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È un giorno intero che sono chiusa in camera con la musica ad alto volume nelle orecchie,così da non poter sentire Charlotte lamentarsi.
Mi ha riempito di messaggi,ma dopo un po' l'ho bloccata.So che fa tutto questo per me,ma ho bisogno di restare sola e il suo essere così opprimente non fa altro che peggiorare la situazione.
Mai avrei immaginato di trattarla così ma ora non riesco a fare altro.Vorrei scappare da tutto,dalla realtà,dai miei problemi ma col tempo ho capito che più fuggi da essi più loro ti raggiungeranno,ovunque tu sia.Per quello ho bisogno del tempo per me stessa,per affrontare il dolore e accettarlo,in un modo o nell'altro.Cercare di distrarmi,evitare di pensarci,rimanderà solo il tutto ed io ho bisogno di liberarmene al più presto e devo farlo da sola.Solo io so come mi sento e non devo essere psicoanalizzata da nessuno.
Solo chi ha vissuto una cosa del genere,può capire di cosa sto parlando.Non riesco neppure a guardarmi allo specchio,ho un magone nel petto e mille pensieri in testa che non mi lasciano vivere.
E piano piano,anche la speranza di un giorno migliore si sta affievolendo,e non posso permetterlo.Significherebbe soltanto che annegherò nel mio dolore per sempre e non è quello che voglio per la mia vita.Devo ancora laurearmi,vedere cosa il mondo riserva per le persone come me.E farlo così non mi va proprio,quindi devo fare appello a tutte le mie forze per andare avanti il meglio possibile.
Ci sono tante donne al giorno d'oggi che hanno passato quello che sto passando io,e non posso dare a nessuno la soddisfazione di stare così.Non posso permettere a tutto questo di non farmi più andare avanti.Devo farmi forza.
Questi uomini di merda,non meritano tutto questo potere.Sospiro,magari fosse così facile metterlo in pratica quanto pensarlo.
Tolgo le cuffiette,mentre le orecchie mi fischiano giustamente.Chiudo gli occhi,provando ad immaginare per un attimo la mia vita se non avessi conosciuto Alexander.
Avrei continuato a stare con Jack,a divertirmi e ubriacarmi con i miei amici e passare un estate che doveva essere indimenticabile.A settembre sarei andata al college a New York e avrei iniziato una nuova vita lì,insieme alla mia compagna di vita,Charlotte.E ora,tutto quel concetto di felicità che mi ero predisposta mi sembra così lontano.Penso a lui,a quel ragazzo che non troppo tempo fa ho scoperto di amare.Mi ha stravolto completamente la vita,e vorrei tanto poter dire che me l'ha migliorata ma è l'esatto contrario.Non credevo che l'amore potesse essere così tossico,vorrei non poter provare ciò che provo,ma non è possibile.Vorrei troppe cose in realtà,e ognuna di queste non è possibile e devo fare i conti con la realtà.La realtà è che la vita non è perfetta,anzi è un vero schifo e mi tocca viverla così com'è.
Ad un certo punto di quiete,sento qualcuno bussare al campanello di casa e spero soltanto che non sia una delle trovate di Charlotte.Rimango in silenzio cercando di riconoscere le voci ma non riesco a sentire molto bene.Poco dopo sento dei passi e qualcuno bussare alla mia porta.
"Crystal apri"la sua voce.
"Sono Alexander"il battito cardiaco come sempre aumenta.
Mi alzo leggermente cercando di non fare rumore e arrivo di fronte alla porta.Ogni mia cellula mi urla di aprire la porta,ma qualcosa mi ferma.
"So che molto probabilmente non vuoi vedermi e hai tutto il diritto di odiarmi,ma devo dirti delle cose e tu devi sentirle.Odio tutto quello che ti è successo,odio non averlo potuto evitare e odio il fatto che se la siano presa con te che non hai fatto niente di male.Posso solo dirti che chi ti
fatto questo ora sta pagando.Non sono mai stato bravo a parlare ma spero che tu possa credermi quando ti dico che mi dispiace"sospiro, con la mano sulla chiave.Vorrei tanto girarla ma non ci riesco,non ancora.
"Mi dispiace"ripete sussurrando,poggiando la mano sulla porta.Mi allontano piano dalla porta,mettendomi di nuovo sul letto,con le cuffie nelle orecchie.Ora siamo ad un altro stadio,quello dove le lacrime hanno cessato di scendere.Dove il dolore è così forte che nemmeno piangere può aiutarmi.
Guardo il soffitto e l'unico movimento che faccio è sbattere le palpebre,come se fossi immobilizzata.Un morto vivente,non sento più niente.
Ora come ora avrei bisogno proprio di lui,della mia rovina più grande ma anche della mia salvezza.Penso e credo fortemente che lui sia l'unica cosa capace di farmi sentire meglio,ma ora non sono ancora pronta ad accettarlo.

Alexander Pov's

Dopo aver bevuto troppe bottiglie di vodka e scopato almeno 4 ragazze,cerco di trovare il numero di Logan tra la mia rubrica.Ma la mia vista fa brutti scherzi.
Clicco su un nome con la L,sperando che sia lui.
"Pronto?"risponde dopo non so quanti squilli.
"Ma ciao amico mio,non è che potresti venirmi a prendere al locale di Bob,grazie"chiudo,senza lasciargli il tempo per parlare.
Mi siedo su una panchina,guardando il marciapiede senza riuscire a pensare a qualcosa di sensato.Non so cosa sia successo questa sera,mi ricordo solo di essere andato inutilmente da Crystal e di aver guidato fino a qui.Devo aver preso qualche pasticca o sniffato qualcosa.
Pensavo che se mi avesse perdonato il mio senso di colpa sarebbe svanito ma penso che questo non lo saprò mai,dato che non mi ha aperto e non credo che cambierà facilmente idea.Di solito non sono uno che si arrende ma questa volta mi sono sentito di farlo,forse è meglio se mi odia,così che non si avvicini più a me e nessuno potrà metterla in pericolo.Sono troppo egoista per allontanarla,è una ragazzina troppo innocente per uno come me.Quando la guardo,vedo un aura da angelo attorno a lei ed io a confronto sono il buio e credo che se ne sia accorta.E spero soltanto che sia abbastanza intelligente da lasciarmi andare.Infondo questo sono io,porto solo male nella vita delle altre persone.Ho rovinato Logan,che è sempre pronto a scortarmi dappertutto e a togliermi dai guai, È una vita intera che cerca di redimermi,pensando che ci sia qualcosa di buono in me.E nonostante tutto quello che faccio ogni giorno continua a pensarlo.Non so come faccia a pensare che ci sia ancora una speranza per me.Sono così da così tanto tempo che non ricordo neppure quando ho iniziato a non sentire niente se non l'odio che provo verso mio padre e verso me stesso.Sono pensieri troppo profondi per un ubriaco marcio che sono in questo momento.
"Vieni dai"mi prende per le spalle Logan,portandomi verso la sua macchina.
"Grazie fratello"dico,prima di addormentarmi.

Another LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora