Capitolo 37: parte di me

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Sono chiusa in camera da due giorni e non ho la forza per muovermi. Non sono abbastanza forte per vedere Harry senza scoppiare in lacrime, e comunque non riuscirei a seguire le lezioni. Non riesco a fare altro che piangere e ogni volta che provo a pensare a cose positive per stare meglio mi vengono in mente solo momenti che ho passato con lui e ricomincio. 
In condizioni normali mi basterebbe andare da lui e abbracciarlo per sentirmi meglio, ma ovviamente non  posso farlo.

So che è inutile piangersi addosso e so di aver fatto la cosa giusta. Però, nonostante mi aspettassi una reazione del genere, la speranza che non succedesse è sempre stata maggiore. Non pensavo di ritrovarmi davvero a dover scegliere tra Draco e Harry. 

E: "Sono passati solo due giorni Sara."

I: "Ev, non mi tiri su il morale illudendomi che le cose si possano risolvere. Non l'ho mai visto così, con tanto odio. L'ha detto chiaro e tondo. Non vuole più avere niente a che fare con me" le rispondo tra un singhiozzo e l'altro.

E: "È sempre stato molto istintivo, vedrai che si abituerà alla cosa e tornerà da te" 

I: "No Eveline. Basta. Non tentare di aiutarmi con false speranze. Non servono a nulla" alzo la voce. 

Non si merita di essere trattata così. Sta facendo il massimo che può per starmi vicina, e le sono riconoscente anche se non lo do a vedere. Ma in queste situazioni solo una persona è in grado di interagire con me, ed è l'unica che non vuole più vedermi. Il motivo per cui sto così male. 

Eveline se ne va dalla stanza e accosta la porta. La sento parlare con Draco. 

E: "Non so davvero cosa fare. Non l'ho mai vista così"

D: "È tutta colpa mia. Adesso vado da Potter e gli dico di tornare da lei. Mi faccio da parte"

E: "Non ci provare nemmeno, ha bisogno di te"

D: "Di me? Io non so consolare le persone, non so come fare per farla stare bene" 

E: "Sì invece. Lo fai ogni giorno." 

In quel momento sento la porta scricchiolare leggermente e vedo Draco entrare. 

D: "Posso?" mi domanda titubante mentre viene a sedersi sul lato del letto. 

Gli faccio spazio sotto il piumino e mi fiondo su di lui ricominciando a piangere silenziosamente. 

Gli bagno completamente la camicia ma non sembra nemmeno rendersene conto. Anzi, inizia ad accarezzarmi dolcemente la testa.
Per la prima volta da quando sono tornata in dormitorio mi rilasso un po'. Il respiro mi torna quasi del tutto regolare e le lacrime non scendono più. 

I: "Scusami" gli dico non appena riesco a riprendere il controllo della mia voce. 

D: "Nessun problema di asciugherà"

I: "No intendo scusami per come mi sto comportando. Dovrei essere felice di essere qui con te e non piangere per un altro. Non è giusto nei tuoi confronti"

D: "Sei incredibile. Stai male per colpa mia e ti preoccupi di come io possa sentirmi?"

I: "Colpa tua? Tu non c'entri nulla"

D: "E tu tanto meno" cerca di calmarmi. 

So che non è necessario farlo, ma qualcosa dentro di me vuole spiegargli il perché ci stia così male. Credo se lo meriti. Non deve essere facile vedermi piangere per un altro ragazzo, a maggior ragione se si tratta di Harry visti i loro trascorsi. 

I: " Ti ricordi di Cedric Diggory?"

D: "Certo, difficile dimenticarsi di lui" 

I: "Già" sorrido leggermente "era una persona davvero meravigliosa."

D: "Lo conoscevi bene?" si interessa, pur non capendo cosa centri.

I: "Meglio di chiunque altro. Era il mio migliore amico. Anzi, praticamente era mio fratello." gli dico sinceramente. Parlare di lui mi fa sempre così bene e così male contemporaneamente. "Eravamo inseparabili sai...sempre a parlare, a studiare, a scherzare. Non c'era una cosa, e dico una, che non sapesse di me. Sapeva cosa mi faceva ridere e cosa mi faceva arrabbiare, sapeva tirarmi su quando ero triste e sapeva farmi tornare con i piedi per terra quando la mia positività prendeva il sopravvento."  la voce torna a tremare al suo ricordo, faccio un respiro profondo per calmarmi prima di continuare.

I:"Penso tu abbia capito che quando mi lego ad una persona ci metto tutta me stessa: anima e corpo.
Quando tengo a qualcuno diventa parte di me e io parte di lui. È sempre stato così per me, mi viene naturale." dico guardandolo negli occhi perché in fondo mi sto riferendo anche a lui.
"Certo non creo questo tipo di legame con molte persone ma quelle poche con cui succede mi entrano dentro. Non so bene come spiegarlo a dire il vero" dico tornando a guardarmi le mani con cui sto giocherellando per l'imbarazzo.

I: "Sta di fatto che perdere Ced è stato devastante. Ho perso una parte di me, parte della mia famiglia
...
Ha lasciato un vuoto assurdo per tanto, tantissimo tempo.
Certo, ho continuato la mia vita come sempre, perché non mi avrebbe mai perdonato il contrario...ma anche se non me ne rendevo conto e mi sembrava tutto normale mi mancava ancora un pezzo. 

Non so dirti se perché l'ha rivendicato, se perché è stato l'ultimo ad averlo visto vivo o se per qualche altro motivo di cui non sono a conoscenza...ma quel vuoto si è colmato appena ho conosciuto Harry. Ho ritrovato me stessa al 100%.
Non pensavo di poter trovare un'altra persona che mi facesse sentire la leggerezza e la sicurezza che mi trasmetteva Cedric, eppure più tempo passavo con Harry più ritrovavo nel nostro rapporto quello che, la sera del Torneo, mi era stato portato via.
...
So che è difficile da capire e che agli occhi di tutti non è una relazione sana...ma siamo davvero come fratello e sorella. Anzi di più, perché la famiglia non si sceglie, ma noi l'abbiamo fatto.
Ho già perso un rapporto così speciale, così unico. Ed è stato difficile riprendersi.
Per questo ci sto così male. Non posso permettermi di perderlo di nuovo. Non reggerei"

Draco mi guarda senza sapere cosa dire. Spero vivamente che non abbia frainteso le mie parole, ma è difficile spiegare il legame che mi lega con Harry. Davvero difficile. 

D: "Io-io devo andare ora." mi dice alzandosi. Per un secondo mi sale il panico. Forse ho esagerato. 

D: "Io non posso capirti, non posso aiutarti ma so chi potrebbe farlo" mi dice dandomi un leggero bacio sulle labbra prima di uscire dalla stanza.


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