Capitolo 8

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Aura manteneva le distanze dal cadavere, dai cadaveri. Non voleva crederci, ma la dinamica era chiara, si trattava di un omicidio-suicidio. Fu Yar a dichiarare ciò che entrambi già sapevano bene.

<<Aveva paura, questo pervertito le aveva stracciato i vestiti, avrà rubato il coltello dalla cucina, mentre saliva, per suicidarsi dopo il servizio, ma le cose sono precipitate troppo velocemente>> Yar si abbassò ad ispezionare il cadavere con lo sguardo <<Aveva deciso che doveva essere lei a farla finita, non un cliente ad ucciderla, così ha colpito lui e poi si è tolta la vita>

<<Voleva essere lei a salvarsi, dimostrare che ci teneva a se stessa>> continuò Aura.

Una brezza fredda e pungente attraversò la stanza, smuovendo le tende e i capelli della bambina. Lei era ancora lì, poteva sentirla, era arrabbiata, agognava la vendetta, ma allora perché non la vedeva?! Poteva vedere gli spiriti che chiedevano vendetta, perché non vedeva lei?! Eppure sentiva nell'aria un forte desiderio di vendetta, che di certo non proveniva da Yar, lui si addossava la colpa, certo voleva vendicarsi, ma l'avrebbe sentita prima, anche nella soffitta, quando erano ad un palmo di distanza. No, doveva essere lo spirito della bambina! 

Ci fu un'altra folata, ancora più fredda della prima, ancora più eloquente: percepiva il dolore, la rabbia, la sete di vendetta, la disperazione e la delusione; sentimenti che le erano ben noti, che le appartenevano. Forse quello che sentiva era solo frutto del passaggio dello spirito, forse quello si trovava dov'era l'oggetto di tutto quel risentimento.

<<Dobbiamo avvertire l'oste e correre fuori, dal padre>> affermò lei, uscendo dalla stanza e camminando a passo svelto.

<<Non credo di voler parlare a quell'essere, nemmeno di voler vedere la sua reazione>> 

<<Già, sarebbe più disperato per i soldi persi. No, non dico che dobbiamo avvertirlo e fargli le condoglianze, se non interveniamo lei rimarrà dannata>> disse scendendo di corsa le scale.

<<Cosa? Che stai dicendo? Fermati un attimo, spiegami>> disse lui, immobilizzandosi alla fine delle scale <<Non mi muovo finché non ho le risposte che voglio>>

Aura sospirò, con l'atteggiamento di una madre quando suo figlio fa i capricci, ma al contrario di una madre lei non era più forte o grande di lui, anzi, al contrario. Poteva scegliere tra: fare tutto da sola, rischiando di inimicarselo e dover tornare a casa da sola, cosa che non poteva fare, dato che ci avrebbe messo troppo tempo e il sole era ormai sorto, o dirgli del suo "dono" e sperare che non la credesse pazza. Optò per la seconda.

<<Yar, io ho un potere, una specie di occhio in più>> prese un lungo e profondo respiro e continuò <<Vedo gli spiriti delle persone morte che desiderano vendetta>>

<<Perché dovrei crederti? Non c'è niente di non assurdo in tutto questo, credevo che sapessi mentire meglio>> disse, in preda ad un attacco isterico <<Perché lo fai? Vuoi dare spettacolo? Vuoi intimorirmi sperando magari che vada a raccontare del tuo dono in giro così che nessuno sfidi di nuovo i Maghiari?>>

<<Yar non è...>>

<<Magari...magari hai architettato tutto dall'inizio, magari hai fatto uccidere tu la bambina e magari adesso qualcuno ha ucciso il padre...>> fece una breve pausa, pensando intensamente a ciò che stava per dire <<Magari sei stata tu a far uccidere Cameron>> un attimo di silenzio, durante il quale una lacrima ha danzato dall'occhio fino alle labbra di Yar <<Hai insistito che non rimanessi lì, volevi che morisse lui, perché io mi fidavo di te, lui ti metteva in dubbio...sono stato un emerito idiota>>

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