Capitolo 44

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<<Non vedo molte guardie>> affermò Kiro, guardandosi intorno.

<<Merito del capo>> disse Uline, riferendosi ad Aura.

Aveva rivelato solo a pochi del suo piano, soprattutto riguardo ai loro aiutanti dall’estero. La cosa importante era che stava funzionando. Il re sapeva di essere in pericolo, sapeva che il continuo rimandare della prova da parte di suo figlio era un male ed un bene. Doveva tenere la strega a palazzo per proteggersi, non aveva tempo o possibilità di farla arrivare sul confine, non poteva nemmeno rischiare che avesse poche energie oscure per difendere il palazzo in caso di attacco, quindi niente maledizioni a distanza. Aveva dovuto mandare la stragrande maggioranza dell’esercito sul confine.

Il giorno dopo aver preso la decisione di fare l’attentato alle mura, Aura aveva iniziato una lunga sessione di sogni lucidi in cui cercava di connettersi con il re o con il principe di Francia. Voleva che il re tenesse fede alla parola data, sperando che non fosse come il re di romania. Non si era mai connessa tramite i sogni prima d’ora, le ci vollero diverse ore per mettere a punto la tecnica, ma entro la serata fu capace di chiudere gli occhi ed entrare nei sogni del principe. Fortunatamente per lei, essendo fortemente stanca dato la marcia forzata con cui aveva portato avanti l’allenamento con Uline, il principe non era come gli altri ragazzi della loro età, a poche ore dal tramonto stava già dormendo. Vide quello che sognava il principe di Francia: erano in uno splendido vigneto, sembrava la borgogna, Marcello gliene aveva parlato come del più bel campo per il miglior vino; il sole batteva forte sulla campagna e passava un venticello leggero e rinfrescante; il principe andava al trotto per il sentiero tra i vigneti su un bellissimo purosangue dalla capigliatura nera e il manto bordeaux. Aura lo vide cavalcare verso di lei, sembrava sorpreso di vederla. Credeva che non ricordasse il suo volto, eppure vedeva una faccia interrogativa non perché non riuscisse a riconoscerla, sembrava più che si chiedesse cosa ci facesse lì. Inclinò la testa di lato e fermò il cavallo, scendendo per pararsi davanti a lei.

<<Vi ricordavo più piccola, principessa>> affermò, il suono della sua voce sembrava diverso dalla realtà, quasi distorto.

<<Siamo entrambi cresciuti, non ci vediamo da tanto>>

<<Si, ma io non dimentico il tuo ghigno ogni volta che sapevi di avere ragione>>

<<Ricordi il patto fatto quella sera?>> chiese.

<<Vuoi riscuotere il premio?>>

<<Voglio che teniate fede alla parola data>>

<<Perché ti sto sognando?>> chiese improvvisamente <<Il sogno è mio, quindi o sono improvvisamente ossessionato da te o…come fai ad essere nel mio sogno?>>

<<Magia, non avevo tempo di mandare qualcuno da voi>> disse <<Convinci tuo padre che sono stata davvero io a parlarti, ascoltami bene adesso>> poi afferrò il viso del ragazzo, ma non sentiva la consistenza del volto sotto i palmi <<Tra cinque giorni l’esercito di tuo padre dovrà essere schierato fuori le mura della romania a sud, sud-ovest ed ovest, per attirare le truppe al confine>>

<<Abbiamo ricreato da poco l’esercito, cosa ci dice che non faranno tutti di nuovo la stessa fine?>>

<<La strega non ci sarà questa volta, deve proteggere il palazzo reale e il re>> cercò di convincerlo la ragazza <<Abbiamo un patto, avrete a che fare solo con l’esercito>>

<<Una guerra in questo momento…>> sembrava preoccupato, come se stesse accadendo qualcosa in Francia che lo turbava.

<<Non dovete muovere una guerra, solo fingere, occupare il confine e tenere l’esercito reale impegnato>>

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