Capitolo 29

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Aura giaceva sul letto senza vita, immobile e fredda, il corpo aveva iniziato ad irrigidirsi. Vali si era gettato sul suo cadavere in un lago di lacrime, stringendola con tutte le sue forze. Rufus restava in silenzio accanto al principe, trattenendo le lacrime. Lorenzo stringeva la mano di Clarice, stringeva le labbra per non piangere.

<<Perché lo avrà fatto?>> chiese Giuliano.

<<Mia sorella, qualche mese fa, è stata vittima di un ulteriore violenza, non riusciva più a vivere con quel pensiero>> disse tra le lacrime il ragazzo <<Speravamo che tornare a casa ed affrontare la rivoluzione l’avrebbe distolta da questo terribile pensiero, ci sbagliavamo>>

<<Perché non ce ne avete parlato?>> urlò Guglielmo <<Lo avremmo arrestato, avremmo fatto qualcosa per aiutarla>>

<<Mia sorella non ha voluto, ha finto una forza che non aveva per non mostrarsi debole al suo popolo quando sarebbe tornata>> pianse lui, sorridendo al viso morto della sorella <<Ha sempre avuto questa mania di grandezza>>

Rufus le chiuse gli occhi, poi chiese a tutti di lasciarli soli, volevano qualche minuto prima di prepararla per la sepoltura. Lorenzo fu l’ultimo ad uscire, dando un ultimo squardo alla ragazza e poi al maestro. Quando chiuse la porta alle sue spalle, diede ordine a due guardie di portare una bara di tutto rispetto fuori da quella stanza e andarsene.

All’interno della stanza imperversava il caos: Vali non era bravo quanto la sorella con la magia, non era bravo per niente, non aveva mai studiato magia, tantomeno come far resuscitare una donna che aveva bevuto una pozione di morte apparente. Sfogliava ogni libro della ragazza per trovare un indizio.

<<La mia cara sorellina non ha pensato che avrei gradito una guida o anche solo un indizio?!>>

<<Tua sorella si fida di te, ma non così tanto, guarda sulla sua scrivania>> suggerì l’uomo, guadagnandosi uno sguardo tra l’offeso e il confuso dal ragazzo.

Vali iniziò ad ispezionare la scrivania, così come gli era stato suggerito, trovò le lettere in un libro di rune antiche. Iniziò a cercare tra le pagine del libro, ma non capiva nemmeno una parola.

<<Magari non è il libro a doverti interessare>> suggerì ancora il maestro.

Vali prese le lettere, iniziò a vagliarle tutte fino a trovare quella con su scritto il suo nome. La aprì ed iniziò a leggere, non erano parole che poteva capire, non era scritto in lingue umane.

<<Che cos’è questa lingua?>>

Il ragazzo mostrò la lettera al maestro, che la strappò dalle mani del principe e la esaminò ad occhi spalancati. Non riusciva a credere ai suoi occhi, avrebbe voluto non rivedere mai più quella lingua.

<<Tua sorella ha usato una delle malie più potenti per apparire morta, una malia ancora più potente deve riportarla tra i vivi>>

<<Questo lo capisco, maestro>> disse il ragazzo, molto confuso <<Ma come faccio ad usare la malia se non riesco nemmeno a leggere quanto scritto>>

<<Prima di morire, la principessa deve aver sussurrato alle ombre dannate, ha ricevuto risposta a quanto pare>>

<<Maestro vorrei essere messo al corrente di ciò che accade, di che stai parlando?>>

<<Questa è la lingua delle streghe dannate!>>

<<Mia sorella si è lasciata possedere?>> disse il giovane, iniziando a farsi prendere dal panico come suo solito.

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