Capitolo 19

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I viandanti camminarono fino ai cancelli della città, dove due guardie, dalle torri di avvistamento più basse, richiamarono la loro attenzione.

<<Chi siete?>>

<<Marcello de Faribosio, lavoro ai cantieri papali>>

<<E il vostro compagno?>>

<<Un mio collega, ho una lettera con il sigillo papale che ci assicura entrambi>>

Una guardia scese e aprì una fessura nel portone, invitando Marcello ad avvicinarsi e passargli la lettera attraverso quella fessura. Il ragazzo scese da cavallo e fece come richiesto. Dopo meno di due minuti, il portone venne aperto con un lungo e rumoroso cigolio. Entrarono a Roma andando al trotto, mentre i cancelli si chiudevano dietro di loro.

<<Non mi avevi detto della lettera>>

<<L’ho scritta ieri, un mio amico ha falsificato firma e sigillo>> disse sorridendo <<Confido nella vostra discrezione, principessa>>

Aura sorrire, annuì e si voltò a guardare davanti a sé. Non si aspettava che Marcello avesse certe conoscenze, tanto meno che fosse tanto abile a mentire, avrebbe dovuto tenerselo ben stretto, ma anche starci attenta.

<<Dove dobbiamo andare?>>

<<Sua Eccellenza ci aspetta per cena a Palazzo Venezia>>

<<Avevamo tutto il tempo di aggirare la palude quindi>> disse Aura, fissando Marcello con una gran voglia di mettergli le mani addosso.

<<Se fossimo arrivati qui poco prima dell’appuntamento, non avreste avuto il tempo di darvi una ripulita e di cambiarvi>> disse il ragazzo, stuzzicando l’ovvietà della cosa con il tono di voce <<Non vorrete presentarvi al Papa e ai reali di Francia così conciata?!>> Aura scosse la testa ridendo.

Cavalcarono per circa mezz’ora, procedendo lentamente tra le vie romane, prima di giungere ad una stalla dove far riposare i propri cavalli. Scesero dalla sella e consegnarono i cavalli allo stalliere, dandogli la tariffa fino alle otto di quella sera. Aura controllò la criniera di Milìta prima che la chiudessero nella stalla, per essere sicura che non si vedessero punti bianchi.

<<Che ne dici di andare a fare un giro per Roma?>>

<<Mi porti a vedere i cantieri?>> rise la bambina.

<<Perché no?!>>

Uscirono dalla stalla, lei teneva stretto il mantello a causa del vento. Si diressero verso la basilica di San Pietro, passando per il mercato romano, pieno di bancarelle, ma piccolo se confrontato con quello napoletano. Arrivarono davanti alla basilica che aveva visto l’incoronazione dei grandi imperatori del sacro romano impero come Federico Barbarossa e suo nipote, il grande Federico II di Svevia, che seguirono l’esempio portato in alto da Carlo Magno.

<<Ti piace?>>

<<Potrebbe essere bellissima, se solo non fosse ricoperta di teloni e scalette di legno>>

<<Allora meglio che non te la faccio vedere dentro>> rise Marcello.

<<Tu ridi sempre eh?!>> disse lei, vedendolo annuire <<Andiamo dentro dai>>

Nella Basilica, Marcello iniziò a fare da guida turistica alla principessima, tenendo sotto braccio la bambina mentre le indicava le bellezze da ammirare, urlando ad alcuni operai di spostarsi se coprivano certe opere.

<<Quello è l’abside, i mosaici che lo decorano sono stati donati da Costanzo secondo, figlio di Costantino>> indicò lo spazio davanti a loro, mentre continuavano a camminare <<Vieni, ti faccio vedere il disegno>>

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