Capiolo 59

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<<Che hanno scoperto?>> chiese Aura, mentre si aggiustava i capelli resi una criniera dal cuscino.

<<Qui ci siamo noi e qui villa Fassman>> disse Joseph, indicando i due punti sulla cartina <<Verso sud, invece, c’è questo stagno>> e adesso tutti si chiedevano dove volesse arrivare <<Sulle rive di questo stagno c’è una baracca abbandonata, dalla quale, a detta dei ragazzi, provenivano voci umane di due maschi>>

<<Quindi, se sono loro, non lo ha consegnato, il che è molto strano>> disse Aura <<Anghel paga i lavori solo a fatto chiuso>>

<<Non abbiamo considerato ch,e magari, non c’è la corona dietro tutto questo>> disse calmo Rufus <<Forse  ha solo pedinato voi due>> insinuò, indicando con il capo Aura e Vali.

<<Se fossero entrambe le cose?>> pensò ad alta voce Vali.

<<Non ha ricevuto il pagamento per non aver terminato il lavoro e adesso lo porta a termine rapendo Cayl per attirare noi e finire il lavoro per cui la corona lo aveva assunto>> disse, mentre guardava gli occhi del fratello.

<<Ci volete dire di che state parlando?>> chiese seccato Jude.

<<Ve lo spiego io più tardi>> disse Joseph, che Aura ringraziò con lo sguardo.

<<Se le cose stanno così, dobbiamo andare prima che gli faccia del male>> disse Vali, mentre entrava dalla porta con i capelli bagnati, il petto gocciolante e solo i pantaloni addosso.

<<Da quanto tempo ci ascolti?>> chiese Joseph, mentre il biondo strizzava i propri capelli pieni d’acqua <<Non dovresti essere a mollo?>>

<<Ci sono stato per quasi un’ora, non mi andava>> disse, mentre infilava la maglia che aveva in mano <<State parlando di come salvare Cayl, non ho intenzione di stare a guardare>>

“Menomale che gli avevo detto di non dare nell’occhio” pensò la sorella “Prima si fa venire un attacco di panico e poi questa specie di dichiarazione, fa sul serio, ci manca solo che lo ammetta”

Si andarono a preparare, Vali ad asciugare. Presero un giusto numero e tipo d’armi, non sapendo cosa aspettarsi. I ragazzi in perlustrazione erano tornati tutti, gli avevano detto di tornare entro le tre ore e così fu. Nessun’altra traccia, se non quella che si apprestavano a seguire. Era appena iniziata l’estate, ma faceva comunque freddo.

Camminarono fin dove gli avevano indicato i ragazzi, fino a trovarsi lo stagno davanti. Caspita, se puzzava quell’acqua rancida! Si guardarono intorno per localizzare la baracca in questione, la videro ricoperta di rampicanti a meno di cento metri da loro. Guadarono la battigia dello stagno, fino a trovarsi ad un passo da quelle quattro mura fetide. Si appostarono in silenzio per sentire, ma non riuscivano a vedere niente perché non c’erano finestre. Si sentiva distintamente la voce di un uomo dire “Ci sta mettendo un po’ troppo il tuo principino”. Si pietrificò di colpo: quella era sicuramente la sua voce, anche a distanza di quasi un decennio la riconobbe come se l’avesse appena sentita. Joseph e Vali capirono il perché.

<<Vali, Uline, fate mente locale>> disse bisbigliando <<Non è che sulla lettera c’era scritto che Vali doveva presentarsi da solo?>>

<<Non lo sappiamo, la contessa la stringeva in mano e non l’abbiamo letta, ce l’ha spiegata la contessina>> rispose Uline.

<<Vali, hai imparato ad attraversare le pareti?>> chiese, mentre posava l’arma per terra.

<<Sì, non benissimo, ma sì>> il suo sguardo puramente interrogativo seguiva i mivimenti della sorella mentre si toglieva la sua giacca.

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