Capitolo 14

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Aura stava seduta sul letto di suo fratello. Non poteva tornare nella sua, non perché fosse ancora piena di sangue e con due cadaveri raccapriccianti dentro, bensì perché rivedere un’altra volta quel letto, quelle coperte, rivedere il suo riflesso nello specchio sul comodino, le farebbe rivivere mille altre volte quanto le era successo. Avrebbe dormito con Vali finquando non avessero trovato un’altra sistemazione. Per lei questo era ottimo, adesso pensava solo a tenerlo il più vicino possibile, non tanto per lei quanto per proteggere lui: avevano minacciato il fratello, uno di loro era ancora vivo, non erano al sicuro!
Sulla porta, Rufus discuteva con due nobili d’arma locali, pretendendo il ritrovamento al più presto del terzo stupratore.

<<Sapevano che la principessa era sola, l’uomo potrebbe tornare con altri, dovete prenderlo>> disse con tono duro ed aspro Rufus.

<<Ci servirebbero dei dettagli sull’uomo per trovarlo, se la principessa potesse dirci qualcosa..>>

Aura non prestava attenzione alla conversazione, era come in trance, mentre suo fratello le accarezzava i capelli per rilassarla, ripetendole che andava tutto bene, che era al sicuro, che lui era lì con lei, ma niente sembrava alleviare il dolore e la paura che provava, i suoi tremolii leggeri ed isterici. Alla domanda dei due nobili il fratello la scosse un po’ per ridestarla.

<<Per trovare l’uomo abbiamo bisogno di informazioni, dettagli che ci aiutino a riconoscerlo>> ripetè la guardia.

<<Avevano minacciato di tornare per mio fratello>> sembrava rapita, in un’altra dimensione <<Per questo li ho uccisi>> era isterica, lo sguardo fisso nel vuoto e gli occhi sgranati. Non voleva rivivere nemmeno un attimo di quell’inferno, ma lo doveva fare per Vali, o quel maiale l’avrebbe fatta franca <<Aveva più o meno l’età degli altri, sui quaranta, capelli castano chiaro con qualche piccola ciocca bianca, la pelle era chiara, non molto alto, ma grosso e grasso, puzzolente>> si stringeva le spalle con le proprie mani mentre cercava di mettere a fuoco la figura del bastardo <<Non mi sono soffermata molto sul suo aspetto, non so dirvi altro, tranne…gli ho fatto un taglio lungo tutto il braccio, usciva molto sangue>> finì di parlare con una lacrima che viaggava lungo tutto il viso, finendo per schiantarsi sulla clavicola.

<<Potete seguire le orme lasciate dal sangue in cui ha camminato, la sua stanza ne è un lago>> suggerì Vali.

<<Possiamo provare ma, se è un uomo con un minimo di furbizia…>>

<<Perché continuata a dire che è un uomo?>> sbottò Aura particolarmente scossa e irritata da quell’affermazione.

<<Voi avete….>>

<<Quell’essere mostruoso, insieme ai suoi due compagni ormai tra le grinfie delle furie, non ha nulla di umano. Un uomo, una persona, non violenta una bambina di nove anni in gruppo e poi minaccia di passare al fratello, solo un mostro si comporta così, voglio che come tale venga trattato: se voi lo risparmiate, sarò io ad ucciderlo con le mie stesse mani>>

Aura sembrava posseduta, gli occhi erano diventati improvvisamente di un viola più scuro, tenebroso, come il cielo notturno durante un temporale. Il suo volto era serio, la sua voce reclamava il sangue dell’ultimo stupratore con estrema compostezza. Vali la guardava quasi intimorito, Rufus annuì lievemente, era d’accordo con Aura, anche se non le avrebbe mai fatto sporcare le mani inutilemte, ci avrebbe pensato lui se fosse stato realmente necessario.

<<Non direte sul serio principessa, siete una bambina>>

<<Se andate a dare un’occhiata ai cadaveri nella stanza adiacente noterete che tanto piccola non è per niente. Vi conviene ascoltarla, è distrutta adesso, nel pieno delle sue facoltà è capace anche di peggio>> disse Rufus sorridendo sotto i baffi, sentendo il disagio palpabile dei due soccorritori <<Non vorrete che anche Napoli finisca sulla lista nera del regno di romania?!>>

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