"Forza, ragazzo " esclamò il mio capo mentre preparavo dei drink dietro al bancone del locale super affolato "Non ti pago per stare al cellulare "
"Si signore " dissi fra i denti, cercando di mantenere la calma, visto che il lavoro mi serviva e non potevo perderlo,anche se l'unico motivo per cui prendevo il cellulare era per controllare che Emma stesse bene.
"Ci rivediamo Valerie "dissi sorridendo alla mia collega ,che lavorava anche ad un altro locale di giorno e che avevo incontrato con Emma uno dei giorni passati, che però non sembrava tanto entusiasta da quando aveva scoperto di lavorare con me.
Sembrava vedermi come il solito ragazzo che rimorchiava le ragazze per divertimento e usava il lavoro come scusa."Jack " borbottó quasi con diffidenza " Sei diventato puntuale " poi si mise accanto me a prepare un cocktail.
"Solo per stupirti " dissi facendole l'occhiolino e facendole alzare gli occhi al cielo.
La serata passó così , tra battutine e varie preparazioni, finché le ultime persone non se ne andarono.
"Ascoltate " disse il proprietario del locale piazzandosi davanti a me e Valerie "l'uso del cellulare durante l'orario di lavoro è severamente vietato "
"Lo so" disse Valerie confusa dal rimprovero che stava ricevendo.
"Bene. La prossima volta che vi becco al cellulare, vi licenzio" disse il capo per poi andarsene mentre Valerie diceva "Ma io non l'ho mai u..."
"Mi sa che non gli importa " dissi alzando le spalle stanco per poi passare lo straccio sul bancone.
"Sono stata rimproverata a causa tua " disse arrabbiata girandosi verso di me "Senti, se tu sei qui per giocare, bene. Ma non dare fastidio a chi sta lavorando seriamente "
"Io sto lavorando seriamente " dissi un po' nervoso.
Ormai non facevo altro che sentire quanto fossi irresponsabile, inutile, infantile, quanto non comprendessi la situazione.
Mentre invece la comprendevo benissimo."Mentre rispondi a qualche tua ammiratrice? " disse lei alzando gli occhi al cielo e iniziando a dire con vocetta stridula "Oh, Jack. Dove sei? Oh Jack, ci vediamo domani? Quanto sei sexy mentre lavori." Poi ritornò seria " È così vero?"
Buttai sul bancone lo straccio stanco e arrabbiato per poi avvicinarmi a Valerie mettendomi proprio di fronte a lei che sgranò gli occhi leggermente sorpresa quando alzai il cellulare e mostrai la chat aperta "Controllo che mia sorella stia bene, va bene? Sto lavorando qui per lei. Per aiutare la mia famiglia. Ora sei soddisfatta della risposta? "
Poi ritornai dietro al bancone lasciandola senza parole e immobile a fissarmi rossa in viso.
Dopo qualche minuto si mise davanti al bancone, seduta dove stavano di norma i clienti e m disse "Scusa. Non dovevo giudicarti "
"Tranquilla. Ormai lo fanno tutti con me " sospirai appoggiando le mani sul bancone per poi rivolgerle un sorriso storto.
" Invece non va bene. Penso sempre a quanto mi dia fastidio essere giudicata e poi sono la prima a farlo. Scusa "
" se ti fa sentire meglio , sei perdonata " le disse facendole un sorriso. " o magari puoi uscire con me sabato"
Lei rise capendo che stavo scherzando per poi dire " Sai, tu e tua sorella avete lo stesso sorriso "
Aggrottai la fronte confuso " come conosci mia sorella?"
"Non è la ragazza che era con te in quel locale?"Chiese lei " vi somigliate "
"Sei la prima persona a dirlo " dissi io facendo un mezzo sorriso pensando a quanto io ed Emma abbiamo cercato di dividervi e sembrare diversi.
"Davvero?" Chiese confusa " si vede che lo siete però. "
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Novela JuvenilI libri: quelli che contengono un mondo diverso,dei personaggi che diventano parte di te ,parole che ti cambiano interiormente. Molti non ne capiscono il valore e il potere,e a questa categoria appartiene anche Dylan, ragazzo diciassettenne con pien...