Quarantasei

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Jungkook era sempre stato un ragazzo che non amava dormire molto, infatti dopo le prime luci dell'alba era già con un occhio aperto, sorridente del fatto di avere Jimin stretto ancora a lui dalla sera prima, normalmente se fosse stato chiunque lo avrebbe spintonato via. Jungkook odiava il contatto fisico con tutto se stesso, ma con lui era diverso, quello che avevano non era semplice contatto fisico, era come se ogni volta che si sfiorassero, prima di toccarsi con i corpi si toccavano con le loro anime.

Il moro spostò leggermente la testa per osservare la dolcezza del viso addormentato dell'altro, si lasciò sfuggire la mano tra i suoi capelli per sentire la morbidezza di quel biondo.

<<Buongiorno>> mugugnò Jimin con voce assonnata.

<<Buongiorno>> rispose Jungkook con una voce più roca e bassa del solito.

Jimin non poté negarlo, quella voce lo risvegliò come una cascata di acqua gelata, era soffice ma nello stesso momento era anche erotica, o forse era lui che la vedeva così.

<<Che voce è questa?>> chiese Jimin sottovoce.

Jungkook tornò a chiudere gli occhi e poggiò una seconda volta la testa sul cuscino, si schiarì la voce prima di parlare questa volta <<Non è che chiacchiero nel sonno, quindi la mia voce si rilassa anche troppo>> 

<<È alpha che viene fuori mh?>> 

<<Ma spiegami i tuoi ormoni non si stancano mai di correre?>>

<<Normalmente no, con te qui ancora meno>> rise Jimin stringendo il contatto tra i loro corpi. 

<<Abbiamo la festa questa sera, non potrai masturbarti su di me lo sai?>> sospirò Jungkook, ricevendo come risposta un lamento sommesso.

<<Prenderò le medicine, se faccio il bravo però voglio un premio>> 

<<Forse lo avrai quando finirà tutto questo, quando saremo di nuovo a Seoul e tornerai ad odiarmi a morte>> un po' di tristezza si fece largo dentro il suo cuore dopo aver pronunciato quella frase. Era davvero quello che voleva? Tornare agli inizi dove non facevano altro che punzecchiarsi, tirarsi frecciatine ad ogni ora del giorno?

In realtà nel suo profondo Jungkook sapeva che non avrebbe mai potuto comportarsi in un certo modo con Jimin, sentiva che qualcosa l'aveva cambiato ed era successo proprio quella notte, quando lui aveva consentito a condividere il suo spazio vitale, non se n'era pentito affatto, anzi era sicuro che la sera dopo tornati da quella grande festa, lo avrebbe riabbracciato stretto per tenerlo al sicuro. 

Ma non poteva dire niente di tutto quello, perché parlare in quel modo significava solo una cosa, significava che era ufficialmente caduto, significava che la forza del suo lupo lo aveva sopraffatto un'altra volta, inserendogli nel cuore Jimin, senza che lui potesse decidere se lasciarsi cadere alla tentazione dell'amore o meno.

Non era lui che aveva deciso di allontanarsi dall'amore, era esso che lo aveva abbandonato non avendo mai a che fare con persone che avrebbero potuto fargli esplodere quel sentimento dentro di lui.

Ora come ora ricordava le parole di Taehyung, gliele aveva dette con una tale tranquillità, sia nel suo vecchio ufficio che quella sera mentre lui era comodamente disteso sul divano. 

I suoi "sintomi da incontro" sia quel giorno in azienda che durante la sfilata, aveva trovato il suo compagno, la fine del suo filo rosso, ora la mano di Jimin poggiava tranquillamente all'altezza del suo petto, in senso figurato quel filo ora passava sopra il suo cuore e lui era in un bivio:

Voleva tirarlo a sé, dimostrare al biondo quante cose teneva dentro senza però aprire bocca, non sarebbe stato bravo a spiegare il tutto senza sentirsi fuori luogo. 

Dall'altra parte sapeva che l'amore era una via che andava percorsa in entrambi i sensi, lui sapeva anche che era soltanto l'omega di Jimin ad essere attratto e infine era certo che a differenza sua Jimin era capace di frenare quello che il suo lupo gli urlava di fare, lo aveva sempre fatto e di certo non sarebbe finito a provare un sentimento così puro come l'amore nei suoi confronti. 

<<Jungkook a cosa stai pensando?>> come una luce pronto a riportarlo nel mondo, la voce di Jimin gli colpì le orecchie.

<<Stavo dormicchiando>> rispose semplice guardandolo negli occhi.

<<Mh, ci laviamo? Abbiamo tempo per farlo per bene>>

<<So cosa intendi e no>>

<<Ti toccherò io e mi toccherò da solo... Ti prego>> guaì Jimin come un piccolo cagnolino in cerca di attenzioni.

<<Va bene>> sospirò Jungkook, pronto nuovamente a testare ogni tipo di limite che la natura gli avesse fornito, ma di nuovo, non riusciva a negare niente a quel maledetto che odiava... E amava, con tutto se stesso.

Jimin saltellò eccitato verso il bagno non curandosi di prendersi i vestiti, Jungkook rimase nella stanza per recuperare i suoi indumenti puliti, ma comunque i due non si divisero vista la parte in vetro che occupava il muro davanti alla vasca. Il biondo si liberò velocemente dei vestiti e per un momento si gettò sotto il getto ghiacciato per far ri affluire il sangue dalle parti intime fino al restante corpo.

Lentamente scaldò l'acqua per evitare di andare in ipotermia ed iniziò a provocare il moro che era ancora chinato sulla sua valigia, chiedendosi quale colore di boxer avrebbe dato meno fastidio al completo che voleva indossare in seguito.

<<Jungkook~ mi sento solo qui>> brontolò Jimin come un bambino capriccioso chiedendo all'altro di raggiungerlo, nonostante il getto freddo il suo sangue continuava a bollire di caldo e di passione.

Jungkook alzò la testa e vide il biondo passarsi la mano sul corpo lentamente senza staccare gli occhi dai suoi.

Una cosa era certa, il premio sarebbe andato a lui se non fosse impazzito perché stava notando sempre di più come Jimin fosse impossibile da gestire, soprattutto per lui.

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora