Capitolo 51: viaggio

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Serena. È esattamente così che mi sento. Serena. Ogni cosa sembra essere al posto giusto e tutto sembra essere perfetto. Il profumo di Draco, la pelle chiara e delicata del suo torace a contatto con la mia guancia, il suo respiro sulla mia nuca e le sue dita che giocherellano con le ciocche dei miei capelli. Resterei così per sempre. Io e lui. 

D: "Sara, dovremmo prepararci per la cena"

I: "Ancora cinque minuti" mi lamento guardandolo con occhi da cucciolo. 

Sposta la mano dai miei capelli verso il mio braccio e inizia a farmi i grattini.

I: "Così non aiuti, aumenti solo la mia voglia di restare qui" 

Si alza dolcemente e mi sorride: "Abbiamo tutta la vita per questo" 

Spinta dalla sua dolcezza e dalla sua sincerità lo bacio, poi mi alzo e inizio a vestirmi. Fa lo stesso. 

I: "Non è che per caso hai una spazzola?"

D: "No, perché dovrei?"

I: "Perché non posso uscire con questi capelli." ammetto provando a sistemarli un po'.

Urlano 'mi sono appena fatta una bella scopata', per non parlare del trucco mezzo sbavato...e sinceramente non mi sembra il caso di presentarmi a cena davanti a tutta la scuola e ai professori in questo stato. 

I: "Come fai ad essere in perfetto ordine anche ora?" domando a Draco indispettita mentre cerco di farmi una coda. 

D: "Segreti del mestiere" dice avvicinandosi e abbracciandomi da dietro.

I: "Non ne andrei così fiero" 

Guardo il nostro riflesso nello specchio. Siamo davvero belli insieme. 

D: "Sei bellissima"

Gli sorrido di rimando, poi mi riprendo dalla fase di pseudo trans.

I: "Si una bellissima poco di buono" mi lamento cercando di togliere quel poco che mi è rimasto del rossetto con un po' di acqua. 

D: "Come se non lo sapessero tutti cosa facciamo qui invece di studiare"

Usciamo  dalla stanza e andiamo verso la Sala Grande.

I: "Ci vediamo dopo, e togliti quel sorrisetto malizioso dalla faccia prima di raggiungere il tavolo."

D: "Pensa al tuo prima di giudicarmi" mi prende in giro.

Raggiungo Eveline, Jenny e Chantal al tavolo di Tassorosso.

E: "Ei com'è andato il pomeriggio di studio?" 

I "Cosa?"

E: "Non eri da Malfoy per fare Pozioni?"

I: "Ah si, quello. Em... bene. È andata bene" le rispondo senza nascondere un mezzo sorrisetto.

E: "Sara Donnor! C'è qualcosa di cui devi parlare con la tua migliore amica per caso?"

I: "Io? No, niente di che" le rispondo in modo scherzoso. 

E: "O mio Dio! No, ok, in realtà non sono sicura di voler sapere"

I: "Probabilmente non vuoi" le rispondo guardando di sfuggita il tavolo di Serpeverde e mordendomi il labbro.

Mi risponde con un urletto che è un misto tra il disgustato e l'eccitato, ma per fortuna Jenny e Chantal ci raggiungono e la bloccano prima che possa iniziare a parlare.

C: "Avete sentito la novità?"

E: "Em, no. Direi di no...solita vita monotona, di cosa stai parlando?"

J: "Dicono che Follein abbia convinto la McGranitt a fare una gita con quelli dell'ultimo anno. Non si sa ancora dove ma..."

C: "Come non si sa dove? Io ho sentito dire che tra le opzioni ci sono la Romania, nella riserva dei draghi, oppure in Bulgaria o in Francia come ospiti delle altre scuole"

E: "Mi stai prendendo in giro!"

J: "No, te lo giuro...ho sentito alcuni ragazzi che ne parlavano. Hanno sbirciato tra le lettere del professor Binnis mentre lui dormiva a lezione, perché stavano cercando le domande del compito, e in una dalla McGranitt hanno visto queste tre proposte. "

I: "Pazzesco!"

E: "E quando pensano di comunicarlo a noi? Tempo di mandare l'autorizzazione a casa, scambiare una serie infinita di lettere con i miei per convincerli e ottenere la risposta firmata ci vorranno secoli, e dubito che ci facciano partire subito prima degli esami..."

Senza neanche farlo apposta la McGranitt prende la parola prima di far apparire la cena sul tavolo.

MG: "Buonasera ragazzi, e scusate se prendo un po' del vostro tempo. Ma ho una comunicazione importante da fare. Mi rivolgo agli studenti dell'ultimo anno. Quest'anno, assieme con gli altri docenti, abbiamo pensato di organizzare un'uscita didattica di una settimana. La destinazione sarà la Romania. Lo scopo di tale uscita è quello di permettere a voi studenti di guardarvi intorno nel mondo del lavoro, poiché tra poco sarete chiamati a fare delle scelte sul vostro futuro. Durante la settimana tutti visiteranno la radura dei draghi guidati dai più esperti dragologhi, che saranno disponibili per rispondere a ogni vostra domanda. 

Alcuni giorni saranno comunque dedicati alla visita dei monumenti e dei luoghi più importanti di Bucarest, ma discuteremo dei dettagli in separata sede. Vi chiedo solamente di venire a ritirare i moduli di autorizzazione prima di andare in Dormitorio, per spedirli ai vostri parenti e tutori il prima possibile. E ora buona cena" 

Un boato generale si disperde nella Sala Grande tra l'entusiasmo dei miei coetanei e le lamentele dei più piccoli. Una gita. Davvero bellissimo! 

Finito di cenare ci mettiamo in fila per andare a ritirare il modulo di iscrizione. 

H: "Un viaggetto in Romania è il modo migliore per finire la scuola, dopo tutto quello che abbiamo passato negli ultimi anni ho proprio bisogno di almeno un bel ricordo"

I: "Non so se essere d'accordo con te o se invece devo sentirmi offesa"

Hm: "Io direi che dobbiamo sentirci tutti offesi"

H: "Non intendevo in quel senso dai, lo sapete cosa voglio dire" 

R: "Tranquillo, non sarà niente di che. Ci sarà Charlie a controllarci tutto il tempo. A cosa serve andare in gita con un tuo parente alle calcagna?"

E: "Ah è un parente tuo, problema tuo. Noi ci divertiremo da morire"

G: "Anche io, tanto Charlie non mi resiste...potrò fare quello che mi pare"

R: "Miseriaccia, sono l'unico che non si divertirà quindi?"

Hm: "Non essere così antipatico Ronald, ti divertirai un sacco e forse anche di più proprio perché ci sarà tuo fratello"

D: "Ti divertirai sicuramente più di quanto farò io rinchiuso nel castello" interviene nel discorso avvicinandosi a me. 

Si stanno tutti abituando alla sua presenza, anche se è ancora un po' imbarazzante. Non sanno mai come comportarsi gli uni con gli altri, ma apprezzo notevolmente lo sforzo che stanno facendo. 

I: "In che senso rinchiuso nel castello?"

D: "Nel senso che io non verrò" 

E: "Come?"

I: "Perché?" 

D: "Ne parliamo dopo"  mi risponde vago e un po' giù di morale.


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