Capitolo 20

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<<Cosa siete venuta a fare qui? È una trappola?!>>

Il re di Francia sguainò la spada e si pose davanti a suo figlio, per proteggerlo. Aura osservò quel gesto, avrebbe potuto commuoversi a quella scena. Suo padre con loro non lo avrebbe mai fatto, probabilmente li avrebbe sacrificati per salvarsi. Loro venivano chiamati ‘famiglia reale’, ma non avevano nemmeno la parvenza di un famiglia.

<<Mi avete chiesto voi di venire>>

<<Non lo avremmo fatto se avessimo saputo di chi si trattasse>> rispose il vescovo della Rovere.

Aura non lo dava a vedere, ma era molto preoccupata: se lo sentiva che avrebbero reagito così, lo aveva detto agli altri che sarebbe dovuta rimanere anonima. Se fosse sembrata debole, non le avrebbero creduto, ma non lo avrebbero fatto nemmeno se fosse sembrata forte.

<<Come pensavate che la ‘fonte anonima’ avesse saputo dell’arrivo dei Caini Orbi e di come abbatterli?>> chiese lei con tono di sfida <<Pensavate che fosse un nobile napoletano o uno dei vostri cari amici fiorentini? Poteva essere solo uno che li conosce da vicino>>

<<O che li ha usati>> disse il ragazzino dietro il re, uscendo per la prima volta allo scoperto.

Aura rimase a fissarlo: somigliava terribilmente a Joseph. Aveva i suoi stessi lineamenti, lo stesso timbro di voce, lo stesso colore di capelli. Cambiavano solo la compostezza e la pettinatura. Lo squadrò a lungo, molto insistentemente, magari ci vedeva male, magari le mancava semplicemente il migliore amico. Il principe poteva avere più o meno l’età di Joseph, erano spaventosamente simili.

<<Siete la figlia dello stesso mostro che ha distrutto il mio esercito in modo atroce>> disse il re, facendo dei passi lenti verso la bambina, torreggiando sempre di più su di lei man mano che si avvicinava <<Perché credevate che vi avremmo accolta?>>

<<Non lo credevo>> disse Aura, mentre Marcello si faceva sempre più piccolo <<Io lo sapevo>>

<<So che mi pentirò di avervelo chiesto, ma perché questa sicurezza?>> chiese sarcastico il vescovo.

<<L’attacco non era mirato ad uccidere il Papa, l’ho capito solo dopo aver scritto la lettera>> disse cammiando verso il re, a passi lenti ma decisi <<Quando ho saputo che voi eravate qui non ho avuto dubbi, i Caini Orbi dovevano uccidere voi e vostro figlio, far dare la colpa alle guardie della santa sede e al Papa, così da scatenare una guerra tra Francia e Chiesa>>

<<Come fate a dirlo, se non siete implicata?>> deglutì il re.

<<Con la Francia senza re ed erede, una guerra tra il vostro regno e la Chiesa, che sicuramente avrebbe coinvolto molte altre città del circondario, il re di Romania avrebbe potuto attaccare senza problemi nel momento in cui eravate tutti più deboli>> i suoi occhi sembravano quelli di una pazza, le faceva paura sapere cosa avrebbe fatto suo padre così, senza prove, solo perché lo sentiva nelle vene.

<<Vostro padre…>>

<<Non gli dia appellativi che non gli si addicono più>> esclamò Aura, alquanto nervosa.

<<Sento del leggero astio>> disse il Papa <<Ha arrecato un danno anche a voi?>>

<<Preferisco non parlarne>> disse lei, abbassando lo sguardo.

<<Perché dovremmo fidarci?>> chiese il re.

<<Perché vi offro la vendetta>> disse Aura, togliendosi di dosso il mantello e passandolo a Marcello <<Pensateci, saremo tutti più felici, un patto a tre: voi sostenete la ribellione e io la guido, saranno le mie mani a macchiarsi di sangue>> disse, guardando il Papa e il vescovo <<Ad un morto non servono le guardie, nemmeno una strega, voi avrete la vendetta e un nuovo esercito>> disse al re.

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