"Andrà male?'

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Quando incominciai a svegliarmi,  sentì prima delle voci, erano confuse tra di loro,  non erano molto chiare poi piano piano iniziai ad aprire i miei occhi , all'inizio vidi tutto sfocato poi iniziai a mettere a fuoco la stanza bianca e estranea in cui mi trovavo.
Era una stanza bianca dove la luce entrava dalla grande finestra che ai trovava alla mia destra.
Sentì il mio corpo intorpidito e il braccio destro che non riuscivo a muovere tanto, mi voltai verso di esso e lo trovai legato a una flebo.
Confusa guardai dove fossi stesa, ed era un letto con delle lenzuola bianchissime.

" si è svegliata " Sentì dire mia a ma sorella Kiara che subito venne verso di me, pronta a salire sul letto.

"Kiara, rischi di farle male. Stai ferma" disse Jack che era seduto sul letto accanto al mio tenendo per il fianco Kiara cercando di non farla muovere.

"Tesoro, come ti senti? " mi chiese mia madre con gli occhi lucidi avvicinandosi a me e accarezzandomi i capelli.

"Bene" dissi sentendo la bocca secca "cosa è successo? "

"Sei svenuta" disse mia madre per poi voltarsi a guardare Dylan lche stava in piedi accanto al letto " Per fortuna Dylan ti ha portato subito all'ospedale quando ha visto che non ti riprendevi subito "

"Ora sto bene. Vorrei tornare a casa" dissi semplicemente stanca e con la voglia di lasciare quel posto.

"Stiamo aspettando il medico " disse mio padre che vidi nervoso "  stanno facendo analisi e ci spiegheranno cosa hai avuto "

"Sarà una sciocchezza " dissi cercando di non far stare preoccupato nessuno.

In quel momento entrò il medico che doveva avere sui 45 anni con i capelli sul biondo con qualche capello bianco e molto alto.

"Sono felice di vedere che ti sei svegliata " mi disse sorridendo " Ma devo darvi delle comunicazioni molto serie"

Lo sguardo di tutti divenne serio ma io continuai a pensare che non fosse niente, che presto sarei tornata a casa.

"Sei fortunata ad essere stata portata qui, perché secondo gli esami che abbiamo fatto, il problema proviene dal cuore "

"Ha 17 anni..." iniziò Jack

" Sfortunatamente ci sono dei ragazzi che hanno dei malfunzionamenti al cuore. Non sappiamo ancora cosa hai di preciso ma continueremo a fare ogni tipo di analisi per scoprirlo. "

"Ma finché faccio le analisi non posso tornare a casa?" Chiesi rimanendo quasi fissa a guardare il muro.
Cosa diamine stava succedendo nel giro di uj giorno?

"Si tratta del cuore. Non è da prendere sottogamba quindi è meglio che tu rimanga qui sotto osservazione.  Quello che hai avuto poteva trasformarsi in un vero attacco cardiaco . Cercheremo di fare del nostro meglio" disse il medico facendo un piccolo sorriso di incoraggiamento  "Vi lascio  " poi uscí dalla stanza lasciandoci nella camera.

Nessuno riuscì a dire qualcosa, sembravano tutti paralizzati mentre io non sapevo cosa pensare.
Come potevo non aver sentito mai qualche dolore? Credevo di stare bene.

"Andrà tutto bene" disse mia madre con voce quasi rotta afferrando la mia mano e stringendola.

Lo speravo tanto, mamma.






La prima sera che dovetti rimanere all'ospedale,  tra varie discussioni,  rimase mio padre che seduto sulla sedia a fianco al mio letto rimase a guardarmi.

"Mi dispiace " disse nel buio della stanza.

"Papà,  non è colpa tua " dissi cercando di farlo stare tranquillo e afferrando la sua grande mano rispetto la mia "Non potevamo immaginarlo "

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