Capitolo 39: la cosa giusta

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È ufficialmente arrivato il momento di affrontare il mondo esterno e di uscire dalla mia stanza. Sapere che, nonostante tutto, possa contare  sul sostegno dei miei amici mi fa sembrare tutto più facile. Entro in Sala Grande e sembra che nessuno abbia dato troppo peso al fatto che sia stata assente per un po'.

Mi sembra di essere trasparente, piccola, inutile. Ma penso che sia dovuto al fatto che mi senta così davanti a Harry. Lo cerco inevitabilmente con lo sguardo e vedo che se ne sta rabbuiato a sgranocchiare qualcosa sul tavolo. Per un attimo mi sembra di sapere come si senta e a cosa stia pensando e vorrei correre da lui per farlo stare meglio.

'A piccoli passi ' mi ripeto. Mi siedo al tavolo di Tassorosso e mangio qualcosina.

C: "Guarda guarda chi è tornata tra i comuni mortali!" mi saluta Chantal allegra.

Non penso che nessuno, oltre al mio gruppetto, sappia cosa sia successo e sinceramente meglio così. È già troppo difficile da gestire, avere occhi indiscreti e opinioni altrui che interferiscono è l'ultima cosa di cui ho bisogno in questo momento.

I: "Ciao"

J: "Come stai? Ev ci ha detto che ti sei sentita poco bene"

I: "Già, niente di grave. Sto bene ora" ammetto con un dolore tremendo che mi preme sul petto.

Dopo aver mangiato andiamo a lezione di Trasfiguazione. Istintivamente vado per sedermi al solito banco ma noto che è occupato da Ron che mi chiede scusa con lo sguardo. Guardo Harry che abbassa velocemente la testa. Mi metto nella fila dietro vicino a Herm.

H: "Buongiorno"

I: "Ciao" le sorrido. Fa meno male di quanto pensassi, devo solo abituarmici. Certo il fatto che il mio migliore amico non mi degni più nemmeno di uno sguardo mi uccide, ma mi sono preparata abbastanza al fatto che sarebbe successo. Faccio un respiro profondo e mi concentro sulla lezione. Sono silenziosa e parlo con Hermione a monosillabi, però apprezzo il modo in cui mi aiuta: cerca di distrarmi senza essere martellante. Ha imparato bene a gestirmi.

Ogni tanto mi rabbuio più del dovuto e quindi alzo lo sguardo verso Draco che mi rassicura con un sorriso. Abbiamo deciso si stare a debita distanza, almeno all'inizio. Sicuramente fare la coppietta felice come niente fosse davanti ad Harry non è a soluzione per farlo abituare all'idea. Ovviamente non ci nasconderemo come al solito, ma non possiamo nemmeno metterci in mostra.

Draco non era molto d'accordo ma ha accettato.

D: "Se dobbiamo continuare a fare le cose di nascosto allora potevi non dirglielo e non starci male"

I: "È solo per il momento. Un passo alla volta"

D: "Va bene. Ma dovrai ricompensarmi" mi ha detto con un sorrisetto ammiccante.


P.M. "Bene, buona giornata. Arrivederci." Dice alla fine della lezione.

Faccio per uscire dalla stanza ma la professoressa mi chiama.

P.M. "Signorina Donnor, può fermarsi un attimo?" mi chiede dolcemente.

I: "Mi dica" le accenno un sorriso. Percepisco di sforzarlo ma non per cattiveria, è solo perché ho troppi pensieri.

P.M. "Tieni prendi un biscotto. Ho notato che non mangi molto in questi giorni"

Sono sicura che sappia tutto delle situazione in cui mi trovo. Alla McGranitt non sfugge mai nulla.

La ringrazio e accetto volentieri, anche perché non ho il coraggio di dirle di no.

P.M. "Ti sei messa in una situazione difficile ho notato" afferma con un tono particolarmente materno. Si vede quanto tenga ad ognuno dei suoi studenti e come voglia aiutarli. In più ha sempre avuto un particolare legame con Harry e ogni suo cambio di umore la allarma.

I: "A quanto sembra..." ammetto. È inutile fingere il contrario.

P.M. "Ammiro la bontà del tuo cuore Sara. Non lasciati scoraggiare dalle difficoltà che ti si presentano sulla strada"

Queste parole dette da lei assumono un significato ancora più importante che dette da qualsiasi altra persona.

I: "Non sono sicura di star facendo la cosa giusta" confesso. Sono sensazioni che nemmeno io ho ancora interiorizzato e l'aiuto di un adulto è quello di cui ho più bisogno in questo momento.

La professoressa McGranitt mi sorride amorevolmente e noto nei suoi occhi un velo di nostalgia.

P.M. "Un mio vecchio amico, sono sicura te lo ricorderai, ha detto che a volte bisogna affrontare la scelta tra ciò che è giusto e ciò che è facile." In un secondo il discorso di Silente alla fine del quarto anno mi torna in mente. "Sono fortemente convinta del fatto che ciò che stai affrontando sia difficile ma sappilo, non c'è niente di più giusto e bello. Draco Malfoy ha passato un inferno e, grazie a te, sta uscendo dalle tenebre della sua vita passata. Non permettere a Potter di rovinare il grande sforzo che hai fatto. Riuscirai a trovare il modo per conciliare tutto"

La ringrazio con lo sguardo.

P.M. "E poi ricordatelo, se non si provano queste emozioni alla tua età, se non si fanno sbagli poi non si fanno più. Le relazioni sono complicate ma quelle vere trovano sempre una scappatoia" mi dice facendomi l'occhiolino.

I: "Grazie mille, professoressa. Ne avevo bisogno"

P.M. "Quando vuoi, sai dove trovarmi. Ci sarà sempre un biscotto o un te caldo ad aspettare una delle mie migliori allieve"

Mi alzo ed esco dalla stanza ripensando alle parole della preside. Ha maledettamente ragione. È difficile non avere Harry al mi fianco ma Draco è un'altra persona da quando usciamo. Lo è con me quantomeno. E non voglio che torni ad essere la persona scontrosa e prepotente che era prima. Ha un cuore gentile e generoso, divertente alle volte, e non posso permettermi che nasconda di nuovo il suo vero essere.

Mi dirigo verso le serre per la lezione con la professoressa Sprout con uno spirito completamente diverso. Devo concentrarmi sulle cose belle che mi stanno succedendo, non su quelle brutte. Solo così ritroverò la forza per affrontare le difficoltà.

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