Capitolo 12

23 3 5
                                    


Aura correva, lei era veloce, aveva lasciato indietro persino Joseph. Arrivò prima degli altri due alle porte della sala del trono, dov’era attesa. Aspettò che il fratello e l’amico la raggiungessero, non volendo andare da sola al suo funerale. Correndo aveva ripensato alle parole di Anghel, ma quella guardia non poteva aver trovato o costruito una prova in così poco tempo. Mentre veniva raggiunta dai due ragazzini le venne in mente un particolare che avrebbe volentieri evitato di ricordare: le scarpe. Quando erano scappati dalla scena del delitto avevano gettato via le scarpe sporche di sangue, nessuno in quel villaggio avrebbe potuto permettersele. Sperava che non avesse fatto del male a Rufus per averla coperta, sperava di non trovarci anche Yar o il simpatico oste. Appena ebbe al suo fianco il fratello, aprì la porta ed entrò nella grande sala spoglia. Girando lo sguardo lateralmente, mentre avanzava, vide Joseph nascondersi dietro un pilastro in prima fila per lo spettacolo che si preannunciava. Arrivarono uno di fianco all’altra fino ai piedi della ampia scalinata che portava al trono del padre e a quello vuoto della madre. C’erano Rufus ed Anghel ai lati opposti della scalinata, vicino al consigliere c’era quella guardia con cui parlava prima e quella coppia di criminali da cui si erano dovuti difendere quella notte.

<<Sire, questa coppia ha denunciato un’aggressione da parte di tre bambini, due maschi e una femmina. Signori, riconoscete la bambina?>> espose e chiese Anghel con un sorrisetto bastardo che lei volentieri avrebbe voluto scorticare via da quella faccia altrettanto fastidiosa.
<<Si, è la principessa>> disse l’uomo indicando Aura.
<<Una guardia ha anche trovato le scarpe che ieri indossava la principessa in un vicolo davanti ad una taverna dove si è consumato un triplice omicidio, una bambina, il protettore e il cliente>> continuò Anghel, inebriandosi dell’espressione demoralizzata e spaventata che Aura voleva contenere, ma il suo respiro si faceva sempre più corto <<Le scarpe hanno le suole sporche di sangue>> terminò, mostrando le scarpe ai presenti.

Calò il silenzio nella sala, Anghel sentiva che stava per toccare il ciele con un dito, mentre Aura si sentiva sempre più appesantita, il fratello con lei. Il re guardò le scarpe, poi la figlia, aspettando una sua reazione.

<<Come ho già detto poco fa al consigliere, non sono uscita dalla mia stanza questa notte>> disse lei, mantenendo la postura e lo sguardo ben alto, sfidando il nemico con gli occhi.
<<Queste accuse ti erano già state rivolte?>> chiese il re.
<<Questa mattina ho ricevuto la visita del consigliere nelle mie stanze, mi ha chiesto se fossi uscita dal palazzo questa notte; ma ovviamente come potevo? Le nostre guardie se ne sarebbero accorte. Se non sono uscita dalla mia stanza, come posso aver commesso i crimini di cui mi si accusa?>> iniziò, alterando di poco il suo discorso per renderlo perfetto <<Ma non credo che la mia risposta lo abbia soddisfatto>>
<<Su quali basi dite questa cosa?>> chiese Anghel, facendo un passo verso di lei adirato, fermandosi subito quando si accorse che il re lo guardava.
<<Poco dopo vi ho sentito chiedere a quella guardia di trovare una qualsiasi prova della mia uscita, che fosse vera o meno>> disse indicando la guardia <<Vedo che si è dato da fare, ma ho tolto le scarpe ieri sera prima dell’orario di cena, le ho lasciate fuori alla porta per farle ricucire, come potete notare ci manca una stringa>>

Era vero, ci mancava una stringa, una di quelle che aveva stracciato per darle all’assistente del medico affinchè andassero alla famiglia di Cameron. La scusa reggeva, era la migliore che potesse inventare, mezza verità come tutte le menzogne più belle, come le favole. La cosa che più la preoccupava era la certezza che Rufus avesse detto qualcosa prima del loro arrivo, ma non riusciva a capire se ciò che aveva appena detto si accordava con la sua versione, il maestro non lasciava intravedere nemmeno un’espressione.

<<Sta mentendo vostra altezza, è stata lei ad aggredire me e la mia signora questa notte, era persino più violenta dei due ragazzi>> urlò l’uomo.
<<Come potrebbe una bambina di nove anni mettere fuori gioco due persone grosse come voi?>> fece notare Rufus, sorridendo di sbieco mentre guardava Anghel.
<<Ve lo giuro maestà, adesso fa la preziosa, ma è la prima a provocarmi, doveva solo sapersi scusare come ogni femmina>> si zittì subito dopo aver finito quella frase, rendendosi conto di ciò che aveva appena detto.
<<Avete appena minacciato di usare violenza alla principessa?>> Rufus ruppe il silenzio.

The Power's choiceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora