli resta di lui, e a me l'unica cosa che resta di mio fratello" termina, mettendomi addosso una tristezza che mi veste perfettamente in un momento del genere.
Aaron è il ragazzo peggiore al mondo ma è anche l'unica persona in grado di farmi sentire vulnerabile; non posso evitare di star male per lui quando penso a come sia diventato adesso e a come doveva essere da bambino.
Torno a casa e me lo ritrovo davanti, seduto sugli scalini che conducono al portico della mia residenza.
I fiori in giardino sono tutti morti e capisco che non è in grado di controllare i suoi poteri adesso.
"Ehi, hai fatto un bel casino, papà dovrà di nuovo chiamare il giardiniere" dico avvicinandomi a lui.
I suoi occhi sono spenti, privi di qualsiasi emozione.
"Non importa, tanto me ne vado" risponde, freddo come il ghiaccio.
"Non puoi, Claire non ha accettato di tenerti a casa" protesto.
"Lo so già questo, troverò un posto dove stare."
"Cosa? No, è troppo rischioso e..."
"No, smettila, smettila di far finta di volermi proteggere o di credere davvero che noi due siamo amici. Io non ho bisogno di questo" dice esasperato, muovendo le mani con frenesia più volte.
"Non è ciò che dimostri" rispondo.
Sono delusa ma, pur di non farglielo notare, nascondo le mie emozioni.
"Perché io manipolo la gente, ti manipolo continuamente, cazzo! Ma come puoi pensare che mi importi davvero di te?"
Ride con fare saccente, alzandosi poi.
"Non dire stronzate, noi due ci odiamo ma, allo stesso tempo, ci salviamo sempre; questo è il nostro rapporto" ribatto sicura.
"Il nostro rapporto? Esiste un nostro rapporto?"
Ride ancora, sta volta facendomi arrabbiare.
Non posso accettare un tale comportamento da parte sua.
"Sì, Aaron, esiste, abbiamo quasi salvato la città insieme."
"Oddio, ho fatto una buona azione, è a questo che stai pensando? Potrò cambiare il grande e cattivo Aaron Fletcher perché lui adesso mi vuole bene."
Scimmiotta la mia voce in modo irritante.
"Non è ciò che penso" rispondo con voce più debole.
"È ciò che pensano tutti."
"Non io, ok? A me non frega niente di cambiarti, voglio solo che la smetti di metterti nei guai" strepito.
"Averti fatto credere di tenerci a te è stato un guaio, perché ora devo stare dietro ai tuoi sbalzi d'umore per Justin e al fatto che ti manca, e poverina, non hai nessuno che ti capisce, beh, notizia flash: io non sono mai stato capito e vivo lo stesso benissimo."
Ascolto ciò che dice, con l'amaro in bocca e con le lacrime che minacciano di uscire.
È spregevole ma, purtroppo, non così imprevedibile da parte di Aaron Fletcher.
"Nemmeno io lo sono stata, per tutta la mia vita di merda, quindi non dirmi cose che già so" rispondo brusca.
"Allora credo che non dovrei dirti proprio niente."
Aaron cammina verso il vialetto, ignorando le mie occhiate piene di rancore.
"No, hai ragione, non abbiamo proprio niente da dirci" rispondo annuendo.
Aaron non parla e continua a camminare.
"E, prima che mi dimentichi" lo interrompo, poi tiro fuori dalla borsa la sua trombetta e gliela porgo.
"Prendi questa, e ringrazia che io non la rompa al suolo" dico.
Aaron afferra tentennando la trombetta, mentre sembra ricordare qualcosa.
"Claire mi ha raccontato la storia che c'è dietro, molto triste che tuo padre ti amasse solo quando lo seguivi alle partite di calcio, direi quasi un buon motivo per diventare psicopatico, molto meglio della storia della merenda."
Aaron non mostra alcun tipo di emozione, stringe l'oggetto tra le sue mani e chiude gli occhi per un attimo, riaprendoli subito dopo e incontrando il mio sguardo cattivo.
"Buona fortuna" termino.
Mi allontano da lui dopo averlo detto e corro in casa senza guardarlo un'altra volta, senza neppure il desiderio di voltarmi.

Spazio autrice:
Cosa ne pensate di ciò che ha detto Aaron?

Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora