Capitolo 6

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Il medico prese in mano il bracciale, esaminando se fosse autentico. Nel frattempo la sua assistente aveva fatto stendere Yar su di un lettino malandato. Ad Aura venne in mente che il medico aveva chiamato Yar per nome, fu incuriosita da questo, magari si conoscevano già.

<<Avete chiamato Yar per nome>> esordì, guardando il ragazzo invece dell'uomo con il quale stava parlando <<Vi conoscevate già?>>

<<Il padre di Yar era uno dei ribelli che partirono per il confine quando il vostro, qualche mese fa, decise di far radere al suolo una cittadina solo perché il suo consigliere aveva raccontato una storia senza senso, morì cercando di salvare il fratello maggiore di Yar, che però venne ucciso poco dopo>> disse, fermandosi qualche secondo dall'esaminare quel gioiello <<Lui era troppo giovane per combattere, la madre, Selene...beh lei ha sempre amato aiutare il marito e gli altri ribelli, ma era incinta, non poteva partire, ha partorito due settimane fa>>

<<Per questo io e Cameron siamo venuti a rubare del cibo dalle cucine reali, io e mia madre non mangiamo da cinque giorni, la mia sorellina invece da due, è troppo piccola per digiunare, ma se mia madre non si nutre non può allattarla>> disse Yar, scosso da un sussulto, che doveva nascondere i singhiozzi.

Se quel cuoco avesse tenuto la bocca chiusa adesso Yar starebbe bene, la sua famiglia avrebbe da mangiare, ma per quanto? Sarebbero dovuti tornare a rubare presto. Poi, se non lo avesse salvato adesso non sarebbe a conoscenza della reale condizione del suo popolo. Poi collegò: una città distrutta dalle accuse di Anghel, nello stesso arco temporale del suo ritorno. Suo padre non aveva convocato i soldati, aveva direttamente raso al suolo il borgo. Il medico ormai esaminava quel bracciale da quasi dieci minuti, ancora doveva guardare le condizioni di Yar, iniziava a preoccuparsi, sia per lui che per la bambina che dovevano recuperare, che in questo momento magari era anche morta dissanguata. Scosse la testa per scacciare quel pensiero che non faceva altro che metterle ancora più ansia di quanta già ne avesse. 

<<Pensa che la principessa di Romania vada in giro con gioielli finti?>>

<<Non mi fido di voi Maghiari>>

<<Mi mancava sentire questa frase, nelle ultime ore l'avrò sentita solo una dozzina di volte>>

<<Dovreste aspettarvelo, la famiglia reale non è molto amata, anche se mi incuriosisce che siate in giro liberamente per il villaggio, vostro padre non teme per la vostra vita?>> disse l'assistente, sistemando un cuscino dietro la testa di Yar.

<<Quell'uomo teme solo per sè stesso, se dovesse scegliere tra il potere e i suoi figli sicuramente sceglierebbe il potere>> disse il dottore, una volta assicuratosi che il bracciale fosse autentico ed averlo riposato sul tavolino. 

<<Voi non conoscete davvero mio padre>> è peggio di come lo descrivete, pensò.

<<E non ci importa conoscerlo, come a lui non importano le condizioni del suo popolo>> disse Cameron, tenendo gli occhi fissi sul lettino di Yar e i denti stretti.

<<A me importa, altrimenti non sarei qui>>

<<Voi non siete la regina, principessa>> disse il medico, mentre finalmente si degnava di alzarsi e prestare attenzione al ragazzino semi cosciente sul letto. 

L'uomo aveva ragione, lei non aveva potere, non ancora, non finché Anghel era ancora nelle piene grazie del padre, non finché Rufus non prendeva il suo posto. Ma era troppo preoccupata per pensare ad un piano dei suoi, Yar aveva tenuto duro fino a quel momento ma le sue condizioni erano peggiorate, si vedeva da lontano un miglio che stava male, molto anche. La donna iniziò a spogliare Yar, per ripulire le ferite e la polvere che poteva causargli un'infezione. Mentre toglieva la grande camicia del ragazzino, Aura non poté fare a meno di osservare come, anche ad undici anni, egli avesse un fisico ben definito, tonico, anche se molto pallido, nonostante la polvere e il sangue. Quando abbassò i pantaloni distolse lo sguardo, accorgendosi che Cameron la fissava con un ghigno malizioso stampato in volto, che la metteva a disagio più del sapere che ad un paio di metri c'era un ragazzino quasi nudo che gemeva di dolore a causa delle pezze che la donna usava per ripulirlo e rinfrescarlo. Tenne quindi gli occhi puntati sul medico, che stava mescolando i contenuti di alcune ampolle e delle erbe in un mortaio di rame. A nove anni stava lì, ad immaginare il corpo di Yar, basandosi su quello che aveva visto fino ad allora. Rufus aveva sempre spinto lei e suo fratello ad apprezzare la bellezza dei giovani corpi umani, attraverso lo studio dell'antica poesia e arte classica. Adesso le ronzava in mente di esaminare le proporzioni del corpo di Yar, per verificare se rispecchiasse le proporzioni tanto amate dal suo maestro e dagli antichi scultori greci. 

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