Il tempo scorre senza essere vissuto.Ormai sono passati due mesi dalla morte di James e niente è stato più come prima,io non sono stata più la stessa.Anche se fisicamente c'ero,ero assente mentalmente,lontana anni luce da tutti quelli che mi circondavano.Io e Charlotte ci siamo allontanate,volevo soltanto restare sola e ho finito per ferire i suoi sentimenti troppe volte.Non si è mai arresa nonostante tutto ma lo sento che non siamo più come prima.
L'unica persona che sento vicino è Alexander,che non ha mai smesso di supportarmi.Asciugava i miei pianti,ascoltava i miei monologhi interiori e accettava i miei silenzi.Ormai il reddito scolastico è andato a farsi fottere,ho sotto tutte le materie e non credo di riuscire a recuperarle entro fine semestre.Anche se James mi ha chiesto di godermi la vita non ci riesco proprio,riesco solo a sentire l'essenza della sua assenza.Anche se prima eravamo lontani,sapevo che lui c'era,anche se non stavamo insieme e magari c'era anche la speranza che un giorno avremmo potuto incontrarci.Adesso invece l'idea che lui non ci sia,che sia morto e che non potrò mai più rivedere i suoi occhi che tanto amavo mi fa male.Troppo male perché io possa sopportarlo.
Perdere una persona che amavi è devastante e lascia un vuoto,uno spazio che non verrà mai riempito da nessun altra presenza.Vorrei che fosse qui,vorrei dirgli quanto l'ho amato e vorrei che la vita non fosse così difficile.Di solito scrivere quello che penso mi aiuta a superare il dolore,ma questa volta non riesco nemmeno a farlo.
Vorrei anche vendicarlo,sapere chi gli ha fatto del male e ripagargli della stessa moneta ma poi tutti i suo sforzi per farmi vivere una vita migliore sarebbero stati vani.È morto per salvare quello stronzo di Kol che si meritava più degli altri di marcire all'inferno.Sinceramente non riesco a capire cosa ci trovasse in lui,in quei mesi di 'prigionia' ho provato a mandarlo giù ma proprio non ci riuscivo.
È stato l'unico ad alzarmi le mani addosso,considerandosi fratello dal primo momento mentre in realtà per me non era niente,se non un uomo malvagio.
Mi piace immaginare che lui sia qui con me,che mi guarda da non so quale posto nonostante io non sia credente ora è l'unica cosa a cui mi aggrappo.Leggo ogni giorno la sua lettera e non credevo che il mio cuore si potesse spezzare di più.Ogni giorno sono sempre più lontana dalla luce,come se fossi in una stanza completamente buia e mi allontanassi sempre di più da quello spiraglio.Non so se riuscirò a diventare come prima o se questo dolore mi trascinerà con sé.Io voglio stare meglio,lo voglio per me ma soprattutto perché è quello che desiderava James,ma proprio non ci riesco.
So che per questo però ho bisogno di Alexander,non so come avrei fatto senza di lui.È stato per tutto questo tempo al mio fianco,comportandosi da vero amico e non lasciandomi un attimo sola.
Anche se adesso non ne sono in vena,ho capito finalmente chi tra i due avessi amato di più e la risposta è Alexander.
Nonostante tutto,io e lui siamo qualcosa che a parole non si può spiegare,qualcosa che rimane nel tempo e che non viene cancellata.Mi rende felice e non chiedo altro.
Con Oblivion di Bastille nelle orecchie cammino per i corridoi dell'università,cappuccio alzato sulla testa e mani nella tasca della felpa enorme che indosso.Siamo a fine marzo eppure fa ancora freddo come se fosse dicembre.
Guardo tutti con indifferenza e sento i loro sguardi insopportabile addosso ma non mi interessa.
Entro in palestra e mi siedo sugli spalti,non ho intenzione di fare 80 giri di campo e sgobbare come un mulo.Ho anche lasciato le cheerleader,Liam non mi si avvicina nemmeno per chiedermi l'orario e sembro davvero un fantasma agli occhi degli altri.I professori hanno anche smesso di richiamarmi,ormai abituati alla mia assenza morale.Sanno che ho subito una grave perdita ed è per questo che mi giustificano,ma io non voglio questo.Non voglio compassione da nessuno.Quando passo nei corridoi tutti mi guardano come se fossi un alieno,sguardi finti preoccupati,bisbigli su come mi sia chiusa in me stessa. Ormai qui non parlo più con nessuno,mentre prima anche con i muri.Addirittura Stesy non mi rompe più il cazzo,il che è una benedizione.
Passo tutto l'ora ad ascoltare la musica e a giocare a Bottle Flip sul cellulare,amo quel gioco e ricordo che lo amava anche James.Ci giocavamo sempre insieme,ovviamente lui era il più forte.Mi sento più vicina a lui quando ci gioco o quando ascolto delle canzoni che collegavo a lui.
Esco dalla palestra e finalmente questa giornata scolastica è finita.Un vento freddo soffia sul mio viso,mentre cammino spedita verso i dormitori ma una macchina conosciuta attira la mia attenzione.
Alexander,poggiato alla sua auto mentre fuma una sigaretta è l'ottava meraviglia del mondo.Appena mi vede mi sorride ed io mi incammino verso di lui.
"Ciao"ricambio il sorriso.
"Ciao,come è andata a scuola?"
"Solita merda"faccio le spallucce.
"Oggi dove andiamo?"entriamo in auto.
"Tu hai voglia di un posto in particolare?"si gira a guardarmi prima di mettere in moto.
"Voglio andare al parco"annuisce e guida.È un mese più o meno che viene a prendermi da scuola tre volte a settimana,portandomi di qua e di là.Una volta siamo andati in un bosco disperso nel nulla e per poco non ci saremmo persi,un'altra invece ha preso il suo jet e l'ha guidato lui facendomi godere della vista di New York dall'alto.
Arriviamo al parco più vicino e poggia il braccio attorno alle mie spalle una volta usciti.Ci addentriamo all'interno e inizio ad osservarmi intorno,bambini che corrono qua e là e i loro genitori che li guardano fieri.
Pagherei oro per tornare bambino anche se la mia infanzia non è stata il massimo,ma i primi 7 anni li ricordo con il sorriso.Mi chiedo quanto sarebbe cambiata la mia vita se mio padre non fosse morto,se mia madre non sarebbe diventata la stronza egoista che è adesso.Non so che fine abbia fatto e sinceramente è meglio così.
"Che ne dici di un bel gelato?"mi indica il camioncino dei gelati e annuisco voracemente.
"Che gusto?"mi chiede alzandosi.
"Kinder Bueno"mi lecco il labbro e se ne va,per poi tornare con due coni grandi.
Batto le mani prima di iniziare a leccarlo,adoro il gelato.
Sento lo sguardo di Alexander addosso e mi giro verso di lui,notando i suoi occhi concentrati sulle mie labbra.Alzo le sopracciglia e inizio a leccarlo sensualmente,facendolo irrigidire.
"Crystal"sussurra ed io continuo per poi avvicinarmi a lui.Prende i nostri gelati e li butta a terra,per poi con un gesto mettermi a cavalcioni su di lui.Poggia le mani sul mio viso e mi bacia,è più da un anno che non sentivo il sapore delle sue labbra,se non fosse per qualche bacio a stampo alla caso.
Mi struscio sopra di lui mentre abbassa le mani sul mio fondoschiena,guidando i miei movimenti.
"Non immagini nemmeno da quanto tempo volevo farlo"sussurra,prima di tornare a baciarmi.Mi sento di nuovo viva.
Il mio mondo si è spento,mi importa solo di lui adesso.Io lo amo come il primo giorno che l'ho visto,come la prima volta che ci siamo baciati e come la prima volta che abbiamo fatto l'amore.Lo amo da sempre e continuerò a farlo,nonostante il tempo,nonostante tutto."Ho voglia di giocare a basket"gli dico appena passiamo accanto al campo.
Mi prende per mano e chiede il pallone a dei ragazzini che non esitano a darcelo.Alexander fa molta soggezione a chiunque,immagino a dei bambini.Alto e grosso,pieno di tatuaggi e con uno sguardo gelido che congelerebbe anche l'Africa.
Mi levo la felpa,per il caldo ed ho una canotta nera e un leggins.Mi squadra da capo a piedi e vorrei tanto sapere a cosa sta pensando.Approfitto della sua distrazione per prendergli la palla e cerco di fare canestro,ovviamente con scarsi risultati.
"Qualcuno qui è scarso"mi prende in giro e incrocio le braccia al petto mentre va a prendere la palla dove l'ho buttata.
"Non è vero,solo solo un po' arrugginita"sorride prima di mettersi in posizione come un vero giocatore e fare canestro.
"Da questa distanza ci riuscirei anche io"mi guarda con sfida e si allontana di molto,arrivando quasi alla metà.Si concentra e non so come,riesce a fare canestro.
"Dicevi?"si avvicina e io gli prendo la palla,tirando ma niente ancora.
"Vieni qui"sbuffo andando da lui.
"Devi metterti così"me lo fa vedere e io lo copio.
"Prova a tirare"mi sussurra all'orecchio e poggia la sua erezione sul mio sedere.
"Così non vale"mi mordo il labbro.
"E così?"mi sposta i capelli tutti su un lato e inizia a baciarmi lentamente il collo.Lascio cadere la palla e socchiudo gli occhi a quel piacere.Pelle d'oca e ormoni a mille,quanto mi era mancato sentirmi così.
"Che ne dici se ce ne andiamo?"sussurra ed io annuisco dando il pallone ai bambini.
Alexander è la ragione per cui starò meglio.Mi basta averlo vicino per essere completa.

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Another Love
Romance"La vita è un inferno,ma se incontri il demone giusto scopri che col fuoco puoi anche giocarci"