Sessantatre

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I giorni proseguirono quasi in un lampo, senza preoccuparsi di dare tempo ai ragazzi di preparare il loro lavoro, a differenza dei suoi colleghi però, Seokjin se ne stava comodamente accasciato sul divano nel suo sabato libero dal lavoro, Jimin gli aveva chiesto di far saltare il suo giorno di riposo per averne due la settimana dopo ma l'idea che il suo capo avesse bisogno di lui gli dava quasi il bisogno di stare a casa. Vestito comodo con i pantaloni della tuta e una larga maglia stropicciata, Seokjin stava rilassato a guardare uno degli episodi del suo drama preferito, fino a quando il campanello non decise di suonare.

Il castano si alzò con uno sbuffo, a quell'ora poteva essere solamente il corriere ma non ricordava di aver ordinato qualcosa, fece spallucce e aprì la porta con noncuranza, subito dopo averlo fatto se ne pentì in ogni modo in cui avrebbe potuto pentirsene.

<<Namjoon che ci fai qui?>> chiese arrossendo.

<<Bhe l'ultima volta ci eravamo messi d'accordo che il giorno di riposo l'avrei preso io e così ho fatto, volevo avvisarti prima ma eri molto indaffarato e non ho il tuo numero, spero di non disturbare>> sorrise amorevole.

Il suo abbigliamento era diverso dal solito, portava dei jeans con un leggero strappo sulle ginocchia, una semplice maglia nera e una giacca di pelle, ma anche vedendolo in quel modo Seokjin restò in apnea per qualche secondo.

<<Oh no non disturbi, entra, fai come se fossi a casa tua... Io intanto mi sistemo un momento>> rise imbarazzato gettandosi verso la sua stanza dopo aver chiuso la porta.

Namjoon entrò e si sedette sul divano guardandosi intorno curioso, la casa era spaziosa, forse dovuto alla grande quantità del colore bianco, sembrava confortevole e accogliente, non era enorme, era un appartamento per una persona molto ben curato, sembrava che l'animo di Seokjin lavoratore avesse sistemato anche la sua casa.

<<Hai pranzato?>> chiese il padrone di casa, tornando nel soggiorno con una maglia appena stirata, dei pantaloni più aderenti e un grande sorriso.

<<Si, però posso sempre rimanere qui per cena, ricordi dovevi stupirmi>> rispose Namjoon ricambiando il sorriso che gli era stato rivolto. 

I due si osservarono per un tempo che sembrò perdurare un'eternità prima che il più alto decidesse di liberare il divano e consigliare a Seokjin di casa di andare in cucina per preparare. 

Dal loro primo appuntamento non avevano mai avuto modo di parlare ancora, di chiarire cosa fosse successo e Seokjin non riusciva certo a darsi pace per quel bacio.

Per anni si era sentito sbagliato, si era sentito fuori dalla normalità di tutti, da quando aveva scoperto il suo secondo genere si era estraniato da ogni rapporto umano, per quanto i suoi genitori gli avessero sempre ripetuto di essere perfetto anche com'era, lui non si sentiva così, Namjoon era la prima persona che sembrava sinceramente interessata a conoscere una persona come lui, anzi gli aveva rubato il primo bacio dolcemente, chiedendogli anche il permesso di farlo. 

<<Seokjin tutto bene? Stai tremando>> osservò il ragazzo mentre notava l'altro prendere gli ingredienti sul tavolo. 

<<Si>> rispose solo, non avrebbe mai permesso ai suoi pensieri di rovinare tutto quello che stava creando, ma il troppo pensare gli tolse le forze dalle mani e fece cadere tutto a terra senza nemmeno rendersene conto. 

<<Seokjin>> disse più serio Namjoon chinandosi per aiutare l'altro a raccogliere tutto <<Guardami>> sussurrò piano. 

Seokjin alzò la testa affondando immediatamente in due iridi rosse e brillanti, distolse lo sguardo e chiuse gli occhi <<Per favore non farmi questo>> pregò a bassa voce sentendo successivamente la mano di Namjoon sopra la sua.

<<Mi basta vederti per capire che non ti piace l'altra anima che porti dentro>> Il moro trasalì e alzò lo sguardo. <<So cosa significa detestare se stessi, io sono come te, mi sento diverso>>

<<Tu sei un alpha cos'hai di diverso?!>> gridò Seokjin preso dalla rabbia.

<<Non so trasformarmi Seokjin>> il silenzio cadde padrone di quel piccolo ma spazioso appartamento <<Mio padre è morto coinvolto in una lotta per la difesa del territorio quando mia madre ancora era incinta di me, una volta nato lei mi ha proibito qualsiasi azione che potesse risvegliare il lupo, io sono diverso Seokjin, il mio lupo dorme da quando sono nato, è quasi come se non ci fosse... Tranne quando sono con te>> prese entrambi le mani dell'altro. <<Sei l'unico profumo che sento chiaramente, quando ti sto vicino mi sento in un campo di fiori, libero come non lo sono mai stato, libero di essere completamente me stesso, se non posso farti capire che sei perfetto così, vorrà dire che se vorrai potremmo essere diversi insieme>> 

<<Namjoon>> sospirò solo, con i sensi di colpa che gli stringevano il petto, il cuore e l'anima. Incastrò il suo sguardo in quello dolce dell'altro, riuscendo a mostrare attraverso i suoi occhi quella sfumatura verde di cui si vergognava tanto, ma che ora visti nel riflesso del rosso che emanavano quelli del ragazzo di fronte a lui, sembravano una delle cose più rare e magnifiche che avesse visto in tutta la sua vita, i brividi gli percorrevano tutta la spina dorsale, avanti e indietro e non davano alcun segno di stanchezza. 

Namjoon gli accarezzò la guancia e lentamente si avvicinò al suo viso <<Forse non l'ho mai detto>> disse piano appoggiando il suo naso a quello contrario <<Ma ho un debole per l'arte e quello che ho davanti ora è l'arte più bella che abbia mai visto>> dichiarò facendo arrossire Seokjin e unendo per la seconda volta le loro labbra, questa volta in un bacio sicuro e puro, carico di emozioni contrastanti che nemmeno loro avevano coraggio di esprimere, ma ad entrambi andava bene così, sarebbero stati diversi a modo loro, insieme. 

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora