Capitolo 63

5 1 0
                                    


Mentre Joseph usciva dalla villa, venne fermato da Vali, che lo informò che stavano tornando al rifugio e di raggiungerli lì appena Aura si fosse decisa a tornare. Era la fine del tramonto, il cielo era diventato ancora più grigio, non era saggio viaggiare con i Caini Orbi nei paraggi e senza la loro protettrice, ma non potevano aspettare ancora che si decidesse a partire. Cayl e Siana, che ormani non avevano più motivo di restare in quella villa da soli, partirono con i ribelli, portando con loro il poco che era rimasto. Joseph iniziò a vagare da solo per i boschi, mentre gli altri tornavano indietro.

Yar camminava davanti al gruppo, più sulla destra, non volendo fastidi. Quando arrivarono al pozzo, trovarono Amara e Kiro che avevano appena finito il turno di guardia e due ragazzini che lo stavano per iniziare. Amara iniziò subito ad arricciarsi i capelli con un indice, sbattendo innumerevoli volte le ciglia mentre guardava Yar. Gli si avvicinò in modo ammiccante, ondeggiando i fianchi a destra e a manca. Sorrise in modo accomodante, parandosi davanti al ragazzo corvino e passando delicatamente una mano sui suoi bicipiti.

<<Bentornato Yar, è andato tutto bene?>> continuava a sbattere le ciglia in un modo che a Vali diede i nervi, Yar annuì con l'espressione stanca <<La principessa e il suo cavaliere non sono con voi?>>

"Questa battutina stupida su mia sorella e Joseph te la potevi risparmiare, stupida oca giuliva dei miei stivali" pensò Vali, ringraziando che la sorella non fosse lì ad assistere.

<<No, la principessa Aura e Joseph sono ancora alla villa, controllano che tutto sia in ordine>> rispose Uline, già notando la faccia da pesce lesso di Yar.

<<Bene>> disse sorridendo languida <<Vogliamo entrare? C'è umidità qui>>

"Umidità? Ma questa ha visto dove stiamo vivendo?", pensò Vali, trattenendo l'impulso di sotterrare quella ragazza solo grazie alla presa di Cayl sul suo braccio, che lo teneva buono. Scesero per il pozzo, sentendo una leggera frescura in più rispetto al fuori. "Chissà dov'è mia sorella?!" si chiese Vali, guardando poi Yar stare al gioco con le avanche di Amara "Lui non sembra tanto preoccupato". Uline doveva essersi accorta che il biondo fissava quei due, si avvicinò a lui e gli parlò sotto voce.

<<Si sono lasciati>>

<<Chi, Aura e Yar?>> lei annuì e lui scosse la testa <<Impossibile>>

<<Quando sono usciti fuori a parlare non hai sentito le urla e i pianti?>> chiese, ma lui scosse di nuovo la testa <<Quando sono rientrati, lei è corsa sul tetto in lacrime e Joseph l'ha seguita, Yar invece se ne stava impalato sulla porta con gli occhi gonfi e rossi>>

<<Vedo quant'è disperato>> disse lui, guardando Yar si avviava com Amara verso la camera di quest'ultima.

<<Non si è ancora reso conto di cosa sta perdendo>>

Yar lo stava facendo per ripicca, lei aveva cercato di sedurlo e nella sua mente si era innescato subito un piano contorto su come usarla per riprendersi Aura. Lei pensava di essere finalmente riuscita ad attrarre il corvino, il bel ribelle dagli occhi solo per la principessa. Lui, nel frattempo, non pensava che ad Aura. Suo fratello le avrebbe detto che si era appartato con Amara, di cui lei era mortalmente gelosa, che li avevano sentiti scopare, che avevano dormito insieme, magari lei lo avrebbe anche visto uscire dalla sua stanza la mattina dopo. Voleva renderla gelosa, voleva farla soffrire per riaverla, l'errore più grande che un uomo possa commettere: credere che far ingelosire una donna con un'altra funzioni ad attrarla. Ma quella notte i due non mangiarono, si nutrirono solo del corpo dell'altro. Lui era rabbioso, completamente materiale, famelico, quasi un animale. Sfogava la sua frustrazione sul e dentro il corpo della ragazza. Avrebbe voluto far sentire e Vali le sue urla, ma non assomigliava nemmeno lontanamente ad Aura, perciò tenne sempre gli occhi chiusi e una mano a tapparle la bocca. Lei ne era sempre più rapita, questa sensazione di sentire che lui aveva il controllo la alzava a diversi stadi di eccitazione. Ma non era come il sesso con Aura: lei voleva il controllo, Amara no; lei ti trasportava prima del rapporto, Amara andava subito al sodo; lei era un piacere da ascoltare, i gemiti di Amara sembravano dargli fastidio. Nemmeno la sensazione di starle dentro era paragonabile a quella che provava con Aura. "E se adesso lei e Joseph stessero scopando?". Il solo pensiero lo fece diventare ancora più rude, iniziò a dare spinte più veloci e pesanti, strinse la presa intorno alla bocca della ragazza sotto di lui. "Non poteva scopare con lui, lei era sua". Venne dentro la ragazza, non pensando minimamente al rischio di metterla incinta. Insieme al suo sperma, gocciolava anche una minima macchiolina di sangue, forse dovuta al modo rude in cui aveva trattato la ragazza, come fosse una puttana. Come se fosse in grado di sostituirla. Si gettò accanto alla ragazza, mentre lei si rimetteva in sesto.

The Power's choiceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora