Sono le 18 di venerdì e in casa è il panico,per la festa di stasera.Queste sono le idee di Charlotte.Sono venuti dei signori a spostare i mobili,altri che portano alcolici e donne della pulizia in ogni dove.
"Hai chiamato il Dj?"mi chiede intenta a farsi fare le unghie dall'estetista che è venuta anche lei a casa nostra.
"Per la decima volta,si.Alle 20 verrà a sistemare la sua attrezzatura"le rispondo.
"Sai già cosa metterti?"domanda.
"No,tu?"
"Certo!Le basi"mi guarda come se fosse una cosa ovvia.
"Nel frattempo che finisco qui,indossa qualcosa e poi ti daremo il nostro parere.Vero Eimi?"
"Certo"mi sorride la ragazza,mentre applica lo smalto sulle unghie.Dopo 4 anni e mezzo alla fine ho optato per un tubino stretto nero,con una scollatura esagerata e abbastanza corto.Tacchi rosso scuro come il rossetto,eyeliner,ciglia finte e mi sono fatta i boccoli.
Sono le 21 quando la gente comincia a venire.
Charlotte è una bomba.Ha una tutina di pelle nera,capelli lisci e lucenti,rossetto viola scuro e eyeliner e mascara.
"Secondo te verrà?"
"Certo"mi sorride accarezzandomi il braccio e ricambio il sorriso.
"Sempre le più belle!"esclama Chris,un ragazzo gay che adoro con tutto il cuore.È stato con noi solo due anni e poi ha cambiato scuola ma abbiamo sempre mantenuto un buon rapporto.La casa ormai è piena di gente,e si scatenano tutti mentre io sono in un angolino a bere.Alexander è circondato da ragazze e non fa altro che baciarsene una nuova.Ho lo sguardo inchiodato su di lui e se ne è anche accorto.A volte penso che gli piaccia davvero questa situazione.Dove io non faccio altro che fissarlo per tutto il tempo delle sue conquiste.
"Che fai qui tutta sola?"mi parla un ragazzo.Un certo Jacob se mi ricordo bene.Non ci siamo mai parlati prima.
"Bevo"alzo il bicchiere.
"Deve essere divertente"
"Non sai quanto"gli sorrido falsa.
"Vuoi venire a ballare?"mi chiede ed io gli rido in faccia.
"No"rispondo acida,bevendo un altro drink.
Ritorno a guardare Alexander e stufa,decido di salire in camera mia.Vaffanculo.
Chiudo la porta a chiave e mi spoglio,infilando un pantalone di tuta grigio e una maglia larga.Mi tolgo il reggiseno e mi infilo sotto le coperte.La festa più merdosa di sempre.
Vado su instagram e vedo le storie di quella troia di Britney,dove si slinguazza con quel coglione di Alexander.Perché mi importa così tanto di lui?Perché mi dà fastidio se qualcuno gli sta vicino?E perché voglio che stia sempre con me?
Mi sta letteralmente fottendo il cervello.Mi ha tolto tutte le mie sicurezze,portandomi a farmi domande che prima non mi ero mai posta.Chi sono io?Cosa voglio?Ora come ora direi solo il suo nome.
Mi alzo,prendendo una sigaretta dal pacchetto,affacciandomi alla finestra.Fumo,con i piedi sopra il balcone e con lo sguardo fisso sul cielo blu notte.Ad interrompere il mio unico momento di pace è la notifica del mio telefono.Charlotte.Alexander mi ha chiesto di te,dove sei?
Il cuore inizia a battere fortissimo,una scossa al petto.
In camera mia.
Ho l'ansia dai capelli fino all'unghia dei piedi.Vado avanti e indietro per la stanza.
Glielo dico?
Che faccio?Si o no?Sospiro e decido di rischiare.
Si
Mi guardo allo specchio,non so se rivestirmi o meno,fortunatamente non mi sono struccata altrimenti sarei un mostro.
Decido di rimanere così e lo aspetto,sperando che venga.È passata una buona ora e lui non è ancora venuto,che stupida che sono stata.Io che l'ho aspettato pure.
Stavo per mettermi di nuovo sotto le coperte quando sento la maniglia abbassarsi.Mi fiondo alla porta.
"Chi è?"
"Sono io"sento la sua voce roca e profonda.Sexy come lui.Giro la chiave e apro la porta,ritrovandomelo davanti.
"Perché sei qui?"mi chiede entrando.
"Mi annoiavo"
"Tu ti annoi ad una festa"mi guarda confuso.
"Proprio così"mi siedo sul letto.
"Hai finito con le barbie?"mi mordo la lingua,perché non sto mai zitta.
"Me ne manca una"mi guarda divertito,leccandosi il labbro.Mi manca il respiro quando mi guarda così.
"Sei nel posto sbagliato allora"
"Io credo di essere nel posto giusto"sorride,ancora in piedi di fronte a me.
"L'altro giorno da ubriaca mi hai detto una cosa"
"Cosa?"dico preoccupata.Ansia,panico.
"Che ti piaccio"cazzo.
"Beh non ero in me"
"Io penso invece che da ubriachi si dicono cose che normalmente non si ha il coraggio di ammettere"lo guardo e capisco che è solo una prova.Se ho o no il coraggio di dirgli quello che provo in faccia.E se crede che sono una bambina gli dirò il contrario.
"Cosa vuoi sentirti dire?"mi alzo.
"Che mi piaci?"mi avvicino.
"Come se non lo sapessi già"lo guardo contrariata.
"Hai ragione,lo so perfettamente"
"Quindi perché sei qui?Il tuo ego aveva bisogno di prendersi gioco di me per ingrandirsi?"mi sorride guardandomi.
"Non ne ha bisogno"
"Allora vattene"gli indico la porta.
"Vuoi davvero che me ne vada?"mi accarezza le braccia,lo guardo negli occhi,per lui è tutto un fottuto gioco.Non gli importa niente di me,dei miei sentimenti.Non gli importa quanto io stia male per lui,nel vederlo andare in giro a scopare chiunque tranquillamente quando io non potrei mai.
"Si"vado verso la porta,aprendogliela.
"Come vuoi"mi sorride,andandosene.Chiudo la porta,prima di trascinarmi a terra,scoppiando a piangere.
Quella è stata la prima volta che ho pianto per lui.
Uno stronzo che vuole solo una cosa da me,uno che guarda solo ai propri interessi.Ed io non voglio provare qualcosa per uno del genere.
Ormai non ho più il controllo su niente,è lui che mi controlla.Ed è così brutto dipendere da una persona,da ogni cosa che fa.E ancora più brutto sapere che ci ha messo solo un mese a scatenare tutto questo.E questa volta,la forza per andare avanti e non farmi trattate così,non ce l'ho.L'ho fatto troppe volte nella mia vita.Esco dalla mia camera in quelle condizioni e me ne vado,ho bisogno di restare da sola.
Cammino per le strade di Hollins senza una meta precisa.Mi guardo intorno e osservo come quelle poche macchine sfrecciano veloci lasciando un odore a dir poco nauseante.
Dopo vari minuti di cammino in cerca di un posto dove potermi rilassare senza pensare a nessuno,arrivo in un parco e decido di sedermi su una panchina.
Quando mi siedo alzo lo sguardo e vedo le meravigliose tonalità di arancione che in questo momento stanno dipingendo il cielo.
Decido di chiudere gli occhi rilassandomi ascoltando il rumore del silenzio.Accendo il telefono e sono le 6,accedo alla musica e metto riproduzione casuale.Esce Ocean di Martin Garrix e Khalid.
E così,penso a mio padre.Alla mia vita infelice senza di lui.Anche se avevo solo 7 anni quando se ne è andato,ricordo perfettamente tutto quello che faceva per me.Mi ha reso felice come nessuno potrai mai fare,come solo un padre sa fare.La sua perdita è stato un colpo basso per me e sapere di essere stata la causa principale della sua morte non fa altro che farmi sentire inadeguata a questo mondo.
Ho davvero bisogno di lui,del calore delle sue braccia che mi proteggevano del resto del mondo,il suo odore che tanto amavo,le sue mani grandi che stringevano le mie.
Mi manca così tanto,avere lui al mio fianco.Con i suoi occhioni azzurri e i suoi morbidi capelli neri che toccavo sempre.
E involontariamente,una lacrima solitaria scende,ma l'asciugo subito.
Il tempo fa schifo,fa un freddo pazzesco ed io porto le gambe al petto stringendole con le braccia.
Rimango qui,per non so quanto tempo,a guardare un punto indefinito,senza smuovermi di un millimetro.Tutto attorno a me si muove ma io rimango lì,bloccata in quella posizione,dove tristezza e malinconia mi circondano.Decido di tornare a casa dopo un po' e quello non ero pronta a vedere ciò che si è presentato davanti ai miei occhi.
"Ciao"
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Another Love
Romance"La vita è un inferno,ma se incontri il demone giusto scopri che col fuoco puoi anche giocarci"