Capitolo 52

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Il giorno era giunto troppo presto per tutti. Aura si risvegliò da sola nel letto, completamente nuda dopo lo sfogo sessuale di quella notte. Si guardò intorno per trovare Yar, ma non lo vide nella stanza. Si affacciò per vedere se fosse fuori: si stava allenando con Jude, giù in giardino. Li vedeva mentre facevano le trazioni usando il ramo di un albero. Non portava la camicia, in effetti la indossava lei come coperta. Vedeva i suoi muscoli contrarsi e rilassarsi, le goccioline di sudore scivolare per disegnare i contorni dei suoi addominali, i suoi occhi socchiusi nella stessa espressione che aveva avuto due volte quella stessa notte. Era uno spettacolo. Non rivolse nemmeno un’attenzione al ragazzo che si stava allenando accanto a lui, troppo impegnata ad ammirare il suo ragazzo.

Si mise dei vestiti che Siana le aveva prestato, ma le andavano stretti e non era più abituata ad indossare una gonna, quindi decise di indossare la camicia del ragazzo, che le andava come una bandiera, e un paio di pantaloni che Cayl aveva portato per Yar. Scese giù in sala da pranzo, nello stesso momento entrarono anche i due che si stavano allenando fuori, asciugandosi il sudore. Aura lo fissava con un sorriso malizioso, ricordando cosa le avevano fatto quelle mani poche ore prima. Lui se ne accorse, ghignando e avvicinandosi a lei, arrivando con le labbra al suo orecchio.

<<Questa è la mia camicia?>> chiese retorico il ragazzo <<Se mi volevi sentire ancora addosso bastava chiamare>>

<<Lo terrò a mente per il futuro>> rispose.

Fece qualche passo in avanti, sedendosi e prendendosi un bicchiere di vino e una mela. Quel frutto sembrava colto da poco, ma le faceva tornare in mente la frutta marcia che aveva visto mangiare alle persone del borgo. Addentò lentamente la mela, sotto lo sguardo eccitato del corvino che si era seduto accanto a lei.

<<Credo che tuo fratello si sia divertito con la contessina questa notte, ho sentito un bel concerto unito al nostro>> ridacchiò <<Non che si sentisse molto con le tue urla>>

<<Ma piantala, io ero a malapena udibile a tuo confronto>>

<<Non usare termini complicati con me, principessa>>

La conversazione fu troncata di botto dal silenzio di Aura, quando vide suo fratello entrare a testa bassa con Cayl. Erano entrambi in imbarazzo, le gote rosse e non guardavano nessuno in faccia. Aura alzò le sopracciglia, quasi strozzandosi con il vino.

<<Non ha fatto sesso con Siana>> sussurrò, Yar non sentì nemmeno che aveva parlato.

Si alzò e si avvicinò al fratello, con un sorrisino in bocca. Inclinò la testa per farsi guardare infaccia da uno dei due ragazzi, ma Cayl si andò a sedere al tavolo di corsa. Prima che anche Vali andasse a sedersi accanto al contessino, Aura lo afferrò per l’avambraccio e lo bloccò.

<<A quanto pare non ero l’unica a dover rivelare qualcosa>> disse a bassa voce nell’orecchio del fratello <<La prossima volta mettetevi qualcosa sulla bocca, Yar pensa che ti sia scopato Siana>>

<<Da quello che mi ha detto Cayl, la sorellina è più interessata a te>> disse lui, ricordandole di quando Siana aveva preso coraggio e l’aveva baciata sul cancello.

<<Yar pensa che la contessina sia troppo repressa e che io l’abbia attratta perché sono tua sorella>>

<<Il tuo amante legge nel pensiero?>> chiese il biondo, guardando Yar che fissava ridacchiando la contessina appena seduta accanto al fratello.

<<Se si viene a sapere vi accusano di sodomia>> lo mise in guardia la mora.

<<Tu farai in modo che l’amore tra me e Cayl non sia reato, quando diventerai regina>> per la prima volta la guardò negli occhi <<O adesso che hai la corona pensi che questo possa metterti in cattiva luce?>>

<<Solo, fate in modo che non si sappia finchè non elimino quella legge che potrebbe condannarvi a morte>>

<<La condanna a morte per sodomia esiste solo nelle città e nei regni cattolici>>

<<E noi potremmo diventarlo per quella questione con il re francese e il Papa>> ribattè la ragazza.

<<Ma che stai dicendo, elimini un diddatore per metterne un altro?>> rispose ad occhi spalancati il ragazzo <<Se uccidono sotto il nome di un Dio che nemmeno sono sicuri esista, non vuol dire che sia giusto>> spiegò ancora <<Hai promesso la libertà, la giustizia, la luce, hai affrontato la scelta perché ci credevi, che ti succede adesso?>>

<<Sono preoccupata per te, non voglio che qualcuno ti faccia qualcosa sapendo di te e Cayl>> disse lei, prendendo un bel respiro <<Sei mio fratello, ti amo comunque e chiunque tu decida di amare a me sta bene; ma ti prego, tenete segreta la cosa finchè tutto questo non sarà finito>>

<<Nessun problema>> rispose, guardando Cayl <<Se ne vergogna, mi ha fatto la tua stessa richiesta>>

Aura annuì, senza aggiungere altro, e tornò a sedersi. Diede una gomitata a Yar, per farlo smettere di ammiccare e ridere di Siana. Nessuno poteva vedere, ma Vali e Cayl si stavano stuzzicando anche adesso, con il principe che accarezzava l’inguine del ragazzo, senza mai andare a sfiorare la zona più calda. Questo stava mandando in crisi il sistema nervoso del più grande, che teneva gli occhi socchiusi e le labbra aperte nascoste da una mela. Menomale che entrambi avevano chiesto al principe di volare basso.

<<Il prigioniero?>> chiese Jude, entrando nella sala con una maglia pulita, probabilmente di Cayl.

<<Giù, nelle vecchie segrete del palazzo>> rispose Siana, vedendo che il fratello non rispondeva.

<<Andiamo da lui, abbiamo tante domande>>

Aura si alzò da tavola, aspettandosi che Cayl si alzasse per farle strada. Ma il ragazzo non si alzava, troppo imbarazzato dalla reazione che il tocco del fratello gli aveva procurato. Quando alzò lo sguardo verso di lei, notò che lo stava aspettando e si alzò di fretta, tenendo ben strette le gambe per non far vedere l’erezione. Mentre uscivano dalla stanza, videro Joseph scendere le scale ancora assonnato, mentre si stropicciava un occhio.

<<Ben svegliato principino, ti unisci a noi?>> lo prese in giro Yar.

<<A fare cosa?>>

<<A fare un po’ di bua al soldatino di sotto>> rispose il corvino, ghignando ancora.

Joseph annuì, magari delle urla e un po’ di sangue lo avrebbero svegliato, si sentiva così intontito. Aveva passato la notte a pensare a Yar e Uline, ormai non riusciva a togliersi quella scena dalla mente, le mani gli prudevano dalla rabbia al solo pensiero. Era tormentato dagli incubi: in alcuni di questi Yar violentava Uline, in altri lei era più che consenziente. Non riusciva a decidere cosa fosse peggio. Scese le scale lentamente, ancora assonnato. Aura gli si avvicinò avvicinò preoccupata. Ultimamente era preoccupata per tutto e per tutti, forse aveva ragione Yar quando diceva che le serviva un bagno caldo e un bel massaggio e non un bagno di sangue e altre ferite.

<<Che succede, sembri un cadavere?!>>

<<Ho dormito male, tutto qui>> rispose in fretta il ragazzo.

<<No, tu non hai dormito per niente, le vedo le tue occhiaie e i tuoi occhi lucidi>> lo riprese lei <<Cosa ti preoccupa?>>

<<Tu e Yar avete fatto sesso?>> si rese conto della domanda che aveva fatto solo quando vide lo sguardo della ragazza <<Lo so che è una domanda strana, ma la risposta potrebbe farmi dormire questa notte>>

<<A quanto pare sei l’unico che non c’ha sentiti>> asserì lei, facendo sospirare di sollievo il ragazzo.

Continuarono a scendere, ma Joseph non diede nessuna spiegazione della domanda. Nella sua testa, se Yar aveva fatto sesso con Aura vuol dire che era ancora attratto da lei e che era soddisfatto, che non avrebbe violentato Uline o che non le avrebbe fatto la corte per un po’. Stava diventando così paranoico ultimamente.

Raggiunsero la cella dov’era rinchiuso il soldato, l’unica delle cinque celle dalla porta chiusa, l’unica occupata. Aura disse a Cayl di tornare di sopra, se ne sarebbero occupati lei e i due ragazzi. Gli indicò con lo sguardo la sua erezione, ammiccando in segno di muoversi a tornare su e sistemare quella bandiera sventolante.

<<Nottata insonne cugino?>> schernì Yar.

<<Mai come la tua>>

<<Non dirmi che tu e la rossa non avete concluso niente?!>> fece shockato il corvino, aprendo la porta con le chiavi arrugginite dategli da Cayl.

<<Sono un gentiluomo>> si difese il ragazzo.

Aura sapeva che non avevano fatto niente, Uline era stata tutta la notte con Rufus a cercare di trovare qualcosa nelle antiche pergamene conservate nella biblioteca della villa, qualcosa di utile per ditruggere il cuore di strega. L’aveva incrociata mentre scendeva le scale, portava di sopra dell’acqua. Le aveva detto di chiamare Vali appena si fosse svegliato, lei aveva da fare con il prigioniero, Vali era una mente ben pensante e abbastanza magica.

Quando vide l’uomo, Yar trattenne un conato di vomito. Era nudo, sporco di terra, polvere, sangue e sperma, la sua pelle aveva preso le sembianze di corteccia. Strisciava per terra da un angolo all’altro della cella, per sfuggire alla luce della torcia. Tutti i suoi capelli erano caduti, se ne stavano sparsi per la cella, ingialliti. Come le foglie che cadono dalla chioma degli alberi.

<<È l’effetto della tua magia questo?>> chiese Yar.

<<Potrebbe>> rispose lei, impegnata a studiare il soldato.

<<Perché a voi non fa effetto?>> domandò, ricacciando indietro il secondo conato.

<<Ho visto di peggio>> risposero all’unisono i due, scambiandosi poi uno sguardo d’intesa.

<<Hey tu, alzati>> ordinò Yar, ma l’uomo si proteggeva la testa e gli occhi con le braccia e l gambe e non accennava a muoversi <<Le orecchie non ti sono cadute, figlio di puttana, alzati>>

L’uomo, se ancora così si poteva definire, si lanciò su Yar con un urlo disperato. Lui fece un passo indietro schifato, ma Joseph afferrò il soldato per le spalle prima che lo raggiungesse. Con una ginocchiata nello stomaco, lo fece tornare a rantolare al suolo.

<<Senti piccola merda vegetale, tu adesso fai come ti diciamo e rispondi alle nostre domande>> incalzò Joseph.

<<E noi, in cambio, non ti usiamo come legna da ardere>> terminò Aura, che stava imparando bene come comportarsi in questo tipo di situazioni.

<<Voi...>> l’uomo dondolava su sé stesso mentre indicava la principessa con lo sguardo <<Siete stata voi a ridurmi così, cosa avete fatto a me e ai miei compagni?>>

<<Oh, a te toccherà un destino ben peggiore di entrare in sintonia con la natura se non ti decidi a collaborare>> minacciò Aura, avvicinandosi a lui mentre Joseph lo teneva fermo.

<<Mia signora>> scherzò lusinghiero Yar, che finalmente si era ripreso e voleva divertirsi anche lui <<Non ho i miei strumenti del mestiere>> ricordò ed effettivamente, tutte le armi da tortura erano al rifugio.

<<Ci ingegneremo da noi>> disse Aura, prendendo la torcia <<Tenetelo fermo>> ordinò ai ragazzi <<Da dove vogliamo iniziare, scommetto che tu urli molto più forte di una piantina>>

Lo sguardo sadico della principessa terrorizzava non solo il soldato, ma anche i due ragazzi. Joseph non riusciva a credere che quella fosse la stessa ragazza che si era preoccupata per le sue occhieie poco prime e Yar era sbalordito nel vedere come la sua ragazza passasse da avere gli occhi pieni di piacere ad pieni di rabbia e sadismo. Fecero come gli era stato ordinato, tenendo l’uno le braccia e l’altro le gambe dell’uomo che scalciava.

<<Una volta che il fuoco avrà assaggiato la tua bella corteccia, non si fermerà se non viene spento con dell’acqua, che noi qui non abbiamo, quindi ti toccherà bruciare finchè non l’avremmo reperita e potrebbe volerci un po’>> sorrise sadicamente la ragazza <<Parla, o esprimi il tuo ultimo desiderio>> vedendo che l’uomo albero non parlava, decise di puntare la torcia sui suoi gioiellini <<Vogliamo iniziare da qui?>>

<<No, no vi prego, pietà>> urlò l’uomo <<Vi dirò quello che volete sapere>>

<<Se ci menti o ci tiri qualche colpo basso, io tornerò ed userò tutta la magia in mio possesso affinchè tu bruci in eterno senza poter trovare sollievo nella morte>>

<<Vi dirò la verità, ve lo giuro>> disse l’uomo tremante, mentre i due ragazzi lo lasciavano andare.

In quel momento entrò Uline, con il respiro affannato. Si avvicinò ad Aura, ma cambiò subito idea vedendo l’aspetto dell’uomo albero. Si coprì la bocca per non urlare, anche lei trattenne un conato di vomito. Aura si avvicinò a lei, coprendo la vista dell’uomo con il suo corpo.

<<Che succede?>> oggi sembrava essere giornata per quella domanda.

<<Forse abbiamo qualcosa per distruggere il cuore, ma servi tu>>

Aura annuì, dicendo ai ragazzi di continuare da soli. Salì di sopra con Uline epoi la seguì fino alla bibliotecha della famiglia Fassman. Lì c’erano anche Rufus, Vali, Cayl e la contessa.

<<Contessa, non credo queste siano procedure per una donna cattolica>>

<<Come fate a saperlo?>>

<<Il vostro stemma araldico contiene numerose croci cristiane camuffate>>

<<Dovevo immaginarmelo che qualcuno lo avrebbe capito>> sorrise piano la donna <<Ma voglio sapere ciò che accade in casa mia>>

<<Bene>> annuì la ragazza <<Parlami di questa scoperta, Uline>>

<<Secondo un testo dell’antica mesopotamia, ripreso poi da ebraici e cattolici, il sangue di demone scioglie il cuore di una strega>>

<<E dove lo trovo del sangue di demone, adesso?>> chiese Aura, non capendo.

<<Hai detto di aver affrontato Lilith, magari era talmente attratta da te da decidere che restare tutto il tempo ad aspettare uno sfidante che non sarebbe mai arrivato l’aveva stancata e ha deciso di entrare nel tuo corpo>>

<<Spiegherebbe la crescita consistente dei poteri magici e l’improvviso aumento della sete di sangue>> continuò Vali <<Sembravi non vedere l’ora di torturare quel povero soldato>>

<<Deducete tutti questo da un comportamento che vi ho ampiamente spiegato?>> ironizzò la ragazza <<Se anche fosse, a cosa ci porterebbe?>>

<<Lilith è la madre di molti dei demoni più oscuri, secondo i cristiani e gli ebrei anche amante del diavolo>>

<<Era solo un passatempo>> sbottò improvvisamente Aura, che subito dopo spalancò gli occhi.

<<Avevamo ragione>>

<<Quindi ho un demone nel mio corpo>> constatò la ragazza <<Di bene in meglio>>

<<Se abbiamo ragione, il tuo sangue potrebbe contenere tracce del suo e sciogliere il cuore>>

Aura prese un lungo e lento respiro, poi guardò Vali che sembrava incoraggiarla. Strappò un piccolo coltello da cucina dalle mani di Uline e lo strinse, chiedendo con lo sguardo alla rossa di indicarle dove incidere. Lei prese una scodella di legno e la posizionò sotto il seno destro. Aura allora si sbottonò la camicia, alzando il seno per incidere un piccolo ma sanguinolento taglio. Mezza scodella si riempì in meno di niente.

<<Ora come fermo il sangue>>

<<Ti abbiamo preparato una miscela che bloccherà subito la fuoriuscita e chiuderà presto la ferita>>

Aura mandò giù quel flacone verdognolo e dal sapore rivoltante in un solo sorso, come fosse liquore. Uline mise il cuore su un vassoio di ferro, poi iniziò a farci colare sopra il sangue nero di Aura. Una gran quantità di fumo si alzò dal vassoio, mentre il cuore si liquefaceva mischiandosi al sangue. Tutti tirarono un sospiro di sollievo, bloccato poi da Yar e Joseph che irruppero nella stanza.

<<Altro colpo di fortuna>> disse Joseph <<Julio era venuto per uccidere te e Vali e recuperare il cuore, così Gardack e in alternativa gli Maverich e lui avrebbero sostenuto la scelta e fatto da eredi>>

<<Quindi, se non sanno che noi siamo qui e io sono l’erede, vuol dire che sono lontani adesso e che abbiamo tempo di recuperare e stabilire le prossime mosse>> riflettè la mora.

<<C’è di più>> aggiunse Yar <<L’ordine di uccidervi è partito dal re in persona>>

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