"Ti piace? " mi chiese Kiara mostrandomi il disegno che aveva fatto a posta per me, in cui eravamo raffigurate noi due al mare.
"Tantissimo" le dissi prendendolo fra le mano,lo appoggiai sul comodino dicendo "Lo terrò qui così ogni sera potrò guardarlo "
Lei sorrise contenta per poi chiedermi "Quando torni a casa?"
"Spero presto "risposi con un piccolo sorriso e lei aggiunse "A casa è un po' triste. Papà e Jack non si parlano."
"Ancora? "
"Già " disse lei "Lo so che mi hai detto che si vogliono bene ma io quando fanno così non li capisco proprio "
"Sono abbastanza complicati" le dissi accarezzandole i capelli dolcemente.
Pensavo spesso alla situazione come potesse essere a casa e speravo cje papà e Jack avessero risolto ma questa volta sembravano davvero aver litigato .
"Non capisco che diamine faccia" sentì mio padre dire a mia madre per poi fermarsi quando varcarono la porta ma mia madre lo stesso aggiunse "Fidati di lui per una volta "
Poi mamma si sedette accanto a me "Come ti senti?"
"Bene mamma" dissi "Anche se voglio tornare a casa"
Lei mi sorrise per poi accarezzarmi il viso dolcemente "Vedrai che ci tornerai "
Vorrei esserne sicura, mamma. Davvero tanto.
"Scusate " sentimmo una voce provenire dalla porta, una ragazza dai capelli ricci che mi sembrava di aver già visto. Poi ricorderai che fosse al locale dove eravamo andati io e Jack. "Stavo cercando Jack"
"Se sei qui per picchiarlo, aspetta qualche ora " le dissi sorridendo ma lei confusa rispose entrando quasi imbarazzata nella stanza "In realtà sono una sua amica. Ha dimenticato queste carte nella mia macchina, visto che parto pr due settimane volevo lasciargliele." E passò i fogli a mio padre che li prese ringraziandoli poi lei si voltò verso di me "Jack...mi ha raccontato tutto. Mi dispiace un sacco. Spero che tu possa stare meglio "
" Grazie mille" dissi "Non credevo vi conosceste così tanto. Al locale, quel giorno..."
"Oh no. Li non ci conoscevamo " disse lei facendo un piccolo sorriso "Lavoriamo insieme ad un altro locale"
"Come?" Chiese mio padre stupito mentre vidi mia madre fare un sorrisetto.
"Si, lavoriamo da qualche settimana insieme " disse lei "All'inizio, con tutti il rispetto, credevo fosse un'idiota "
"Lo è, lo è " affermai divertita facendola ridacchiare e dire "Non del tutto però. Ci tiene un sacco a te "
"Come ti chiami? Neanche te lo abbiamo cheisto, scusaci" disse mamma sorridendo e lei rispose "Mi chiamo Valerie."
Le sorrisi guardandola curiosa poi lei disse "Ora devo andare. Spero di rivederti"
"Anch'io "
Poi avvicinandosi alla porta aggiunse "Comunque tu e Jack vi somigliate un sacco"
Prima sarei inorridita davanti a tale insinuazione, ma quel giorno sorrisi contenta che qualcuno me lo dicesse ma ovviamente non lo avrei mai detto ad alta voce.
"Secondo me questo è più bello" mi diceva Anna mostrandomi dei vestiti in un catalogo che onestamente trovavo tutti molto carini.
"Ma se è uguale a quello di prima" le dissi divertita.
"Non è vero" disse lei "Non hai occhio sorellina. Sono due tonalità di rosso ben diverse e definite"
"Perdonami ma sono cresciuta con solo i colori dell'arcobaleno " dissi io sorridendo e lei disse "Beh espandi sto' arcobaleno no? Dobbiamo trovarti un bel vestito per il compleanno "
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La Ragazza Dei Libri
Teen FictionI libri: quelli che contengono un mondo diverso,dei personaggi che diventano parte di te ,parole che ti cambiano interiormente. Molti non ne capiscono il valore e il potere,e a questa categoria appartiene anche Dylan, ragazzo diciassettenne con pien...