"Lei non se lo merita" -Vivian

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Ij 18 anni della mia vita non ero mai stata tranquilla, ero sempre stata una ribelle, una casinista e anche menefreghista.
Avevo sempre cercato di vivere a modo mio, fregandomene di ciò che pensavano gli altri e specialmente cosa pensavano i miei genitori con cui avevo sempre avuto un rapporto orribile.

Potevo dire non essermi mai veramente comportata bene: avevo spesso rubato per divertimento in stupidi negozi ed ero entrata illegalmente in posti privati ma ne ero sempre uscita.

E negli ultimi anni avevo smesso di comportarmi in questo modo solamente perché avevo delle persone meravigliose accanto anche se spesso combinavo qualche casino.

Quando Jack ci aveva chiamato quella mattina dicendoci che Emma era finita in ospedale, per un secondo,  sembrava che si fosse fermato il mondo, davvero.
Non sapevo cosa fare.
Ma avevo uj solo pensiero "Fa che stia bene "

Per fortuna l'avevamo trovata sorridente, la solita Emma dolce e gentile che rideva alle nostre cavolate ma lo sapevamo tutti che qualcosa non andava.

Il suo cuore non andava.
Non sapevamo in quel momento cosa avesse di preciso ma solo che comprendesse il cuore era già per sé qualcosa di cui stare attenti. Di fragile.

Emma cercava quasi di rissolevare noi cercando di sorridere ma quando la discussione fra suo padre e Jack portò quest'ultimo ad andarsene senza dire nulla la portò a diventare ancora più tesa.

"Oggi le dicono qualcosa " disse Eliz mentre andavamo al parcheggio finita scuola,  Emma ci aveva obbligato a non saltare scuola per quanto volessimo stare con lei.

" vorrei tanto che dicessero che si siano sbagliati. Che era solo un calo di zuccheri e il cuore non c'entra niente" disse Gabriel stringendo Eliz mentre ci avvicinavamo sempre di più agli altri.
La prima persona che osservai fu Jack che stava quasi in disparte a fumarsi una sigaretta serio , aveva l'aria stanca come se non dormisse da giorni.
Negli ultimi giorni non lo avevamo visto all'ospedale da Emma e mi venne quasi da urlargli addosso ma con calma dissi seria "in questi giorni sei sparito "

"Cazzi miei"

Bene. Avevo cercato di mantenere la calma.

"Cazzi tuoi?" Urlai quasi andando verso di lui e spingendolo "Tua sorella è in ospedale. Non ti fai vedere , né sentire. Come dovrebbe sentirsi?"

"Io so quello che faccio. Fatti i cazzi tuoi. Hai sentito mio padre,  non le sono utile " disse con amarezza.

"Ti stai comportando da coglione " dissi io per poi avere l'appoggio di Federico "Ha ragione.  Emma non c'entra niente tra te e tuo padre "

"Stanne fuori anche tu " disse Jack buttando la sigaretta a terra incazzato per poi andarsene.

"Davvero non gli frega niente di nessuno? " sbottai quasi retorica ma Elizabeth rispose "Ognuno reagisce a modo suo. Io non penso proprio che Jack se ne freghi di Emma"

"È tutto ik contrario, fa schifo solo a mostrare i suoi sentimenti " disse Ale dando ragione ad Eliz che gli sorrise.

Beh, a me stava stando sul cazzo.





Camminare lungo i corridoi dell'Ospedale non era mai bello, metteva particolare angoscia e speravo presto che Emma uscisse per non doverci tornare più così spesso.

"Ecco la stanza" disse Eliz indicando la stanza ma ci fermammo quando tutti e tre sentimmo il medico parlare con lei dalla porta socchiusa.

"Spostiamoci "

"Col cazzo" dissi mettendomi con l'orecchio a sentire.

"Mi hai chiesto completa sincerità durante i controlli " iniziò a dire il  medico figo con voce seria " E sarò sincero. Gli esami sono pronti e li ho anche guardati"

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