Trentasei

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Gli sguardi incatenati tra loro non riuscivano a staccarsi, persino i loro corpi si chiamavano a vicenda ma nessuno dei due sembrava cedere a quella tentazione così forte.

<<Jimin>> gemette Jungkook appoggiando la testa sullo schienale della sedia.

Jimin guardava, era incantato, gli sembrava di vedere arte davanti a lui, si Jungkook aveva ragione, voleva essere al posto di quella mano, voleva essere il motivo per cui il moro era costretto a mordersi il labbro per evitare di rilasciare gemiti troppo forti. La mano di Jungkook correva veloce su di lui e sembrava regalargli un piacere infinito, piacere che, di nuovo, avrebbe voluto regalargli l'altro, ma poco importava in quel momento, Jungkook continuava a ripetere il nome di Jimin tra gli ansimi, come una sorta di preghiera, pensava che facendo così lo avrebbe quasi costretto ad alzarsi e unirsi a lui, letteralmente parlando.

Il basso ventre di Jimin stava tremando come una foglia, gli stava regalando brividi e sensazioni nuove che non sapeva se aveva già provato altre volte in situazioni simili.

<<Jungkook>> lo chiamò piano, come se improvvisamente la gola gli si fosse stretta sulle corte vocali, impedendogli di parlare. Ma Jungkook sentì, sentì eccome, quel tono di voce gli ricordava quell'ansimo che aveva lasciato le labbra del biondo dopo la loro prima sfilata.

Il moro alzò la testa dalla sedia e guardò Jimin con occhi rossi e tremanti di desiderio, era evidente come stava perdendo il controllo, ma Jimin era abbastanza tranquillo riguardo quello, sapeva che non era la rabbia a muoverlo.

Si alzò dalla sua sedia e camminò lentamente verso la scrivania dell'altro che non accennava a staccare gli occhi cremisi dal suo esile corpo.

<<Posso?>> sussurrò Jimin piegando le ginocchia e occupando il pavimento davanti a lui.

<<Puoi cosa?>> ansimò Jungkook quasi ringhiando.

<<Farlo io>> chiese imporporandosi le guance.

Jungkook sorrise liberando la sua lunghezza dalla prigione stretta che gli faceva la sua stessa mano. Jimin strinse lentamente il suo arto su di esso, tremava leggermente, lo aveva fatto solo a se stesso per due volte in tutta la sua vita e voleva che Jungkook provasse quel piacere che si stava donando lui stesso qualche secondo prima. Si stava già pentendo di quella richiesta, stava per fare la figura dello scemo davanti a lui, ora come ora sembrava importargli più che mai.

<<Jimin>> lo richiamò il moro prendendogli il mento e costringendolo a guardarlo negli occhi <<Per quanto mi ecciti vederti così indifeso>> lo avvicinò a sé <<Per quanto potrei venire soltanto guardando il tuo bel visetto>> appoggiò il naso contro quello dell'altro <<Se stringi la tua mano e la muovi, apprezzo>> sorrise infine mettendo la sua mano sopra quella di Jimin e iniziando a muoverle insieme, quasi come una calamita in quel momento attirò ancora più vicino il viso dell'altro e gli catturò le labbra in un bacio pieno della passione che proveniva dal piacere che si faceva largo dentro di lui.

Il biondo tremò in quel bacio, era così erotico, gli mordeva il labbro, giocava con la sua lingua facendogli quasi girare la testa. Jungkook sentì quel tremore e sorrise nel bacio, l'innocenza che aveva lo stava facendo impazzire, si sentiva il diavolo mentre convertiva un angelo alla lussuria per farlo cadere dal paradiso.

<<Sai che sei mio>> gemette Jungkook nell'orecchio dell'altro per poi baciarlo e giocarci con le sue labbra.

<<Alp-Jungkook>> sospirò Jimin sul punto di cedere, si era suo, tutto il suo corpo gli apparteneva in ogni modo possibile, ma non poteva avere un contatto diverso da quello fisico, si sarebbe accontentato, dopo tutto non era così male litigarci ad ogni ora, se poi poteva divertirsi così, senza impegno e tornare a vivere la sua vita indipendente dopo. Se voleva farlo, l'unico modo era non chiamarlo come stava per fare e aveva già fatto, lui si era controllato una volta, nessuno gli garantiva che lo avrebbe fatto una seconda.

La porta si spalancò a causa di Hoseok che vi si era appoggiato di schiena, le mani erano troppo piene di carte e documenti per poter bussare. Jungkook si mosse velocemente spingendo Jimin sotto la sua scrivania e appoggiandosi con le braccia sul tavolo per coprire la sua nudità. <<Dovremmo mettere una porta che si apre solo se si bussa…>> si lamentò alzando lo sguardo sull'azionista.

<<Mi dispiace ma avevo le mani occupate e non avevo voglia di bussare con la testa>> rise Hoseok portando le carte e i documenti sulla scrivania di Jungkook. <<Sono arrivati tutti i documenti da firmare per il marchio "My Style">> esordì felice <<Dov'è Jimin?>> chiese poi.

<<Secondo te io so dov'è quell'->> calore si fece largo nella sua nudità sotto la scrivania, un calore umido, l'unica cosa che poteva immaginare era la bocca di Jimin, quel maledetto aveva deciso di donargli piacere nascosto sotto la scrivania mentre lui firmava degli inutili documenti, gliel'avrebbe fatta vedere <<quell'idiota>> concluse lasciando un respiro profondo.

<<Ho bisogno di entrambe le firme>>

Jimin in quel momento era impegnato a firmare proprietà sul membro di Jungkook, roteandoci la lingua sopra e intorno come se volesse baciarlo per bene in tutta la sua interezza, Jungkook meritava una vendetta così, subdola ma non troppo.

<<Magari è sceso da Seokjin>> ipotizzò Jungkook stringendo tra di loro le mani, talmente tanto da farle diventare bianche, Jimin sembrava esperto nei movimenti per farlo impazzire e lui era a qualche millimetro dal suo culmine più piacevole.

<<Vado a controllare>> concluse Hoseok uscendo dall'ufficio e dirigendosi verso il piano inferiore.

<<Dio Jimin->> ansimò Jungkook dopo qualche secondo appoggiando la testa sulla superficie di legno, venendo tra le labbra del biondo con un gemito strozzato. Alzò la testa per guardare sotto la scrivania <<Tu sei pazzo>>

<<Lo prendo come un complimento>> sorrise malizioso uscendo dal suo nascondiglio e avviandosi verso la porta per andare a trovare Hoseok <<Avevi ragione, mi vuoi proprio tanto>> ridacchiò liberando l'ufficio.

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora