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Alexander Pov's

Sono rimasto qui tutta la notte,su delle sedie del cazzo del tutto scomode.Non mi ero mai sentito così in colpa,così responsabile di una cosa.Insomma,a me non importa di niente e di nessuno,non mi importa di chi soffre a causa mia.Sono un egoista,e faccio solo quello che è meglio per me,quello che voglio senza pensare alle conseguenze.Ma ora,ora guardando quel video,vedendola stesa su un letto d'ospedale con i lividi su tutto il corpo,ha suscitato qualcosa in me.
Si chiama senso di colpa, e prima d'ora non l'avevo mai sentito.È come se non fossi capace di provarlo,come se non lo meritassi.Non ho mai avuto una coscienza,e ho creduto per così tanto tempo di essere un caso perso e irrecuperabile che ora stento a credere che sono qui seduto ad aspettare notizie di una ragazza che non vuole nemmeno vedermi.In realtà non saprei che dirle,ogni cosa che potrei dirle non sistemerà quello che è successo,forse peggiorerò soltanto tutto.Ma un egoista come me,ha bisogno di essere apposto con sé stesso,nonostante non le faccia bene vedermi.
"Vado a prendere un caffè,ne vuoi uno anche tu?"si alza Mark.
"Vengo con te,ho bisogno di sgranchirmi le gambe"scendiamo al piano di sotto,a prendere un caffè al bar e Mark prende anche un cornetto per Crystal.
La barista mi sorride maliziosa e avrei davvero bisogno di una sana e bella scopata,ma decido di rifiutare per ora.

"Crystal potrà essere dimessa domani"viene incontro a noi Charlotte.
"Sta bene,insomma le hanno dato dei sonniferi per farla dormire,ha bisogno di riposare però non ha nulla di grave"annuisco e nonostante questa 'bella' notizia non riesco a stare tranquillo.Prendo il telefono e scorro tra i contatti,guardando quel numero.Non esito a chiamare.
"Pronto?"ride,rispondendo dopo il quarto squillo.
"Dove cazzo è Aaron?"urlo,facendo girare tutti verso di me.
"Non lo so e anche se lo sapessi non te lo direi"sbotta Scott,quell'enorme bastardo.
"Sai che verrò da te e ti ridurrò così male che nemmeno tua madre saprà riconoscerti"chiudo le mani in un pugno.
"Non riuscirai a trovarmi"
"Forse non a te,ma so dove andare"chiudo,prendendo il giubbino.
"Dove vai?"si alza Logan.
"Dove sarei dovuto andare dal primo momento"
"Non abbassarti ai loro livelli"cerca di calmarmi.
"Oh no,farò peggio"inizio a camminare spedito verso l'uscita.
"Dove hai intenzione di andare?"mi urla dietro Logan,raggiungendomi poco dopo.
"Logan va via,non approverai mai quello che sto per fare e non mi fermerò mai"mi fermo a guardarlo.
"Sono con te,bro"dice sicuro ed entriamo in macchina.

Dopo aver chiamato conoscenze di conoscenze,abbiamo finalmente ottenuto il suo indirizzo.L'indirizzo della madre di Scott.
Meglio puntare prima sull'anello debole.Prima di scendere dalla macchina,prendo la mia pistola che tengo nascosta sotto il sediolino.
Bussiamo alla porta e dopo poco ci viene ad aprire Amanda,una simpatica donna di mezza età,il quale unico sbaglio è stato partorire quello scarto umano.
"Buongiorno"ci sorride.
"Buongiorno,c'è Scott?"
"No,ma se volete posso farlo venire"
"Grazie"entriamo in casa.
"Cosa posso offrirvi?"
"A me niente,grazie"risponde Logan ed io concordo.
Prende il telefono e digita il numero,una volta risposto le prendo il telefono.
"Se non vuoi che uccidi tua madre,vieni qui.Ti do 10 minuti e non azzardarti a chiamare qualcuno"attacco,guardando Logan afflitto.
"Che cosa?"mi guarda spaventata.
"Non le faremo del male"cerca di tranquillizzarla Logan.
"Se suo figlio verrà entro 10 minuti"metto il timer.Inizia a tremare e Logan la fa sedere sul divano mentre spengo ogni telefono,così che non chiami la polizia.Non è la prima volta che faccio queste cose e non ho paura di premere il grilletto.
"Il tempo scorre"cammino avanti e indietro,mancano 3 minuti.Sento il campanello bussare ed apro,guardando quel bastardo davanti ai miei occhi.
"Su,vieni di là"lo prendo per la felpa,trascinandolo.
"Mamma"prova ad avvicinarsi ma lo prendo per i capelli,sbattendo la sua faccia contro il muro.
"Dov'è Aaron?"urlo,mentre la mamma inizia a piangere,dimenandosi.
"Vaffanculo"biascica.
"Risposta sbagliata"sbatto di nuovo la sua faccia contro il muro.
"Per favore smettila"urla sua madre.Smette di emettere fiato quando gli punto la pistola alla fronte.
"Dimmi dov'è o le sparo"mantengo con una mano ben salda la presa ai suoi capelli.
"Tre"sparo a terra.
"Due"sparo sul soffitto.
"Okay okay"alza le mani.
"È partito,è andato a Miami,da un certo Spike,cerca lui e troverai subito dove si trova.Non so altro"lo butto a terra.
"A Miami?"
"Sono mesi che va lì durante il weekend"
"Bravo"gli sorrido prima di sparagli alla gamba.
"Se dirai a qualcuno di questo incontro,la prossima pallottola sarà rivolta alla tua testa,e a quella di tua madre"sputo,mentre urla dal dolore mentre inizia a perdere sangue.
"È stato un piacere"usciamo e entro in macchina,guidando alla velocità della luce.
"Dovevi proprio sparargli?"sbotta Logan.
"Credi che non avrebbe chiamato Aaron subito dopo usciti da quella porta?Con questo gli ho dato la conferma che non deve rischiare con me"
"Che metodi del cazzo"
"Smettila di parlare che ti lascio a piedi"
"E che vuoi fare adesso?Andare a Miami"
"Certo,oggi stesso"rispondo indifferente.
"Tu sei pazzo"
"Forse,ma non riesco ad accettare che se la siano presa con una ragazzina che con me"sbatto una mano contro il volante.
"Compro i biglietti su internet"inizia a maneggiare con il telefono.
"Non devi venire con me"
"Non ti lascerò uccidere Aaron,non diventerai come quel bastardo di Joseph"mi si gela il sangue nelle vene a quel nome.
"Voglio solo vederlo morto non importa a chi assomiglierò"
"Partiremo alle 16;30"cambia discorso.
"Non c'è uno prima?"
"No"sospira.Arriviamo di fronte casa e in 10 minuti il borsone è pronto.
"Sai che non ti faranno passare con delle armi?"
"Si,ma ho amici a Miami"gli ricordo.
"Smith"alza gli occhi al cielo.
Chiamo Travis e in meno di 5 minuti riesce a trovare indirizzo e numero di Spike.
"Siamo pronti fratello,sei sicuro di voler venire con me?"chiedo prima di uscire.
"Si"
È sempre stato al mio fianco,non mi ha mai permesso di fare cazzate esagerate,è come un angelo custode.Ed è mio fratello,l'unico per cui rischierei la mia vita.

Una volta arrivate in aeroporto ed aver fatto tutto ciò che è necessario fare prima di salire sull'aereo,con le cuffie nelle orecchie e la musica sparata a palla penso a cosa farò una volta che lo troverò.Questa volta però non sono disposto a fermarmi davanti a niente e nessuno.Non è un problema per me sporcarmi le mani di sangue,soprattutto se è quello di un bastardo,ma ucciderlo non sistemerà le cose,ho bisogno di sapere che soffrirà per stare bene con me stesso.

Another LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora