Capitolo 9: mi manca terribilmente

115 3 0
                                    




Quando hai un sacco di cose da fare il tempo vola. Sembra ieri che il sole illuminava il prato verde fuori dalla scuola e invece oggi c'è una leggera pioggia che ticchetta sulle finestre. Metà ottobre.
Di solito adoro questo tempo: felponi extra-large, calze pesanti, te, il Natale è ufficialmente dietro l'angolo.
Ma prima del Natale c'è un'altra cosa da festeggiare... o meglio, ci sarebbe se il festeggiato fosse ancora vivo.
Oggi sarebbe il ventunesimo compleanno di Cedric. Sono già tre anni che non c'è più, eppure in questo periodo dell'anno mi sembra di tornare indietro nel tempo.

Il torneo TreMaghi, l'allegria sul volto di tutti, la musica, il tifo da tutta la casata per lui: "Cedric, vinci per noi!". Poi è un attimo. Harry che spunta improvvisamente con la coppa in mano, l'emozione che Hogwarts abbia vinto... certo non è Cedric ma almeno è... ma poi è un secondo, anzi un millesimo di secondo. Negli occhi di Harry c'è il panico, la sua mano stringe quella di un ragazzo, il corpo vicino a lui è bianco e immobile. Ced. Corro giù dagli spalti e un pianto di dolore arriva alle mie orecchie "Il mio ragazzo, il mio Cedric". Vedo il signor Diggory piegarsi sul corpo morto di suo figlio e piangere. Cercano di fermarmi, di farmi restare tra il pubblico, ma non mi interessa. Spingo tutti quelli che provano a fermarmi e, senza comandare nulla al mio corpo, mi dirigo verso il campo. Le lacrime mi scendono insistenti sul volto, tanto da annebbiarmi completamente la vista.

X: "Signorina, lei non può passare" mi blocca un mago robusto mentre cerco di scavalcare la staccionata.

I: "Io devo farlo. Era il mio migliore amico" la rabbia e la paura che si erano impossessate di me e che mi avevano fatta arrivare fino a lì improvvisamente svaniscono. Era il mio migliore amico. Un dolore atroce mi colpisce il petto e cado in ginocchio con le lacrime che scendono ancora più velocemente di prima. Non riesco a muovermi. Era il mio migliore amico.

Sono passati tre anni. E la sensazione di vuoto nel petto in questo periodo dell'anno aumenta ogni anno di più. Già me lo immagino "Posso ufficialmente bere in ogni Paese del mondo". Ci scommetto che si sarebbe svegliato così se fosse qui per festeggiare il suo compleanno. Mi avrebbe portata ai Tre Manici di Scopa e mi avrebbe offerto una Burrobirra, e io gli avrei fatto perdere più tempo possibile ad Hogsmade mentre nella Sala Comune gli avrebbero organizzato una mega festa a sorpresa. Gli avrei regalato uno di quei kit per la manutenzione della scopa. Adorava curarla. "Se le do le attenzioni che merita poi mi ci trovo meglio quando gioco". Mi ricordo che ci scherzavo sempre su "se trattassi le ragazze come tratti la tua scopa sarebbero tutte ai tuoi piedi" ma giustamente mi rispondeva che non ne aveva bisogno perché erano ugualmente perse di lui. E come biasimarle d'altronde.
Sì, sarebbe andata esattamente così, ma non può succedere.

Mi presento a tutte le lezioni ma non ne seguo nemmeno mezza.

H: "Sara, tutto ok?" annuisco con gli occhi umidi. Non ho il coraggio di parlare. Riesco a stento a trattenere le lacrime. Per fortuna nessuno dei professori mi interpella. Probabilmente sprigiono disperazione da tutti i pori e non vogliono intromettersi.

Non ho voglia di parlare con nessuno. Non ho voglia di vedere nessuno. Oggi voglio fare come se non esistessi. Vado sul Lago Nero e mi siedo su una panchina nascosta. È mezza distrutta e probabilmente nessuno sa della sua esistenza. Esattamente quello di cui ho bisogno.

Mi distendo e guardo il cielo. Ha smesso di piovere ma le nuvole sono ancora di un grigio inquietante. Il profumo annuncia l'arrivo di un temporale e qualche tuono squarcia il cielo in lontananza. Libero la mente da ogni pensiero. Mi annullo completamente e mi concentro solo sul suono del vento e l'odore della pioggia. Permetto finalmente alle lacrime di uscire e le guance mi si bagnano delicatamente. Può sembrare strano ma mi fa sentire bene.

Dopo non so quanto tempo sento qualcuno che borbotta tra sé e sé quindi mi alzo e mi guardo intorno. Strano, non ho sentito nessuno arrivare. Vedo in lontananza il fantasma di Tassorosso, il Frate Grasso, che appena incrocia il mio sguardo mi saluta avvicinandosi.

F.G. "Oh, buon pomeriggio Sara. Cosa ci fa qui?"

I: "Niente di che Frate. Mi stavo solo schiarendo la mente"

F.G: "Oibò, ma hai pianto. Hai gli occhi rossi."

I: "Si, ma non è niente"

F.G: "Non è vero cara, altrimenti non avresti pianto e non saresti qui tutta da sola. Parlamene. Magari posso aiutarti" Non è un caso se è proprio lui il fantasma della mia Casa. È estremamente gentile e paziente, e spesso morbosamente amichevole. Tiene ad ognuno degli studenti che entrano a far parte di Tassorosso e cerca sempre di rendersi utile in qualche modo. La sua bontà è contagiosa e la sua empatia quasi miracolosa: il suo semplice interessarsi mi ha fatto stare meglio. Gli sorrido gentilmente e lo invito a sedersi accanto a me.

F.G: "Oh no tesoro tranquilla. Non faccio nessuna fatica a starmene in piedi... la mia massa non esiste. Sono leggero come una piuma" mi risponde ridendo. "Suvvia, qual è il problema"

I: "Lei sa che giorno è oggi?"

F.G: "Il 18 ottobre se non vado errato, anche se non seguo più il passare del tempo da quando, sai, sono morto"

I: "Ah, beh ha ragione... comunque ha indovinato" dico con la voce che mi si ferma di nuovo in gola "è il 18 ottobre"

Mi fermo un attimo, ricaccio dentro le lacrime e ricomincio a parlare con il fantasma vicino a me. "Sa, oggi Cedric avrebbe compiuto gli anni"

Un bagliore di tristezza si riflette anche nei suoi occhi vitrei. "Capisco"
Cedric stava molto a cuore anche a lui. Era uno dei migliori studenti che avesse mai frequentato Hogwarts e il Frate Grasso era molto fiero di lui. Mi ricordo che se ne vantava spesso con gli altri fantasmi, e non è tipo da vantarsi. Però Cedric lo portava anche a questo. Era così fiero di avere un ragazzo così tra i suoi.

F.G: "Ti manca tanto?"

Annuisco.

F.G: "Manca anche a me... ma sai, lui è sempre con te. Te lo dico io che sono un fantasma, certe cose le percepisco! Non ti ha mai lasciata."

Una lacrima bagna di nuovo il mio viso che si era finalmente asciugato. Lo so, ho la stessa sensazione anche io, ma mi manca ugualmente.

F.G: "Sai, conoscevo molto bene il tuo amico. Cedric non avrebbe voluto che tu passassi il giorno del suo compleanno a piangere. Non avrebbe voluto che tu piangessi in generale. Lo so che è più facile a dirsi che a farsi, ma rimuginare ancora sulla sua morte lo farebbe stare peggio. E noi non vogliamo che il buon vecchio Diggory stia peggio, non è vero?"

Gli sorrido. Ha perfettamente ragione. Se mi vedesse mi prenderebbe per le orecchie e mi trascinerebbe dai miei amici, mi guarderebbe con le braccia incrociate e mi sorriderebbe. "Divertiti e non pensare a me, sto bene". Posso quasi sentire la sua voce mentre me lo dice.

F.G: "Ecco, ora mi piaci di più. Vai, e raggiungi Potter, Weasey, Granger e Kennet. Erano terrorizzati perché non sapevano cosa ti stesse succedendo. Parlane con loro e vedrai che ti sentirai meglio. E ricorda, la prossima volta che vorrai piangere da sola vieni a cercarmi, anche solo per questo c'è bisogno di un amico vicino!"

// Perché proprio Malfoy ? //  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora