Capitolo 47: un'amicizia indistruttibile

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Oggi è il giorno della verità. Finalmente, dopo aver passato tutta la settimana in trepida attesa, esco con Harry. Ci siamo messi d'accordo per il weekend perché prima ci era impossibile, tra le lezioni e i suoi allenamenti avremmo avuto solo poche ore a disposizione. Ore che oggettivamente non ci basterebbero.

Ci aspetta o una grande e lunga litigata oppure una ancora più grande e lunga riappacificazione. Sinceramente sono più convinta della seconda opzione, o forse ci spero semplicemente di più.

I: "Ciao" saluto Harry dopo averlo raggiunto in cortile.

H: "Ei" mi risponde di rimando accennando un movimento con la mano.

Una sensazione di inevitabile disagio ci avvolge. Abbiamo passato così tanto tempo senza parlarci che non so più come atteggiarmi con lui. In più nessuno dei due sa esattamente cosa vuole dire l'altro, e questo aumenta notevolmente l'imbarazzo.

I: "Come sono andati gli allenamenti ieri?" gli chiedo per rompere il silenzio. Da qualche parte dovremo pur cominciare.

H: "Oh bene" inizia titubante "se giochiamo così la prossima partita abbiamo la vittoria in pugno". Ha un tono leggermente distaccato, ma penso sia dovuto al fatto che nel mentre sta cercando il modo per introdurre il discorso del vero motivo per cui ci siamo trovati.

I: "Come sempre quindi"

Mi sorride genuinamente, poi come rendendosi conto del fatto che in teoria è ancora arrabbiato con me torna serio.

Di nuovo il silenzio si impossessa del discorso.

Non osiamo guardarci e facciamo in modo che qualsiasi altra cosa attiri la nostra attenzione pur di non incrociare gli occhi. Conto tutti i mattoncini alla base della fontana per evitare di ricadere nell'imbarazzo di prima. Anche se in effetti siamo già nell'imbarazzo più totale.

H: "Allora..." inizia prendendo coraggio. Tra i due quello con le palle è sempre stato lui in effetti.

I: "Allora..." continuo.

H: "Cosa mi racconti?" mi chiede voltando finalmente il viso nella mia direzione e abbassando tutte le difese che ci hanno separati in questo ultimo tempo.

I: "Io, em... niente di nuovo a dire il vero." sicuramente non inizierò subito a parlargli di Draco. Prima di farlo dobbiamo ristabilire il nostro rapporto, ritrovare la fiducia reciproca che ci ha sempre legati.
"Non ne posso più delle lezioni. Più gli esami si avvicinano, meno mi sento pronta."

H: "Tu non ti senti pronta? Ma se vai bene in tutto! Io piuttosto non sono ancora riuscito a trasformare il mio Puffskein in un fermacarte decente...la cosa più simile che abbia raggiunto è un peluche."

I: "Ma non è vero, ho visto che l'altro giorno l'hai consegnato in legno!"

H: "L'ha fatto Hermione per coprirmi. La McGranitt mi avrebbe messo in punizione questo pomeriggio se non avessi fatto qualcosa di decente e non potevo assolutamente darti buca"

Di nuovo, come accorgendosi di aver detto troppo, torna a chiudersi.

I: "Abbiamo incasinato talmente tanto le cose da portare Hermione a farti i compiti?" chiedo scherzosamente dopo qualche minuto di silenzio. Per rompere definitivamente il ghiaccio. È inutile girarci troppo intorno. Lo abbiamo fatto abbastanza a lungo per i miei gusti.

Sorride sollevato alla mia reazione: "Siamo caduti davvero in basso eh?"

Dopo queste semplici parole mi sento più tranquilla. È una sensazione piacevolmente strana: come se l'universo si fosse improvvisamente raddrizzato. Tutto è tornato al suo posto.

Ci guardiamo capendo ufficialmente di aver risolto e di esserci perdonati a vicenda. È arrivato il momento di ricominciare.

"Scusami" ci diciamo a vicenda contemporaneamente.

"No, scusami tu" continuiamo sempre in sincronia.

Scoppiamo a ridere.

H: "Tu non hai nulla di cui scusarti. Non avrei dovuto reagire così. Malfoy ha tanti, tantissimi difetti e non lo sopporto ma se ti rende felice non sono nessuno per impedirti di stare con lui"

I: "Invece sono io che devo scusarmi, ti ho nascosto la cosa per troppo tempo prima di dirtelo. Sapevo che sarebbe stato un duro colpo e avrei dovuto gestire tutto in modo diverso. È normale che tu abbia reagito così."

H: "Il mio passato con lui e con la sua famiglia non è una scusante per aver chiuso i rapporti con te. Puoi, devi fare le tue scelte. Non sono stato un buon amico. Avrei dovuto sostenerti a prescindere da tutto."

I: "Potrei dire lo stesso per me. Hai scelto di non voler avere niente a che fare con lui e io mi ci sono fiondata addosso. Anche io avrei dovuto sostenere le tue scelte."

H: "No. Non è la stessa cosa. Non devi rinunciare alla tua felicità per me."

Sono senza parole. Sono semplicemente troppo felice per parlare. Gli occhi mi si inumidisco per la gioia. Ho di nuovo il mio migliore amico.

H: "Non provare a piangere altrimenti scoppio anche io" dice ridendo, cercando di contenersi.

I: "È che mi sei mancato da morire" ammetto liberandomi finalmente di quel peso che ha continuato a premermi sul cuore per tutti questi ultimi mesi.

H: "Anche tu" dice abbracciandomi.

Respirare il suo profumo e sentire la sua stretta attorno a me mi fa tirare un sospiro di sollievo. Mi era veramente mancato tantissimo.

Mi libera dall'abbraccio e ricomincia a parlarmi come se niente fosse. Come se la "pausa" che ci siamo presi non ci fosse mai stata.

H: "Quindi tra te e Malfoy come sta andando?" mi chiede con estrema difficoltà e senza impegnarsi troppo a nascondere un certo disgusto nel farlo.

I: "Bene, davvero bene a dire il vero" gli rispondo accennando un sorriso.

H: "Oh non voglio sapere niente scherzavo, fai finta che non te l'abbia chiesto" scherza pur restando serio. Ha pensato subito male.

I: "Ok ok. Non ti dirò niente. L'argomento Malfoy con te sarà precluso da oggi in poi."

H: "No, non ho detto questo. Parlamene pure, ma con moderazione. Certe cose non credo di essere in grado di sentirle senza prenderlo a pugni dopo"

I: "Di certe cose non ti parlerei a prescindere"

H: "Ci sono cose da dire in merito?" sbotta.

I: "Harry, non sono una bambina"

H: "Ok, cambiamo argomento ti prego" mi dice velocemente e con una faccia disgustata.

I: "E va bene"rido. Questo suo lato estremamente protettivo nei miei confronti mi fa sempre piacere. O almeno, finché si ferma a parlarne e non diventa invadente mi fa piacere.

H: "Però non esitare a venire da me se mai dovesse farti del male o se dovesse trattarti in modo sconveniente. Se solo osa farti soffrire io..."

I: "Se mai dovesse farlo verrò da te."

Continuiamo a parlare del più e del meno recuperando tutti i mesi persi. Mi sento di nuovo completa. Ora ho davvero tutto quello che potessi desiderare.

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