Capitolo 18

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<<Si, arrivo!>> rispose, rivolta a Marcello.
Aura si affrettò a mettere le restanti cose nello zaino, prendendo qualche altro gioiello e dei soldi per le emergenze. Sua fratello le si avvicinò prima che uscisse, trattenendola quanto bastava per stuzzicarla un’ultima volta.

<<Se vuoi, scrivo io una bella lettera al tuo amante>> suggerì, con un sorrisetto sornione stampato in faccia.

<<Non ci provare, fate come vi ho detto!>> disse, staccandosi dal fratello <<Smettila di chiamarlo in quel modo>>

<<Perché? Non è forse la verità?! Ammettilo che ti piace quel ragazzino>>

<<Lo chiami ancora ragazzino?!>> Aura aprì le mani in segno di resa, la stupidità del fratello stava oltrepassando i limiti, anche se lei non poteva sapere che in realtà fosse gelosia <<Ha due anni più di te>>

<<Non spostare l’attenzione sulla sua età>> disse Vali, scuotendo la testa ed avvicinandosi a lei <<Rispondimi, ti piace?>>

<<Sei geloso, fratello?>> marcò la parola ‘fratello’, volendo ricordare a Vali che erano quello, niente di più e niente di meno.

Vali non rispose. Alla parola ‘fratello’, detta con quel tono che poteva significare solo un riportarlo alla realtà, gli si era rotto qualcosa dentro, qualcosa che non credeva possibile che si rompesse a causa sua: il suo cuore. Aura vide i suoi occhi appannarsi, ricoprirsi di un velo di lacrime. Voleva avvicinarsi, ma sembrò ripensarci ancor prima di allungare la mano. Prese il suo zaino e uscì di casa, lanciando un’ultima occhiata intenditrice a Rufus.

Quando Aura ebbe chiuso la porta dietro di se, Vali sembrò come essersi svegliato da una trance: in un impeto d’ira, prese il vaso decorato di verde e viola, che una donna aveva fatto per lui e sua sorella con i loro due colori preferiti, e lo scaraventò conto il muro della stanza. Questo si ruppe in due parti simmetriche, dividendo la parte viola da quella verde. Si fermò, respirando affannosamente, osservando il vaso diviso in due che giaceva al suolo. Le due parti del vaso avevano improvvisamente preso forma, erano diventati lui ed Aura, mostrando di continuo quella scena in cui Vali aveva perso un pezzo di cuore. Era arrabbiato, ma, più di tutto, era profondamente triste. Quelle parole, più della morte della madre avvenuta qualche anno prima, lo avevano distrutto dentro.

<<Principe Vali>> chiamò Rufus, che fino ad allora era rimasto in silenzio e guardare sfogarsi il ragazzino <<Siediti, voglio spiegarti un paio di cose>> continuò caldamente e con calma.

Rufus si sedette al tavolo da pranzo, mettendo anche la cena in tavola, con un piatto davanti al principe per invitarlo a sedersi accanto a lui. Vali eseguì in silenzio, cercando di scacciare via le lacrime, odiava farsi vedere debole o stupido davanti al maestro, quasi più che litigare con Aura; quella giornata andava sempre peggio.

<<Ti hanno fatto male le parole di tua sorella?>> fece quella domanda retorica mettendo un pezzo di pane in bocca, marcando la parola sorella.

<<Mi prendi in giro, maestro?>> disse il ragazzino, alzandosi in uno scatto di rabbia.

<<Siediti>> lui obbedì, ma non si calmò, agitava la gamba destra su e giù in un moto di nervosismo e sfogo <<Suppongo che quello fosse un sì>>

<<Certo che era un sì>> disse con una punta di astio nella voce.

<<Perché?>> si girò a guardare negli occhi il biondo <<Tua sorella ha solo evidenziato l’evidenza e la natura, per di più facendo una domanda legittima dato il vostro comportamento>>

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