Capitolo 25

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La scena non era stata tanto privata come ci si aspettava. Appena entrato in casa, Lorenzo venne travolto dalla madre e dalla sorella che avevano sentito i rumori provenire dalla strada. Appena videro il poco sangue che usciva dal naso del ragazzo vennero sopraffatte dall’ansia. Bianca corse a svegliare suo marito e il fratellino, mentre la madre cercava freneticamente del ghiaccio e delle pezze per pulire il figlio da tutta quella polvere.

<<Che è successo Lorenzo?>> chiese Giuliano, stropicciandosi ancora gli occhi dal sonno <<Hai ballato con Pazzi?>> scherzò il ragazzo.

<<Quel ragazzino picchia peggio di un cavallo>> disse il giovane Medici, con la voce tirata.

<<Il ragazzino che orbita sempre attorno alla principessa?>> chiese Lucrezia, vedendo il figlio annuire.

<<Dov’è mia sorella?>>

Vali e Rufus erano corsi giù appena avevano sentito il frastuono che si era scatenato. Avevano trovato tutti nell’ingresso, tutti tranne Aura e Yar. Vali vide come era combinato il ragazzo, con il sangue che colava ancora dal naso, si preoccupò subito per la sorella, rimasta da sola in strada con quel ragazzo che si era dimostrato molto alterato. Lorenzo gli indicò la porta con un cenno del capo, Vali ci si precipitò subito, seguito da Rufus. Vali aveva aperto il portone, senza farsene accorgere dai due litiganti, avevano tutti visto la scena.

Aura era rimasta ferma sul posto per molti minuti, le lacrime le offuscavano lo sguardo, le bagnavano il viso. Le tremavano le gambe, ma iniziò comunque a fare dei passi nella direzione in cui era andato il ragazzo. Vali corse verso di lei, ma era talmente intontita dalle parole pronunciate dal ragazzo che non lo sentì finchè non le afferrò il polso, costringendola a girarsi.

<<Non vorrai andargli dietro?!>>

<<Lasciami Vali>> disse lei, sciogliendosi dalla presa del fratello <<Non sono faccende che ti riguardano>>

<<Questa non è mia sorella>> disse irato il biondo <<Mia sorella non inseguirebbe un moccioso che le ha dato della puttana, mia sorella non lascerebbe una persona violenta al suo fianco>>

<<Vali ma tu che ne puoi capire?>> urlò Aura <<Non hai mai rischiato>>

Dopo quella frase lasciò cadere il mantello al suolo e spinse le gambe nella direzione in cui era corso Yar. Vali era rimasto immobile, ormai anche le sue guance erano solcate dalle lacrime. Ancora una volta il litigio era stato fonte di profondo dolore per lui, ma anche veritiero. Scopriva più di se stesso mentre parlava con lei, che parlando con se stesso.

Aura vagava per le strade, cercava il ragazzino con tutte le sue forze, anche se era stanca e non riusciva a tenere la direzione dritta, lo avrebbe cercato fino a svenire. Camminava, ma ad un certo punto smise di rendersene conto, andava avanti senza notare ciò che la circondava. Teneva le mani sul vestito, per tenere alta la lunga gonna violacea. Fuori da una locanda incontrò una serie di ubriaconi mal ridotti, alcuni facevano a gara a chi faceva sedere su di sé più donne; venne adocchiata anche Aura, giovane e dall’aspetto disperato.

<<Bellezza, perché non vieni a farti un giro>> disse un vecchio disgustosamente rozzo e puzzolente.

Aura sentì una serie di parole disordinate, i suoi pensieri erano già occupati interamente dal ragazzo scomparso. L’uomo si scansò le donne di dosso e si avvicinò alla ragazzina, scocciato dal fatto che non gli aveva prestato attenzione. Estrasse un coltello dai pantaloni e si avvicinò alla ragazza spaesata.

<<Hey bellezza, parlo con te>> disse, camminando minacciosamente verso di lei.

Aura si fermò per un istante, gli rivolse uno sguardo sbieco e scocciato, poi tornò a dare movimento alle gambe. Questo adirò ancor di più il porco ubriaco, che decise di scagliarsi addosso alla ragazza con il coltello in pugno. Tentò di accoltellarla più volte, scagliandosi anche verso le sue gambe, ma la sua andatura, irregolare e ondulatoria, gli faceva sempre andare i tiri a vuoto. Ad un certo puntò l’uomo scivolò sul suo stesso scarpone, sfilatosi al primo attacco, e cadde per terra, alzando un cumulo di polvere. Lo guardò di sfuggita, senza fermare la sua avanzata.

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