Capitolo 31

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<<Non voglio nemmeno immaginare cosa sia successo in quella foresta per farla reagire così>>

Aura sentì la voce di Yar, mentre riapriva lentamente gli occhi, riadattandoli alla luce. Era stesa su un letto sottile e duro, senza cuscino. I suoi vestiti erano spariti, ma una coperta le copriva tutto il corpo. Le candele presenti nella stanza la illuminavano come il sole illumina i campi a mezzogiorno.

<<Fidati, non ho intenzione di dirlo>> affermò, mettendosi a sedere mentre i due si giravano verso di lei sorpresi, non essendosi accorti che si era svegliata.

<<Ti sei svegliata>> disse Yar, avvicinandosi per passarle i suoi vestiti.

<<Eravamo preoccupati>> disse Marcello, mentre entrambi si voltavano per permettere alla ragazza di vestirsi.

<<Perché mi avete spogliata?>> chiese lei, con uno sguardo incuriosito.

<<I vostri vestiti erano bagnati, siete caduta tra la neve, stavate gelando>>  giustificò il napoletano.

<<Ti ho spogliata io, Aura>> disse Yar <<Lui non guardava, troppo timido ed imbarazzato>>

<<Non mi è nuova questa cosa>> sussurrò lei, facendo ridere il ragazzo.

Dopo che Aura si fu rivestita si sedettero a tavola. La stanza era piccola, vuota, alquanto sporca, c’erano solo un tavolo con quattro sedie e quel letto. In compenso c’erano tante candele. Yar le versò un bicchiere d’acqua, che lei mandò giù in un solo sorso.

<<Dove siamo?>> chiese lei, asciugandosi le labbra con il polsino della giacca.

<<Nella prima bettola che abbiamo trovato>> disse Yar <<Non potevamo girare troppo con la principessa svenuta e un cavallo rubato da palazzo>>

<<In effetti>>

<<Tra quanto credete che sarete pronta per affrontare la scelta?>> chiese Marcello.

<<Non lo so, non è una cosa da prendere alla leggera>>

<<L’ultima volta che abbiamo parlato eri pronta a affrontare il tuo dovere, cos’è cambiato?>> notò Yar.

<<Ho incontrato un mio antenato nella foresta>> ricordò la ragazza, con la fronta corrugata <<Duecento anni fa, morì perché fece la stessa scelta che avrei voluto fare io, senza essere pronto>>

<<Come si fa ad essere pronti per una cosa del genere?!>> quella di arcello sembrò più un’affermazione che una domanda.

<<Vorrei saperlo anch’io>> confessò la riccia.

<<Appena calerà il sole andremo al rifugio>> disse il ragazzo, sistemandosi qualcosa nel giacchino.

<<Prima devo recuperare una cosa a palazzo però>> affermò lei.

<<Cosa?>> si risvegliò Marcello <<Siete impazzite, volete andare nella tana del lupo?>>

<<Sono d’accordo con lui>> disse l’altro, guardandola intensamente <<Non possiamo andare a palazzo, ti ricordi di essere morta vero?>>

<<Quando mio fratello e il mio maestro torneranno saranno tutti in subuglio per loro, non faranno caso a noi>>

<<Quando?>> chiese già impaziente l’asiatico <<Non possiamo perdere troppo tempo>>

<<Per quanto ho dormito?>>

<<Un giorno e mezzo>> disse rapidamente il più grande.

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