Capitolo 16

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Forse erano ore che vagava per le strade affollate del borgo, con una lettera anonima e con un timbro su cera vuoto. Aveva scritto una lettera direttamente al Papa in persona: lo pregava di stare attento a ciò che diceva, di non prenderla con leggerezza, gli spiegava cosa stava per succedere e quali potevano essere le conseguenze; soprattutto, gli spiegava per filo e per segno cosa avrebbe dovuto dire e fare per liberarsi dei mostri e non mettere in pericolo nessuno, soprattutto l’informatore anonimo, cioè lei. I Caini Orbi morivano solo se venivano colpiti da una lama o da una freccia, immersa nell’acqua santa o benedetta da una strega, direttamente al cuore. Non avrebbero dovuto tentare il confronto diretto o il corpo a corpo per nessuna ragione, o sarebbe stata una carneficina.

Ora stava solo cercando il modo di fargliela avere, di spedirla a Roma senza dover usare i canali soliti che potevano portare a scoprire la sua identità e a non far arrivare la lettera a destinazione. Sapeva che Rufus e Vali la stavano cercando, sapeva anche che se fosse tornata indietro le avrebbero impedito di spedire la lettera e di salvare migliaia di vite, tra cui anche quelle dei suoi sudditi, soprattutto quelle. Non riusciva a credere che il maestro, che aveva conosciuto sempre come giusto e saggio, adesso si comportasse come un codardo. Per di più aveva convinto anche suo fratello ad avere paura. La paura, quella cosa che spinge gli adulti a tappare le ali dei bambini. La paura, ciò che ci porta a prendere decisioni sbagliate, dettate dalla codardia.

Mentre svoltava l’angolo, vide un giovane prepararsi per un lungo viaggio, con tanto di carro e due cavalli. Le venne una speranza: magari stava andando a Roma. Si avvicinò al ragazzo alle sue spalle, sembrava avere circa vent’anni, abbastanza alto e robusto.

<<Scusatemi?!>> disse, sfiorando la spalla del ragazzo.

<<Principessa Aura, dite pure>> si girò e parlò con un aria molto felice, come se fosse sollevato dal cielo e si sentisse più leggero.

<<Potreste dirmi dove siete diretto?>> chiese senza mezzi termini, non poteva restare troppo tempo a chiacchierare, se la trovavano era la fine.

<<Roma, sua eccellenza ha in mente la costruzione in una grande basilica nuova, sta chiamando le migliori imprese di costruzione, i migliori artisti e i migliori architetti da tutto il paese, non bada a spese>>

<<Sembra che abbiate trovato un buon lavoro…?!>>

<<Marcello, vostra altezza>>

<<No per favore, anche fuori dal mio regno no! Chiamatemi Aura, Marcello>> disse ridacchiando, non sopportava quando le persone le davano quegli odiosi appellativi, a ricordarle sempre di appartenere alla famiglia reale rumena, la ‘Dinastia dei mostri’.

<<Oh io…non credo sia appropriato, ma se ci tenete, va bene>> il ragazzo era imbarazzato, anche se era un ventenne affascinante, sembrava completamente in soggezione, si grattava la nuca con insistenza.

<<Quindi incontrerete il Papa!?>>

<<Spero di si! Sapete, io sono un fervente cattolico, spero di riuscire ad incontrarlo, ma il mio capo ci ha detto che alla corte papale ci sono anche il re di Francia con il suo primogenito, quindi non ci ripongo molte aspettative>>

<<Vorrei chiedervi un favore, personale>>

<<Chiedetemi qualsiasi cosa, sarò lieto di aiutarvi!>> disse entusiasta il ragazzo, mettendosi il cappello, sistemandoselo in testa.

<<Ho questa lettera che deve essere consegnata direttamente nelle mani del Papa e di nessun altro, è di vitale importanza che sua eminenza la riceva entro la prossima settimana, non oltre. Vi chiedo di portarla con voi a Roma e fare di tutto per metterla al più presto nelle mani del vescovo di Roma, la città corre un serio pericolo, ma non posso dirvi altro>> aveva preso le mani del ragazzo e le stringeva nelle sue, stringendo tra di loro la lettera anonima <<So che adesso avrete molti dubbi e domande, ma non posso dirvi di più, vi prego di capirmi>>

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