Settantasei

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Non volevano dormire, i loro corpi erano ancora accaldati e nudi, Jimin era dolcemente stretto nell'abbraccio di Jungkook a disegnare figure immaginarie con il dito sul suo petto, si sentiva in pace con sé stesso e con l'universo, l'orgasmo lo aveva colpito così bene che ora faticava anche a sentirsi vivo, si sentiva in paradiso, con l'odore del suo alpha, l'odore di casa che gli inondava le narici dalla poca distanza.

<<Come stai?>> ripeté Jungkook per la millesima volta spostandogli un ciuffo di capelli ribelli che gli si era appoggiato sulla fronte.

Jimin rise <<Sto bene come lo stavo qualche minuto fa quando me l'hai chiesto>> sorrise infine poggiandogli un lieve e romantico bacio sulle labbra. <<Ti preoccupi troppo, il mio corpo è capace di gestire tutto questo>>

<<Lo so amore ma l'hai riempito di ormoni per anni>> rispose baciandogli la fronte <<Sai che smettere all'improvviso può creare problemi>> spiegò delicato.

<<Si ma gli ormoni che mettevo io, ora ce li ho con il tuo marchio>> ribatté Jimin come fosse la cosa più naturale del mondo.

<<Scusa se mi preoccupo per il mio compagno>> scherzò Jungkook prendendogli la mano e stringendola nella sua.

Pensando alla sua intera vita Jimin non poteva ricordare un momento dove era stato così bene, forse si sentiva felice dopo una sfilata, dopo l'annuncio di nuove collezioni, ma quel giorno era tutto diverso, non era la solita felicità casuale data dall'impegno che metteva nelle sue opere, era una felicità che cresceva da dentro, si ampliava, gli riempiva il cuore, il petto, lo stomaco, tutto il corpo e la testa.

<<Abbiamo saltato la cena e inizio ad avere fame, per quanto mangiarti mi sazi ho bisogno di qualcosa di sostanzioso>> sorrise Jungkook accarezzando dolcemente il corpo dell'altro.

<<Qui fuori ci sono i noodles da scaldare>> consigliò Jimin.

<<Direi perfetto>> disse alzandosi dal letto recuperando boxer e pantaloni <<Aspettami qui principessa torno subito>> concluse rapido rubandogli un veloce bacio dalle labbra.

Jimin aspettò che Jungkook si diresse in cucina, prima di prendere il telefono e scrivere a Yoongi, nonostante fosse nella loro stessa casa.

"Jungkook è ufficialmente tuo cognato" scrisse ridendo.

Il suono della notifica quasi simultanea gli fermò la risata e il testo di Yoongi lo fece arrossire

"Ho sentito, buon per voi, voglio due nipotini"

Velocemente i pensieri di Jimin tornarono a concentrarsi su quei baci delicati che Jungkook gli aveva lasciato sulla pancia durante il loro momento intimo.

"Aspetta e spera" inviò Jimin prima di mettere il telefono sul comodino e affondare la faccia del cuscino.

Yoongi stava scherzando chiaramente, allora perché quelle parole non gli erano scivolate addosso come il suo solito? Ma si stavano incastrando nella sua testa?

<<Amore>> Jimin saltò dallo spavento. <<Non ti rapisce nessuno sono io, ti va se mangiamo davanti al fiume? Sta tramontando il sole>> sorrise quasi timido Jungkook reggendo tra le mani due ciotole di noodles.

<<Ne hai fatte due?>> chiese Jimin ancora con la testa da un'altra parte.

<<Si devi mangiare anche tu>> spiegò semplice poggiando la cena sul comodino <<Vuoi una mano a vestirti?>> chiese con ancora più dolcezza.

Jimin arrossì <<No, vai intanto, ti raggiungo>>

<<Va bene non farmi aspettare troppo>> lo salutò Jungkook dandogli l'ennesimo bacio veloce, sembrava quasi fosse legato a quelle labbra.

Jimin si vestì velocemente e si guardò allo specchio, gli occhi sembravano più vispi, la sua pelle brillava sotto gli spiragli della luna che entravano dalla finestra, si passò gentilmente una mano sui capelli e uscì soddisfatto di sé stesso, forse si era guardato con gli occhi di Jungkook ma aveva visto una persona bellissima allo specchio ed era il suo riflesso. Sorrise incapace di nasconderlo e raggiunse Jungkook vicino al fiume dandogli una giacca per evitare di farlo mangiare con il petto scoperto.

<<Prendi freddo così>> lo rimproverò.

<<Ti comporti già da papà?>> chiese l'altro indossandola.

Di nuovo le farfalle nello stomaco lo colpirono, ma si limitò a sorridere.

<<È bella la luna sta sera vero?>> chiese genuinamente.

<<Lo è sempre stata>> rispose serio l'altro bloccando per qualche momento il suo battito cardiaco.

Jimin si voltò <<Tu lo sai!>>

Jungkook sorrise <<Dopo che me l'hai detto la prima volta una volta a casa parlando con Taehyung mi ha spiegato tutto>> arrossì in imbarazzo.

<<Lo sapevi il giorno che siamo tornati e non mi hai detto niente??>> spalancò gli occhi.

<<Ti conosco Jimin, so che sei dedito al lavoro, come lo sono io, avevo paura di risultare opprimente e avevo paura mi dicessi di no come tutte le altre volte...>> spiegò riempiendosi la bocca di noodles per non dover parlare ancora.

<<Jungkook sei proprio un idiota>> si lamentò Jimin sedendosi di prepotenza sulle sue gambe costringendolo a mandare giù tutto in un boccone.

<<Mi aspettavo qualche frase più dolce>> sorrise poggiandogli le mani sui fianchi.

<<E io che mi facevo i viaggi mentali prima di dirtelo perché pensavo non mi avresti mai voluto perché dovevi fare il CEO a tempo pieno>>

<<No che pesante, preferisco il tuo compagno a tempo pieno>> gli strizzò l'occhiolino.

Quasi come un fulmine tutta l'eccitazione calmata in quel periodo si riversò su Jimin che si strinse al corpo dell'altro. <<Jungkook>> lo chiamò abbassando la testa sentendo quasi il fiato mancare.

Il moro si avvicinò al suo orecchio <<Sono qui per prendermi cura di te>>

<<Dobbiamo tornare dentro>> sussurrò a sua volta Jimin.

<<Penso che questo tavolino potrebbe diventare comodo, puoi anche goderti il tramonto mentre sistemo tutto>> continuò a provocarlo Jungkook.

<<Ma se escono gli altri?>>

<<Non preoccuparti il rischio è parte del mestiere, vieni qui>> concluse incollando le sue labbra a quelle piene di Jimin, trasportandolo dove il suo lupo voleva andare, in un tunnel di piacere continuo che lo avrebbe reso semplicemente animale.

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora