Capitolo 61: te lo meriti

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Manca meno di una settimana ai MAGO e l'ansia mi sta divorando ogni giorno di più. 

Sto studiando il triplo del solito, ma per fortuna non mi pesa troppo: il tempo mi è di ottimo aiuto e mi fa passare la voglia uscire dalla stanza.

Elisa ha deciso che non vuole più vedermi fino a dopo gli esami perché sto diventando intrattabile e metto ansia anche a lei.

E: "Sul serio? Sei ancora sui libri?" dice Ev entrando in stanza. 

Aveva il corso pomeridiano sui babbani.

Come alzandomi da una trans mi accorgo di che ore sono.

I: "Non me ne sono nemmeno resa conto"

E: "È proprio questo che mi preoccupa. Sei sempre stata ossessionata dai risultati degli esami, ma mai così tanto...non ti fa bene"

Mi zittisco. Non ne ho parlato con nessuno ma mi sto inondando di pensieri e studiare mi aiuta a non pensare.

Purtroppo per me però Eveline mi conosce troppo e legge, nel mio silenzio, tutta la verità.

E: "Malfoy?"

I: "Anche"

Si appoggia sulla scrivania, incrocia le braccia e alza il sopracciglio per farmi capire di dover continuare.

I: "È che non riesco a pensare al fatto che ha studiato tanto e non è giusto che non abbia la possibilità di dimostrare quanto vale"

E: "Questo, e..." mi esorta ad andare avanti capendo che non è tutto.

I: "...e una parte troppo grande di me continua a sperare che torni per poterlo vedere ancora"

Diversamente dal solito la guardo sorridendo. Non mi rattrista ammetterlo. È così e basta.

Ev mi sorride di rimando, appoggiandomi una mano sulla spalla.

I: "Ah già e poi c'è il fatto che dopo gli esami finirà tutto. Niente più tu in stanza, niente più Frate Grasso, niente più verifiche o interrogazioni, niente più compiti, niente più novellini che vengono smistati o partite di Quidditch, niente più coppa delle case...niente più Hogwarts. Non riesco a immaginarmi una vita fuori da qui. Mi spaventa a morte e studiando non ci penso troppo"

Eveline mi abbraccia.

E: "Ok, se la metti così ti do il permesso di continuare a studiare anche di notte" mi dice con voce tremante.

I: "Mi mancherai"

E: "Anche tu, ma solo perché non vivremo nella stessa stanza non pensare che ti libererai di me"

I: "Oh no, per niente. Continuerò a controllarti. Vedrai Michy così spesso che dovrai trovargli un posto tutto suo nella tua camera"

E: "Ce l'ha già...ma ora basta continuare a parlare o scoppierò a piangere. E sai che non mi piace essere troppo sentimentale"

I: "Sì, sì hai ragione" dico asciugandomi una lacrima che mi è inevitabilmente scesa. "Com'è andato il pomeriggio?" le chiedo per cambiare argomento.

E: "Bene. Era l'ultimo incontro e la prof ha fatto uno di quei saluti smielati e il solito in bocca al lupo per il futuro. Detesto che mi ricordino in continuazione di dover diventare grande e di dover prendere delle responsabilità"

I: "A chi lo dici...non so ancora cosa voglio fare del mio futuro. Le poche idee che avevo sono completamente cambiate ora"

E: "Non cercare di diventare Auror solo per salvare Draco. So che ci stai pensando ma non è mai stato quello che volevi. Non vivrai una vita felice facendo un lavoro che non ti piace."

I: "Nemmeno senza di lui. E poi posso sempre licenziarmi e trovare un'altro lavoro...ma trovare un altro Draco è impossibile."

E: "Che palle quando dici queste cose giuste e profonde. Non posso mai ribattere."

I: "Dai, è presto per parlarne. Prima di tutto vediamo di superare gli esami, poi chiederò consiglio alla McGranitt magari. Lei sa sempre aiutarmi a scegliere la cosa giusta da fare"

E: "Cazzo. La McGranitt."

I: "Cosa?"

E: "L'ho vista e mi ha chiesto di avvertirti che voleva vederti...mi sono dimenticata completamente"

I: "Sei una cretina." le dico cercando di capire che ora si era fatta. Per fortuna è ancora un'ora decente. Mi metto un maglioncino per rendermi un po' più presentabile (anche se i pantaloni della tuta non aiutano) ed esco dal dormitorio.

Busso alla porta del suo ufficio e aspetto che mi faccia entrare.

P.M: "Oh buonasera signorina Donnor"

I: "Buonasera, scusi il ritardo e le condizioni ma Eveline è riuscita ad avvertirmi solo ora"

P.M: "Nessun problema, anzi forse è meglio se ne parliamo ora che tutti sono nei loro dormitori"

La guardo interrogativa.

P.M: "È una questione un po' delicata. Non dovrei dire niente a nessuno, ma penso che con te mi sia concesso, quasi d'obbligo, fare un'eccezione"

Continuo a guardarla in silenzio, aspettando che continui.

P.M: "Ho appena finito di parlare con il Primo Ministro in persona. Gli ho chiesto il permesso di far tornare il signorino Malfoy a svolgere o suoi esami come gli spetta di diritto. È già indietro di un anno per motivazioni ben più grandi di lui, sarebbe ingiusto, vista la sua attitudine scolastica, rimandare ancora."

I: "E cosa è stato deciso?" le chiedo un po' troppo insistentemente e con gli occhi che iniziano a brillarmi al solo pensiero.

P.M: "Non è stato per niente facile, ma ha acconsentito. Manderà uno dei suoi migliori Auror a prenderlo nel suo nascondiglio e lo porterà qui, in totale sicurezza. Purtroppo non potrà svolgere gli esami in presenza, ma i professori lo metteranno alla prova in separata sede. Non possiamo rischiare che qualcuno lo veda. Non ora."

I: "Quindi sarà qui ma non potrò vederlo?" sento il mio cuore frantumarsi nell'esatto momento in cui pongo la domanda.

P.M: "Teoricamente no. Ma non sono così meschina da farti sapere che è qui senza darti il permesso di incontrarlo. Farò l'eccezione delle eccezioni e ti darò il permesso di passare tutto il tempo che vuoi con lui. Contando, questo è ovvio, nella tua totale e assoluta discrezione. Non potrai parlarne nemmeno con i tuoi amici. Non ora."

Annuisco comprensiva.

P.M: "Arriverà il giorno degli esami e se ne andrà il giorno successivo al loro termine. Lo troverai nella stanza delle Necessità"

I: "Grazie infinite professoressa. Non so davvero come ringraziarla per tutto quello che sta facendo e rischiando per me" le dico abbracciandola istintivamente. 

Sul momento la preside si irrigidisce, poi però mi abbraccia a sua volta.

P.M: "Non ringraziarmi. È una buona causa. Te lo meriti signorina Donnor. Ve lo meritate."

I: "Grazie ancora" dico prima di andarmene.

Non riesco nemmeno a crederci. Sembra un sogno.

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