Capitolo 14: senza parole

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Dopo qualche altro minuto da sola decido di andare a parlare con Harry. Mi sono calmata,e lo avrà fatto anche lui. Magari ora riusciamo a parlare serenamente e risolviamo. Magari la nostra litigata era dovuta solo al momento. Ripensandoci sono stata troppo precipitosa.

Cammino per i corridoi e mi sento gli occhi di tutti addosso. Sussurrano. So che parlano di me e della mia sfuriata. "Ha difeso Malfoy! Vi rendete conto?"

Non mi interessa molto di quello che pensano di me, il mio solo pensiero è trovare Harry e parlargli. Senza pensarci due volte mi dirigo verso il campo di Quidditch. Lo vedo andare su e giù per il campo con la sua Firebolt, a massima velocità.

I: "Harry!" gli urlo agitando le braccia per attirare la sua attenzione. "Harry, ei!". Non mi calcola minimamente. Detesto volare se non c'è qualcuno che supervisioni, ma al momento non vedo altre soluzioni. Mi guardo intorno e vedo una Comet 290 lasciata a terra. La prendo e mi do uno slancio verso l'alto titubante. Se da giù non mi sente dovrò avvicinarmi.
Cerco di dirigere la scopa verso Harry ma faccio difficoltà a causa del vento che continua a farmi sbandare a destra e a sinistra.

I: "Harry!" gli dico non appena riesco ad affiancarlo. Per fortuna si era fermato un momento perché, in queste condizioni, stare dietro ad una scopa come la sua sarebbe stato difficile anche per i più bravi cercatori.

H: "Cosa diavolo ci fai qui?" il suo tono è più preoccupato che arrabbiato.

I: "Devo parlarti. Mi dispiace per..." non mi fa finire la frase e plana verso il basso. Non ci posso credere. Lo seguo lentamente.

H: "Non riuscivo a sentirti lassù" mi da una possibilità. In realtà mi guarda male, ma già il fatto che mi lasci parlare non è un brutto segno.

I: "Stavo dicendo che dobbiamo parlare. Mi dispiace per come sono sbottata, ma insomma... non, non è stato corretto da parte tua... sono arrabbiata con te, tantissimo... però non ti ho neanche dato il tempo di parlarmene e ti ho aggredito e basta... e questo non è stato molto corretto da parte mia... voglio dire... io ..:"

Non so bene cosa debba dire, e l'espressione di Harry non mi aiuta. Mi guarda con gli occhi fissi e la bocca a una fessura. Non trasmette nessuna emozione, nulla. È come una statua che mi fissa. Non sa come dirmi che ho ragione o non vuole più parlarmi e basta?

H: "Ok" dice prima di prendersi e andarsene. Ok. Tutto qui. Cosa vuol dire?

Sento i nervi irrigidirsi e faccio un respiro per calmarmi. Ok, aspetterò. Ma non è possibile che non ne parliamo, non è da persone mature comportarsi così.

Torno nella mia Sala Comune e mi siedo sul tavolo a fare i compiti di Artemanzia. Gli occhi di tutti sono ancora fissi su di me. Cerco di non farci caso mentre faccio qualche scarabocchio sulla pergamena. Penso a come potrei parlare con Harry e cosa si aspetta che gli dica, e poi penso alla chiacchierata con Draco. I miei pensieri fanno su e giù, e non prendono  minimamente in considerazione le righe del libro che mi sto costringendo a rileggere mille volte senza capirne il significato. Decido di andare nel mio dormitorio. Gli altri ragazzi mi seguono ancora con lo sguardo.

Entro in stanza e mi butto sul letto esasperata.

E: "Vuoi che dica qualcosa a quei dementi?" mi chiede la mia compagna facendo un cenno alla Sala Comune con la testa.

I: "Capirai, continuerebbero a sparlare di me. Non serve che ti sgoli inutilmente" le rispondo irritata.

E: "Vuoi pararne?"

I: "Di cosa? Del fatto che tutti mi guardino male perché me la sono presa con il grande Harry Potter per aver fatto una cosa del tutto scorretta o piuttosto del fatto che il grande Harry Potter sia così immaturo da non volermi rivolgere la parola? O magari del fatto che mi abbia ascoltato più volentieri Malfoy che il mio migliore amico? Non so, di cosa vuoi parlare?"

E: "Wow, wow, wow, un passo alla volta. Io sono rimasta al fatto che tu e Harry avete discusso in corridoio"

I: "Si beh, è sulla bocca di tutti a quanto pare."

E: "Già, ma non ho ancora capito perché. Dalle voci che mi sono giunte ho capito che ti ha fatto una scenata di gelosia perché tu e Malfoy avete... come dirlo in modo elegante... una em, relazione intima..."

I: "Cosa? No, no, no, no. L'ha solo pensato, per irritare Harry. Non è mai successo. Mi sono incazzata con lui perché è partito sulla difensiva e, anziché farsi leggere la mente, l'ha letta due volte a lui. E poi mi sono incazzata perché raccontava i cazzi suoi in giro prendendolo in giro."

E: "Quindi tra te e Malfoy..."

I: "No, non è mai successo niente. Te l'avrei detto"

E: "Oh, bene. Mi sarei incazzata da morire se ti fossi tenuta per te una cosa del genere.
Ma quindi non capisco... in che senso Malfoy ti ha ascoltato più volentieri che il tuo migliore amico? Pensavo fossi andata da lui per farti consolare, if you know what I mean..."

I: "Oh cazzo Eveline, no...semplicemente abbiamo pensato di nasconderci dal resto della scuola nello stesso punto. Vado sempre lì quando voglio stare un po' da sola perché non ci va mai nessuno... solo che oggi..."

E: "Draco ha pensato di fare la stessa cosa. Incontro casuale, chiaro"

I: "Già, e abbiamo parlato un po'. Non è successo assolutamente nulla, abbiamo solo parlato... Oddio, non penserai che qualcuno ci abbia visto? Dopo quello che pensano le persone di me, non ho bisogno che pensino che sia andata da Draco a piangere. La mia reputazione finirebbe, e la sua pure, e Harry non mi perdonerebbe mai..."

E: "No, tranquilla. Nessuno vi ha visti. Erano impegnati a fare teorie strane sulla tua litigata con Potter anche senza il bisogno di prove."

I: "Ok, meglio. No perché sai com'è... Già così Harry non mi vuole parlare, se ancora si fa ulteriori strane idee è la fine. Sono ancora arrabbiata con lui, ma è pur sempre il mio migliore amico. Non duro più di una settimana senza parlargli. E in più non sopporto l'idea che si è fatto di me. In fondo lo sa che non è vero quello che ha visto, ma ulteriori pettegolezzi non mi aiuterebbero."

La gente dovrebbe davvero iniziare a farsi i cazzi suoi. Eveline non mi distrae e invece mi chiede di parlare nei minimi dettagli dell'accaduto. Gliene parlo un po' svogliata, ma sapere che almeno una persona sappia la verità mi aiuta. Anche perché conoscendola mi difenderà con tutti e ogni volta che sentirà parlare di me interverrà per sminuire i pettegolezzi e raccontare come sono andate le cose.

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