63: Zoe

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"Noto che non siete felici di vedermi. Ammetto che mi offende un po'; ho persino fatto mettere tutte queste candele per creare un'atmosfera più accogliente" dice il re della morte
che scende dall'altare con un salto agile.
"Il re della morte..." mormora Mike incredulo, guardandolo esterrefatto.
C'è anche della paura nei suoi occhi ma è di certo accompagnata dall'eccitazione.
"La mia fama mi precede, credo che tra gli esseri soprannaturali sia anche più famoso di una pop star commerciale" ride lui, sistemandosi la cravatta, in modo elegante.
Emily si avvinghia ad Alec e lui non dice una parola, spaventato, com'è giusto che sia, di fronte al mostro che ci sta parlando.
"Perché sei qui? Che cosa speri di ottenere?" domando al re della morte, non so neppure io con quale coraggio.
"Zoe, è un piacere rivederti, soprattutto adesso che hai attivato il tuo lato oscuro; percepisco quell'energia negativa in ogni angolo della chiesa."
Mi sorride in malafede.
Il male in persona sta cercando di provocarmi e io, incredibilmente, non ho paura di lui.
"Rispondi!" inisisto con risolutezza.
Prima di dire qualcosa si avvicina di poco a noi.
"Ho pensato di regalarvi un po' di brivido; siete venuti in chiesa per fare domande a Padre Peres, che noia sarebbe stata se fosse andato tutto liscio!" replica sghignazzando.
"Quindi sei qui solo per darci fastidio?" domando ma non gli credo affatto.
"Non solo, volevo anche dare una bella lezione al mio amico: si è comportato molto male nei miei riguardi, con quell'esorcismo e la frase su di me in latino; lo definirei un vero e proprio tradimento."
Il re della morte va da Padre Peres che non ha detto ancora nulla; i suoi occhi bianchi non sembrano guardare in nessuna direzione.
"Aspetta, questo vuol dire che..."
Mi parla da sopra prima che possa finire:
"Vuol dire che non ci si può fidare di nessuno; prima Padre Ernest con le sue minacce velate, ora Padre Peres che mi volta le spalle, in ogni caso ti ritrovi con un coltello piantato nella schiena. Se solo questo stupido essere umano non si fosse opposto al mio piano, ora i fantasmi avrebbero già posseduto ogni cittadino di New Hope" dichiara posando entrambe le mani sulle spalle di Padre Peres.
"Sei stato tu! Tu hai rubato il libro degli spettri!" affermo quindi.
Claire l'aveva detto:
solo due persona avevano accesso a quel libro e una delle due è troppo vecchia per pianificare la distruzione della città.
"Già, e poi me l'hai spedito per far credere che fossi stato io, come un vero vigliacco!" dice Mike arrabbiato.
Il re della morte guarda ancora Padre Peres, ignorando l'ultima accusa che gli è stata rivolta.
"Il mio piano, in realtà, era un po' diverso all'inizio: volevo vendicarmi di Aaron per avermi minacciato, ha disturbato la mia quiete e lo sanno tutti che non si dovrebbe pestare la coda al cane che dorme" dice poi, concentrato a ripulire Padre Peres da alcuni pezzi di polvere attaccati alla sua tunica.
"Ho preso quel libro, l'ho aperto, ho liberato tutti i fantasmi più affamati di vendetta e bramosi delle anime umane e ho cercato di allontanare i sospetti usando lo stregone più potente al mondo" continua voltandosi nella nostra direzione.
"Grazie per il complimento ma non è stato affatto carino" risponde Mike contrariato.
"E nessuno ha creduto l'avesse preso davvero lui" intervengo.
"Non volevo questo, infatti, volevo solo sviarvi dalla realtà: la vostra unica minaccia sono io" ribatte il re della morte e il suo sguardo malizioso ci scruta uno per uno.
"Perché? Perché fare tutto questo? Mettendo a rischio le stesse persone alla quale tu hai ridato la vita" chiedo.
Il suo comportamento non ha alcun senso e non può far altro che confondermi e riempirmi di dubbi.
"È una domanda lecita e la risposta è più semplice di quello che credete" risponde e cammina nuovamente verso di noi.
Resto ferma, non muovo nemmeno un muscolo mentre lui si avvicina sempre di più.
"Zoe" dice Alec ansioso.
"Tranquillo, non ho paura di lui" metto in chiaro rivolgendo al re della morte uno sguardo deciso, che lo fa sorridere.
Si ferma a pochi centimetri da me e mi guarda dritta negli occhi.
"Liberando i fantasmi vi ho messo alla prova: Justin è diventato più forte, ora non ha paura di uccidere..." afferma e io ricordo come, con tanta facilità, ha rubato l'anima all'uomo che stava attaccando Sam.
"Sam è stata torturata e posseduta da Anastasia Barks, adesso ha imparato che per difendersi deve tirare fuori le unghie; non è più una bambina impaurita" continua.
Penso a Sam, a quanto dolore abbia dovuto sopportare e al fatto che non ha perso le speranze nemmeno una volta.
"Aaron è nelle mie mani, Anastasia l'ha preso, e credimi, non se ne andrà facilmente" dice ancora.
"Hai ordinato tu di rapirlo?" sbraito.
Il re della morte mi afferra il braccio e, improvvisamente, l'energia del mio lato oscuro si affievolisce.
Alec corre verso di me, venendo spinto lontano prima che possa raggiungermi, dai poteri del re della morte; cade su una panchina ed Emily va in suo soccorso, allarmata.
"Non ho fatto tutto questo per Aaron ma per te! Per far sì che attivassi il tuo lato oscuro!" mi dice il re della morte a denti stretti.
Apro e chiudo la bocca come una stupida, riuscendo a buttare fuori solo un mugugno.
"Perché tu sei speciale, sei l'unica rinata che è stata capace di riportare qualcuno indietro dalla morte; è di questa forza che ho bisogno al mio fianco, all'inferno" aggiunge e, se prima le parole non mi uscivano di bocca, ora ho perso anche il fiato.
Mi dimeno per liberarmi dalla sua presa.
"Non hai idea di quello che dici, io non sono speciale!" controbatto.
"Questo è ciò che ti ripeti perché hai paura di te stessa, hai paura che quel lato oscuro che ti porti dentro finirà per divorarti e che i tuoi amici scappino da te" risponde e smetto di dimenarmi, ascoltandolo con angoscia.
"Tu non hai mai avuto nessuno, sei sempre stata diversa; tutti loro, Aaron, Justin, Sam, tutti hanno avuto degli amici almeno una volta nella loro vita da rinati, tu, invece, tu sei l'unica che è sempre stata sola, e lo sai, lo sai bene che dentro di te c'è  qualcosa che non va."
Vengo catturata, anche se per breve tempo, dall'espressione intensa sul suo volto. Mi conosce, il re della morte sa tutto di me e ammira la mia diversità.
"Basta, non ti ascolto nemmeno!" rispondo liberandomi nervosamente.
Ora è furioso e mi guarda con malvagità.
"Tu sei solo uno stronzo megalomane che cerca di divertirsi utilizzando noi rinati come pedine. Hai dato vita a una guerra, hai messo in pericolo la città e non resterò qui a farmi psicanalizzare da te" asserisco inferocita.
"Non devi, ma vorrai, quando ti dirò la parte più bella" risponde e torna da Padre Peres.
Aspetto che continui.
Fa apparire tra le sue mani il libro degli spettri; credevo di averlo spedito a casa mia!
"Sai, Zoe, sono andato a fare una visita al tuo paparino, era da tanto che non lo vedevo; è cambiato molto ma grida ancora come una ragazzina impaurita" dice ridendo malignamente.
Succede ancora, il mio lato oscuro si ribella e guardo il re della morte con occhi di ghiaccio.
"Brutto pezzo di merda! Cosa gli hai fatto?" strepito e mi teletrasporto davanti a lui.
"Nulla, per adesso; si trova con Sam in un posto sicuro e potrai riaverli entrambi, ma solo se mi lascerai Aaron."
Mi si blocca il respiro.
Come può anche solo pensare di chiedermi una cosa simile?
"No..." biascico sconvolta.
"Voglio uccidere quel ragazzino senza ritegno che mi ha minacciato, è l'unica cosa che mi interessa, tu e i tuoi amici non avete nulla a che fare con questa faccenda e vi lascerò in pace" risponde.
"Si dà il caso che Aaron sia mio amico, se credi che te lo lascerò prendere..."
Mi zittisce.
"Devi fare la tua scelta, Zoe, e non hai molto tempo; i fantasmi sono là fuori e io potrei mandarli via con uno schiocco di dita, se solo lascerai perdere Aaron."
Ancora una volta mi manca l'aria e la cattiveria racchiusa nel lato oscuro si espande ovunque nel mio corpo.
"Mai!" urla Mike lanciando un incantesimo contro il re della morte, colpendolo alla spalla con una freccia infuocata. Mi allontano immediatamente.
Per poco non colpiva anche me!
Il re della morte guarda Mike con perfidia.
Poco dopo scoppia a ridere ed estrae la freccia dalla sua spalla, senza provare il minimo dolore.
"Divertente."
Ride ancora passandosi una mano tra i capelli.
Mike cerca di mantenere la calma e si prepara ad attaccarlo nuovamente.
"Ma ora ti devo uccidere" dichiara il re della morte, volando con un salto dritto verso di lui.
Teletrasporto subito Mike accanto a me.
Il re della morte cade a terra e impreca furente.
"Scappiamo!" dico rivolgendomi agli altri, iniziando a correre.
"Padre Peres, fa ciò che devi" gli ordina il re della morte.
Padre Peres sembra smarrito, poi i suoi occhi bianchi tornano normali, di un verde opaco.
Ci segue verso il cortile mentre il re della morte scompare insieme al libro.
Padre Peres ha in mano un pugnale che ha tirato con cura fuori da un baule; non si tratta di un'arma pericolosa per i rinati, suppongo di non essere io il suo obiettivo.
Raggiungiamo il cortile; il sole sta per tramontare mentre la città viene distrutta dai fantasmi e le auto della polizia sfrecciano lungo la strada.
Di Claire non c'è più traccia e non abbiamo neppure trovato Justin.
"Dov'è Claire adesso?" domando disperata.
"Sarà scappata via, e non ha tutti i torti" risponde Mike che guarda in giro sbigottito.
Qualcuno fa esplodere un cassonetto dell'immondizia e qualcun altro attacca delle anziane signore che non sanno come difendersi.
"Emily, tu pensa a loro, io penso a Padre Peres" dico e lei dissente subito:
"Ma l'hai visto? Ha quel pugnale e..."
"Non può farmi nulla, sono una rinata, solo il fuoco può uccidermi" ribatto.
"Ok, se tu resti qui io vado a cercare Justin" dice Mike.
"Va bene, ma sta attento, anzi, state tutti attenti, non voglio perdervi" ammetto e nemmeno io so il perché.
Un tempo non avrei mai avuto il coraggio di affermare una cosa simile.
Mike annuisce e mi dà una pacca sulla spalla.
"Sta attenta anche tu" mi intima onestamente preoccupato.
Sorrido in modo rassicurante e aspetto che se ne vadano, voltandomi verso Padre Peres che corre nella mia direzione.
"Che cosa pensi di fare con quel pugnale? Il re della morte non ti ha detto che non puoi uccidermi?" gli domando.
"Questo non è un pugnale normale: prenderà fuoco nel momento in cui ti colpirò e moriremo insieme" annuncia.
La mia sicurezza vacilla e ho quasi la tentazione di scappare via senza combattere. Sarei una codarda e Padre Peres farebbe del male a qualcun altro.
Cerca di colpirmi ma io, rapidamente, mi teletrasporto alle sue spalle.
Si gira e ci riprova ma, anche sta volta, mi teletrasporto dietro di lui che impreca furiosamente.
Si sta arrabbiando ed è proprio ciò che voglio, che abbassi la guardia e agisca di impulsività.
"Padre, la credevo più atletico" mi prendo gioco di lui prima che si giri e alzi il pugnale.
Lo blocco e, guardandolo con i miei occhi di un nero intenso e profondo, penso di incutergli timore.
Lui non demorde e mi coglie alla sprovvista, tirando fuori dal suo zaino - che ha portato sulle spalle fino ad ora - dello spray al peperoncino.
Me lo spruzza sugli occhi e urlo indietreggiando.
"Cazzo! Figlio di puttana!" sbraito.
Non vedo nulla adesso, scorgo solo la figura di Padre Peres che sta per colpirmi dritta al petto con quel pugnale magico.
Qualcuno lo colpisce e l'arma gli cade dalle mani, finendo dritta ai miei piedi.
Sbatto le palpebre, aspettando che il dolore diventi meno forte e la mia vista torni piano normale.
Bloody e Joy sono proprio qui e hanno appena attaccato Padre Peres.
Per fortuna non l'hanno ucciso ma l'hanno solo picchiato fino a fargli perdere i sensi.
"Ancora una volta, ci incontriamo così" commenta Joy che sorride acutamente.
Non credevo fossero ancora in città.
Sorrido; mi hanno salvato la vita e gli sarò grata per sempre.
Ne approfitto quindi per raccontare a entrambi cosa sia accaduto questo pomeriggio.
"Aaron è nel limbo? Non può restare lì dentro! Ho sentito dire che il clima è orribile in quel posto" afferma Bloody irritato, incrociando le braccia al petto.
"E io che la compagnia lo è. Come lo riportiamo indietro?" domanda Joy.
"C'è un modo ma non posso farlo finché il re della morte me lo impedisce, lui è troppo forte" rispondo.
"Ma anche tu lo sei!" ribatte Bloody.
"Non come lui, ve lo assicuro, e non riesco nemmeno a concentrarmi se ci sono tutti questi fantasmi; la polizia si sta facendo delle domande."
"Era ora!"
Ridacchia Joy.
"Sentite, vi ringrazio per avermi salvato ma Aaron non vi vorrebbe qui ora; vorrebbe sapervi al sicuro, quindi andatevene!"
Non mi daranno retta ma provo comunque a convincerli.
"Siamo venuti qui per proteggere Aaron e non ce ne andremo finché lui non sarà tornato!" dichiara Bloody intraprendente.
"E che pensate di fare fino a quel momento? Vi farete ammazzare!"
"Abbiamo le nostre armi, non siamo degli stupidi" dice Joy.
"E, soprattutto, non abbandoniamo il nostro amico, mai!" le dà corda Bloody fieramente.
Non faranno mai ciò che gli sto dicendo; vivono con il bisogno costante di proteggere Aaron e le mie parole sono sprecate.
Veniamo interrotti da uno sparo.
Il detective Roger sta colpendo con la sua pistola alcune delle persone coinvolte negli ultimi crimini.
"Oh no!" esclamo. Sta andando in contro alla sua morte.
"Aspetta, ma quella non è Sarah?" chiede Joy che la guarda attentamente.
Sarah si distacca dal gruppo di vandali e si avvicina a noi con passo lento e un sorrisino stampato sulle labbra.
"Sarah" dico.
Non risponde ma non distoglie nemmeno lo sguardo da noi.
"Fatemi indovinare? Finalmente potrò uccidere quella puttana?" domanda Bloody sfregandosi le mani.
"No, ma dobbiamo portarla via da qui" replico.
Sarah si ferma davanti a noi e biascica in maniera incomprensibile.
"Sarah, non muovere un altro passo, sai che non voglio farti del male" afferma Joy.
"La tua anima, devo prenderla!" risponde Sarah indifferente.
"Non sei tu a parlare e non puoi restare qui, il detective Roger ti sparerà!" dico.
"La tua anima!" ripete Sarah che punta un dito verso di me.
Joy guarda Sarah con turbamento, poi guarda me disperatamente.
Sarah si avvicina ancora e Joy è costretta a fermarla piombando davanti a lei e puntandole contro la spada.
"Non costringermi a farlo" dice affranta.
Sarah continua a scrutarci con freddezza; ormai non ha alcun controllo sul suo corpo.
"Joy, ti prego..." la incito a calmarsi ma  lei continua a minacciare Sarah:
"Se farai un altro passo ti taglierò la testa, ma sappi che non voglio farlo davvero, e non perché tu non sia completamente irritante, però mi piaci; quindi, ti prego, torna in te prima che ti uccida" dichiara Joy con la spada ancora puntata verso la sua testa.
Sarah la fissa, ora con più tenerezza.
Ciò non basta a calmarla:
"Ho bisogno della sua anima!" ripete infatti ma con voce tremante; i suoi occhi sembrano voler dire altro.
"No, tu hai bisogno di una famiglia, di persone che ti vogliano bene, di sentirti protetta. La vita è stata ingiusta con noi ma possiamo ancora combattere, tu puoi...puoi combattere" risponde Joy che prova a mostrarsi forte e decisa.
Bloody le guarda con un pizzico di gelosia mentre Sarah resta in silenzio sentendoglielo dire.
"E so che lo farai."
Joy abbassa la spada e Bloody va subito in allerta.
Sarah si avvicina di un passo a lei, sorridendo maliziosa.
"No!" dice Bloody che impugna il suo machete.
Joy lo ferma con un gesto della mano.
"Tu lo sai che puoi combatterlo e ti prometto che, quando sarà tutto finito, io e te saremo felici, senza mostri o madri cattive" asserisce Joy.
Non ha paura, è convinta di poterla salvare.
"Te lo prometto" continua, ottenendo uno sguardo complice da parte di Sarah.
Bloody è infastidito mentre io non nascondo il mio stupore.
"Joy" dice Sarah che per un attimo torna alla realtà e la guarda serenamente.
"Sarah."
Joy le sorride, affermando entusiasta:
"Sei tu."
"Sono io" risponde Sarah sorridendo a sua volta.
Bloody abbassa lo sguardo indispettito mentre Joy prende Sarah per mano.
"Ma non so per quanto tempo potrò resistere, dovete portarmi via o ucciderò qualcuno" prosegue Sarah.
"Ok, portatela dove non farà del male a nessuno e, se vedete Justin in giro, avvisatemi; io vado ad aiutare quei poliziotti" dico a Bloody e Joy; loro due, finalmente, non ribattono.
"Buona fortuna splendore" risponde Bloody sorridendomi ambiguamente.
Lo guardo con una smorfia e mi dirigo correndo verso il detective Roger.
Mi punta contro la sua pistola prima che possa dire qualsiasi cosa.
"Fermo, non sparare!" gli ordino alzando le mani.
Mi squadra in preda alla confusione, non sapendo più di chi fidarsi.
"Zoe, la città è impazzita, sono tutti...tutti fuori di testa; devi andartene!" dice mentre la sua assistente lo copre sparando ad altri criminali.
"Mi dispiace detective Roger ma non posso" ribatto con fermezza.
"È un ordine della polizia; vattene subito!" sbraita ancora senza abbassare, nemmeno per un secondo, la pistola.
"Non posso andarmene, non ora."
"Se non lo farai sarò costretto a metterti le manette; questa è un'operazione d'urgenza e non permetterò che una ragazzina si faccia male!" afferma agitato.
"Anche la mia è un'operazione d'urgenza" controbatto e osservo la strada:
l'intera città, ancora una volta, è devastata, distrutta dalla cattiveria dei fantasmi e del re della morte.
Mio padre e Sam sono stati rapiti, Aaron si trova nel limbo, lontano dal mondo esterno; come farò a salvare New Hope dal disastro che sta incombendo su di lei?
Una ragazza posseduta si avvicina al detective Roger che è girato di spalle, ignaro di ciò che stia per accadere.
La sua assistente viene colpita e gettata a terra con forza, perdendo l'arma che le scivola dalle mani.
"Detective Roger!" esclamo, costringendolo a voltarsi.
Lui si gira e punta la pistola verso la ragazza.
Prima che possa sparare, gli fa cadere la pistola dalle mani, muovendo semplicemente il capo.
Il detective Roger, allibito, indietreggia mentre perde la calma.
Aiutarlo vorrebbe dire mostrargli i miei poteri, fargli capire che non sono una normale diciassettenne di New Hope in cerca di attenzioni ma che dentro di me si nasconde qualcosa di oscuro e terrificante.
Lasciarlo in balia del suo destino, invece, significherebbe essere una codarda, perdere ancora una battaglia per via della paura.
Non posso permetterlo.
Spingo a terra il detective Roger e, infervorata, grido:
"Rex mortis vult te." rivolgendomi alla ragazza.
Queste parole hanno funzionato quando Padre Peres le ha pronunciate  durante l'esorcismo e, forse, anche sta volta avranno lo stesso effetto.
Non faccio in tempo a formulare questo pensiero che volo in aria, fino a raggiungere una macchina.
La mia schiena sbatte contro il parabrezza e mugugno indolenzita.
Intanto, la ragazza si avvicina al detective Roger che, pietrificato dalla paura, resta fermo a terra, prendendo respiri veloci e corti.
Quella frase avrebbe dovuto funzionare! Dove ho sbagliato?
Poi ricordo:
Padre Peres aveva quella famosa collana con il ciondolo a forma di croce legata al collo.
Allungo una mano verso il corpo di Padre Peres, steso non molto lontano da qui, di fronte alla chiesa. Attiro a me la collana, servendomi dei poteri e del lato oscuro che non accenna più ad abbandonarmi.
Afferro la croce e torno dal detective Roger, esclamando subito dopo:
"Rex mortis vult te" puntando il ciondolo verso la fronte di quella ragazza, che strilla immediatamente.
Il detective Roger non fiata ma guarda ciò che accade con gli occhi spalancati.
Vengo attaccata anche dagli altri fantasmi che mi tirano per le braccia.
Mi divincolo ma sono in troppi; alzo lo sguardo e continuo a dimenarmi mentre loro mi assalgono e urlano parole orribili nelle orecchie.
Stringo forte la croce nel palmo della mano, poi la lancio in aria e rimane sospesa grazie ai miei poteri.
È un oggetto magico e io ne userò il potere per mandare via i fantasmi da questa città.
Il ciondolo si illumina mentre l'energia del mio lato oscuro si intensifica, guidandomi.
La strada viene invasa da una luce accecante e il detective Roger è costretto a coprirsi gli occhi.
"Rex mortis vult te!" urlo a pieni polmoni.
Presto, il ciondolo si illumina ancora ed emette delle scintille.
I fantasmi si lamentano sofferenti e si allontanano da me che ho quasi esaurito le forze; non so per quanto tempo potrò ancora resistere prima di cadere al suolo.
Le mie mani bruciano ma non mi fermerò finché questa gente non tornerà alla normalità, libera dai fantasmi.
Il detective Roger non ha ancora mosso un muscolo, né aperto bocca.
Quando tutte le persone per strada cadono a terra e io smetto di utilizzare i miei poteri, avverto il forte bisogno di urlare a squarciagola.
Non ho mai tirato fuori tutta questa energia prima d'ora.
"È uno scherzo?" chiede il detective Roger improvvisamente, sbalordito.
Mi volto verso di lui.
"Tu...tu come...come...?"
Ogni parola esce dalla sua bocca con indecisione per via dello shock.
"Sei una strega!" esclama poi terrorizzato.
"Che fastidio!" rispondo esasperata mentre un potere mai captato prima attraversa il mio intero corpo.
Gli tiro un pugno e lui sviene all'istante; non avrei potuto reggere il suo sguardo d'accusa un attimo di più.
Insieme al detective Roger, anche il resto delle persone che si trovano in strada sono prive di coscienza; nessuno ha visto ciò che ho fatto.
Raccolgo la collana da terra e la guardo con fierezza.
"Zoe" mi chiama Padre Peres alzandosi in piedi fiaccamente.
Lo fisso per un po', disprezzandolo.
"Traditore" rispondo nauseata.
Lui e Padre Ernest hanno contribuito a portare il male a New Hope, sacrificando le vittime di Aaron al re della morte per aumentare il loro potere; un patto con il diavolo che è finito piuttosto male, visto com'è ridotto l'uomo che ora mi guarda dispiaciuto.

Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora