Dieci

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Era sempre andato tutto bene, in quei due giorni non era successo niente di male, Jimin era abbastanza tranquillo, ma evidentemente qualcuno aveva percepito che lui era troppo tranquillo e pronto per vivere la sua vita come un normale alpha, quindi perché non farlo impazzire su quella piccola sedia in attesa che la sfilata finisse?

Non voleva morire, in quel momento proprio no, eppure sentiva su di sé tutti gli occhi degli alpha presenti, iniziava a sentire i loro odori più forti, primo tra tutti quello dell'alpha che occupava la sedia accanto a lui, un odore pungente ma attraente, aspro ma invitante, il suo omega gli stava urlando di avvicinarsi a Jungkook per sentire meglio quella fragranza, per bearsene da più vicino, ma lui sapeva di non poterlo fare. Si stava chiedendo assiduamente perché le sue pastiglie non stessero facendo quello per cui erano state create, dopo tutto quello che aveva speso per comprarle avrebbero dovuto togliergli ogni sintomo del calore per il resto della sua vita.

A Jimin cadde l'occhio sul corpo del suo collega e rivale, anche lui respirava in modo più pesante e teneva spesso l'indice nel nodo della cravatta per allentarlo, sembrava stesse anche lui avendo dei problemi da calore, impossibile, Jungkook era un alpha al 110% non avrebbe mai potuto avere sintomi.

Quando anche l'ultimo modello tornò nei camerini, i due CEO si alzarono quasi in contemporanea per ringraziare e sgombrare la sala, sembravano entrambi molto impazienti di tornare a casa.

Jimin non aspettò nemmeno di salutare tutti e si diresse verso l'uscita, non volle nemmeno aspettare Seokjin per tornare con lui in macchina, aveva bisogno di casa, di letto, di tranquillità e forse di concedersi ancora a se stesso per stare meglio.

<<Park!>> era ad un passo dalla sua macchina quando sentì la voce di Jungkook chiamarlo, l'ultima persona da cui avrebbe voluto farsi scoprire, se aveva caldo dentro la sala perché ora non correva anche lui a casa a rinfrescarsi?

Jimin si voltò verso Jungkook velocemente, voleva concludere quella conversazione il più velocemente possibile così da poter correre a casa.

<<Sono rimasto scioccato dalla tua collezione>> sorrise in modo quasi amichevole.

Jeon Jungkook davvero era rimasto scioccato? Era un modo sottointeso per dire che aveva vinto? Che la collezione migliore era la sua, piena di colori invece che monocromatica e noiosa.

<<Oh davvero?>> sorrise a sua volta Jimin, forse davvero Jungkook aveva capito con chi aveva a che fare ed era pronto a fargli i complimenti per la sua miglior collezione.

<<Si, era troppo colorata, non capisco come la gente possa acquistare quegli abiti da carnevale veneziano!>> sputò acido con un sorriso malizioso.

Il sorriso di Jimin si spezzò alla stessa velocità con la quale si era formato, Jungkook era odioso, al suo massimo.

<<Non capisco nemmeno come qualcuno possa acquistare dei capi così anonimi come i tuoi!>> rispose Jimin tenendo la mano stretta sulla maniglia della portiera della sua macchina, pronto per entrarci e sparire, iniziava a sentire le sue gambe molle e senza forze, da un momento all'altro sentiva sarebbe caduto a terra.

Jungkook prese per il colletto il ragazzo e ringhiò <<La mia collezione è perfetta.>>

Jimin avrebbe dovuto difendersi, ringhiare anche lui, spingere via quel deficiente che gli stava addosso, ma non riusciva a spostarlo, anzi sentiva il suo profumo, sempre più forte, avrebbe voluto stringersi a lui e inalare ancora più del suo profumo.

<<Jungkook>> sussurrò, come quella sera mentre cercava di darsi piacere.

Il ragazzo rimase sconvolto da quel cambio di tono e lasciò il colletto dell'altro. <<Vediamo chi dei due avrà più vendite>> sibilò infine allontanandosi più possibile da Jimin quasi correndo, un brivido gli aveva percorso la schiena sentendo il suo nome sussurrato in quel modo, come una preghiera. Non si sarebbe mai abbassato a tanto come alcuni suoi colleghi che pur di placare qualche voglia litigavano per dominare altri alpha, solo quel pensiero gli dava i brividi.

Jimin corse a casa con l'orgoglio frantumato, si sentiva stupido, aveva ceduto per un misero profumo e la cosa che lo faceva vergognare ancora di più era che mai, con nessun altro alpha, i suoi ormoni erano impazziti in quella maniera, il suo cervello aveva elaborato una sola spiegazione logica, tutto era cambiato da qualche giorno prima, da quando aveva deciso di concedersi a se stesso, il suo corpo evidentemente aveva capito ciò che un alpha poteva procuragli e ora nemmeno la sua più forte convinzione di odiare Jungkook era tanto grande quanto il suo istinto di cadergli tra le braccia per inspirare tutto il suo profumo e per sentirsi appagato in tutti i modi possibili.

<<Jimin che ti succede?>> chiese Yoongi uscendo dalla sua stanza per respirare un po' con i soppressanti.

<<Non lo so>> sibilò Jimin, appoggiato alla porta di casa con la fronte calda e impregnata di sudore, le mani strette nel legno bianco per rimanere in piedi e la bocca semiaperta per respirare più aria possibile.

<<Non hai mai avuto un calore così! Hai pagato oro per delle medicine che non fanno quello che dovrebbero fare! Mi spieghi->> Jimin interruppe la ramanzina del coinquilino.

<<Lasciami andare in camera.. Ho bisogno di..>> arrossì nonostante il suo viso fosse già roseo e accaldato.

Yoongi rimase in silenzio, abbastanza scioccato nel vedere il suo migliore amico in quelle condizioni, lo lasciò ritirarsi nella sua camera ignaro di cosa avesse in mente Jimin.

Il biondo entrò nella sua stanza, lentamente si tolse la giacca e, prima di gettarla sulla sedia accanto al suo letto percepì ancora quel profumo inebriante, il profumo di Jungkook. Si sedette sul grande letto matrimoniale e annusò a fondo il colletto rosso, sapeva di lui, il suo profumo era lì e lui voleva a tutti i costi averlo su di sé per giorni, per mesi, per anni, per sempre.

<<Che cazzo sto facendo..>> si lamentò gettando la sua giacca lontano sul pavimento. Maledicendosi in tutti i modi per dove era arrivato.

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora