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Alexander Pov's

Dopo essermi svegliato su uno scomodo divano di un locale,sono corso a casa a farmi una doccia.Oggi uscirà John e la mia testa potrebbe scoppiare da un momento all'altro.Il pensiero che potrei vedere la sua faccia a momenti mi manda in tilt.Sono stato 10 anni tranquillo,consapevole che lui era dove meritava di stare e ora tutto sta per cambiare.Ma infondo è questo quello che ho sempre desiderato:averlo di fronte a me e sputargli tutto il male che mi ha fatto,per poi spararlo facendolo scomparire dalla faccia della terra una volta per tutte.Il mondo è già pieno di merda e lui non aiuta la situazione.
Esco dalla doccia e avvolgo il mio corpo con l'accappatoio,scendendo al piano di sotto.L'altra sera Logan è partito per un weekend romantico' con Charlotte e dovrebbe tornare tra qualche ora.Non vedo e non sento Crystal da giorni ma credo sia meglio così, se ci allontaniamo da questa sottospecie di rapporto morboso che abbiamo creato è meglio per entrambi.
Non voglio immischiarla nella mia vita e metterla in pericolo,non voglio nessun altro peso da portare sulla coscienza.
Ripenso alle sue parole,'ti amo da impazzire' e ancora non ci credo.Fa una strana sensazione essere amato,non mi era mai capitato seriamente.L'unica forma di amore che conosco è quella che ho con Logan,un bene che va oltre tutto.
È l'unica persona a cui abbia mai tenuto.

"Ciao fratellino"entra sparato in camera mia,buttandosi sul letto.
"Com'è stato?"chiedo sorridendo.
"Meraviglioso"dice con gli occhi a cuoricino.
"Pensavo di trovarti con Crystal"
"Smettila di sperare che all'improvviso mi innamori di lei"alzo gli occhi al cielo.
"La speranza è l'ultima a morire"mi fa l'occhiolino.
"Vado a farmi una doccia"si alza ed esce dalla stanza.
Il telefono squilla e vedo che è Bob,quindi mi allarmo all'instante;non mi chiama mai.
"Pronto?"rispondo subito.
"Alex tuo padre è stato avvistato alla Sant'Ana Hevenue,è uscito da un BMW,con un completo elegante"sono sempre più confuso.
"Quando?"
"Poche ore fa"
"Chi te l'ha detto?"
"Dei miei informatori"
"Va bene,grazie per l'informazione"stacco e vado in cantina.
Tolgo la parte del parquet rotta,dove nascondo le mie armi e prendo la mia Glock Gap.45.
Salgo di sopra e vedo Logan parlare a telefono,sbiancare tutto d'un tratto.
"Alex abbiamo un problema"sospira appena mi vede.
"Hanno Crystal"
"Che?"non credo a quello che sento.
"Charlotte ha trovato un biglietto in cucina.'Se volete Crystal,Alexander McQueen deve venire a Sant'Ana 34 street,entro le 22 di sabato sera,Dark Shadows'"
"Figlio di puttana"butto tutto a terra,tirando pugni e calci al muro,finché uno schizzo di sangue non sporca la parete.
"Calmati"mi prende per le spalle.
"Ora dobbiamo solo andare lì"
"Devo andare lì,tu non verrai"
"Io devo venirci"
"Ho detto di no,Logan"ripeto.Non voglio che si immischi in faccende che non gli riguardano,né metterlo in pericolo.
"Conosci quanto me quanto fa schifo quella gente,come puoi pretendere che io non voglia venire con te?"
"Proprio perché lo so che voglio che tu ti faccia da parte"esco di casa,entrando in macchina.
I Dark Shadows era la mia gang,quella che si è divisa dopo l'arresto di mio padre.Giravano delle voci della loro unione,ma non ho mai voluto ritornarci.Ormai non faccio più quelle cose.
Il solo pensiero che lì con loro c'è Crystal mi fa impazzire.Non so cosa le stiano facendo,se sta bene,se è spaventata.Ho sbagliato a farla entrare nella mia vita,non meritava di finire nei casini per colpa mia.Non so perché mi ostini a starle vicino,a vedere come la sua pelle rabbrividisce a contatto con la mia,o di sentire il suo battito cardiaco che aumenta mentre bacio il suo collo che profuma di vaniglia.Una continua sfida,prima mi allontana poi torna.
È una brava ragazza,l'unico sbaglio che ha commesso è stato conoscermi.Rovino tutto ciò che tocco e ho finito per rovinare anche lei.

Dopo aver fatto giri immensi con la macchina,mangiato fuori e fumato minimo 15 sigarette sono le 22.Il punto d'incontro era un parcheggio completamente desolato.Un bel posto per passare inosservati.
"Buonasera,figliolo"al suono di quella voce rabbrividisco.Mi giro lentamente e lo vedo,dopo 10 anni.Non è cambiato molto,solo il primo accenno di rughe e il viso più marcato.
"Non chiamarmi in quel modo"dico riluttante.Non riesco a guardarlo.
"Nessun abbraccio?Un 'mi sei mancato'?"
"Non sono in vena di battute,dov'è Crystal?"
"Crystal?Ah si riccioli d'oro.Te la sei scelta bene,è un bocconcino"chiudo la mano in un pugno.
"Dov'è Crystal"ripeto,scandendo bene le parole.
"In compagnia del piccolo James" e come una doccia gelata mi vengono in mente tutti i miei momenti con lui.James Whittmore è stato un mio grande amico,siamo cresciuti insieme finché non gli ho voltato le spalle,partendo per New York.È una delle poche cose di cui mi pento,averlo lasciato solo per sopravvivere,ma non ho potuto fare altro.Dovevo cambiare vita al più presto e avere ancora legami con il passato non mi avrebbe portato da nessuna parte.Così ho dovuto lasciarlo solo.
"Sai mi aspettavo almeno una visita"si poggia alla sua auto,con le braccia incrociate.
"Una visita dici?Credi davvero che te la saresti meritata dopo tutto quello che hai fatto?"lo guardo sconvolto.
"Sarei dovuto venire a trovarti?A trovare 'l'uomo' che ogni sera tornava ubriaco e drogato,che violentava mia madre,picchiandola e umiliandola anche da lucido.'L'uomo' che mi ha condannato,portato a spacciare droga solo all'età di 13 anni perché tu eri nella merda fino al collo e non potevi farti vedere dalla gente che ti eri messo contro.Hai mandato tuo figlio,quello che hai fatto picchiare,inseguire e quasi morire.Sarei dovuto andare a trovare quello scarto umano che per i guai in cui si era messo,ha messo in pericolo la sua stessa famiglia,lasciando sua moglie,MIA MADRE,morire venendo impiccata davanti casa,messa lì come se fosse un trofeo.Sei stato un padre schifoso,un marito di merda ma soprattutto un uomo indegno di esistere.Un vero abominio"sputo tutto l'odio che provo nei suoi confronti,non cessando mai di guardarlo dritto negli occhi.Ho bisogno che quegli occhi,identici ai miei,mi guardino mentre gli punto la pistola contro.
"Sono stato mandato qui per ucciderti ma non è quello che farò.Ci sono persone che hanno preso il potere contro la quale non puoi metterti,non da solo.Uno di loro si chiama Kol,è stato lui a farmi scagionare,ed è tuo fratello.Ho tante cose da dirti ma devo prima chiederti scusa per tutto quello che ti ho fatto e per quello che ho fatto a tua madre"
"Non mi servono le tue scuse del cazzo"
"C'è tanta gente che ti vuole morto Alex,io potrei esserti d'aiuto"insiste.
"Non ho bisogno del tuo aiuto"premo il grilletto senza esitare e lo vedo cadere sul suolo,con una pallottola in fronte.Mi sento incredibilmente bene,con un peso in meno.Ho aspettato anni per arrivare a questo momento.
"Questo è per te,mamma"chiudo gli occhi,sereno.
"Sei stato grande"Logan.
"Ti avevo detto"mi interrompe.
"Lo so ma non mi interessa"mi sorride e mi abbraccia.
"Perché è venuto da solo?"mi chiede confuso.
"Non lo so,ma credo che facesse parte tutto del suo gioco"
Mi chino e prendo dalla giacca il suo telefono.L'ultimo numero chiamato è segnato come Kol,così faccio partire la chiamata.
"Papà?"risponde.
"Riprova"
"Alexander"il suo tono di voce cambia.
"Azzeccato"
"Cosa ci fai con il telefono di John?"
"Beh perché lui è qui,di fronte a me,cioè morto e steso a terra"
"Come hai osato"
"Tra un po' mi pregava di premere il grilletto,ha detto che lo hai mandato tu qui ma non aveva intenzione di uccidermi.'Papà'?Sei davvero così disperato da chiamarlo così?A stento è...era un uomo,figurati padre"
"Non dovevi farlo"ripete.
"Voglio Crystal"mi attacca il telefono.Provo a richiamarlo ma non risponde più.
"Vaffanculo"
So che potevo aspettare prima di premere il grilletto,ma non avevo alcun controllo sulle mie azioni,volevo solo che scomparisse.
"Non ti sembra strano?"si guarda intorno confuso.
"Cosa?"rispondo.
"Insomma,si è lasciato ammazzare.Non credo che John McQueen,l'avrebbe mai fatto"
"Credi che ci sia qualcosa sotto?"domando.
"Non ne sono sicuro ma mi sembra tutto troppo facile"
"Ora dobbiamo solo pensare a liberare Crystal,chiamo Bob cerco di scoprire qualcosa"prendo il telefono.

Crystal Pov's

Non so da quanto tempo sono chiusa qui dentro,sporca,puzzolente e sola.Non passa un filo d'aria qui dentro e c'è puzza di chiuso e polvere dappertutto.Ho provato ad ogni modo a rompere le catene ma ho finito per farmi insanguinare i polsi.Non so cosa stia succedendo lì fuori,se Alexander sta bene.
Ho così paura che gli sia successo qualcosa,non riuscirei a vivere con questo peso.Non riuscirei a vivere senza di lui.Il pensiero di lui è l'unica cosa che mi spinge a non arrendermi,mi aggrappo a quello che provo per lui.Non c'è altra cosa più forte di questo.
All'improvviso,la porta si apre con il solito rumore fastidioso e viene con un piatto LJ,l'unico simpatico.
"Ecco la cena"pollo con le patate.
"Sto cercando di convincere il capo a metterti in un'altra stanza,magari non legata"mi aiuta a mangiare.
"Te ne sarei grata"gli sorrido dolcemente.
"Sai per quanto dovrò restare qui?"
"Per sempre"sbarro gli occhi,come sarebbe a dire?
"John,il signore di prima,è stato ucciso.Da Alexander"rimango ferma e immobile senza emettere fiato.
"Alexander?"ripeto,sperando di non aver sentito bene.
"Si"sembra quasi dispiaciuto a dirmelo.
Ripenso alla conversazione con quel John,davvero spaventoso.

"Tu devi essere Crystal"mi sorride e un brivido percorre la mia spina dorsale,come se sentissi la morte addosso.
"Si"sussurro riluttante,già non mi piace.
"Io sono il padre del tuo amico Alexander"all'improvviso mi ricordo che è quel mostro di cui mi aveva accennato Alexander.
"Cosa vuoi da me?"
"Niente,volevo solo vedere la figlia della mia vecchia amica"mi fa l'occhiolino e per poco non vomito.
"Lascia stare Alexander"lo avverto.
"Tranquilla,non gli torcerò nemmeno un capello"mi gira intorno.
"Ho in serbo altro per lui"
"In che senso?"
"Sono sicuro che mio figlio vorrà uccidermi quando mi vedrà,diciamo che abbiamo dei trascorsi burrascosi, ed io lo lascerò fare.Ed è proprio qui che entra in gioco il mio figlio preferito,Kol.Gli renderà la vita un inferno.Gli sequestrerà la sua ragazza del cuore,il migliore amico e tutti quelli alla quale lui abbia mai tenuto.Gli lascerò premere il grilletto,affinché lui viva un quarto della vita che ho vissuto io.Voglio che sappia che lui non è migliore di me"
"Come puoi definirti padre dopo tutto quello che stai dicendo?Vuoi infliggere al tuo stesso sangue una pena che non merita"sbotto schifata.
"Se lo merita.Come ha meritato di morire quella puttana della madre.Sono sempre stati contro di me,li sentivo parlare male di me ogni giorno"
"E non ti sei mai fatto due domande?"
"Non provocarmi piccolina"mi sorride inquietantemente.
"Perché non ti ammazzi da solo"biascico.
"Voglio dargli la soddisfazione di farlo,magari sì sentirà bene per un po' e poi vedrà tutto andare in fumo"
"Ho vissuto fin troppo nella merda,mi sono stancato"sorride e sento che il peggio deve ancora venire.

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